In una dichiarazione di del Marco Reinecke 16 ottobre 2003 disse che il padre Rolf Reinecke era tornato in segreto in Germania nel 1983/1984. Nell’occasione dichiarò: “…in merito al duplice omicidio dei tedeschi avvenuto a Giogoli nel 1983, ricordo che mio padre la domenica del duplice omicidio o i giorni immediatamente successivi, poteva essere la domenica successiva, si giustificò di un ritardo o di un mancato appuntamento, in quanto trattenuto dalle autorità competenti a seguito del ritrovamento dei due ragazzi tedeschi uccisi a Giogoli. Mio padre mi disse che la sera prima del ritrovamento dei due corpi, sul tardi, aveva visto un furgone Volkswagen appartato in un boschetto. L’aveva rivisto la mattina successiva nello stesso punto con un vetro rotto. Si avvicinò e vide due ragazzi morti, notò i capelli lunghi e per questo non capì se si trattava di due uomini o un uomo e una donna. Disse che aveva spontaneamente consegnato una pistola calibro 22, che lui deteneva da tempo con regolare licenza alle autorità presenti, che lui stesso aveva provveduto a chiamare. Mio padre si dimostrò allarmato in quanto era venuto a conoscenza che i delitti commessi dal cosiddetto mostro di Firenze erano stati eseguiti proprio con una pistola calibro 22. Preciso meglio, mio padre, nel dirmi che era allarmato, mi fece capire di esserlo proprio per eventuali problemi con la giustizia derivanti dal fatto di aver consegnato una pistola calibro 22 che era dello stesso tipo di quella usata nei delitti del cosiddetto mostro di Firenze. Era anche rammaricato dal fatto di non detenerla più. Questa è stata la prima ed unica volta che mio padre mi ha parlato del duplice omicidio di Giogoli”.

16 Ottobre 2003 Testimonianza di Marco Reinecke

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