La perizia grafica contro Spinoso

IL giornalista della Rai Giovanni Spinoso esce sconfitto dalla battaglia fra i periti grafici che hanno analizzato la celeberrima lettera anonima inviata ai carabinieri di San Casciano il 22 maggio ‘ 92, all’ indomani della maxiperquisizione in casa di Pietro Pacciani. La lettera – che accusava Pacciani dei delitti del mostro e che conteneva, avvolta in un pezzo di stoffa proveniente dalla casa del contadino, l’ asta guidamolla di una pistola Beretta calibro 22, l’ arma usata dal mostro per uccidere le sue sedici vittime – è opera di Giovanni Spinoso. A questa conclusione è approdato l’ incidente probatorio disposto dal Gip Elisabetta Improta su richiesta del Pm Paolo Canessa, nel corso del quale sono emerse alcune ombre a carico della consulente grafica del giornalista. Respinta la richiesta della difesa di una nuova perizia. Ora gli atti tornano al pubblico ministero, che a questo punto potrebbe contestare a Spinoso non solo il reato di frode processuale, ma anche quello di detenzione e porto di una parte di arma. L’ incidente probatorio ha avuto un percorso a tratti drammatico. Giovanni Spinoso è uno dei giornalisti che hanno seguito più a fondo le inchieste e i processi sui delitti del mostro. Il 25 novembre ‘ 98, nel corso di una perquisizione nella sua abitazione, il capo della squadra mobile Michele Giuttari trova dei manoscritti in stampatello del cronista che, a suo giudizio, presentano qualche somiglianza con il celebre anonimo dell’ asta guidamolla. Incaricato dal Pm Canessa, l’ ex dirigente della polizia scientifica di Firenze Francesco Donato conferma in una consulenza l’ esistenza di alcune significative convergenze. Per maggiore sicurezza, viene richiesta una perizia in incidente probatorio, presenti i consulenti della difesa. Il Gip Improta incarica il dottor Riccardo Zanetti di Trento, che conclude in maniera netta: «Le identità e le analogie sono tante e tali, di qualità così specifica che è impensabile l’ intervento o l’ imitazione di altra mano». Spinoso, difeso dall’ avvocato Guido Puliti, si affida alla dottoressa Marisa Aloia, che in una conferenza stampa tenuta il 2 maggio scorso nella sede Rai di Firenze attacca duramente il lavoro del perito. Il dottor Zanetti viene accusato di «incompetenza, improvvisazione e dilettantismo». I colleghi di Spinoso ricordano che la grafologia scientifica nacque nel 1906 dalla perizia del matematico Poincaré con la quale fu scagionato il capitano Dreyfus. Ieri, davanti al Gip, il confronto diretto fra i consulenti. Il perito Zanetti, appoggiato dal dottor Donato, ha difeso la serietà e la correttezza del suo lavoro e ha citato significativamente una frase del «J’ accuse», il pamphlet di Zola in difesa di Dreyfus: «La verità è in cammino e niente può fermarla». Il Pm ha informato il Gip che la consulente Marisa Aloia è stata condannata a una pena pecuniaria per plagio (si sarebbe attribuita la paternità di un testo di tecnica peritale di un altro studioso), che è attualmente sotto inchiesta per perizia infedele e che, dopo l’ avvio di un procedimento disciplinare a suo carico, si è cancellata dall’ albo dei periti.

FRANCA SELVATICI

https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/06/14/la-perizia-grafica-contro-spinoso.html

14 Giugno 2001 Stampa: La Repubblica – La perizia grafica contro Spinoso
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