Il 12 Gennaio 2006 rilascia testimonianza Emilia Cataluffi.

Questa la sua testimonianza: CATALUFFI Emilia testimonianza 12.01.06

Questa una parziale trascrizione:

Domanda: ” Le do lettura delle dichiarazioni che lei ha reso ai Carabinieri del Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Perugia, e poi a questo P.M., in data 27.01.2004.”

Risposta: ” Confermo integralmentre quanto da me dichiarato al Comando Provinciale Carabinieri di Perugia, ma vorrei precisare che i particolari relativi alla vita familiare di Francesco NARDUCCI, come il fatto che la moglie Francesca fosse terrorizzata o che gli Spagnoli pensassero che Francesco fosse stato in realtà ucciso, che Francesco avesse un comportamento strano sin dall’inizio del matrimonio e si allontanasse nelle notti di luna piena, io l’ho saputo non direttamente da Francesca Spagnoli, che peraltro conoscevo da bambina, ma da mia zia CACCHI Emma, che era stata balia degli SPAGNOLI dal 1956 sino alla sua morte. La CACCHI è morta circa sedici anni fa. In pratica la CACCHI aveva allevato sia gli SPAGNOLI che i loro figli e nipoti. Stava con Maria Luisa SPAGNOLI che era la cugina di Gianni SPAGNOLI, padre di Francesca. Dopo essere stata sentita al Comando provinciale, mi sono venute in mente altri particolari, vale a dire il fatto che appartenenti alla Questura di Perugia, come l’Ispettore NAPOLEONI, il Dr. SPERONI, l’Ispettore VADALA’ e uno che abitava a Montegrillo che è morto recentemente, mi dissero che le indagini sul NARDUCCI erano iniziate prima ancora che morisse. In particolare il NAPOLEONI aveva iniziato le indagini circa due o tre anni prima della morte del NARDUCCI ma le aveva dovute interrompere prima ancora che lo stesso morisse. Anche il Dr. SPERONI mi disse che le indagini sul NARDUCCI erano iniziate prima ancora che morisse. Anche questo me lo ricordo con certezza. Anche i Carabinieri si interessarono a lungo del NARDUCCI e vennero da me più volte per fare accertamenti anagrafici e chiedermi notizie. In particolare, tra i Carabinieri ricordo l’Appuntato Marcello CECCHI che si interessò molto del NARDUCCI. Vennero anche altri appartenenti all’Arma tra cui il Maresciallo Maglionico ed altri, chiedendoci la documentazione relativa alla posizione anagrafica del NARDUCCI. A quanto mi dissero, considerata la confidenza che avevo con loro e la collaborazione che avevo sempre manifestato nei confronti delle Forze dell’Ordine ed in particolare dell’Arma dei Carabinieri, questi ultimi non mi dissero che avevano iniziato le indagini prima della morte ma che stavano facendo indagini dopo la morte. I Carabinieri iniziarono gli accertamenti pochi giorni dopo la morte del NARDUCCI. In sintesi, quindi, la Polizia iniziò le indagini due o tre anni prima della morte del NARDUCCI e le interruppe prima ancora della morte, dopo che il NAPOLEONI era andato addirittura a Firenze per questo motivo. Il NAPOLEONI stesso mi ha confermato questi particolari e mi ha addirittura detto di essere stato a Firenze proprio per indagare sul NARDUCCI sin dal 1981 – 1982.”

L’Ufficio dà atto che alle ore 09.40 interviene il Dr. Michele Giuttari, responsabiule del GI.DE.S. di Firenze ed il Sovrintendente Capo ZAPPI Ermanno.

Continua la Signora CATALUFFI: “Poco dopo l’inizio delle indagini, il NAPOLEONI le ha cessate. Le indagini, anche da parte della Questura, sono state riprese pochi giorni dopo la morte del NARDUCCI. I Carabinieri, invece, cominciarono le indagini solo dopo la morte del NARDUCCI. Questa cosa l’ho desunta dal fatto che, mentre la Polizia mi ha chiesto lo steto di famiglia del NARDUCCI sin dal 1981 o giù di li, i Carabinieri mi chiesero la documentazione relativa al NARDUCCI solo dopo la sua morte. Sempre per certo, perché me lo hanno espressamente riferito sia il NAPOLEONI che lo SPERONI che il CECCHI, so che le indagini furono poi bloccate per ordini superiori. In particolare il NAPOLEONI mi disse testualmente: “” TUTTO FERMO!””, lo SPERONI mi disse: “”TUTTO A TACERE!””. Cecchi disse: “”TUTTO E’ SILENZIO!””. Poiché me lo chiede, io ricordo che il PASQUINI venne da me a trovarmi in ufficio, che era ancora in Via Fiorenzo di Lorenzo, un giorno, poco prima delle ore 14.00, e, presentandosi come investigatore che indagava sulla morte di NARDUCCI, mi chiese la documentazione anagrafica. Io gli disse che l’avrei preparata e gliela avrei consegnata. Il certificato, infatti, doveva essere richiesto al Comune di Magione. Ho questo ricordo perché il PASQUINI mi telefonò quando ancora abitavo in Via Larga, da cui mi trasferìi nel novembre 1991. Non sono sicura in quale anno preciso venne a trovarmi. Sono però sicura che il PASQUINI venne all’anagrafe e mi telefonò solo nella mia vecchia abitazione e non nella muova. Inoltre nel periodo in cui il PASQUINI mi chiamò, ero in fase di separazione da mio marito, separazione intervenuta nel 1987. Ricordo che il mio difensore nel procedimento di separazione era l’Avv. Luciano GHIRGA. ”

Domanda del Cap. MORRA: “Signora lei è assolutamente sicura che rappresentanti delle Forze dell’Ordine le dissero che le indagini sul del Prof. NARDUCCI erano state fatte prima della sua morte? “

Risposta: ” Si, sono assolutamente sicura. Preciso che furono quelli della Polizia a dirmi che loro avevano iniziato le indagini su di lui per i delitti all’epoca attribuiti al “Mostro di Firenze” poiché si cercava, allora, un medico perugino e, per loro, questo medico era proprio il NARDUCCI.”

Domanda: ” Le hanno spiegato l’esatto motivo per cui infagavano sul NARDUCCI?

Risposta: ” Il Dr. SPERONI mi disse che supponevano che fosse coinvolto nei delitti del “Mostro di Firenze”. Anche i Carabinieri mi dissero, più o meno, la stessa cosa. ”

L’Ufficio dà atto di sospendere l’audizione alle ore 11.25.

Alle ore 11,40 l’audizione della Signora CATALUFFI riprende.

Domanda: ” Lei ha mai sentito parlare di rapporti di amicizia del NARDUCCI con un avvocato di Firenze?”

Risposta: ” Da persone che ora non ricordo, ho saputo che loro conoscenti hanno sentito dire, nell’albergo di proprietà della Signora STOPPINI, sorella dell’Ing. STOPPINI, a Firenze, nei pressi della Stazione, che il NARDUCCI aveva un amico avvocato di Firenze da cui si recava spesso. Ho anche sentito dire che questo avvocato, una notte, è tornato a casa tutto sporco e questo era sembrato strano a queste persone. Ciò era accaduto, seconmdo quello che mi hanno detto, la notte dell’ultimo delitto. Poiché me lo chiede, le preciso che non riesco a ricordare chi me lo abbia riferito. Ricordo solo che questa cosa mi fu detta tre o quattro anni dopo la morte del NARDUCCI. So anche che l’Ing. STOPPINI, che è titolare di un albergo a Perugia in Via dei Priori, è massone. “ 

A questo punto, rilevato che questo ufficio è in possesso di un CD relativo a comversazioni avute dal PASQUINI, trasmesso dal GIDES e rilevato che l’ascolto di alcuni passi di questa conversazione può essere utile e di ausilio mnemonico della signora, dispone che venga fatto ascoltare alla Signora il brano compreso tra minuti 00.15.35 e 00.18.23.e poi tra l’inizio del CD e 01.05.00 fino alla fine.

Domanda: “Riconosce le voci che ha ascoltato? “

Risposta: ” La voce maschile è sicuramente quella del PASQUINI, mentre la femminile è la mia. Lo dico dopo una iniziale incertezza. Sentendo la prima parte, quella nella quale il PASQUINI mi parla dell’avvocato di Firenze, ho stentato in un primo tempo a riconoscere la mia voce, ma poi, sentendo tutte le altre parti, mi rendo conto che sono proprio io. Non avevo mai sentito la mia voice registrata che è ovviamente un po’ diversa dal naturale. Comunque sono io con certezza. Posso dire che il PASQUINI mi fece presente che voleva fare questa indagine con l’intenzione di scrivere poi un libro e allora io raccolsi ulteriori informazioni sul NARDUCCI presso alcune mie fonti, quali l’App. CECCHI Marcello dei Carabinieri, l’Ispettore NAPOLEONI della Questura e giornalisti e fotografi come CROCCHIONI, PAPI, BERTOLDI, AVELLINI ed altri. Ricordo che la Polizia aveva un fascicolo, dello spessore di circa un centimetro, con sulla copertina scritto il nome di Francesco NARDUCCI. Questo fascicolo l’ho visto in mano al Dr. Alberto SPERONI.”

Alla Signora CATALUFFI vengoo fatti ascoltare brani de CD dal minuto 00.26.15 al 00.31.34, dal 00.57.00 al 01.05.55., dal 00.47.05 al 00.48.50, dal 00.56.05 al 00.57.00 e mostrata, altresì, la foto n.16.P3.13A-14.

Domanda: ” Ricorda i particolari che ha ascoltato ? “

Risposta: ” Ora ricordo tutto perfettamente. Per quanto riguarda la laurea, ho saputo all’Ospedale, non ricordo da chi, che il NARDUCCI si era laureato alla Sapienza di Roma in ostetricia e ginecologia con 110 e lode. Poi ha preso la specializzazione in gastroenterologia. Ricordo anche che fu visto passeggiare a Perugia con l’avvocato di Firenze che ora rammento essere l’Avvocato JOMMI, che, a quanto mi risultava, era intimo conoscente della Siognora STOPPINI, sorella dell’Ing. STOPPINI di Perugia, che, come ho detto, aveva un albergo di fronte alla Stazione di Firenze e che rilevò anche una parte dell’albergo Brufani di Perugia. So anche che ha avuto una causa civile col fratello. La cognata di questa STOPPINI è la Signora Bona TEIXEIRA, che era la prima moglie dell’Ing. STOPPINI, la cui sorella era, come ho detto, amica dell’Avv. JOMMI. A quanto ho saputo quest’ultimo, come ho detto, fu visto rientrare una volta tardi e vestito male, subito dopo l’ultimo delitto del “Mostro di Firenze” e questo insospettì anche per la sua amicizia e frequentazione col Narducci che si diceva fosse coinvolto in quelle vicende. Desidero anche aggiungere che il PASQUINI mi aveva fatto balenare la possibilità della pubblicazione di un libro nel quale avrebbero dovuto parlare di me e mi sentivo in dovere di dare il mio contributo alla verità, visto che dovunque si andasse, noi perugini venivamo accusati di appartenere alla città del “Mostro”. Ricordo anche che i Carabinieri, e specialmente CECCHI, mi dicevano che combaciavano tutte le partenze del NARDUCCI con gli episodi criminosi fiorentini. In pratica per la Compagnia Carabinieri di Perugia, ma anche per tutta l’opinione pubblica, il “Mostro” era proprio il NARDUCCI. Queste cose mi sono state riferite ed io le riferisco per come mi sono state dette. Per quanto riguarda il giornalista che mi dava più informazioni sulla vicenda e che sapeva prarticamente tutto, lo riconosco perfettamente nel giovane con la barba che vedo raffigurato nella foto che mi viene esibita e che si chiama FIORAVANTI. Oltre a lui, venivano anche altri giornalisti e fotografi. Era FIORAVANTI che doveva portarmi tutte le notizie e la locandina che faceva riferimento al rinvenimeto dei reperti umani nella casa del NARDUCCI a Scandicci. Questa cosa me la disse anche qualcun altro ma non ricordo chi. Il CECCHI mi disse anche che l’ordine era pervenuto da un Generale di Firenze. Aggiungo anche che per quello che mi disse Marcello CECCHI, nel loro fascicolo, è proprio il NARDUCCI il “Mostro”. Quanto all’avvocato di Perugia posso dire che lui era amico di più avvocati ma ricordo che l’amico del cuore del NARDUCCI fosse Alfredo BRIZIOLI e quindi credo che fosse lui l’avvocato perugino che sapeva tutto dei retroscena della vita del NARDUCCI. Io non ho fatto altro che riferire quello che mi è stato detto e ripetuto da tutte le persone con cui ho avuto contatti. Non ho riferito voci, ma affermazioni precise che mi sono state fatte da persone ben determinate, molte delle quali appartenenti ad organi istituzionali. Aggiungo anche che in più occasioni il mio Dirigente mi ha chiamato per invitarmi a mantenere una condotta più riservata.”

Si dà atto che viene allegata al presente fascicolo: la foto sopra indicata.

12 Gennaio 2006 Testimonianza di Emilia Cataluffi

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