Il 22 febbraio 2005 rilascia testimonianza Paola Tomassini, nata a Perugia il 18.03.1962 ed all’epoca residente Via Annibale Vecchi nr. 53. Si tratta di una collega di lavoro di Angiola Caligiani presso la ditta “Skipper”.

Contrariamente alle altre sue ex colleghe, le Sig.re Francesca ANDREOLI e Manuela MATTIOLI, che negavano la presenza di mute da sub presso la ditta, vedi confronto del 18 febbraio 2005, dichiarerà, con fermezza e con precisione che presso il magazzino della “Skipper” esistevano due mute da sub complete di pinne e maschera.

Questo uno stralcio della testimonianza:

Domanda: “Lei ha lavorato presso la “Skipper’s” e, se sì, in che periodo?

Risposta: “Sì, ho lavorato presso la “Skipper’s” dalla primavera 1984 alla primavera dell’anno 1989, quando sono stata l’ultima dipendente a lasciare la ditta che era fallita ed era stato nominato curatore un certo dr. CAVICCHI di Città di Castello. Io sono stata addetta agli uffici della “Skipper’s” con le mansioni di centralinista fino al 1987, dopodiché sono passata allo spaccio aziendale. Agli uffici lavorava la sig.ra Nadia SPORTOLETTI, che era ragionare capo, insieme a Silvia BULLETTA e un’altra di nome Nadia di cui non ricordo il cognome, oltre ad altre persone.

Domanda: “Conosce la sig.ra Angiola CALIGIANI?”

Risposta: “Si, me la ricordo perché stava nello spaccio aziendale insieme a Francesca ANDREOLI e a Giuliana SORCI. Io la chiamavo e la chiamo Angela. Io e la sig.ra CALIGIANI siamo arrivati pressappoco insieme alla “Skipper’s” e lei era il punto di riferimento dello spaccio, per la sua maggiore esperienza. L’ANDREOLI e la SORCI sono arrivate dopo di me. Ricordo che Angiola era stata dipendente della vecchia gestione”.

Domanda: “Conosce Manuela MATTIOLI?”

Risposta: “Sì, veniva ogni tanto alla “Skipper’s” in quanto segretaria di Alfredo Brizioli“.

Domanda “Ha mai visto a negozio mute da sub e pinne?”

Risposta: “La “Skipper’s” produceva e vendeva abbigliamento da mare tipo golf idrorepellenti, scarpe, giacconi ecc. Le scarpe non le produceva ma le commercializzava. Io ho visto, però, nel punto vendita, dove lavoravano la CALIGIANI, l’ANDREOLI e la SORCI, una o due mute da sub, complete di pinne e maschera della marca Tecnosub, di colore nero con disegno chiaro. Ricordo che il marchio era una specie di V al contrario, tipo compasso. Una di queste mute una volta l’ho anche provata, ma non riuscivo ad indossarla. Era di gomma nera. Non ricordo con precisione se le mute fossero di due pezzi o intere, ricordo, però, che avevano la chiusura lampo. Mi sembra che queste mute provenissero dal club “Orsa Minore” il cui titolare era amico dell’avvocato Alfredo BRIZIOLI. Il club aveva la sua sede, se ben ricordo, nei pressi della scuola “Ugo Foscolo”, nel parcheggio che si trova al di là delle mura di Corso Bersaglieri, lungo la strada che, da P.zza Grimana, conduce in via S. Giuseppe e alla cui destra si trova C.so Bersaglieri. La muta o le mute le ho viste a negozio, non ricordo esattamente in che periodo. Posso dire, però, che, quando me ne sono andata, ne era rimasta una, a quanto ricordo. Quando venne il liquidatore e fu fatto l’inventario della merce, mi pare che, tra gli oggetti elencati, vi fosse anche la muta. Di pinne ricordo di averne viste tre o quattro paia e altrettante maschere da sub che furono vendute a negozio.“

Domanda: “Si ricorda il prezzo delle mute?”

Risposta: “Mi pare che il prezzo si aggirasse attorno a lire 100.000/150.000, che, per l’epoca, era un prezzo abbastanza elevato”.

Domanda: “Ricorda la taglia della muta e il numero di grandezza delle pinne?”

Risposta: “La taglia della muta non la ricordo, mentre le pinne dovrebbero essere state dal 40/44

Domanda: “Dell’esistenza delle mute, delle pinne e delle maschere erano a conoscenza oltre alla Caligiani, anche le altre addette allo spaccio?”

Risposta: “Credo proprio di si. Faccio presente che il capannone della “Skipper’s” si trovava dove oggi si trova la “Tecnotermica”, in via Morettini. Lo spaccio si trovava nel seminterrato del fabbricato. Vi erano due porte, una era quella principale d’ingresso, l’altra conduceva al negozio e la sera veniva chiusa a chiave. Fra le due porte c’era la scala a chiocciola che conduceva al piano superiore dove c’erano gli uffici e la fabbrica. Entrando, si vedeva il bancone e, in un angolo, vi erano delle scaffalature metalliche dove, su un ripiano, c’erano queste mute insieme a pinne e maschere che si trovavano all’interno di sacchetti chiusi con un manico di plastica. Questo aveva, nel bordo interno, da un lato dei punzoni e dall’altro dei fori dove i punzoni venivano introdotti, stringendo il manico. Credo, quindi, che non solo la CALIGIANI, ma anche l’ANDREOLI e la SORCI abbiano visto tali oggetti. All’inizio ricordo che erano presenti a negozio, prima la CALIGIANI, poi la SORCI e successivamente la sig.ra ANDREOLI. In un primo periodo hanno lavorato insieme la CALIGIANI e la SORCI, successivamente hanno lavorato unitamente alla ANDREOLI e infine, dopo la partenza della CALIGIANI, sono rimaste la SORCI e l’ANDREOLI. Successivamente, dopo la partenza della SORCI, io sono stata mandata a negozio insieme all’ANDREOLI e ho lavorato con lei sino a che lei se ne è andata, mentre io sono rimasta fino alla fine.“

Domanda: ” Quando ha visto le mute, chi lavorava allo spaccio?”

Risposta: “Era il periodo in cui allo spaccio si trovavano la CALIGIANI, l’ANDREOLI e la SORCI. Aggiungo che ci conoscevamo talmente bene che, quando l’ANDREOLI si sposò verso il 1990, fummo invitate al suo matrimonio io, la CALIGIANI e la SORCI, queste ultime senza mariti. Stessa cosa è accaduta per il matrimonio della MATTIOLI a cui fummo invitate sicuramente io e la CALIGIANI e, quasi sicuramente, anche la sig.ra ANDREOLI. ”

Domanda: “Vi era un rapporto di conoscenza e frequentazione tra la ANDREOLI e Alfredo BRIZIOLI ?”

Risposta: “Si, penso che vi fosse stato del tenero tra i due, almeno così si diceva nell’ambiente di lavoro.”

Domanda: “Vi sono stati ulteriori rapporti di lavoro tra i due?”

Risposta: “Successivamente alla chiusura della “Skipper’s”, so che l’ANDREOLI andò a lavorare presso il negozio “Marinerie” dell’avvocato Alfredo Brizioli, nei pressi di Ponte San Giovanni.”

Domanda del M.llo Laurizi: “Chi erano i clienti della “Skipper’s””

Risposta: ” Erano persone mature e con buona disponibilità economica e qualcuno anche proprietario di case e barche al lago. Ricordo anche che si vendevano costumi da bagno.“

Domanda: “Ha mai visto Francesco Narducci alla “Skipper’s”’

Risposta: “Vidi la foto del Narducci, all’epoca della sua scomparsa sui giornali e ricordo solo che il BRIZIOLI nel suo ufficio, tra le varie foto di familiari e conoscenti, aveva anche quella del Narducci. Di persona, non l’ho mai visto

Domanda: “Si ricorda come si chiamava il magazziniere di nome “Massimo”?”

Risposta: “Io ricordo un “Massimo” che oggi avrà 50 anni o poco più, che era addetto al controllo dei tempi della produzione.

Domanda: “Ricorda un certo Fabrizio MARIOTTI?”

Risposta: “Sì, era un bel ragazzo tanto che mi pare facesse l’indossatore per la “Skipper’s” insieme a due belle ragazze di Foligno. Ricordo anche che c’era il figlio della vecchia proprietaria sig.ra TASSI che faceva il rappresentante per le regioni Abruzzo e Marche.

Domanda: “Per la Toscana chi era il rappresentante?”

Risposta: “Mi sembra fosse un certo BRINI di Capannoni (LU).”

Domanda: “In che rapporti erano la CALIGIANI e il BRIZIOLI?”

Risposta: “L’avvocato BRIZIOLI era ed è un tipo particolare e non è facile andarci d’accordo. Io mi limitavo a svolgere il mio lavoro e a un atteggiamento puramente formale nei suoi confronti. A quanto sapevo, non vi era un buon rapporto tra la CALIGIANI e il BRIZIOLI. Sembrava quasi che lui la ignorasse e la trattasse con fastidio per l’età non giovanile.”

Domanda: “L’assetto dei locali ove si trovava la “Skipper’s”, è rimasto lo stesso? “

Risposta: “Gli uffici sono stati modificati ma credo che il magazzino e il negozio siano rimasti com’erano all’epoca….”.

Vedi: Nota Carabinieri 27 giugno 2007 pag. 84/85/86

22 Febbraio 2005 Testimonianza di Paola Tomassini

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