Il 7 marzo 1996 rilascia testimonianza Maria Antonietta Sperduto. Testimonianza non disponibile.

La testimonianza riguarda, fra le altre cose, i riti di magia nera e le orge che si svolgevano a casa di Salvatore indovino in via Faltignano.

Ha dichiarato “Era una coppia che vociava spesso perché litigava. La Filippa si prostituiva e la sera sentivo cose strane. Ho sentito dire dalla stessa Filippa che in quella casa facevano la magia nera e cioè messe nere. Mi diceva Filippa che mettevano le carte e le mani su un tavolino, bevevano e facevano orge e tutto ciò era organizzato dal Salvatore. In questa casa della Filippa e del salvatore, da quello che ho visto io, andavano Vanni, Pacciani ed una persona con la barba, di cui non so il nome.

La Sperduto ha inoltre riferito diffusamente dei rapporti sessuali, piuttosto particolari, avuti, talvolta anche costretta fisicamente, con Pacciani e Vanni Mario.

Vedi: Nota informativa n°500/2001 del 3 dicembre 2001

La Sperduto riferendosi a Salvatore indovino e alla Filippa Nicoletti, la ha dichiarato:

Era una coppia che vociava spesso perché litigava. La Filippa si prostituiva e la sera sentivo cose strane. Ho sentito dire dalla stessa Filippa che in quella casa facevano la magia nera e cioè messe nere. Mi diceva Filippa che mettevano le carte e le mani su un tavolino, bevevano e facevano orge e tutto ciò era organizzato dal Salvatore. In questa casa della Filippa e del salvatore, da quello che ho visto io, andavano Vanni, Pacciani ed una persona con la barba, di cui non so il nome.” La Sperduto ha inoltre riferito diffusamente dei rapporti sessuali, piuttosto particolari, avuti, talvolta anche costretta fisicamente, con Pacciani e Vanni Mario. “Sento di dirvi con sincerità, e liberandomi di un peso che mi porto da tempo, che queste due persone approfittarono di me tante volte anche umiliandomi e costringendomi con la forza a fare cose che, altrimenti, non avrei mai e poi mai fatto“. “Vanni l’ho conosciuto agli inizi degli anni settanta quando questi faceva il postino e consegnava la corrispondenza anche nella zona dove lei abitava. Si intratteneva spesso a discutere del più e del meno con me, ero sola in casa perché il marito era al lavoro e i figli a scuola. Nel tempo arrivai ad avere rapporti sessuali un po’ particolari con lui. Solitamente mi allargava le braccia e si metteva sulle mie cosce masturbandosi, senza però penetrarmi con il suo organo sessuale; egli aveva difficoltà a congiungersi con me, in quanto non gli si raddrizzava.” “Pacciani l’avevo conosciuto più tardi, all’incirca nel 1974. Si trovava per strada nella frazione della Sambuca quando Pacciani, che era alla guida di una Fiat 500, si era fermato per parlare. Le aveva detto che stava andando a caccia e poi, dopo aver chiacchierato dal più e dal meno, le aveva proposto di mettersi con lui. Lei gli aveva risposto che aveva una famiglia, marito e figli, e che non voleva rapporti extraconiugali. La cosa sembrava finita lì ma un giorno Pacciani era andato a casa sua con Vanni, che lo aveva messo al corrente dei loro particolari rapporti sessuali, e insieme l’avevano violentata. Mi presero con forza (a questo punto la donna si mette a piangere e continua a parlare in lacrime), non ce la feci a resistere e a difendermi pur avendo preso un forcone. Mi tenevano ferma ora l’uno e ora l’altro; mi usarono violenza e mi accorsi che, con la mia reazione, diventavano ancor più violenti e furiosi. Mi dicevano frasi del tipo: “O stai con noi o sono guai per te e la tua famiglia… lo sappiamo noi che guai sono per te”. Nel corso di queste violenze (singhiozza, è evidente la difficoltà che prova a raccontare fatti così intimi) mi prendevano per le gambe, me le aprivano, uno mi tenera per la testa e mi sbattevano sul letto introducendomi falli e masturbandosi. Ero sola in casa. Le violenze si erano ripetute più volte e avevo detto tutto a mio marito più di una volta, supplicandolo di intervenire. Ma lui lo minacciavano, aveva evidentemente paura di Vanni e Pacciani. Non ce la faccio più.. Pacciani l’aveva portata nella piazzola di scopeti con la 500, Vanni era venuto con la sua Lambretta. Poco più in basso da dove sarebbero poi stati uccisi i due turisti francesi nel 1985 l’avevano spogliata, l’avevano fatta distendere sui sedili della piccola vettura facendole uscire i piedi dallo sportello, le avevano strappato le mutande, tirato i seni e graffiato il corpo mentre si masturbavano. Poi le avevano intimato di non muoversi e si erano allontanati per andare a spiare l’intimità di coppie in altre macchine poco distanti. Adesso mi sento più libera, mi sento leggerita”. “Ho notato più volte, negli anni Ottanta, Vanni e Pacciani che si recavano nella casa del mago Salvatore. Una casa in cui la sera sentiva “cose strane”: Filippa, quando lei le aveva chiesto spiegazioni, le aveva risposto che erano sedute di “magia nera”, più precisamente “messe nere”. Filippa le aveva raccontato che mettevano le carte e le mani su un tavolino, bevevano e facevano le orge, e che tutto era organizzato da Salvatore.” “anche se non sono in possesso di prove, sono certa che mio marito è stato ucciso proprio da Pacciani e da Vanni. Lo avevano minacciato di morte più volte, e una notte lo avevano picchiato violentemente. Un giorno, mentre stava tornando a casa a piedi, nella zona degli Scopeti, era stata avvicinata da Pacciani, a bordo di un motorino seguito, a piedi, da Vanni. Pacciani le aveva sussurrato: “Attenta a non parlare di quello che ti abbiamo fatto. Ti si fa fare la stessa fine che abbiamo fatto fare a tuo marito“.

7 Marzo 1996 Testimonianza di Maria Antonietta Sperduto

2 pensieri su “7 Marzo 1996 Testimonianza di Maria Antonietta Sperduto

  • 18 Novembre 2021 alle 09:02
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    vi segnalo una svista:
    l’articolo, in “cronologia degli eventi” (barra laterale sinistra), ruisulta alla data del “marzo 1966” (anzichè “1996”).

    dottore

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    • 18 Novembre 2021 alle 10:04
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      Grazie infinite, queste sviste, se non segnalate, si correggono solo per casualità. Grazie ancora.

      Rispondi

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