Vincenzo Tricomi vergò di suo pugno questo scritto consegnato a Mario Spezi il 15 gennaio 2002 in cui testimoniava l’esistenza del Cittadino Amico:
Cosi Mario Spezi descrive nel suo libro “Dolci colline di sangue” come lo ha avuto:

Me lo raccontò lo stesso giudice Vincenzo Tricomi, il magistrato che aveva visto quel ritaglio. Era il giorno di una solenne cerimonia, l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Nell’aula più grande di cui la magistratura fiorentina dispone erano riuniti, avvolti nelle loro severe toghe nere e scarlatte bordate di ermellino, quasi tutti i magistrati della zona. Durante una pausa, il giudice istruttore Vincenzo Tricomi uscì in un corridoio per fumare una sigaretta e lì incontrò un altro incallito fumatore come me. Chiacchierammo per un po’ del più e del meno, e poi io, credendo di poter approfittare della circostanza che il magistrato fino a pochi mesi prima si era occupato del Mostro, portai lentamente il discorso sul caso. Parlammo del delitto di Montespertoli, l’ultimo, e a un tratto chiesi al giudice, senza una vera ragione: “Ma davvero fu solo per la memoria del maresciallo Fiori che vi accorgeste che le pallottole del 1968 erano le stesse degli altri delitti?” […]

“Macché! Può anche essere che quel maresciallo si sia ricordato del delitto del ’68, ma la verità è che ricevemmo un’informazione precisa”.

“Un’informazione? E da chi? Che tipo d’informazione?” lo incalzai, annusando una notizia clamorosa.

“Arrivò un biglietto”, riprese Tricomi per nulla agitato “un biglietto anonimo, scritto in stampatello. Anzi, la scritta era su un vecchio ritaglio di giornale che parlava dell’omicidio del ’68. Si leggeva: Perché non andate a rivedere il processo di Perugia contro Stefano Mele?” […]

“E dov’è ora quel biglietto?” balbettai, troppo eccitato per la notizia appena ricevuta.

“Non c’è. Non c’è più. Scomparso.[…] Lo richiesi tempo fa ai carabinieri che lo avevano ricevuto, ma dopo un po’ mi risposero che, nonostante le ricerche fatte, il biglietto non si trovava più.”[…]

Di quel messaggio, nessuno tra gli inquirenti aveva fatto cenno. Come se non ci fosse mai stato. La notizia che pubblicai su La Nazione a qualcuno sembrò inventata. Tanto che ai giornalisti che domandarono al giudice Piero Luigi Vigna se fosse davvero esistito, la risposta parve una smentita.

“Agli atti”, replicò il procuratore, “non esiste alcun biglietto del genere.”

“Io, invece, mi ero fatto rilasciare una dichiarazione scritta da Tricomi, che ho sempre, con la quale mi confermava la storia.”

Il testo riporta: “In ordine all’episodio di cui mi si chiede, premesso il notevole lasso di tempo sbiadito e incerto ogni ricordo, posso dire di ricordare che presumibilmente nell’inverno 1982 venne il maresciallo Fiore (Forse nasce da qui l’abitudine di tanti di chiamarlo Fiore?) con un ritaglio di giornale di cui ignoro come e con quale modalità erano venuti in possesso i carabinieri che riferiva della conferma della condanna in sede definitiva a Perugia. Mi chiese se era possibile acquisire il processo e io lo ritenni del tutto possibile“.

Probabilmente la testimonianza scritta è stata rinvenuta nel corso della perquisizione domiciliare all’imputato MARIO SPEZI. Vedi: Sentenza Micheli Pag. 21

15 Gennaio 2002 Testimonianza di Vincenzo Tricomi sul Cittadino Amico

27 pensieri su “15 Gennaio 2002 Testimonianza di Vincenzo Tricomi sul Cittadino Amico

  • 1 Dicembre 2020 alle 20:23
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    Il contenuto della lettera autografa NON parla affatto di “Cittadino Amico” (nemmeno lo cita proprio manco di sfuggita), bensì del “maresciallo Fiore”[cit. -sic!]

    …posso dire di ricordare che presumibilmente nell’inverno 1982 venne il maresciallo Fiore con un ritaglio di giornale di cui ignoro come e con quale modalità erano venuti in possesso i Carabinieri…
    * In cosa e come e dove il Tricomi in quel suo scritto autografo abbia “testimoniato l’esistenza del Cittadino Amico”:
    – è assoluto mistero.

    hazet

    Rispondi
    • 6 Dicembre 2020 alle 15:45
      Permalink

      Dobbiamo completare l’articolo in merito, è uscito solo come anticipazione. Dobbiamo però dire che un conto è la memoria, altro è aver conservato un pezzo di giornale, soprattutto se sullo stesso è vergato un messaggio. Su questo stiamo lavorando.

      Rispondi
      • 29 Gennaio 2021 alle 00:40
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        Il vero mostro sarà morto di vecchiaia grazie a questi pseudo investigatori da quattro soldi che invece di trovare il colpevole hanno scritto libri per lucrare

        Rispondi
        • 4 Febbraio 2021 alle 14:20
          Permalink

          Caro “Cittadino Amico”, vuol essere più esplicito a chi si riferisce? Di libri ne hanno scritti in parecchi, da Tricomi a Mignini.

          Rispondi
          • 28 Luglio 2021 alle 18:07
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            Giuntoli, canessa lo stesso peruggini.
            Tutti investigatori e pm che nn hanno fatto un buon lavoro. Questo e un mio pensiero

  • 3 Dicembre 2020 alle 17:54
    Permalink

    Ma è un omonimo o… o è lo stesso Tricomi che il 20 agosto 1982, ufficialmente inviava ai Carabinieri una richiesta, ufficiale e protocollata [5352/82 R.G.], di approfondimento investigativo circa “una lettera anonima” che in nessun punto del 5352/82, attribuisce anche solo vagamente ad un ignoto firmantesi ‘Cittadino Amico’?

    Chiedo per un amico che adora il click-baiting, il De Gothia e i visori notturni, eh

    Rispondi
    • 6 Dicembre 2020 alle 15:08
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      Nessuna omonimia.

      Rispondi
  • 8 Dicembre 2020 alle 20:58
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    “Dobbiamo però dire che un conto è la memoria, altro è aver conservato un pezzo di giornale, soprattutto se sullo stesso è vergato un messaggio.” [cit]

    Sinceramente, mi viene difficilissimo comprendere come:
    1- una lettera autografa del Tricomi [Pubblico Ufficiale] rilasciata a Spezi [giornalista, per nulla Pubblico Ufficiale] in cui il Tricomi NON scrive assolutamente che su quel foglio di giornate portato dal Fiori [Pubblico Ufficiale] ci fosse “vergato su un messaggio” possa diventare il suo opposto.

    2- Che sia esistita una informazione anonima [lettera anonima di certo non del Cittadino Amico, che scriveva alla Compagnia dei CC di Borgo Ognissanti e non alla Della Monica, e visto che nessuna documentazione ufficiale lo cita proprio da nessuna parte in merito a quella lettera anonima]: è dato acclarato
    3- che altrettanto è esistita comunicazione (testimoniata e firmata ufficialmente dalle fonti dirette e da quelle di contorno) del ricordo del Fiori / Piattelli: è dato altrettanto acclarato
    4- che le due forme possano tranquillamente coesistere senza necessità alcuna di sotterfugi (privi di senso tra l’altro): è cosa che non desta alcun problema nè di coerenza nè di possibilità
    5- Desta invece incoerenza e dubbio il fatto che a fronte della testimonianza del Fiori [Pubblico Ufficiale] + quella del Piattelli [Pubblico Ufficiale] + quella del Tricomi [Pubblico Ufficiale] + quella del Rotella [Pubblico Ufficiale] + quella dell’ Izzo [Pubblico Ufficiale] + della comunicazione ufficiale della Della Monica [Pubblico Ufficiale] e di quella del Tricomi [pubblico Ufficiale]:
    si debba invece ipotizzare (sul nulla) che l’unico a dire invece la ‘verità'(sic) sia stato invece lo Spezi [Giornalista e per nulla Pubblico Ufficiale] e due Avvocati [PS: il De Gothia nemmeno lo considero vista la quantità insormontabile di errori che i suoi documenti, tutti, contengono su ogni campo].

    A) [SPEZI]
    “Le denunce, le segnalazioni, le telefonate, sempre anonime, non smettevano di essere fatte. Fra le tante, una che arrivò nella caserma di Borgo Ognissanti a Firenze colpì come un colpo di frusta la memoria di un carabiniere. Il maresciallo Francesco Fiori, che molti anni prima si era occupato anche del caso di un duplice omicidio – una coppia clandestina ammazzata in campagna mentre faceva l’amore in macchina – si sentì gelare il sangue nelle vene quando da una busta estrasse un vecchio pezzo di giornale ingiallito. La data: 23 agosto 1968 …SNIP… il mittente aveva scritto sul ritaglio di giornale mandato ai carabinieri: ‘Perché non andate a rivedere il processo d’appello a Perugia?’”
    [Versione Spezi – da “Dolci Colline di Sangue”]
    [NdA: negli anni le versioni dello Spezi in merito sono a volte un pò cambiate pur restando coerenti col filone “comunicazione anonima”. Ho preso a citazione quella presentata nel suo libro più famoso come quella principale di riferimento vista la notorietà del libro]

    [FILASTO’]:
    “Spezi, all’epoca giornalista de “La Nazione” incaricato di seguire le vicende del mostro, intervistò il giudice istruttore dottor Vincenzo Tricomi che seguiva le indagini su tutti i delitti più recenti. Il giudice gli disse di avere ricevuto una missiva anonima. Questa lettera conteneva un ritaglio di giornale in cui si parlava del delitto del ’68. Sullo stesso ritaglio un appunto manoscritto conteneva un singolare punto di domanda: “Perché non andate a rivedere il processo di Perugia?”
    [Versione Filastò – da Storia delle Merende Infami ]

    [LUCA SANTONI FRANCHETTI]:
    “Io mi ricordo, parlando col dottor Izzo che era allora Pubblico Ministero, di un famoso biglietto che riferiva dei fatti del 19… che diceva: “Andate a vedere” – nel 1982 – “il processo di Stefano Mele”, con delle connotazioni molto strane e precise. Questo biglietto, questa lettera anonima non è mai stata trovata.”
    [Versione Santoni Franchetti – da Udienza del 21 aprile 1994]

    Se si vuole perorare la causa dei molteplici Pubblici Ufficiali che dichiarano il falso (per non si sa quale inutile motivo), e dei Pubblici Ufficiali che a lor volta ne coprono le false dichiarazioni (per non si sa quale inutile motivo):
    * tocca inventarsi qualcosa di meglio

    hazet

    Rispondi
    • 8 Dicembre 2020 alle 22:56
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      Lei è libero di pensarla come crede. Di menzogne in questo caso ce ne sono a bizzeffe e non ci meraviglia affatto che qualcuno (pubblico ufficiale o meno) possa mentire. La ragione? Se conoscessimo la ragione non ci sarebbe il dubbio. Una a caso? La più Banale? Rispondere in giudizio di aver perso un elemento di prova. Una meno banale, che il testo riportato indirizzasse le indagini verso qualcuno che non doveva essere indagato. Se vogliamo dar forza alla fantasia ne possiamo trovare decine di ragioni e il fatto di essere un pubblico ufficiale non rende impossibile la menzogna e non solo quella.
      La vera domanda è perchè a parecchi disturba davvero tanto questo fatidico pezzo di giornale con appunto, sarà per caso che accettarne l’esistenza significa rischiare di accettare l’innesco di un depistaggio e veder implodere la pista sarda?
      Se vi spaventa questo figuriamoci il resto.
      P.S. Per la cronaca il Maresciallo Fiori non è mai comparso in nessun verbale riguardante l’omicidio di Signa del 1968, se qualcuno doveva ricordarselo era Olinto dell’Amico che invece era sul posto.

      Rispondi
  • 9 Dicembre 2020 alle 23:15
    Permalink

    La “vera domanda” pare essere altra:
    perchè ‘qualcuno’ tenta di spingere in maniera
    palese e NON corrispondente al documentato, per un ‘Cittadino
    Amico'(sic!) anzichè correttamente per una “lettera anonima”?

    Rispondi
      • 10 Dicembre 2020 alle 11:18
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        Grazie della celere risposta, che però mi ha creato più dubbi di quelli che già avevo.
        Mi spiego meglio: 1) dala Vostra rispota, parrebbe dedursi che solo quelle tre lettere anonime firmate ‘cittadino amico’, solo nell’ultima delle tre, sarebbero giunte al Comando di via Borgo Ognissanti in quel periodo. E’ così? o di lettere anonime ne sarebbero giunte anche altre?
        2) In che punto e frase del biglietto scritto da Tricomi nel 2002 per lo Spezi si fa menzione che proprio a quelle lettere, o meglio all’ultima siglata Cittadino Amico, si riferisse? Io non riesco a trovarlo. 3) E questo forse è il mio dubbio più importante: Il contenuto di quelle missive, di cui l’ultima firmata Cittadino Amico, è noto oppure no? Nel caso non fosse noto, come si fa a sostenere cosa avesse scritto in quelle missive? E cosa autorizza a dire che in quelle il Cittadino Amico avesse allegato il ritaglio di giornale citato dal Tricomi come mostratogli dal Fiori?
        grazie per le risposte ed i relativi riferimenti.

        Rispondi
        • 10 Dicembre 2020 alle 16:55
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          Non esiste prove che siano più di tre, il trafiletto dei CC riporta “…che ha dato più volte il suo contributo anonimo all’indagine…” Più volte significa almeno più di una. La certezza di dove è arrivata non c’è, ma le lettere anonime evidentemente venivano vagliate in Borgo Ognissani. L’appunto di Tricomi non ne fa accenno, parla solo di anonimo, per questo non lo trova. Il riferimento è alla lettera anonima che conteneva il pezzo di giornale e che ha determinato la pubblicazione del trafiletto sul giornale dove invece è scritto “Cittadino Amico”. E’ noto nei termini della testimonianza di Tricomi che dice che si trattava di un pezzo di giornale. E’ autorizzato dal fatto che lo testimonia Tricomi a Spezzi e Spezi lo scrive sul suo libro.
          vedi:
          https://www.mostrodifirenze.com/2002/01/15/15-gennaio-2002-testimonianza-di-vincenzo-tricomi-sul-cittadino-amico/

          Rispondi
  • 10 Dicembre 2020 alle 11:26
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    Scusate se ne approfitto ancora per un altro chiarimento, ma mi è venuto in mento solo dopo aver già premuto invio per il commento precedente. Esiste qualche riferimento che idichi che dopo quel trafiletto fatto pubblicare dai carabinieri, il Cittadino Amico lo abbia letto ed abbia risposto? In caso contrario, cosa dovrebbe portarci a pensare che così avvenne?

    Rispondi
    • 10 Dicembre 2020 alle 16:56
      Permalink

      Sembra che non abbia più mandato nulla, forse aveva raggiunto il suo scopo e non serviva altro.

      Rispondi
  • 10 Dicembre 2020 alle 11:55
    Permalink

    Non so se ci avete fatto caso, ma il testo scritto dallo Spezi nel suo libro, commerciale, “dolci colline di sangue” non è affatto confermato dalla parole scritte dal Tricomi riportate nella lettera che gli scrisse.

    (Libro – Spezi): “Ma davvero fu solo per la memoria del maresciallo Fiori che vi accorgeste che le pallottole del 1968 erano le stesse degli altri delitti?”

    (Libro – Spezi che attribuisce al Tricomi):
    “Macché! Può anche essere che quel maresciallo si sia ricordato del delitto del ’68, ma la verità è che ricevemmo un’informazione precisa …/… Arrivò un biglietto, un biglietto anonimo, scritto in stampatello. Anzi, la scritta era su un vecchio ritaglio di giornale che parlava dell’omicidio del ’68. Si leggeva: Perché non andate a rivedere il processo di Perugia contro Stefano Mele?”.

    (Libro – Spezi che attribuisce al Vigna):
    “Agli atti”, replicò il procuratore, “non esiste alcun biglietto
    del genere.”

    (Libro – Spezi):
    “Io, invece, mi ero fatto rilasciare una dichiarazione scritta da Tricomi, che ho sempre, con la quale mi confermava la storia.”

    Ma se andiamo a leggere la lettera del tricomi a spezi che avete pubblicato, lì non si legge alcuna conferma alla “conferma del tricomi”.

    (Lettera – Tricomi):
    “Venne il maresciallo Fiore con un ritaglio di giornale di cui ignoro come e con quale modalità erano venuti in possesso i carabinieri che riferiva della conferma della condanna in sede definitiva a Perugia. Mi chiese se era possibile acquisire il processo e io lo ritenni del tutto possibile”

    Quindi come si legge: nessuna conferma ad un testo scritto in stampatello sul ritaglio di giornale; nessuna conferma di biglietto anonimo. E per l’esattezza nemmeno lo Spezi nel suo romanzo commerciale attribuisce l’ipotetica e non documentata scritta in stampatello sul ritaglio di giornale ad un ipotetico Cittadino Amico; nè nel suo romanzo attribuisce al Tricomi una simile citazione.

    Il valore del contenuto dei documenti ufficiali è di gran lunga superiore a quella di un testo presente in una romanzata operazione letteraria commerciale, non c’è proprio niente da fare.

    Rispondi
    • 10 Dicembre 2020 alle 17:13
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      Una è una testimonianza scritta, l’altra è una testimonianza verbale. Fine qua. Una deriva dall’altra, ma non è scritto da nessuna parte che una deve avvalorare l’altra, si riporta ciò che è successo. Se uno mette insieme i pezzi ne appare una vicenda possibile, se uno non vuol crederci la interpreta come gli pare. Finito. Se ci fossero certezze nel caso MdF non saremo qua a parlarne.

      Rispondi
      • 10 Dicembre 2020 alle 18:58
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        grazie per le tante risposte. In quest’ultima però devo obiettare che entrambe le testimonianze sono scritte: una in un libro e l’altra in un biglietto.
        In quella nel biglietto autografo, rilasciata da un (ex) Pubblico Ufficiale: non si legge nè di anonimo nè di cittadino amico ma bensì di un maresciallo dei carabinieri e di un ritaglio di giornale di cu i non si citano scritte su in stampatello.
        In quella proposta invece in un romanzo, scritto in coppia da Spezi e Preston, di certo non due Pubblici Ufficiali: non si legge di cittadino amico, non si legge di Fiori ma si legge di un ritaglio di giornale con addirittura su delle scritte in stampatello.
        Indubbiamente in un romanzo, dichiarato come romanzo e scritto a più mani con un altro romanziere: gli scrittori possono scrivere quello che preferiscono.
        Ciò non vuol dire che il testo di un romanzo faccia più fede di documenti autografi di ex pubblici ufficiali, comunicazioni ufficiali interne di servizio di GI e Procuratori o addirittura di documenti ufficiali come la Sentenza Rotella che ampiamente e debitamente tratta della vicenda e in cui si legge che detta lettera anonima venne trovata e nei fatti non attinente.
        il giorno che per farmi un’idea di un fatto specifico di una vicenda investigativa dovrò affidarmi al testo di un romanzo, saprò d aver lcuna intenzione di volermi fare una idea precisa di qualcosa.
        Nota bene: tra le altre cose quel romanzo contiene anche palesi errori, come ad esempio quando scrive della lettera anonima del “sono molto vicino a voi”, che colloca nel dopo Vicchio, dettagliando: “Il riferimento a sedici vittime, allora che con il delitto di Vicchio il computo era ancora a quattordici, farebbe pensare al mitomane, essendo impensabile un errore del genere da parte del vero Mostro. Ma qualcuno ricordò, ed è ancora convinto che sia la spiegazione, che l’anno precedente, a Lucca, un’altra coppia di fidanzati era stata uccisa in macchina. L’arma non era stata la Beretta calibro 22, non ci fu alcun episodio di violenza maniacale. Quel delitto non fu mai ufficialmente attribuito al Mostro di Firenze, anche se resta tuttora irrisolto.” Edizione 2006. non so se corretta in successive.
        Un romanzo è un romanzo.
        Una serie di documenti ufficiali, molteplici e convergenti, sono una serie di documenti ufficiali.
        Per me l’arcano è chiarito. Grazie del tempo che mi avete dedicato

        Rispondi
        • 10 Dicembre 2020 alle 22:00
          Permalink

          Ne sono felice, anche perchè stava diventano noioso, questo è un blog, non un forum. Ha mai sentito dire che certe verità è meglio scriverle nei romanzi… Si affidi a ciò che preferisce, basta che non lo imponga agli altri. Stop in time.

          Rispondi
  • 12 Dicembre 2020 alle 16:00
    Permalink

    Nel trafiletto, c’è scritto testuale:
    ,,,L’uomo, che nella sua ultima lettera si è firmato ‘Un cittadino amico’, e che ha scritto tre volte affermando di non rivelare la sua identità per non essere preso da mitomane…

    Quindi è documentato che il ‘cittadino amico’ scrisse non meno di 3 (tre) volte.
    E se poi, dopo l’uscita del trafiletto ha ripreso i contatti, a queste 3 lettere, si dovranno poi aggiungere le altre.

    Oppure: potrebbe essere che i Carabinieri abbiano sbagliato a scrivere quando parlano di “3 volte“; ma allora potrebbero anche aver sbagliato a scrivere di “cittadino amico” o di qualsiasi altra cosa.

    Rispondi
    • 12 Dicembre 2020 alle 17:00
      Permalink

      Io non la capisco, quali altre? Non esiste nessuna certezza che ha scritto altre lettere. Certo chiunque può sbagliare, soprattutto in quelle cose in cui si desidera ci siano errori. Vogliamo smetterla? Valuti la cosa come ritiene giusto, noi riportiamo ciò che leggiamo e le nostre idee in merito.

      Rispondi
  • 23 Gennaio 2021 alle 22:30
    Permalink

    @Redazione
    segnalo un errore di trascrizione:
    ‘Cittadino Amico’ non compare in alcuna parte della trascrizione in virgolettato del biglietto del Tricomi.

    Come dobbiamo comportarci?
    Supporre un intervento dei Servizi Segreti, della Massoneria e dei Poteri Forti o di qualche Culto Satanico ad alterare lo scritto del Tricomi, o piuttosto dobbiamo pensare ad un hackeraggio del sito con la conseguente fraudolenta aggiunta nel titolo dell’articolo)?

    Si gradiscono chiarimenti in merito.

    Rispondi
    • 24 Gennaio 2021 alle 11:36
      Permalink

      A parte il sarcasmo che presenta anche punte di acidità, evidenzio che nella trascrizione, in nessun punto di essa, è riportata la dicitura “cittadino amico”. Le trascrizioni sono riportate in virgolettato e la trascrizione che compare in fondo all’articolo non vi è traccia di “cittadino amico”. La chiaccherata fra Mario Spezi e Vincenzo Tricomi si riferisce però ad un ben determinato evento che la cronaca successiva identifica come “cittadino amico”. Sinceramente negare questo è negare l’evidenza di ciò che Spezi cercava di acquisire.
      Voi, evidentemente siete più di uno, comportatevi come meglio credete, noi, dato che siamo più di uno, faremo altrettanto.
      Se poi le “vostre” intenzioni sono di aiutare a migliorarci, forniteci materiale e non opinioni, e noi miglioreremo.
      La Redazione

      Rispondi
  • 5 Giugno 2021 alle 19:51
    Permalink

    Manca la parte in cui Tricomi parla del Cittadino Amico.
    E’ stata appositamente tagliata o è errato il titolo?

    Rispondi
    • 6 Giugno 2021 alle 07:19
      Permalink

      La testimonianza è raccolta da Spezi che la scrive nel suo libro, ne è riportato il testo, e la certifica con l’appunto visibile in foto infondo all’articolo. Non ho capito che manca?

      Rispondi
      • 6 Giugno 2021 alle 15:39
        Permalink

        Manca che nella lettera pubblicata, quella del Tricomi, non c’è alcun riferimento nè al Cittadino amico nè a quanto riportato da Spezi. Nella parte pubblicata, il Tricomi parla invece del CC Fiori.
        Mi chiedevo quindi, a ragion veduta, se ne fosse stata tagliata una parte, quella in cui parlava del cittadino amico e dello Spezi.

        Rispondi
        • 6 Giugno 2021 alle 20:42
          Permalink

          eheheheh, eeehhh bhe! Forse parlavano del film, del cittadino al disopra di ogni sospetto! Si si, deve essere cosi.

          Rispondi

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