Il 14 gennaio 2005 rilascia testimonianza Angiola Caligiani dipendente dell’esercizio “Skipper”, in cui, all’epoca dei fatti, Alfredo Brizioli svolgeva funzioni di amministratore. Riporta dichiarazioni sull’attività di Brizioli nei giorni della scomparsa dell’amico Francesco Narducci.

Questo uno stralcio della testimonianza:

“…Ricordo che un pomeriggio di ottobre 1985, poco dopo l’apertura dello spaccio interno della fabbrica “Skipper’s”, mentre mi trovavo a negozio, intenta a servire alcuni clienti, sentii Alfredo Brizioli che parlava con una persona con la quale sicuramente aveva confidenza.
L’ho sentito dire che andava ad aiutare i pompieri a cercare Francesco Narducci, in quanto era stata ritrovata vuota la sua barca. Ricordo che, a negozio, erano presenti altre persone, ma non saprei identificare con chi Brizioli parlasse perché ero intenta a servire alcuni clienti. Come ho già detto, non ero in buoni rapporti con Brizioli, il quale non mi voleva nell’azienda, perché diceva che ero brutta e vecchia e dovevo stare a casa a cucinare. Aveva sempre toni offensivi nei miei confronti. Dopo aver rivolto quella frase a qualcuno dei presenti, il Brizioli mi chiese di procurargli un completo impermeabile con pinne, senza darmi ulteriori spiegazioni in merito.
Ricordo che questo capo d’abbigliamento aveva il nome di un uccello o di un pesce, ma ora non ricordo quale fosse il suo nome esatto. Faccio presente che, nello spaccio dove lavoravo, vi erano tre porte, una era quella d’ingresso allo spaccio, un’altra era quella che portava al magazzino dello stesso e un’altra, laterale, che immetteva in un magazzino molto grande dove veniva riposto materiale per i negozi sparsi in tutta Italia, tra cui ombrelli, scarpe da vela, cerate, in particolare di colore giallo del tipo di quelle che usano i velisti, ecc.. Mi ricordo che, quando quel giorno mi recai in magazzino, vidi anche quei pesi di colore rosso che si portavano al polso e alle caviglie, che però non ho mai avuto a negozio. Io presi una busta il cui contenuto era sotto vuoto, tanto che, quando l’ho aperta, è uscita aria. La misura era una XL e si trattava di due pezzi, un giubbotto elasticizzato e idrorepellente che non ricordo se si infilasse o avesse la zip completo, di pantaloni dello stesso tipo e fattura. Il colore era nero con qualche parte bianca. Le pinne erano di misura 42-43. Non avevo mai visto a negozio oggetti simili. Preciso che il materiale, che si trovava nel magazzino grande dove mi ero recata a prendere quella che io chiamo muta e che non era a mia disposizione, conteneva anche la merce non prodotta dalla “Skipper’s” che questa rivendeva in tutta Italia. La merce prodotta dalla “Skipper’s” era composta da giacconi uomo – donna, di panno, idrorepellenti, maglieria idrorepellente ecc. Nello spaccio io vendevo la merce prodotta dalla “Skipper’s” e anche materiale usato dai vari rappresentati e comunque di non recente produzione. Ricordo che allora vi era anche la Ditta “Ouragan”, che produceva le stesse cose.
Subito dopo aver preso la “muta” e le pinne, il Brizioli, che appariva preoccupatissimo e addolorato, si è allontanato rapidamente con quanto aveva preso. Rividi il Brizioli il lunedì mattina successivo quando io mi ero recata a negozio per sistemare e prezzare alcuni capi, cosa che potevo fare solo a negozio chiuso. A negozio c’era con me il magazziniere più anziano, di cui non ricordo il nome. Era un uomo basso e abbastanza robusto, di origine perugina, di circa 55/60 anni.
Il Brizioli è arrivato a metà mattinata, ha poggiato sul banco la busta contenete la “muta”, senza pinne, dicendomi di riporla nel cesto delle occasioni e di venderla sotto costo. Fu il Brizioli a indicarmi il prezzo da scrivere sul cartellino. Mentre io ripresi il mio lavoro, il magazziniere, incuriosito dalla vicenda Narducci, chiedeva informazioni in merito al Brizioli, in particolare come e di che fosse morto. Il Brizioli non diede, però, risposte precise, assumendo quel suo tipico atteggiamento di minimizzare tutto e lasciando credere che si fosse trattato di una disgrazia. Il magazziniere, invece, che era di carattere piuttosto curioso, insisteva con le sue domande e ad un certo punto commentò che sicuramente gli avrebbero fatto l’autopsia. Il Brizioli però, anche in questo caso minimizzò, la cosa e, tenendosi le mani in tasca, disse che non c’era bisogno dell’esame autoptico, perché era stato ritrovato uno scritto che spiegava tutto. Ricordando questo particolare, sono rimasta sbalordita quando, in televisione, nel programma “Chi l’ha visto ?”, ha negato categoricamente che esistesse lasciata dal Narducci. ….”

Vedi: Nota Carabinieri 27 giugno 2007 pag. 81/82/83

18 Febbraio 2005 Testimonianza di Angiola Caligiani

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