8 Luglio 1994, 26° udienza, processo, Pietro Pacciani,
Giorgio Trinca, Giancarlo Mei, Pietro Frillici, Paolo De Simone, Callisto Di Genova, Paola Baghino, Natale Mele, Pietro Locci
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Presidente: Bene, signori, buongiorno. Bene, siamo tutti presenti, l’imputato è presente, assistito dall’avvocato Bevacqua. Possiamo cominciare. Signor Pubblico Ministero, prego.
P.M.: Grazie. Dunque, il Pubblico Ministero continua con i testi di Polizia Giudiziaria che sono stati indicati nella lista e che gradatamente si stanno esaurendo. Stamani, tra gli altri, volevo sentire per primo, dal momento che avrà, ha poi impegni personali, se la Corte lo ritiene, uno di quegli ufficiali di Polizia Giudiziaria che avevano provveduto a fare le analisi merceologiche sulla busta che pervenne alla dottoressa Della Monica e di cui abbiamo parlato nell’udienza scorsa. C’è una relazione negli atti in cui si spiega che tipo di colla era usata, che carta era e soprattutto sul fatto se il pezzetto che poi ci è stato descritto dai periti, era contenuto nella busta o in altro tipo di carta. È una relazione che loro hanno. Si tratta dell’agente Trinca. È un perito chimico della Polizia Scientifica di Roma, il quale ha materialmente steso quella perizia. Ci potrà chiarire, se ancora c’è, è necessario dire qualcosa sul punto, quegli elementi che sono contenuti in quella relazione. Siccome si tratta di persona che deve rientrare a Roma per motivi suoi, chiedo di sentirlo per primo.
Presidente: Benissimo. Introduciamolo. È un perito, non un consulente, vero?
P.M.: Era un perito per il giudice istruttore.
Presidente: Ah, benissimo. Si accomodi, prego.
P.M.: C’è nel procedimento che andò in istruttoria formale.
G.T.: Mi chiamo Trinca Giorgio, sono un tecnico della Polizia Scientifica e presto servizio presso il Centro di Polizia Scientifica di Roma.
Presidente: Vuole leggere la formula dei testimoni, per cortesia?
G.T.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto a mia conoscenza.
Presidente: Ecco, risponda, per cortesia, alle domande del Pubblico Ministero e poi dei difensori. Prego.
P.M.: Dunque, signor Trinca, lei fu incaricato di svolgere accertamenti chimico-merceologici su una busta che recava un certo indirizzo e che era quello “Dottoressa Della Monica – Procura Firenze”? Ricorda?
G.T.: Sì.
P.M.: Che tipo di analisi effettuò?
G.T.: Fu effettuato un esame merceologico di alcuni reperti costituiti da, appunto, dalla busta per lettera; dei ritagli di giornale utilizzati per comporre l’indirizzo, dei materiali utilizzati per confezionare la busta, alcuni collanti, e un fram… alcuni frammenti: uno di carta e uno di materiale plastico che erano stati rinvenuti all’interno della busta stessa.
P.M.: Ecco. Chiarito quali erano i reperti, ci vuole spiegare quale fu l’esito dell’accertamento?
G.T.: Allora…
P.M.: Diviso per reperto. Prima la busta, poi…
G.T.: Sì, sì. Allora, la busta risultò prodotta da una ditta denominata ICI di Tolmezzo, e risultò da accertamenti condotti presso questa ditta che si trattava di un prodotto distribuito a livello nazionale, tramite una rete di grossisti, quindi di comune reperibilità commerciale.
P.M.: Molto diffuso? Ricorda se era… O un oggetto particolare?
G.T.: No, no, molto diffuso.
P.M.: Molto diffuso. Per quello che riguarda, invece, l’indirizzo?
G.T.: L’indirizzo era stato composto utilizzando dei ritagli di giornale, presi da dei giornali periodici. Quindi fu escluso che si trattasse di ritagli di quotidiani, ma presumibilmente un periodico di bassa qualità. Pubblicazioni settimanali e simili.
P.M.: Bassa qualità come carta.
G.T.: Sì, come materiali. E anche… doveva essere anche come valore della pubblicazione, perché appunto, spessore della carta molto limitato, caratteristiche merceologiche della carta non elevatissime. Quindi… anche se impiegava stampa a colori, quindi, diciamo, riconducibile a dei…
P.M.: Di grande diffusione, insomma.
G.T.: Sempre di grande diffusione.
P.M.: Ricorda se fu possibile risalire a un periodico in particolare, attraverso la stampa, o no?
G.T.: No, no, era…
P.M.: Voi non…
G.T.: Procedimenti di stampa di uso comune…
P.M.: Allora attraverso i particolari stampati sulle singole lettere, si riuscì a risalire a un singolo giornale, o questa operazione voi non l’avete fatta?
G.T.: No, no, fu tentata, ma, sia per quanto concerne il discorso delle lettere, che erano caratteri da stampa di formato usuale, diciamo, in diversi tipi di pubblicazione, sia dalla parte posteriore dei caratteri dove c’erano riprodotti frammenti di stampa, non fu possibile individuare…
P.M.: Con certezza…
G.T.: … un tipo particolare di…
P.M.: O un numero di…
G.T.: … di periodico.
P.M.: Ho capito. E il modo in cui queste lettere erano attaccate alla busta? Si risali a qualcosa?
G.T.: Sì, fu stabilito che appunto erano state incollate con un collante a base di destrina, che poi sono quei collanti che vengono utilizzati per incollare materiali cartacei comunemente impiegati in uffici pubblici e… commercializzati, insomma.
Presidente: Coccoina, cos’è, la coccoina?
G.T.: Non la coccoina, la destrina. Sono quei collanti liquidi che sono venduti in flaconi, che si spalmano con dei pennellini, quindi… La coccoina è solida, è un tipo un po’ diverso.
Presidente: Va be’, per saperlo, perché non lo sapevamo.
G.T.: Si.
P.M.: La…
A.B.: Uffici pubblici, ha detto?
Presidente: No.
G.T.: Presso…
A.B.: Che vengono usati presso uffici pubblici, ha detto.
G.T.: Presso uffici pubblici e di comune reperibilità commerciale, sotto altri tipi di confezione.
A.B.: Grazie. Bene, bene.
Presidente: Voglio dire, ma non è che si usano solo negli uffici pubblici.
G.T.: No.
A.B.: No, no.
Presidente: È la colla liquida. Quella che una volta veniva chiamata gomma arabica.
P.M.: Lei ci ha detto… uffici pubblici per farci capire di cosa si tratta.
G.T.: , Di largo impiego, in ogni caso.
Presidente: Insomma, capito? Le parole vanno pesate, eh…
P.M.: No, capito, sennò sembra che sia di esclusiva pertinenza…
G.T.: No, no…
A.B.: In campagna è difficile usarli?
G.T.: No, sono reperibili anche in campagna e…
P.M.: Molte grazie, molte grazie.
G.T.: … non c’è…
P.M.: Via, Avvocato, sennò veramente perdiamo inutilmente tempo.
Presidente: Le parole vanno pesate.
P.M.: Comunque ci ha spiegato il perché di questo tipo di semplificazione.
Presidente: Ecco.
P.M.: E per quanto riguarda la chiusura della busta, invece?
P.M.: Questo risaliste dal tipo, da un esame sul bordo…
G.T.: Da un esame…
P.M.: Ecco.
G.T.: Esame chimico effettuato da alcuni frammenti di colla che fuoriuscivano dal bordo sigillato.
P.M.: E riusciste a risalire a questo “UHU”.
G.T.: Sì. E lo stesso collante era stato utilizzato per comporre anche un sacchetto che era all’interno della busta…
P.M.: Ecco, ci vuole spiegare, innanzitutto— Passiamo – la busta l’abbiamo esaminata – all’interno le convezioni com’erano? C’era della carte e della plastica?
G.T.: Si, c’era un foglietto in carta, un cartoncino un po’ più pesante, diciamo, della carta di uso comune per scrivere, per fotocopie, piegato e chiuso, diciamo, fissato lungo i bordi a mo’ di sacchetto…
P.M.: Che dimensioni aveva? Inferiori a quelli della busta.
G.T.: Naturalmente, sì, intorno all’8×10, mi sembra. Comunque le dimensioni sono riportate nella…
P.M.: È nella relazione.
G.T.: E era stato sigillato lungo i bordi, questo sacchetto era stato realizzato incollandolo con, appunto, della colla “UHU”, anche in questo caso.
P.M.: Quindi era una sorta di sacchetto interno, di protezione.
G.T.: Sì, per evitare, magari, che si vedesse il contenuto, qualcosa del genere.
P.M.: E all’interno di questo sacchetto?
G.T.: E all’interno era stato rinvenuto un sacchetto in plastica trasparente che doveva contenere appunto degli altri reperti che…
P.M.: Reperto che era già stato tolto quando avete…
G.T.: Esatto, esatto. Non…
P.M.: Ecco, questo sacchetto che io dico genericamente di plastica, aveva qualche caratteristica? Si è potuti risalire a qualcosa di preciso?
G.T.: No, era… le analisi hanno accertato che era di polietilene…
P.M.: Trasparente.
G.T.: Diciamo trasparente, sì. Quindi assimilabile a moltissimi prodotti reperibili in commercio.
P.M.: Io non ho altre domande, grazie.
Presidente: Signori Avvocati della difesa di parte civile?
A.P.: Avvocato Pellegrini. Fu provato a rigirare le singole lettere per vedere quello che risultava stampato dietro?
G.T.: Sì, furono scollate tutte quante con le dovute cautele e furono anche documentate, e agli atti dovrebbe esserci la documentazione di quello che c’era nella parte posteriore.
A.P.: Ecco. Fra le scritte che risultarono, le risulta che ci fosse un nome di una persona, un nome proprio, un cognome di un regista?
G.T.: Sinceramente non ricordo; è passato molto tempo. Comunque è agli atti la relazione con le foto dettagliate. Si potrebbe eventualmente consultare.
A.P.: Quindi non ricorda se, attraverso il nome di questo personaggio, si potesse risalire al fatto che si trattava di una pubblicazione pornografica?
G.T.: No, no. Noi non facemmo questo tipo di indagine di Polizia Giudiziaria, ma ci limitammo a… tecnicamente, a staccare i frammenti, senza danneggiarli e a documentare il tutto…
A.P.: Quindi non fu fatta una ricerca…
G.T.: … evidenziando…
A.P.: … dei possibili articoli stampati evidentemente sulla pagina successiva a quella da dove erano state prelevate le lettere?
G.T.: Questo…
G.T.: Da noi, come servizio di Polizia Scientifica, come laboratorio analisi, non fu fatta questa ricerca. C’erano degli organi competenti. Penso che sia di competenza della Questura. Non so chi è che possa aver fatto tutto questo.
A.P.: Va bene, la ringrazio.
A.S.: Mi sembra di aver capito che lei esclude che sia stata usata della saliva per incollare le parti, o la busta, anche il francobollo, mi sembra. Fu usata della colla anche per il francobollo, o dell’acqua… Non so, cosa fu usato?
G.T.: Sì, anche per il francobollo furono trovati dei tratti di colla debordanti, costituiti appunto da colla alla destrina, come quella utilizzata per incollare i caratteri, quindi le scritte.
A.P.: Ecco, ma voi, in quel periodo…
G.T.: Sì.
A.P.: … sarebbe stato possibile, dalla saliva, ricavare il DNA? Tecnicamente? A quei tempi era possibile?
P.M.(fuori microfono): Se non c’era…
G.T.: Devo precisare che io sono in un’altra sezione. Non mi occupo di analisi biologiche.
A.S.: Ho capito.
G.T.: Da quello che ricordo, il quesito fu posto, diciamo, presso la Sezione di indagini medico¬-legali della nostra… del nostro servizio, quindi ritengo che si potesse fare anche all’epoca.
A.S.: Senta, le lettere dell’indirizzo erano messe a regola d’arte? Cosa voglio dire? Erano state incollate bene, c’erano delle sbavature… Il lavoro, in sintesi, era stato fatto in fretta, oppure con cura?
G.T.: Ma, si trattava…
A.S.: Ha capito che intendo?
G.T.: Sì. Si trattava di ritagli di giornale con caratteri anche di diverse dimensioni, quindi l’allineamento chiaramente non era di tipo tipografico, quindi non erano perfette, erano un po’ sfalsate, perché appunto c’erano dei caratteri più grandi e dei caratteri più piccoli.
Presidente: Comunque lo possiamo giudicare noi. No?
P.M.: Abbiamo l’originale.
A.S.: Sì, ma ci voleva molto tempo per fare un’operazione del genere? Era… ci voleva calma o parecchio tempo, oppure è un’operazione che si può fare abbastanza facilmente?
G.T.: Da quello che ricordo mi sembra che erano tre righe e un indirizzo composto da poche parole. Otto o dieci parole. Il testo si potrebbe verificare facilmente. Non so, non posso esprimermi sulla…
A.S.: La ringrazio.
G.T.: …sull’enfasi che ci si può mettere nel realizzare una scritta del genere.
Presidente: Avvocato Bevacqua? Prego.
A.B.: Grazie. Senta, mi scusi, lei è insieme alla dottoressa Rosa Diana Bellomo?
G.T.: Sì.
A.B.: Ecco. Quindi ha fatto anche, ha eseguito anche l’esame merceologico delle altre tre lettere che sono pervenute ai vari Magistrati. Esattamente al dottor Vigna, al dottor Canessa e al dottor Fleury.
G.T.: Confermo.
A.B.: Conferma. Invece lei non ha eseguito la relazione sulle tracce biologiche di queste lettere.
G.T.: No, competenza di altro settore.
A.B.: Non sa nulla.
G.T.: No.
A.B.: Benissimo, grazie, nessun’altra domanda. Comunque è stata effettuata. Ecco, mi scusi, signor Presidente, io non so se esiste agli atti del fascicolo del…
Presidente: Esiste, Avvocato.
A.B.: … dibattimento, anche la perizia sulla saliva e su tutto.
Presidente: Esistono tre buste. Ora io non ce l’ho, perché sono state…
A.B.: No, perché c’è una perizia sulla saliva, perché questa volta…
P.M.: Su altre buste, su altre buste.
A.B.: Su altre… certo.
Presidente: Su altre buste. Su quelle…
A.B.: Certamente.
Presidente: … tre buste che pervennero a Vigna, a Fleury e Canessa.
A.B.: Certamente. Del dottor Aldo Spinella, che però non è stato citato, credo, dal Pubblico Ministero.
P.M.: No, perché non sono buste caratterizzanti, perché non si sa… Almeno il P.M. non l’ha citato. Lo poteva citare lei, se le serviva…
A.B.: No, perché, guarda caso, il gruppo qua si trova, signor Presidente, ed è…
P.M.: Sì, ma si tratta di buste… Ce ne sono anche di queste 500. Possiamo fare…
A.B.: Certamente, certamente.
P.M.: … tutte le analisi… Qui, magari, c’era un pezzetto che risulta della ragazza francese, allora abbiamo pensato di fare un’analisi un po’ migliore.
A.B.: Certo.
P.M.: Su quelle anonime, centinaia, che sono pervenute, come potevamo dire che sono in relazione con il delitto, o che sono di chicchessia?
A.B.: Certo.
Presidente: Ricordo che in queste tre buste, per la cronaca, c’erano fotocopie di quotidiani, pezzi di guanti di gomma, e comunque, quello che è certo è che nulla avevano a che far con questa lettera dove c’era il frammento.
P.M.: Esatto, esatto.
A.B.: Nulla aveva a che fare nel senso, Presidente, nel senso che non era uguale, come… Però c’erano dei guanti. È stata fatta anche un’indagine particolare… Per carità!
P.M.: Ma ci sono buste arrivate anche in questi giorni, e noi non abbiamo fatto niente.
A.B.: Sissignori…
Presidente: …giudizi, ma insomma…
A.B.: Presidente, io sto dicendo…
Presidente: …una cosa è un frammento di seno che si attribuisce alla ragazza francese, e un’altra cosa pezzi di guanti, o fotocopie di giornali.
P.M.: Mandati a un sacco di persone che hanno i loro interessi.
Presidente: Ora io, per la verità, non ho sottomano… Solo le mie annotazioni.
A.B.: Certamente.
Presidente: C’è, si, ci sono sicuramente le buste, ci sono sicuramente delle buste con tutto ciò che…
A.B.: Oh. Siccome nella relazione di quel dottor Aldo…
Presidente: È il faldone 12. Faldone 8. Scusate, faldone 12.
A.B.: Ho citato anch’io questo dottor Aldo Spinella, il quale dice nella sua relazione, se la Corte ce l’ha – non lo cito perché non mi interessa – si dice che questa… l’esame salivare della busta di questo signore – chiunque esso sia, sarà, non sarà – dà un risultato di un certo tipo. L’esame salivare dà il cosiddetto gruppo “A”. Solo questo. Io volevo sapere soltanto questo. Volevo, richiedevo alla cortesia della Corte se nel fascicolo del dibattimento, esiste…
Presidente: Dunque, allora vediamo. Vogliamo prendere il faldone 12?
A.B.: Grazie.
Presidente: Perché io ho queste…
A.B.: Grazie. Allora, posso continuare con un’altra domanda?
Presidente: Deve essere sul tavolo. Prego, Avvocato, continui pure.
A.B.: Grazie.
Presidente: Intanto guardiamo.
A.B.: Senta, lei ha visto, ha notato, o sa se qualcuno ha notato delle tracce di epidermide? Cioè papille dermali su queste buste, sulla plastica che avvolgeva il seno, il pezzettino di seno? Cioè, furono trovate delle impronte digitali? Qualcosa del genere?
G.T.: Non sono a conoscenza di questa…
A.B.: Non avete fatto un’indagine sul punto?
G.T.: Sì, un piccolo preambolo. Siamo suddivisi in settori specialistici e l’esaltazione dell’impronta è di competenza di un altro ufficio. Per quello che ricordo mi sembra che non ci fossero impronte, però chiaramente va confermato dal teste che ha condotto gli esami.
A.B.: Ecco, lei ricorda se c’era… se anche queste buste a cui io sto facendo riferimento, cioè le tre buste che sono state mandate, erano anch’esse buste vendute normalmente all’UPIM, insomma nel circuito ampio della commercializzazione?
G.T.: Sì, queste buste, in particolare, erano identiche fra loro. Erano prodotte dalla stessa ditta, diciamo, della…
A.B.: Ecco, sono dello stesso tipo commerciale della busta indirizzata alla dottoressa Della Monica?
G.T.: Sì, esatto.
A.B.: E provengono dalla industria cartaria, ma si differenziano dalla prima busta…
G.T.: ICI.
A.B.: . . . per la morfologia del marchio di fabbrica. Comunque erano le stesse.
G.T.: Le stesse, però appartenevano ad una diversa categoria; ossia era una serie di produzione, sempre commerciale, ma riservata all’UPIM, ai magazzini dell’UPIM.
A.B.: Ecco, ricorda lei, va be’, se c’era un dato, ma questo si può vedere da noi stessi, se queste buste, se queste lettere furono indirizzate ai signori magistrati dopo qualche giorno dall’arrivo della prima busta, cioè della prima lettera alla dottoressa Della Monica. Cioè, era…
G.T.: Erano arrivate in tempo diverso, successivamente, ma…
A.B.: Ma pochi, pochi giorni dopo, comunque. Va bene.
G.T.: Sinceramente il periodo, il distacco fra l’uno e l’altra non ne sono a conoscenza.
A.B.: Non lo ricorda.
G.T.: Non lo ricordo.
A.B.: E la relazione del dottor Spinella è allegata, signor Presidente, all’incarico che è stato dato…
Presidente: Dunque, Avvocato, quello che ho io, ho semplicemente la relazione del Gabinetto… sì, della Polizia Scientifica, ispettore capo Diana Bellomo, Agente (incomprensibile) Giorgio Trinca.
A.B.: Ecco, hanno… cioè, quello che finisce “le tre dita di guanto provengono da uno o più guanti di misura più grande di quella che caratterizza i due guanti interi…” Scusi, signor Presidente, se le faccio… se mi permetto di…
Presidente: Questo qui.
A.B.: Ho, ma dico, se finisce, se conclude cosi questa relazione.
Presidente: È una relazione…
A.B.: Che conclude “le tre dita di guanto provengono da uno o più guanti di misura più grande di quella che caratterizza i due guanti interi”? Perché mi sembra strano…
Presidente: Mah, conclude… la conclusione è diversa.
A.B.: No.
G.T.: Posso venire a chiarimento, forse, della situazione verificatasi.
Presidente: Ce lo dica lei.
A.B.: Mi permetto di produrre questa documentazione.
P.M.: No, no, no, Presidente, io mi oppongo nel modo più assoluto.
A.B.: È chiaro.
A.B.: Ecco, la difesa, molto sommessamente, fa rilevare, signor Presidente, che probabilmente ha errato anche il signor Giudice per le indagini preliminari, a non inserire nel fascicolo del dibattimento anche questa documentazione, perché era una documentazione che afferiva a delle indagini ben precise, effettuate dal signor Pubblico Ministero in relazione a tre lettere inviate – significative sia le lettere, sia anche il loro contenuto – inviate ai vari Pubblici Ministeri: al dottor Vigna, al dottor Fleury e al dottor Canessa. Io credo che questa indagine effettuata dal Pubblico Ministero era una indagine, che poi è stata realizzata dai signori del Gabinetto di Polizia Scientifica di Roma, che finalmente aveva individuato in una delle buste delle tracce di saliva. Le tracce di saliva, e quindi tracce di saliva e quindi tracce di sangue, e quindi si era risaliti al gruppo sanguigno di questa persona.
P.M.: Che non si sa chi è.
A.B.: Non si sa chi è, però è una persona che significativamente…
P.M.: Che non ha niente a che vedere…
A.B.: … aveva… Mi consenta, io l’ho lasciata parlare, abbia pazienza.
Presidente: Lasciamo parlare l’Avvocato.
A.B.: Mi lasci parlare, perché ha…
P.M.: Mi sembra…
A.B.: Ha tanta paura di questo elemento?
P.M.: No, per carità!
A.B.: Eh, certo che ha paura!
P.M.: E allora sono qui che tremo…
A.B.: Non trema, ha paura.
P.M.: Ne porto altri 50.
Presidente: Smettiamo, signori, forza!
A.B.: Oh, e ne porti altri 50, e li vedremo tutti e 50.
P.M.: Tutti e 50, stia tranquillo.
Presidente: Avvocato, dunque, lei sta parlando intanto di un foglio anonimo…
P.M.: Bene, era questo che volevo dire.
A.B.: Presidente, che sia un foglio anonimo non c’è dubbio….
Presidente: Primo. Secondo… no, scusate.
A.B.: È tutto anonimo, Presidente, in questo processo, mi perdoni. Anche la cartuccia è anonima, anche il blocco è anonimo, me lo consenta…
P.M.: Sì.
Presidente: Ma la cartuccia è corpo di reato.
A.B.: Certamente. E qua non è stata utilizzato come corpo di reato. Siamo d’accordo, Presidente. Io credo che per l’accertamento di una verità, non di una verità, ma della verità, questo elemento indiziante è anche importante. Io credo che possa essere utilizzato dalla Corte. Io lo produco alla Corte, la Corte me lo respinge, e comunque farò riserva, ex articolo 507, di richiedere ulteriormente questa… la utilizzazione di questo documento. Che è una relazione peritale, anzi una consulenza tecnica…
Presidente: E gli altri difensori che cosa dicono su questa produzione che vuol fare l’avvocato Bevacqua?
A.S.: Personalmente sono remissivo.
Presidente: Gli altri sono remissivi. Va bene Avvocato, ce lo vuole esibire?
A.B.: Certamente, Presidente.
Presidente: Vogliamo però finire l’esame del teste. Finito l’esame del teste decidiamo. Completiamo l’esame del teste. Ha altre domande avvocato Bevacqua?
A.B.: No. Se è stato effettuato… niente, pare che non siano state trovate delle impronte digitali, né sull’una busta, la prima, inviata alla dottoressa della Monica…
Presidente: No.
A.B.: Né sulle altre.
Presidente: Sono state… un momento…
P.M.: Lo abbiamo appurato la scorsa udienza, come stanno le cose, Presidente.
Presidente: Ci sono…
P.M.: Sull’altra busta.
Presidente: Ci sono valanghe di impronte digitali, perché ovviamente…
P.M.: Non sono utili per confronto.
Presidente: All’esterno, all’esterno.
A.B.: Presidente, chiedo scusa…