Il 5 Maggio 2002 rilascia testimonianza Paolo Coletti.

Questa la testimonianza: Coletti Paolo 07.05.2002

Questa la trascrizione: 

PROCURA della REPUBBLICA
Presso IL TRIBUNALE DI PERUGIA
p.p. nr.17869/01 R.G. Mod. 44

OGGETTO: Verbale di sommarie informazioni rese dalla persona Informata sui fatti ex art. 362 c:p.p.

Il 07.05.2002 alle ore 17,00, in Perugia presso gli Uffici dell’Aliquota della Polizia Municipale presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia, sita in Via Mario Angeloni.
Innanzi al Pubblico Ministero Dr. Giuliano Mignini Sost., Assistito dal Maresciallo Aiutante s. UPS De Pascalis Angelo, appartenente al Nucleo operativo del Comando Provinciale CC di Perugia, alla presenza del Tenente Antonio Morra, comandante del Nucleo Operativo del Comando Provinciale CC Perugia, e dall’Assistente Capo Emili Salvatore, della Questura di Perugia – Squadra Mobile è comparso il signor COLETTI Paolo, al quale richiestogli le generalità, risponde: ” sono COLETTI Paolo, nato a Perugia il 24/07/1948, residente a Roma in Via Casale Santarelli nr.96. Il P.M. Visti gli artt. 197, 197 bis , 198, 199, 200, 201, 202,203 c.p.p., richiamati dell’art. 362 c.p.p. e ritenuto che non sussiste l’ipotesi di cui agli artt. 197, 197 bis 198, 199, 200, 201, 202,203 c.p.p., ricorda alla persona informata sui fatti che ha l’obbligo di rispondere secondo verità alle domande che le saranno rivolte e la informa che le false informazioni al P.M. sono penalmente sanzionate a norma dell’art. 371 bis c.p..

Domanda: ” Cosa può riferire circa la persona di Francesco Narducci e degli eventi inerenti la sua scomparsa, il suo ritrovamento e la sua morte?.”

Risposta: ” Ero amico di Francesco sin dall’infanzia e nell’ultimo periodo ci vedevamo quasi tutti giorni.
Eravamo amici nel suo tempo libero. Sono rimasto molto colpito della sua morte e non riesco a capire come abbia fatto a sparire nel lago visto che per noi il lago era amico.
Ricordo che il giorno della sua scomparsa, mi telefonò prima di pranzo verso le dodici per darmi notizie di mio padre che erra gravemente malato per una forma di tumore alle ossa. Era molto premuroso verso mio padre e ricordo di averlo visto piangere quando morì mia madre. Mi aggiornò sulle condizioni di salute di mio padre, non mi disse che sarebbe andato al lago, mi sembrò tranquillo e mi salutò come al solito. Ci vedevamo allo Junior e in pizzeria da Cesarino. Mi posso definire come il suo amico del cuore. La telefonata delle dodici dell’otto ottobre mi sembrò un po’ insolita perché di solito chiamava la sera. Quando venni a sapere la sera tardi che era andato al lago non mi sono preoccupato più di tanto perché era solito andare al lago per preparare degli appunti per dei convegni. Ricordo che quando andava all’ospedale portava sempre l’orologio Rolex che gli ho visto in dosso gli ultimi giorni, quando praticava lo sport in genere portava il Seiko al quarzo.”

A D.R. ” Aveva di frequente gli occhi arrossati.”

A D.R. ” Gli piacevano molto le donne e quando stava con loro aveva un cambio di marcia e diventava più esuberante. A questo proposito posso dire che il viaggio negli Stati uniti che fece nell’autunno dell’81 se ben ricordo, lo trasformò visibilmente perché divenne molto più riservato e quando gli chiedevo come aveva trascorso le giornate negli Stati Uniti lui non mi rispondeva se non vagamente. Ricordo che era in disaccordo con il Prof. Morelli. La sua morte mi ha stupito anche perché nell’ultimo periodo mi è apparso molto in forma. Si alzava alle sei e faceva per una ora e mezza sempre il footing. Posso dire che teneva molto al suo fisico ed era un po’ narcisista.”

Si interrompe il verbale alle ore 17,55 e viene ripreso alle ore 18,15.

A D.R. ” Andò in Tailandia ma non so con chi.”

A D.R. ” Ricordò di essere andato qualche volta con Francesco a Firenze a trovare dei nostri amici di Perugia che studiavano architettura, quale Claudio Giovagnoni, Massimo Siepi e i due defunti Míngazzini e Moriconí. Questi nostri amici avevano una piccola casa vicino piazza della Signoria di Firenze.”

A D.R. ” Ricordo di aver sentito dire che la famiglia Narducci ricevette nei giorni compresi fra la scomparsa di Francesco e il ritrovamento del cadavere un mazzo di fiori che non si addiceva alla circostanza. Dal 1990 mi sono trasferito a Roma e non ho più avuto contatti con loro.”

A D.R. ” Ricordo che la MECATTI di cui non ricordo il nome è stata una sua fidanzata, ma posso dire che ha una ditta in Bastia Umbra. Ha avuto una relazione anche con Spagnoli Carla e con una attrice che girò il film “Il Prefetto di Ferro'”, conosciuta a Porto Ercole e che ci stupì per la sua avvenenza, la portò anche a Perugia con se.”–

A D.R. ” Nei giorni successivi al rinvenimento del cadavere io e gli altri amici di Francesco, tra cui Rossetti, Balsotti, Filistrucchi, avendo saputo di una voce che diceva che Francesco avesse lasciato uno scritto per giustificare la sua scomparsa abbiamo chiesto al fratello Pier Luca Narducci spiegazioni: lo stesso ha dato sempre l’impressione di voler chiudere il discorso troncandolo di netto e aggiungendo che non vi era niente. Da quel momento decisi di non occuparmi più d’altro in quanto ero enormemente arrabbiato della chiusura di tutta la famiglia di appartenenza di Francesco.”

Si dà atto che il verbale viene chiuso alle ore 18,30 ed é stato redatto in forma riassuntiva, secondo l’art. 140 c.p.p ——— //
Il Pubblico Ministero rilevata l’esigenza che quanto riferito dalla persona informata non trapeli all’esterno, stante la delicatezza dell’indagine e la necessità di evitare che là divulgazione delle circostanze riferite dalla persona informata sui fatti pregiudichi le indagini,——————-//
P.Q.M.
Visto l’art. 391 quinquies c.p.p. e 329, 3° comma lettera a) c.p.p.
VIETA
alla persona esaminata di comunicare i fatti e le circostanze oggetto dell’indagine di cui hanno conoscenza, perla durata di legge.
AVVERTE
conseguentemente la persona stessa che la divulgazione delle notizie riferite é penalmente sanzionata dall’art. 379 bis c.p., inserito dall’art. 21 della L. 7 dicembre 2000 nr. 397.
F.L.C.S.

5 Maggio 2002 Testimonianza di Paolo Coletti

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