Il 22 Novembre 2003 viene pubblicato sulla rivista scientifica www.elsevier.com uno studio dal titolo:  “Stabilità dell’amilasi salivare umana in campioni forensi invecchiati”.

L’articolo è a firma di Ilaria Carboni, Stefano RapiUgo Ricci. dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Careggi”, Unità di Genetica Diagnostica, Largo Brambilla, 3, I-50134 Firenze, Italia.

La ricerca, scritta in inglese, è riferita ad uno studio condotto sulla saliva presente sulle tre lettere inviate ai magistrati fiorentini. Vedi le lettere del le due lettere del 01 Ottobre 1985 per Paolo Canessa e per Francesco Fleury e la lettera del 5 ottobre 1985 inviata a Pier Luigi Vigna.

L’articolo è stato inviato il 22 Novembre 2013, posto in revisione l’11 Marzo 2014, accettato per la pubblicazione il 17 March 2014 e pubblicato on line il 26 marzo 2004.

Dato che l’articolo è coperto da copyright ne pubblichiamo solo l’abstract:

L’identificazione inequivocabile del tessuto nei campioni di casework forense è un passo fondamentale per la ricostruzione della scena del crimine. Solo conoscere l’origine di un fluido a volte può essere sufficiente per provare o confutare un fatto in tribunale. Nonostante l’importanza di questo test, in letteratura sono disponibili pochissimi dati riguardanti l’uomo identificazione della saliva nei vecchi casi giudiziari. In questo lavoro la stabilità dell’attività dell’a-amilasi umana in i campioni invecchiati sono descritti utilizzando tre diversi metodi integrati con tecniche di profilazione del DNA. Questo protocollo analitico è stato applicato con successo su campioni di 26 anni provenienti da minacce anonime lettere inviate ai pm che stavano lavorando su ”il mostro di Firenze”, un caso di omicidi seriali accadde intorno a Firenze (Italia) tra il 1968 e il 1985.

22 Novembre 2003 Stabilità dell’amilasi salivare umana in campioni forensi invecchiati
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