Da una acquisizione di documenti presso il centro Sisde di Firenze, eseguita il 15 ottobre 2001, si accertava:

– l’inesistenza del primo studio del 1984 – 1985 del Prof. Francesco Bruno (quello in cui si fa riferimento alla magia nera) sequestrato allo stesso Bruno;

– l’esistenza della copia del successivo studio del Prof. Francesco Bruno, sempre risalente al 1985. Esiste, infatti, la nota di trasmissione dello stesso da parte della Direzione centrale, datata 24 giugno 1986, a firma (illeggibile) del Direttore della Divisione dell’epoca. Esiste, altresì, la nota del 7 settembre 2001, diretta alla Direzione di Roma.

– l’esistenza di uno studio a firma di tale Teresa Lucchesi (Simonetta Costanzo), datato Firenze 28 settembre 1985In tale elaborato, che si compone di 4 pagine dattiloscritte, l’estensore sottolinea l’attendibilità dell’ipotesi secondo cui “i delitti sarebbero opera di più aggressori, un delitto dunque collettivo, forse un tipo particolare di comunità religiosa segreta, una setta che attua una specie di magia nera, che attraverso propri giuramenti e codici inneggia al loro Dio compiendo così sacrifici con macabri ed immondi riti, allo scopo di potenziare lo spirito umano, mirando preminentemente al sesso femminile, apoteosi delle loro sacre (ma alquanto profane) funzioni”. A supporto di detta ipotesi, sono indicati una serie di elementi e di considerazioni e più precisamente:

– il fatto che le vittime presentavano “notevoli e numerosi segni di forma semicircolare”, come a voler rappresentare disegni e figure divinatorie; – il fatto che dalle borsette delle donne non fosse stato sottratto alcun valore e ciò “accentuerebbe il carattere prettamente spirituale delle sedute invocate”;

– i luoghi prescelti dei delitti, la maggior parte dei quali iniziano con una lettera “S” e che starebbero ad indicare i nomi dei Santi, evidenziando così un chiaro riferimento alla religione;

– l’evidente preferenza per le notti di novilunio e dei giorni prefestivi e festivi, giorni, che sembrano reiterare il numero, forse ritenuto un simbolo fallico. L’elaborato conclude così: “La figura del Mostro sembra ormai avere dei contorni ben precisi anche se le indagini si presentano lente e laboriose”. Si precisa, a proposito dello studio in questione, che, agli atti della Questura non vi è traccia alcuna di esso. Lucchesi Teresa, sentita in data 16.11.2001 in relazione al citato elaborato, dichiarava di averlo redatto, su richiesta del Capo centro dell’epoca, sulla base di articoli di stampa che parlavano della vicenda. La stessa, che riferiva di essere in possesso del diploma di istituto tecnico commerciale, precisava di aver avanzato l’ipotesi della setta satanica e, quindi, della magia nera, supponendo che le parti del corpo umano delle vittime, asportate, potessero essere utilizzate come alchimie esoteriche;

– l’esistenza di una copiosa documentazione, concernente attività informativa svolta nell’ambito della collaborazione fornita agli inquirenti in relazione alla vicenda, nonché di attività di controllo del territorio mediante l’impiego di coppie, impiegate come “esca” e la fornitura agli inquirenti di mezzi e di speciali apparecchiature;

– l’esistenza di una copiosa rassegna stampa sulla vicenda. Di questa, si segnalano i seguenti servizi:

– “La Nazione” del 12 settembre 1985, pag. 1: in un servizio si legge “Il Questore ha risposto a molte delle angosciose domande che tutti si pongono e ha detto tra l’altro che la coppia francese era stata avvertita del pericolo che correva”;

– “La Nazione” del 12 settembre 1985, pag. 5: in un servizio di Sandro Bennucci, si legge “(Il Questore) rivela addirittura che i francesi, le ultime vittime, furono personalmente avvertiti di non stare nei boschi e di non fare il campeggio libero. Purtroppo non vollero ascoltare.” Ed ancora, alla domanda che gli stranieri non sanno del mostro: “Le dirò, allora, che i due francesi, le ultime vittime, furono avvertiti personalmente di non stare nei boschi. Gli fu consigliato di non fare il campeggio libero. Di più non posso dire perché si tratta di cose che riguardano le indagini, tuttavia le assicuro che loro erano stati informati del pericolo che correvano”;

– “La Città” del 14 settembre 1985, pag. 5: in un servizio di Ettore Recchi, si legge “Giorni fa il Questore Gianfranco Corrias, parlando con alcuni giornalisti, disse: “I due francesi erano stati avvertiti personalmente di non stare nei boschi. Di più non posso dire: Ma gli era stato detto di non fare capeggio libero.” Ed ancora: “Ieri mattina, il capo della Criminalpol toscana, Antonino Surace, si è affrettato a precisare la dichiarazione del Questore. “Il Questore ha detto che i francesi erano stati avvertiti di non fare capeggio libero. A dirglielo era stata una guardia venatoria alcuni giorni prima. Non a San Casciano, in un’altra zona, sempre nella provincia di Firenze”;

– “La Nazione” del 25 settembre 1985: in un servizio a pag. 5 di Mario Spezi, si legge “Due aderenti alla setta degli Hare Krishna, che hanno la sede a 300 metri dagli Scopeti, hanno descritto un tipo sospetto che il pomeriggio di venerdì 6 usciva dal bosco dove domenica sarebbe stato commesso il duplice omicidio. Un altro Hare Krishna ha detto di avere visto lo stesso individuo domenica mattina nel parco della villa dove la setta ha la sede”.

Gli articoli sopra citati, contenenti le dichiarazioni del Questore e del Capo della Criminalpol dell’epoca, confermano quanto si è appreso solo recentemente dagli atti del Commissariato di Sesto Fiorentino e cioè che i due francesi, qualche giorno prima di essere uccisi, erano stati allontanati da altra zona, proprio nel territorio di quel Comune, da una guardia venatoria.

Inoltre, i rimanenti articoli sembrerebbero confermare quanto dichiarato da Weber Gerhard circa la frequentazione della setta degli Hare Krisnha da parte degli autori dei duplici omicidi.

Il Sisde, negli anni dal 1984 al 1991, aveva svolto attività informativa nell’ambito delle indagini sul MdF.

Nel tempo erano state redatte le seguenti informative.

1) nota del 16.9.1984 con oggetto “Profilo comportamentale e psicologico del mostro di Firenze”;

2) nota del 5.12.1985, con cui veniva segnalato come probabile autore tale Andreini Giancarlo;

3) nota del 28.3.1986, relativa al riconoscimento, da parte di tale Fanciullotti Alfredo, nell’identikit del Mostro di un certo Ciani Luigi;

4) nota del 9.7.1986, relativa alla segnalazione, quale possibile Mostro, di tale Grandinetti Giovanni;

5) nota del 5.6.1987, relativa alla segnalazione di sospetti su tale Coralli Patrizio.

Vedi: Nota informativa n°500/2001 del 3 dicembre 2001

15 Ottobre 2001 Acquisizioni di informazioni dal Sisde
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