Setta satanica dietro il «mostro»? Nuove indagini sui feroci delitti dei compagni di merende

FIRENZE. I delitti del cosiddetto “mostro di Firenze” erano stati commissionati a Pietro Pacciani, Mario Vanni e Giancarlo Lotti da una setta satanica. E’ questa l’ipotesi investigativa alla base del voluminoso rapporto che il dirigente della squadra mobile fiorentina, Michele Giuttari, ha consegnato recentemente – la notizia pubblicata lunedì in esclusiva dal quotidiano “La Repubblica” è stata confermata dagli inquirenti – al sostituto procuratore Paolo Canessa che coordina la nuova inchiesta sui “delitti del mostro”. Le indagini hanno subito un accelerazione anche in seguito a varie perquisizioni, tra cui due compiute negli ultimi giorni a Genova nelle abitazioni di due ex prostitute, le quali avrebbero anche fornito indicazioni sulle abitudini sessuali di Pacciani. L’ombra della setta satanica aveva aleggiato negli ultimi anni attorno alle indagini su questi delitti compiuti con una sorta di rituale. Ma solo nell’ultimo rapporto diventa l’ipotesi investigativa prevalente sulla quale lavorare per individuare i mandanti ancora sconosciuti. Lo scopo sarebbe stato quello di procurarsi il “materiale” (il pube reciso delle giovani donne) per i loro riti di gruppo. Il capo della squadra mobile Michele Giuttari, pur confermando l’invio al pubblico ministero Canessa, due mesi fa, di un nuovo rapporto non ha voluto fornire alcun particolare sui suoi contenuti e anche dalla procura – Canessa è in ferie – non è venuto alcun elemento. Sembra, comunque, che il rapporto ricostruisca i duplici delitti compiuti dal ’74 all”85 (quello del 1968 avrebbe uno sfondo del tutto diverso) attribuendo il ruolo di mandanti ai componenti di una setta che avrebbe commissionato a Pacciani e ai suoi presunti complici gli omicidi per ottenere feticci da utilizzare nel corso di riti satanici. Non si sa se Giuttari abbia indicato al pm i nomi dei presunti componenti della setta, anche se negli ultimi mesi, indicazioni su possibili sospettati erano emerse. Secondo il rapporto, l’ipotesi della setta spiegherebbe la ritualità delle esecuzioni e il vorticoso arricchimento di Pacciani che nell’epoca dei delitti avrebbe accumulato, pur essendo stato per lunghi anni in prigione e pur facendo soltanto lavoretti saltuari, circa 150 milioni di lire. Il rapporto sintetizza gli ultimi mesi di indagini. Vari accertamenti sono stati compiuti a Genova dove sono state perquisite le abitazioni di due prostitute, sentite comunque come semplici testimoni. Le due donne avrebbero riconosciuto Pietro Pacciani come un uomo che fra la fine del ’79 e l’inizio del 1980 le avrebbe spiate continuamente mentre si prostituivano nei vicoli a luci rosse della vecchia Genova. Lo stesso Pacciani, in uno dei suoi ultimi memoriali inviati alla stampa prima di morire (nel febbraio del 1998), faceva vaghi riferimenti a un medico genovese che sarebbe sparito in mare a bordo di uno yacht. Le indagini sull’ipotesi che i mandanti potessero essere i componenti di una setta erano partita dalle prime testimonianze su sedute spiritiche e messe nere che si sarebbero tenute nel cascinale di San Casciano del “mago” Salvatore Indovino e si era poi soffermata a lungo su quanto sarebbe accaduto in una ex casa di riposo per anziani di Mercatale, in cui Pacciani aveva lavorato come giardiniere e in cui, secondo alcune ex infermiere, si sarebbero svolti riti satanici. Parallelamente ai nuovi accertamenti, Giuttari ha interrogato nuovamente anche il pittore franco-svizzero Claude Falbriard, che in un primo tempo era stato sospettato di aver avuto un ruolo nella vicenda ma che poi si era trasformato in un teste-chiave per l’accusa, confermando presunte pratiche misteriose che si sarebbero svolte nella ex casa di riposo di Mercatale. Quanto ai duplici delitti, secondo quanto si è appreso, il rapporto spiegherebbe che il primo, quello del 14 settembre 1974 a Borgo San Lorenzo (la ragazza uccisa, Stefania Pettini, era stata colpita con 94 coltellate al pube e al seno e le era stato infilato nella vagina un tralcio di vite) sarebbe stato una sorta di prova generale per l’attività della setta mentre l’ultimo, quello dell’8 settembre 1985 a San Casciano, avrebbe chiuso il pescorso di quella esperienza. Tra l’altro, secondo gli investigatori, in quel periodo cominciava già a circolare il nome di Pacciani come quello del possibile “mostro”.

https://ricerca.gelocal.it/lanuovasardegna/archivio/lanuovasardegna/2001/08/08/SA201.html

8 Agosto 2001 Stampa: La Nuova Sardegna – Setta satanica dietro il «mostro»? Nuove indagini sui feroci delitti dei compagni di merende
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