Mostro di Firenze: nuove indagini in arrivo? L’interrogazione a Piantedosi: “Usiamo genealogia del Dna”
Dopo quasi 40 anni dalle ultime vittime il caso del Mostro di Firenze potrebbe essere vicino ad una svolta grazie alle tecniche di genealogia del Dna che potrebbero svelare il nome mancante
A poco meno di 40 anni dall’ultimo delitto mai attribuito al cosiddetto ‘Mostro di Firenze‘ – nel quale persero la vita Jean-Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot, una coppia di francesi che si erano accampati in una piazzola di San Casciano Val di Pesa – potrebbe arrivare una svolta significativa che potrebbe mettere definitivamente la parola fine ad uno dei più misteriosi gialli italiani. Chi ha vissuto sul finire degli anni ’70 ricorderà bene la paura che si generò attorno alla figura del Mostro che nell’arco di solamente 11 anni uccise almeno 14 persone, tutte coppie e tutte appartate nei dintorni di Firenze; così come si ricorderà anche benissimo la lunga – lunghissima – sequenza di indagini, piste e nomi che negli anni si sono susseguiti e che continuano ancora oggi.
L’interrogazione a Piantedosi: “La genealogia del Dna potrebbe risolvere il caso del Mostro di Firenze”
Tornando al presente, la ragione per cui si parla del Mostro di Firenze è legata ad un’interrogazione parlamentare visionata da AdnKronos e posta dalla deputata pentastellata Stefania Ascari al ministro degli Interni Matteo Piantedosi perché impieghi per le indagini le più moderne tecnologie sulla genealogia del Dna che – ricorda la deputata – “hanno permesso di risolvere numerosi cold cases negli Stati Uniti, inclusa l’identificazione del Golden State Killer”. Tecniche che dovrebbero essere utilizzate per identificare quel Dna trovato sui pantaloni delle ultime due vittime del Mostro di Firenze e che fino ad ora non ha mai dato alcun riscontro con le banche dati genetiche italiane.
“Queste tecniche”, continua Ascari sempre citata da AdnKronos, “attraverso il confronto dei dati genetici non elaborati, permettono di risalire fino ai cugini di quinto grado, facilitando così l’identificazione di parenti e, di conseguenza, del colpevole” e che potrebbero tornare utili “non solo per il caso citato del Mostro di Firenze ma anche [per] molti altri casi, come, ad esempio, quello dell’unabomber friulano”. Insomma, a fronte di un parare positivo da parte del ministro Piantedosi presto potremmo vedere riaperto il caso del Mostro di Firenze, e giungere finalmente – conclude la pentastellata – “dopo decenni” ad una “piena verità storica e giudiziaria [che] non è ancora stata accertata”.