Il 7 giugno 2006 rilascia testimonianza Agata Belardoni, moglie di Giuseppe Trovati, titolare della darsena dove Francesco Narducci si recò a prendere la sua barca l’8 ottobre.

Descrive il Narducci vestito in questo modo: “Mi pare che i capelli fossero in ordine ma io non lo vidi arrivare ma lo vidi qualche attimo dopo. La moto era rossa. I pantaloni mi pare che fossero scuri” Inoltre a proposito del tempo:siamo ritornati alla darsena intorno alle ore 17,00. Era ancora giorno pieno e il sole stava leggermente calando. A quanto ricordo, il sole stava calando ma io non ero in grado di vedere, dal punto dove mi trovavo, la linea dell’orizzonte. Era comunque ancora giorno. Il lago era assolutamente tranquillo e non c’era un alito di vento. Il lago era, quindi, assolutamente liscio.Io non so se lui (NdR. Giuseppe Trovati) ha visto effettivamente il cadavere o meno perché mio marito ha il terrore dei cadaveri e non può guardarli. Lui mi ha detto vagamente che avevano trovato il cadavere del Narducci che aveva un giacchino addosso, ma non so se questa cosa l’ha vista lui o glielo hanno detto. Io non lo so. Mio marito è rimasto nel vago. In particolare, mio marito non ha assolutamente descritto il cadavere. Mi ha solo detto che aveva un giacchetto addosso simile a quello con cui era partito e che lo stringeva ai polsi. A quanto ho capito, da quello che mi ha detto mio marito e conoscendolo, lui non ha osservato il cadavere perché ne sarebbe stato traumatizzato ma, forse, ha dato solo un’occhiata da lontano in direzione del cadavere stesso. Da vicino non lo ha assolutamente visto. Rimango sorpresa nel vedere il cadavere di cui alla foto 02.P4.32A-33 che mi viene mostrata anche perché il cadavere indossa una camicia bianca ed io ricordavo che il Narducci avesse qualcosa di scuro sotto il giubbotto. Rimango sconcertata alla vista di questa foto e di quella n. 08.P2.14A-15, nella quale vedo che il cadavere è avvolto in un telo di plastica nel momento in cui viene issato sul pontile dalla pilotina dei Carabinieri e non capisco come mio marito possa averlo visto. Non lo so, questo non l’ho capito.

7 Giugno 2006 Testimonianza di Agata Belardoni

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