1 Giugno 1994, 16° udienza, processo, Pietro Pacciani

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Presidente Enrico Ognibene, P.M. Paolo Canessa, Avv. Luca Santoni Franchetti, Avv. Rosario Bevacqua, Avv. Pietro Fioravanti, Emanuela Consigli, Giampaolo Cairoli, Vincenzo Tranucci, Orlando Celli, Liliana Benvenuti, Marzia Sottili, Monica Giovannetti, Renato Giovannetti, Laura Materassi, Enzo Materassi

Dato che le registrazioni presentano un audio non perfetto possono sussistere errori di trascrizione, nel caso se ne trovino durante la lettura contattateci per la eventuali correzioni: redazione@mostrodifirenze.com

Presidente: Benissimo, ci siamo tutti? Buongiorno
Avvocato Bevacqua: Buongiorno signor Presidente.
P.M.: Buongiorno.
Presidente: L’udienza è aperta, signor Pubblico Ministero…



P.M.: Si Presidente… Presidente innanzitutto volevo informare la Corte di una circostanza e conseguentemente di una richiesta del P.M. La circostanza è questa: nei giorni scorsi tramite un avvocato di Firenze si sono presentate al P.M. due persone le quali dicevano di avere da riferire cose importanti relative ai fatti concernenti questo processo, queste due persone ovviamente, sembra si siano presentate sembra sabato o venerdì in una pausa del processo e hanno già riferito al P.M. di essere a conoscenza di fatti di questo tipo. Le due persone sono esattamente Consigli Emanuela e Cairoli Gianpaolo dicono, sostanzialmente credo di doverlo riferire alla Corte perché poi farò una richiesta in proposito, di avere ricevuto una testimonianza indiretta di una persona, già presente nelle carte di questo processo, questa persona è, secondo quanto riferiscono Consigli Emanuela e Cairoli Gianpaolo, un guardiacaccia che negli anni ’70 in quel di Vicchio avrebbe conosciuto Pacciani. Questa persona recentemente in pubblico, presente il Cairoli Gianpaolo, secondo quanto riferiscono questi due testi, avrebbe detto: strano che Pacciani negli di aver avuto una pistola Beretta calibro 22 in quanto io ne ho una uguale e ho visto in mano di Pacciani una pistola uguale. Fra l’altro questo signore avrebbe aggiunto in pubblico: Io la mia pistola l’ho data, quando me l’hanno chiesta, ai Carabinieri perché fosse esaminata per vedere di fare le famose prove di sparo a suo tempo fatte nell’indagine, Pacciani non l’ha data di certo perché la sua non era denunciata. C’è un riscontro specifico a questo fatto, per questo io riferisco alla Corte questo, effettivamente questo signore il cui nome, se loro credono, ci sarà fatto da questi due testi è effettivamente persona guardiacaccia che con un nome simile è stato invitato anni fa nel corso dell’indagine, ci sono gli atti, a portare la sua pistola e sono state fatte le prove di sparo. C’è un riscontro ulteriore, che questo signore di cui poi sapremo il nome se la Corte ritiene ha avuto rapporti non idilliaci, risulta dagli atti, con Pacciani. Chiedo quindi, non avendo la possibilità, avuto la possibilità di indicare nella lista testi questi due signori chiedo l’ammissione della loro testimonianza, si chiamano Consigli Emanuela, Cairoli Gianpaolo.
Presidente: Signori avvocati di Parte civile?
Avvocato Colao: Mi associo alla richiesta.
Presidente: Avvocato Colao si associa, avvocato Santoni Franchetti?
Avvocato Santoni: Mi concede due parole Presidente?
Presidente: Due però eh…
Avvocato Santoni: Certo Presidente ma è attinente all’istanza del P.M. le dico per amore di verità dicendo nomi e fatti. Ieri pomeriggio ero a Rupe Canina nella casa abitata dopo la scarcerazione del Pacciani dallo stesso, per caso perché lì ci abita un falegname che conosco, Ottanetti si chiama, tanto per fare nomi, questa persona chiacchierando logicamente, non lo sapevo che il Pacciani stava lì dopo il ’64 mi sono meravigliato e mi son messo a parlare con le persone che lo hanno conosciuto. Mi ha detto questo falegname che si chiama Ottanetti: “Tutti noi sapevamo che il Pacciani aveva due pistole”. Presidente, riferendomi a questa istanza ho detto: Ma le hai viste? Chi lo sa di preciso? La curiosità è umana, sono parte civile! Sento una notizia di questo genere… “Mah” dice, “avvocato si diceva tutto il paese a quei tempi che non c’era niente ma niente di più, niente di più.” Ecco io lo riferisco, nome, cognome e posto, la Rupe Canina sa benissimo il Pacciani perché abitava al piano superiore dove c’era la mamma, io non lo sapevo ero rimasto proprio… quando ho sentito questa cosa, lei mi capisce, umanamente ho fatto un salto, ma sempre era la voce quindi benissimo se il P.M. vuol portare per la parte civile ma questo circostanza l’ho riferita, può indagare lo stesso P.M. basta che vada dove abitava il Pacciani dopo il 1964 eventualmente a prendere ulteriori informazioni da persone che lo conoscono benissimo. Mi scusi queste due parole ma pensavo fosse utile…
Presidente: Quindi si associa?
A.S.: Mi associo logicamente però ecco, mi faceva piacere colorire un momento la storia con nomi e fatti precisi.
Presidente: Avvocato Ciappi si associa. Signori avvocati difensori? Avvocato Bevacqua?
A.B.: Grazie Presidente. La difesa dell’imputato deve fare formale opposizione a questa richiesta dell’ultima ora, per la verità, perché sembra assai strano che questo signore, teste di riferimento, non sia stato a suo tempo sentito, che non sia stato assolutamente indagato perlomeno sul Pacciani perché questo signore avrebbe dovuto dire questa circostanza che riferisce soltanto oggi, siamo, pare che questa notizia, dati 1970, 24 anni fa, quindi a me sembra che questa richiesta formulata oggi dal Pubblico Ministero per introdurre un testimone di riferimento a seguito di dichiarazioni fatte da due persone le quali oggi vogliono, non so per quale motivo evidentemente sono i cosiddetti, fanno parte di quella schiera dei cosiddetti colpevolisti, vogliono ritenere Pacciani possessore di una pistola: Io credo che ai sensi dell’articolo 667 che invoco costantemente mi pare che oggetto della prova sia soltanto l’imputazione e che nulla ha a che vedere questa richiesta fatta dal Pubblico Ministero per introdurre che cosa? Introdurre un testimone di riferimento il quale potrebbe dire che Pacciani aveva o non aveva una pistola. Certamente oggi questo qua ci dirà che Pacciani aveva una calibro 22 LR addirittura quella che ha sparato quei colpi, quelle notti, perché così si verrà… verrà sicuramente a dire questo. Noi sappiamo per certo nel processo, esiste la sentenza nel 1951, esiste in quel processo, una circostanza riferita a suo tempo anche dalla teste Bugli che era anche lei coimputata nel processo di Pacciani, nel processo famoso del 1951, la quale dice: Lui diceva di avere una pistola a tamburo; pistola che non è mai stata vista da nessuno, quindi a me sembra che questa richiesta del Pubblico Ministero è una forzatura interpretativa delle norme del codice di procedura penale proprio in riferimento a quell’articolo 187 che io invoco e per il quale io ritengo che la Corte eccellentissima non può aderire a questa richiesta dell’ultima ora, ultimissima ora, del Pubblico Ministero.
Presidente: Avvocato Fioravanti?
A.F.: L’avvocato Fioravanti si associa a quanto testé detto dall’avvocato Bevacqua sempre ai sensi del 187 procedura penale.
Presidente: Bene, la Corte si ritira.
Riprende l’udienza.

Presidente: Pubblico Ministero ai soli fini della verifica dell’ammissibilità delle prove testimoniali che lei ha richiesto la Corte l’invita ad esibire i verbali relativi ai testi di cui lei ha parlato.
P.M.: Si Presidente.
Avvocato Bevacqua: Potremmo averne copia signor Presidente?
Presidente: Certamente.
P.M.: E’ un verbale unico di deposizione spontanee, di comparizione spontanea di queste persone, i riscontri di quello che dicono sono invece nelle carte del processo, le vediamo dopo se loro ritengono opportuno.
Avvocato Bevacqua: Ecco Presidente io ho già… Ho già prodotto un documento relativo a questa vicenda ed è il documento del 18 ottobre ’70, dichiarazioni di Manni Angiolina, la quale fa riferimento ad un approccio piuttosto consistente con questo signor Bruni
P.M.: Io non ne ho parlato!
A.B.: L’ho fatto io
P.M.: – Incomprensibile-
A.B.: Ho capito, va bene.
Presidente: Ne parliamo dopo. Potrei averli anch’io?
P.M.: Si, gliene do una copia.
A.B.: Io dietro il dito non mi nascondo mai.

Presidente: Vuole rispondere per cortesia alle domande del Pubblico Ministero?
E.C.: Certo.



P.M.: Presidente, la mia domanda è unica, io non ho in realtà grandi domande da fare alla signora, vorrei che la signora spiegasse perché quando si è presentata al Pubblico Ministero e cosa ha riferito.
E.C.: Va bene, niente, io ho saputo tramite, lo chiamo mio marito ma non siamo sposati, conviviamo da quindici anni, mi raccontò che il signor Bruni Gino che è un guardiacaccia, uno che riguarda la riserva dove abitiamo che aveva raccontato, casualmente si era fermato a parlare…
A.B.: Mi oppongo è un teste di riferimento, la signora racconta quello che gli ha raccontato il marito, sentiamo il marito.
Presidente: Va be’ sentiamo il marito e poi sentire la moglie… avvocato!
P.M.: Mi sembra… Siccome la signora si è presentata per prima… Era… Più lineare di così!
Presidente: Non perdiamo tempo, la sostanza non muta, capito? Prego signora.
P.M.: C’è vero suo marito? O il signor Cairoli?
E.C.: Si, si.
A.B.: Teste di riferimento di uno che ha…
P.M.: Si sono presentati insieme.
Presidente: Va bene avvocato via…
A.B.: Va bene.
Presidente: Non formalizziamoci per così poco. Narri i fatti, semplicemente.
E.C.: Si, si era fermato a parlare con il signor Bruni perché ha una baracca lì vicino dove abitiamo noi e quando è arrivato lì c’era anche un altro signore e stavano discutendo del signor Pacciani e diceva che gli aveva raccontato il delitto della… dell’amante della fidanzata e che faceva questo racconto non come se avesse ucciso un uomo ma come se parlasse d’aver ucciso un capretto. Dopo di che aveva detto, il signor Bruni, che aveva visto la pistola del signor Pacciani e che era una calibro 22, Berretta, come la sua, perché anche lui aveva questa pistola perciò l’aveva riconosciuta ed era sicuro insomma…
Presidente: Perché anche lui aveva una Beretta calibro 22?
E.C.: Signor Bruni si, aveva una Berretta, io non m’intendo di armi, l’ho vista più d’una volta però per me può essere una pistola uguale all’altra mentre lui ha fatto questa affermazione che il signor Pacciani aveva questa calibro 22 Berretta, uguale alla sua.
P.M.: Disse qualcosa, il signor Bruni, circa la sua calibro 22?
E.C.: Si in quell’occasione disse…
A.B.: Presidente mi scusi, mi perdoni, mi pare che le regole si stiano… La signora sta parlando di cose riferite dal marito…
Presidente: Le domandiamo al marito.
P.M.: Bene, bene
A.B.: Mi scusi Presidente.
P.M.: Senz’altro, giustissimo.
Presidente: Sennò facciamo ripetere due volte…
P.M.: Si, si allora facciamo così, suo marito o il signor Cairoli le disse chi era presente a questo colloquio che sembra…
E.C.: Non si ricorda chi era la persona…
P.M.: Così le ha detto lui?
E.C.: Si.
P.M.: Bene, io non ho domande Presidente.
Presidente: Signori avvocati di parte civile avete domande? Signori avvocati della difesa avete domande?
A.B.: Volevo sapere, signora o signorina, lei che lavoro fa?
E.C.: Io sono… Ho fatto l’agente di commercio fino a poco tempo fa adesso lavoro… ho un’azienda che sta per iniziare la produzione di apparecchi per l’illuminazione in elettronica.
A.B.: Anche per refrigerazione?
E.C.: Come?
A.B.: Anche per refrigerazione?
E.C.: No.
Presidente: Magari!
A.B.: Senta signora lei quando… ricorda quando suo marito, a quando suo marito fa risalire questo fatto?
E.C.: Non ricordo esattamente, diciamo che… sicuramente più di un anno però possono essere due anni, due anni e mezzo, non ricordo.
A.B.: E quando gliel’avrebbe raccontato suo marito?
E.C.: A me l’ha raccontato subito, lo stesso giorno che è venuto a saperlo.
A.B.: Ecco, come mai è venuto soltanto ora l’idea…
E.C.: Non pensavamo fosse importante, è stata una decisione…
A.B.: Chi gliel’ha fatto pensare che non fosse importante?
E.C.: Sono stata io, una settimana fa, che questa cosa mi era rimasta sempre impresso, di questa calibro 22, però pensavo che i magistrati sapessero di questa cosa come la dovevo sapere io, per sentito dire, loro ne fossero certi, poi invece ultimamente ascoltando la televisione ho detto: Ma forse non lo sanno; ho avuto questa impressione tant’è vero che ho chiamato l’avvocato Bianco e l’ho chiesto a lui, gli ho chiesto: ma i magistrati sanno che qualcuno ha visto questa pistola? E l’avvocato Bianco ha detto: Non lo sanno comunque se sei disposta a venire… Io si, io non ho nessun problema, devo sentire mio marito perché lui non sapevo se… Insomma è una decisione… Ci hanno chiamato, ci ha detto se potevo andare e io ben volentieri… perché…
A.B.: Senta signora da quanto tempo lei, lei o suo marito, conosce Bruni?
E.C.: Bruni io lo conosco da tanti anni perché sono nata in questo paese, lui è tanti anni che lavora lì, mio marito lo conosce dal ’73 quando ha acquistato, suo padre ha acquistato questo podere, questa casa e il signor Bruni ha sempre fatto dei lavori perciò l’abbiamo sempre visto quotidianamente una, due, tre volte al giorno.
A.B.: Quindi dal ’73.
E.C.: Dal ’73 mio marito io magari prima abitavo su a Alliano che è un paesino a un chilometro però insomma, Bruni ho sempre avuto occasione di vederlo perché essendo il guardiacaccia della riserva capitava spesso.
A.B.: Senta lei ha detto che ha visto questa persona che parlava col signor Bruni altre volte…
E.C.: No, no io non l’ho vista.
A.B.: L’ha visto suo marito?
E.C.: No, non si ricorda, potrebbe dire delle cose, fare associazioni d’idee perché, vede, la baracca del signor Bruni si trova sulla strada che dalla strada consorziale porta poi a casa nostra, è una deviazione della strada consorziale e quando passiamo di lì c’è sempre il signor Bruni… c’era perché adesso non sta molto bene, perciò non viene molto spesso, però diciamo che c’è sempre qualcuno a quella baracca, è un ritrovo di molti cacciatori, di tutti quelli che seguono la riserva perciò possiamo fare… non io ma mio marito potrebbe fare un abbinamento di una persona diversa in quel momento proprio perché tutti i giorni…
Presidente: Allora avvocato chiediamolo al marito!
A.B.: Si, no, no, le domando siccome questo è un luogo di ritrovo di questi cacciatori, parlano di tutto no?
E.C.: Certo.
A.B.: Parlano di quanti fagiani hanno ammazzato, magari ne hanno ammazzati due e ne hanno ammazzati 50, no?
E.C.: Si, si.
A.B.: Ecco, quindi parlano un po’ di tutto?
E.C.: Certo.
A.B.: E anche il signor Bruni parlava di tutto?
E.C.: Beh, non è che…
A.B.: Non parlava lui?
E.C.: Si ma con noi…
A.B.: Basta, parlava anche lui, basta, grazie, ha già parlato.
P.M.: Proviamo in altro modo, per quello che lo conosce lei, se lo conosce personalmente, io non ho capito… Si..
E.C.: Certo, certo.
P.M.: Il signor Bruni è una persona attendibile?
E.C.: Certo.
P.M.: Non ha motivi di pensare…
E.C.: Assolutamente, ritengo, per quello che ha detto, sia la verità.
P.M.: In generale tutto quello che le ha detto il Bruni, lei ha mai verificato, su argomenti diversi, no questo signora…
E.C.: Si, si, sono…
P.M.: Sul lavoro ad esempio?
E.C.: Per quanto ci riguarda le dichiarazioni che può aver fatto a noi, per il colloquio che può aver fatto con noi…
P.M.: Per altri motivi eh!
E.C.: Si, si per qualsiasi… E’ una persona molto, molto brava, sempre…
P.M.: Bene, grazie.
A.B.: Senta signora, mi scusi Pubblico Ministero, questo signore però è malato ora no?
E.C.: Si.
A.B.: Che cos’ha avuto? Qualcosa alla testa?
E.C.: Credo che abb… No, no è ancora molto lucido, guida ancora l’auto tant’è vero che sabato mattina era lì alla baracca con il figlio, guidava lui e credo che abbia un tumore.
A.B.: Dove?
E.C.: Non glielo so dire. Non lo so mi spiace.
A.B.: Comunque è stato poco bene? Da quanto tempo è stato poco bene?
E.C.: Beh ha avuto un’operazione, mi sembra, due anni fa alla prostata poi si è rimesso, è ritornato a lavorare…
A.B.: Benissimo ora domanderemo a lui, grazie.
Presidente: Signora, il nome della riserva quale era?
E.C.: Non lo so come si chiama la riserva, so che comprende San Quirico, il Cistio, Alliano è una zona pia… Dove abitiamo noi si chiama Uliveta e questa baracca è lì nella zona Uliveta.
Presidente: Bene, grazie.
Avvocato Fioravanti: Presidente…
Presidente: Una domanda… Ah scusi avvocato, prego.
A.F.: Avvocato Fioravanti chiede alla signora il Bruni dove abita? Dove abitava?
E.C.: Il Bruni abita a Dicomano.
A.F.: Ha sempre abitato a Dicomano?
E.C.: Per quello che so io si, non so se poi in passato… è tanto tempo che abita a Dicomano.
A.F.: Ecco ma lei questi fatti quando li ha saputi? In che data? In che anno?
E.C.: Non lo so, non me lo ricordo, è passato del tempo, è tanto che so di questa pistola, cioè che dentro di me so che questo… che il signor Pacciani aveva questa… calibro 22…
A.F.: Lei è del ’56…
E.C.: Io sono del ‘56
A.F.: Ecco, ma li ha saputi prima del ’70 o no?
E.C.: Prima del ’70? No, no
A.F.: Dopo il ’70?
E.C.: Sicuramente.
A.F.: Ecco, quindi dopo che Pacciani era andato via da quella zona?
E.C.: Si, si, si. Non so se sono… gliel’ho detto, può essere un anno e mezzo, da un anno e mezzo a due anni e mezzo, tre anni ma non…
A.F.: Recentemente…
E.C.: Si
A.F.: Grazie.
E.C.: Prego
Presidente: Consigliere Polvani le vuol fare una domanda signora.
Polvani: Per quello che ne sa lei Bruni ha riferito come e perché conosceva il Pacciani?
E.C.: Beh, non lo so io, Pacciani credo, da quello che so così, lui faceva il guardia nel…
Polvani: Per quello che ha riferito, non per quello che le ha riferito, per quello che ha riferito il Bruni, ha spiegato come conosceva Pacciani?
E.C.: Pacciani si lo conosceva perché lui prima di riguardare questa riserva dove abitiamo noi guardava un’altra riserva sul monte adiacente al nostro, che era San Martino e credo che il Pacciani abitasse lì, avesse una casa lì o non lo so, non sono a conoscenza…
Polvani: Ho capito e che lei sappia ha mai detto di contrasti avuti col Pacciani?
E.C.: No io non…
Polvani: Lei non li sa, grazie.
Presidente: Può andare la signora? Grazie, buongiorno.
P.M.: Sentirei Cairoli Gianpaolo, Presidente.
Presidente: Si accomodi prego signor Cairoli Gianpaolo, si accomodi, consente le riprese televisive?
G.C.: No grazie.
Presidente: E allora anche il signore non va ripreso né fotografato, legga quella formula per piacere.
G.C.: Dunque, consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.



Presidente: Le sue generalità per piacere
G.C.: Cairoli Gianpaolo nato a Milano il xx.xx.xx
Presidente: Residente?
G.C.:A Vicchio.
Presidente: Vuole rispondere per cortesia alle domande del Pubblico Ministero?
G.C.: Certo.
P.M.: Signor Cairoli la domanda al momento è una sola, lei alcuni giorni fa si è presentato al P.M. e ha riferito delle cose, vuol riferirle oggi, queste cose, alla Corte?
G.C.: Si, dunque, io abito in una riserva di caccia nella zona di Uliveta e andando a casa mia passo sempre davanti alla capanna del guardia e come mio solito, ogni tanto mi fermo, mi fermavo, a parlare e circa… adesso non so se è una anno o due anni fa, con precisione non so il momento esatto e mi son fermato e c’era già una persona assieme a lui, però non so ricordare assolutamente chi potesse essere, cioè vidi una persona ma non posso identificarla…
P.M.: Nel suo ricordo c’è un’altra persona ma lei non sa dire chi. Le chiedevo se lei ha qualche possibilità oggi o ha ricordato chi è questa persona…
G.C.: No, vidi una figura ma…
P.M.: Vede nel suo ricordo?
G.C.: Vedo ma…
P.M.: Allora mi scusi vada pure avanti.
G.C.: Anche perché in molte occasioni ci son sempre persone, non è che facevo caso a chi ci fosse a meno che interloquivo per problemi miei…
P.M.: Motivi suoi.
G.C.: Esatto. E appunto, sono uscito dalla macchina e loro stavano già parlando di questo signor Pacciani…
P.M.: Questo signor Bruni con questo signore…
G.C.: Con questo signore.
P.M.: Parlavano di Pacciani?
G.C.: Si stavano parlando… Perché in quel momento lì era appena uscito, appunto, questo nome nuovo, per me e per tutti, il signor Pacciani…
P.M.: Uscito sui giornali?
G.C.: Sui giornali, chiaro.
P.M.: Lei ricorda un periodo in cui loro facevano questo discorso e sui giornali si parlava di Pacciani?
G.C.: Esatto e questo Bruni che sarebbe il Gino Bruni guardiacaccia diceva di conoscerlo abbastanza bene, anzi molto bene questo Pacciani qui e appunto stava raccontando a l’altra persona di un delitto avvenuto nel ’51, adesso dico ’51 perché in quel momento non ricordavo assolutamente la data e ci stava raccontando che questo signor Pacciani raccontava, gli aveva raccontato come si erano svolti i fatti e a quel punto ha detto… Siccome c’erano state anche il sequestro di tutte le pistole, oppure avevano chiamato chi aveva 22, Beretta 22 e il guardiacaccia ha una Beretta 22 e la sua Beretta 22 era stata chiamata dalla Polizia per fargli far la prova balistica e gli era già tornata indietro e così dicendo fa: Certo che anche al signor Pacciani questa prova qui non gliel’hanno fatta senz’altro. Ho sentito: Perché? Perché lui questa pistola uguale alla mia ce l’ha, io l’ho vista.
P.M.: E disse il Bruni perché al Pacciani non gliel’avevano guardata la Beretta?
G.C.: No, non disse nulla.
P.M.: Il Bruni disse: A me me l’hanno guardata a lui no.
G.C.:A lui sicuramente non gliel’avranno guardata.
P.M.: Ho capito. Presidente a questo punto io vorrei, perché ci fosse la possibilità di riscontro, che la Corte tenesse presente che fra gli atti che ha già c’è una perizia comparativa, disposta nel corso delle indagini, che è stata fatta nel procedimento in corso presso il giudice istruttore in quegli anni e fatta dal dottor Nunzio Castigliane e dal colonnello Spampinato. In questa perizia comparativa si da atto che sono state fatte le prove di sparo su tutte le pistole Beretta che sono state reperite in quel momento come denunciate. In questa perizia alla pagina 11, loro hanno gli atti, io ne ho qui una copia, si da atto che è stata controllata la pistola Beretta modello 70 calibro 22 LR numero 3767 e accanto in questa perizia c’è un nome: Bruni Gino, negli atti c’è ancora, allegata alla perizia, l’elenco delle pistole Beretta consegnate dalla Compagnia di Pontassieve per questo scopo e fra nell’elenco dell’1.7.82 c’è di nuovo fra le pistole controllate nel comune di Dicomano, dove il signor Bruni sembra all’82 risiede, fra otto nomi esatti di quel comune c’è un nome Bruni Gino, questo come riscontro obbiettivo per la Corte, i documenti sono già in atti, relativamente a questo racconto che il signor Cairoli Gianpaolo oggi fa. Io non ho domande.
Presidente: Avvocato Colao prego.
A.C.: Lei ha detto che aveva occasione di parlare spesso con il signor Bruni…
G.C.: Si.
A.C.: E il signor Bruni le sembrava una persona lucida, presente, di buona memoria?
G.C.: Ecco, diciamo fino a un anno addietro, cioè è da un anno che non è… penso che non stia molto bene, ma fino a quei tempi lì era una persona molto, molto… anche se adesso ha circa 85 anni, 86, una persona molto valida, sia come di testa che come forza fisica.
A.C.: Ecco, aveva sempre svolto funzioni di guardiacaccia?
G.C.: Diciamo che nella mia proprietà, io sono circa dal ’73 che son lì, è dal ’74 che faceva funzioni nella zona dove abito io, però lui come mestiere ha sempre fatto guardiacaccia. L’ho saputo.
A.C.: Ma era un guardiacaccia autorizzato?
G.C.: Diciamo si, era un volontario, adesso non so se autorizzato…
A.C.: Insomma una persona corretta e del tutto attendibile?
G.C.: Si, si quello senz’altro, cento per centro, se no…
A.C.: Grazie.
Presidente: Avvocato Santoni.
A.S.: Mi scusi, lei con questo guardiacaccia ha parlato altre volte del Pacciani?
G.C.: No, mai.
A.S.: Non ha avuto modo, visto l’importanza della cosa, di sviluppare, di parlare di lui, visto che lo conosceva…
G.C.: No, no non è che mi interessasse molto.
A.S.: Ha saputo solo questo?
G.C.: Si e in quel momento lì, sono sceso dalla macchina, ho sentito parlavano di questo e basta, non è che abbia…
A.S.: Ho capito, grazie.
Presidente: Altro? Prego signori avvocati. Avvocato Fioravanti.
A.F.: Senta signor Cairoli, lei quando ha sentito parlare il Bruni con quell’altra persona di cui lei non ricorda il nome quanto tempo è stato lì? A sentire questo discorso? Per quanto tempo hanno tenuto banco?
G.C.: Quindici minuti, grosso modo.
A.F.: Ecco, questo è avvenuto una sola volta?
G.C.: Si, cioè su questo fatto qua si sennò io stavo anche magari un paio d’ore insieme a parlare, perché questo Bruni qui mi aiutava un po’ nel podere a far dei lavori…
A.F.: E lei non s’è accorto come sono entrati in questo discorso?
G.C.: No, no, perché ne stavano già parlando.
A.F.: Ne stavano già parlando. Lei ha sentito solo il nome Pacciani abbinato ad una pistola?
G.C.: Il nome Pacciani… No, beh, appunto da quando sono entrato poi il discorso l’ho capito benissimo, di cosa parlavano.
A.F.: Quindi lei conosceva anche da prima il caso Pacciani?
G.C.: Beh, il caso Pacciani, no, il caso Pacciani no, diciamo il caso si di questi fatti avvenuti…
A.F.: Ma come mai lei ha memorizzato così bene il discorso di un quarto d’ora tra una persona…
G.C.: Perché il nome Pacciani era venuto fuori nei giornali in quel momento lì, non è che lo conoscessi, anzi non l’ho mai visto non so neanche chi sia.
A.F.: Ecco quindi lei una sola volta… E la data presumibilmente? Il mese? L’anno?
G.C.: Non glielo posso dire, più o meno un anno e mezzo, due anni fa ma non glielo so assolutamente dire.
A.F.: Grazie.
Presidente: Avvocato Bevacqua.
A.B.: Grazie. Signor Cairoli che lavoro fa lei?
G.C.: Io ho fatto l’agente di commercio fino ad adesso e adesso stiamo facendo una nuova attività…
A.B.: Non mi interessa, chiedo scusa. Senta da quanto tempo lei abita, perché credo che lei sia nato a Milano…
G.C.: Si, si.
A.B.: da quanto tempo lei abita là in quella zona?
G.C.: Dunque dal ’73, son circa quindici anni.
A.B.: ’73.
A.B.: Ho comprato nel ’73 la casa e ci ho vissuto… adesso sono quindici anni che abito qui
A.B.: Quindici anni quindi a ritroso siamo nel ’79?
G.C.: Ecco, grosso modo.
A.B.: Senta lei passa di lì, c’è questa capanna dove si fermano tanta gente, cacciatori parlano…
G.C.: Adesso molto meno perché lui essendo malato…
A.B.: In quell’occasione…
G.C.: C’è sempre stata gente.
A.B.: E quindi parlavano, io ne ho sparati tanti, la lepre, il fagiano, le tortore eh?
G.C.: Si, i discorsi di cacciatore
A.B.: Quindi è un discorso che lei ha sentito fare fra questo signore e quest’altro che non conosce, parlavano fra di loro?
G.C.: Si stavano parlando ma quando sono sceso…
A.B.: Arriva lei e continuano a parlare
G.C.: Continuano a parlare tranquillamente
A.B.: … di questa questione…
G.C.: Esatto.
A.B.: Ohoo ecco, però pare che questo signor Bruni non ha precisato quando ha visto, se l’ha mai vista questa pistola, ha detto che lui l’aveva però non dice, non ha mai detto, lei non l’ha mai sentito vero?
G.C.: No.
A.B.: Quando l’ha vista il Bruni, se l’ha vista, lui diceva che l’aveva?
G.C.: No il Bruni in quel momento lì diceva che l’aveva vista la pistola anche perché avendo una pistola come la sua l’aveva riconosciuta benissimo come Beretta.
A.B.: L’aveva riconosciuta?
G.C.: Si, si, si.
A.B.: Senta e si ricorda se può datare, se lui ha fatto un discorso di questo tipo, sul piano cronologico, quando lui aveva visto questa pistola?
G.C.: No.
A.B.: Non lo sa.
G.C.: Non me lo ricordo.
A.B.: Lei l’ha vista la pistola del Bruni?
G.C.: Del Bruni si, si.
A.B.: Che ce l’aveva là addosso?
G.C.: Ce l’ha sempre addosso si.
A.B.: Lui ce l’ha ancora addosso?
G.C.: No adesso l’ha consegnata, mi pare, ormai è anziano.
A.B.: Ecco ma in quell’occasione ce l’aveva?
G.C.: In quell’occasione lì non me lo ricordo.
A.B.: Non se lo ricorda. Comunque non precisò il Bruni quando l’aveva vista questa pistola?
G.C.: L’ha precisato ma non me lo ricordo e mi dispiace, direi una stupidaggine.
A.B.: Ecco quindi non disse, disse che la mia è stata visitata, è stata provata e la sua no ma non sa per quale motivo?
G.C.: Forse era come battuta, l’ha detto, secondo me. Non lo sa assolutamente.
A.B.: Non lo sapeva.
G.C.: Sicuramente no.
A.B.: Cioè diceva che sicuramente non l’aveva presentata, il Pacciani, ma non sapeva, non si spiegava il motivo?
G.C.: No. Non era proprio così, diciamo che come battuta ha detto: Sicuramente Pacciani non l’avrà consegnata se per caso fosse veramente così.
A.B.: Ah se per caso fosse vero quello che diceva lui sicuramente il Pacciani… quindi ci aveva una riserva mentale nei confronti del Pacciani evidentemente, no?
G.C.: Mah, mi sembra abbastanza logico.
A.B.: Se dice: “sicuramente non l’avrebbe presentata” non l’avrà presentata evidentemente non aveva gran fiducia nel Pacciani.
G.C.: Ah senz’altro.
A.B.: Ohooo, quindi parlava del Pacciani come di persona… cioè non benevolmente nei confronti del Pacciani.
G.C.: Ah quello senz’altro no.
A.B.: Quindi non parlava benevolmente nei confronti del Pacciani, quindi si vedeva già da questo discorso che Pacciani non gli era simpatico, fra virgolette.
G.C.: Certo.
A.B.: Oh, grazie.
G.C.: Prego.
P.M.: Mi scusi eh, solo per vedere se ho capito bene, il signor Bruni comunque diceva: Io ho una pistola calibro 22, Beretta, e anche il Pacciani ne ha una uguale a questa, l’ho vista io.
G.C.: Si esatto.
P.M.: Bene, grazie.
Presidente: Parlava, il Bruni, di una pistola calibro 22 che lui aveva o aveva avuto a suo tempo?
G.C.: Scusi se il Pacciani o il Bruni? Non ho capito.
Presidente: No, se il Bruni parlava di una pistola calibro 22 che aveva tutt’ora
G.C.: Si, si ma la pistola del Pacciani, di questo Bruni ce l’ha sempre avuta, non so, l’avrà consegnata forse adesso.
Presidente: Ecco. Senta e con riferimento a quella analoga che avrebbe avuto secondo il Bruni il Pacciani ma il Bruni ne parlava come di una detenzione, da parte del Pacciani, legale o illegale?
G.C.: Questo non glielo posso dire.
Presidente: Il consigliere Polvani le fa una domanda.
Polvani: E’ la stessa di prima. Il Bruni le accennò dei contrasti avuti col Pacciani?
G.C.: Io non le ho mai sentite.
Polvani: Non le ha mai sentite.
G.C.: Cioè in quel momento lì il discorso era questo poi io sono andato via non è che m’interessasse più di tanto.
Polvani: Bene grazie.
G.C.: Prego.
Avvocato Bevacqua: Mi scusi consigliere Polvani lei ribadisce… posso domandare? Lei ribadisce che il discorso nei riguardi, l’ha detto prima, del Pacciani non era un discorso benevolo.
G.C.: Mi scusi, non è un discorso?
A.B.: Cioè dimostrava di avere una certa animosità nei confronti del Pacciani, non era benevolo, l’ha detto prima lei.
P.M.: Animosità…
G.C.: Io non credo…
P.M.: Non credo perchè non l’ha detto.
A.B.: Si può sentire cos’ha detto prima, scusi?
Presidente: Mah, glielo facciamo precisare avvocato
A.B.: Allora basta.
Presidente: Di avercela insomma, di avercela con Pacciani, oppure dimostrava semplicemente…
G.C.: Ecco si a quel punto lì se era veramente lui figuriamoci se uno va a depositare la pistola.
P.M.: Ohooo, ecco cos’ha detto.
Presidente: Se era il responsabile degli omicidi figuriamoci se lui va a consegnare la pistola, il senso mi sembrava
P.M.: Così aveva detto.
A.B.: Veramente… va be’ poi si sentirà…
Presidente: Avvocato vogliamo sentirlo subito? Glielo abbiamo fatto precisare.
G.C.: Ho sbagliato prima, al limite, ma questo voglio dire io.
Presidente: Può andare il signore?
P.M.: Si, nessuna domanda grazie.
Presidente: Grazie, può andare, buongiorno.
Presidente: Proseguiamo signor Pubblico Ministero, chi abbaimo?
P.M.: Si Presidente
A.B.: Ecco Presidente ma su questo punto che si fa? Mi perdoni.
Presidente: Avvocato voi potete contro dedurre prove…
A.B.: No, questo è un teste, questi sono testi che non dicono nulla…
Presidente: Che non dicono nulla
A.B.: No, mi perdoni.
Presidente: C’è naturalmente il teste di riferimento, credo…
A.B.: Quindi io non lo so, teste di riferimento cosa…
P.M.: Dunque io ho fatto notare alla Corte come ho già negli atti un nome e un cognome. Ho incaricato la polizia giudiziaria di identificare completamente questo signore, di verificare lo stato di salute, di vedere innanzitutto se la persona che ha consegnato quella pistola, di Dicomano, è questo qui che fa questo lavoro, nel caso in cui collimasse chiederò alla Corte di sentire questo signore, prima io cos’è che devo fare? Prima verifico, io l’unica verifica che ho potuto fare è quella nelle carte, non credo che in questa fase del processo, molto sinceramente, il P.M. abbia poteri diversi, quindi io ritengo di non avere nessun titolo per sentire questo signore, delego e ho già delegato la Polizia giudiziaria perché lo contatti per vedere se è lui che ha consegnato quella pistola, come sta, se è possibile convocarlo qua, sennò chiederò alla Corte che è tutto l’interesse del P.M sentire questa persona qualunque cosa il signor Bruni venga a dire.
Presidente: le condizioni di salute, vediamo se è possibile farlo venire qui sennò vuol dire che andremo in Mugello, l’avvocato Bevacqua ci farà da guida.
Presidente: Bene, buonasera.
Avvocato Bevacqua: Buonasera Presidente.
P.M.: Buonasera.
Presidente: Dunque vi do qualche notizia migliore per quel che riguarda il condizionamento dell’aula. Ho parlato con l’assessore Giani, domani verrà una ditta specializzata che inizierà ad installare dei condizionatori che dovrebbero abbassare la temperatura dell’interno. Non so quanti giorni ci vorranno…
P.M.: Anche perché è veramente pesante…
Presidente: Pesante…
P.M.: Siamo qui perché lei ha stabilito…
Presidente: Dovre…
P.M.: …anche di pomeriggio ma è difficile…
Presidente: Dovremmo… Questo è ciò che passa il convento, comunque la situazione dovrebbe migliorare, abbiate un po’ di pazienza ancora, domani vengono questi tecnici, io verrò, me ne occuperò anch’io e seguirò da vicino, spero nel giro di pochissimo tempo di ovviare in qualche maniera a questa situazione. Benissimo, possiamo cominciare signor Pubblico Ministero…
P.M.: Si vorrei sentire Trancucci Vincenzo, Presidente.
Presidente: Accompagnatelo, magari se lo accompagnate fin qua questo signore, lo vedo un po’ malfermo.
P.M.: Lo può accompagnare lei?
Presidente: Lo accompagni dottore, le dispiace?
P.M.: Se lo può accompagnare… Lo accompagni pure.
Presidente: Lei è un familiare? Ah, un poliziotto. Lei ritorna dopo ad accompagnarlo, per cortesia, gli da un po’ un aiuto. Bene, questo signore si chiama?



V.T.: Non vedo.
Sig. Romano: Dica come gli dico io. Consapevole…
V.T.: …
Sig. Romano: Ripeta icche gli dico io.
V.T.: Si.
Sig. Romano: Consapevole…
V.T.: Consapevole…
Sig. Romano: …della responsabilità…
V.T.: … della responsabile…
Sig. Romano:…morale e giuridica…
V.T.: …mo… ah…
Sig. Romano:…morale e giuridica…
V.T.: …e giuridica…
Sig. Romano:… che assumo…
V.T.: …che…
Sig. Romano:…con la mia deposizione… mi impegno…
Presidente: Allora si impegna…
Sig. Romano:…tutta la verità e non nascondere nulla…
Presidente: Glielo faccia dire a lui però Romano via…
Sig. Romano: …è a mia conoscenza
Presidente: Ha capito?
V.T.: Va bene ma io…
Presidente: Lei deve dir la verità, non c’è problemi, senta ci…
V.T.: Ma io non mi posso ricordare tutte queste cose! Da tanto tempo che è passato! Se voi me leggete la denuncia ca fatto, davante alla Polizia, alla caserma dei Carabinieri di San Casciano allora…
Presidente: Benissimo senta, senta…
V.T.: Allora posso rispondere!
Presidente: Ci dica il suo nome.
V.T.: Quelli di si e quelli di no
Presidente: Ci dica il suo nome per piacere.
V.T.: Trancucci Vincenzo.
Presidente: Trancucci?
V.T.: Trancucci, Trancucci Vincenzo.
Presidente: 103, numero 103, ecco quando è nato signor Trancucci?
V.T.: Il xx.xx.19xx
Presidente: xx xxxxx 19xx e risiede dove a?
V.T.: Eh?
Presidente: Dove risiede?
V.T.: A Poggibonsi.
Presidente: A Poggibonsi. Benissimo, ah, dov’è nato?
V.T.: A Casarbore.
Presidente: Casarbore.
V.T.: Provincia di Avellino.
Presidente: Benissimo, senta, consente le riprese televisive? O no?
V.T.: Volte si, volte no.
P.M.: Ha capito se vede la televisione, Presidente.
V.T.: Perché io prima dell’8 e vado a letto. Ecco perché non l’accendo.
Presidente: Senta…
V.T.: Eh?
Presidente: All’inizio la possono riprendere? Oppure… O no? A me non m’importa nulla.
V.T.: La delizia? Non ho capito signore.
Presidente: Qui in aula ci sono televisioni e fotografi che se lei vuole la possono riprendere mentre lei depone sennò no.
V.T.: Poi la vedono quegli amici mie che stanno a Poggibonsi.
Presidente: …quindi dico… …le va bene?
V.T.: Per me…
Presidente: Allora va bene.
V.T.: Può anda’ anche bene a questo punto.
Presidente: Va bene.
V.T.: Tanto non è niente di male.
Presidente: Nooo per carità! Anzi, loro sono tutti contenti, va bene, allora per cortesia signor Trancucci, il Pubblico Ministero e poi gli avvocati le vogliono fare qualche domanda, lei risponda per quanto ricorda, se non ricorda vuol dire che il Pubblico Ministero e le altre parti le leggeranno…
V.T.: Io posso rispondere sempre cosa ho detto e sulla denuncia che ho fatto alla caserma… …alla caserma dei carabinieri di San Casciano, con la Pulizia. Io posso quelle parole lì.
Presidente: Va bene.
V.T.: Se devo rispondere ora così…. …e no… non me ricordo tutte quelle che ho dichiarato, capisce?
Presidente: Va be’ lei risponde per quanto può e per quanto ricorda, quando non ricorda le rileggeremo ciò che ha detto. Va bene?
V.T.: Mhmm
Presidente: Allora il Pubblico Ministero, cominciamo con il Pubblico Ministero che le fa qualche domanda.
V.T.: Mhmm
Presidente: Prego.
P.M.: La prima domanda, la più semplice, signor Trancucci, lei conosce il Pacciani?
V.T.: Non ci ho mai mangiato assieme, l’ho conosciuto attraverso la caserma che m’hanno mostrato la fotografia e no me sapea rende’ conto, la fotografia, in due, chi è questo? Chi è quest’altro? E io non sapeva dire.
P.M.: Lei non l’ha mai visto in vita sua?
V.T.: No.
P.M.: Il Pacciani?
V.T.: No di viso no. Allora poi co’ questo, che co’ la Pulizia dissi io:  Ma scusate – dico – non fusse quello che va facenno lu guardone per da li boschi? – Eh, eh – disse – proprio quello – ecco.
P.M.: E lei come mai sapeva che questo signore, che lei vide in fotografia, faceva il guardone nei boschi? Chi glielo aveva detto?
V.T.: Me mnhai avanti io cu la Pulizia.
P.M.: Si si fece avanti lei ma a lei chi glielo aveva detto?
V.T.: La gente, la gente in giro che sapevano, dice: quello va a guardare le coppie dal bosco.
P.M.: Così a lei avevano detto, lei non l’ha mai visto comunque?
Presidente: Direttamente però lei non lo ha mai visto?
V.T.: Direttamente non ci potevo anda’ a presso perché io facevo il lavoro da spazzino a San Casciano, per guadagnare 200 lire in più perché la pensione era poca.
P.M.: Senta una cosa signor Trancucci, lei conosce la signora Sperduto? Maria?
V.T.: La conosco si.
P.M.: Come mai?
V.T.: Come mai, perché s’era messa con me e perché siccome che io non ci ho nessuno e cercava una donnuccia ma purtroppo la cercò se confrontava in da ballo alla festa de’ l’unità di San Casciano…
P.M.: Lei conobbe questa signora…
V.T.: E conobbe questa signora
P.M.: E siete andati ad abitare insieme?
V.T.: Se ne venne con me a Poggibonsi, poi mi lasciò e andu cu uno che si chiama Rebusto…
P.M.: Aspetti, tanto questo, scusi eh, non ci interessa, lei ricorda in che epoca era?
V.T.: Eh… Ora io… Che me recordo?
P.M.: Allora, siete mai stati insieme dalle parti, abitato dalle parti di San Casciano prima di Poggibonsi? Con la Sperduto?
V.T.: Come no
P.M.: Può dire la località esatta?
V.T.: Si, si, si, abbiamo stato in via lì…. quando… come si chiama quella strada? Ora non me lo ricordo comunque ci si va a Chiesanuova.
P.M.: La strada per Chiesanuova.
V.T.: Una casa di contadino.
P.M.: In che periodo?
V.T.: Del marchese… era questa casa del marchese de bagno, mi sembra così si chiama.
P.M.: Era dopo che era morto il marito della signora?
V.T.: Si l’era morto il marito.
P.M.: Lei ricorda allora in che anni eravate?
V.T.: No nun me lo ricordo signor giudici.
P.M.: La signora Sperduto, che lei sappia, conosceva il Pacciani?
V.T.: Se andava col Pacciano?
P.M.: Si, lo sa lei? Se lo sa
V.T.: Senta a me signore e giudice…
P.M.: Gliel’ha detto lei, gliel’ha detto qualcuno, l’ha vista lei…
V.T.: Senta a me signor giudici io pensava d’andare a lavorare però mi deceva che andava a fa’ la spesa a San Casciano perché ci aveva le figliole con noi, andava a fa’ la spesa a San Casciane, se poi andava con questo…
P.M.: Lei non lo sa.
V.T.: Con questo… Pacciane io non lo posso giudicare.
P.M.: Senta una cosa, questo Pacciani lei non l’ha nemmeno mai incontrato per caso?
V.T.: Non ci ho mai parlato
P.M.: No, parlato è una cosa, visto passare, per strada…
V.T.: Mah, secondo me, faccendo la pulizia per strada…
P.M.: Non la Polizia, lei! Non l’ha mai visto per strada
V.T.: Non la conosceva di viso ma secondo me la Pulizia me deceva. Hai visto mai passa’ un Cinqucento bianca c’andava verso gli Scopeti?
P.M.: Esatto, lei l’ha mai vista?
V.T.: Ohooo, però io vedeva ‘sta Cinqucento che andava a Scopeti però che tu vuoi che da dentro vedere la Cinquecento poteve vedere Pacciano, poteve…
P.M.: Come faceva a saperlo?
V.T.: Per primo non lo conosceva, per primo non lo conosceva come facevo ad individuarlo? La Cinquecento si.
P.M.: Però lei non sa chi c’era, quindi…
V.T.: Ohoo ecco signori giudici, proprio così.
P.M.: Benissimo e quindi quando la Polizia le ha chiesto qualcosa di Pacciani lei s’è solo ricordato che qualcuno diceva che era un guardone, niente di più?
V.T.: Ecco, si.
P.M.: Niente di più.
V.T.: Si, si bravo signor giudice.
P.M.: Era un guardone perché però in giro…
V.T.: La diceva… La gente parlavano, dice: quello fa il guardone, guarda le coppie da u bosco.
P.M.: E allora come mai lei ha messo subito in relazione questo discorso della Polizia con questo pacciani che conosceva lei? Perché le è venuto in mente il cognome forse?
V.T.: No, no io non dicetti Pacciani, io dissi: ma fusse quello che va a guardare le coppie dentr a lu bosco? La polizia mi disse: Eh, eh, eh!
P.M.: Mi scusi, mi scusi, lei come fece a capire che era proprio lui e non un altro? Perché lei ne conosceva uno solo?
V.T.: No perché la voce della gente…
P.M.: Gli dava un nome?
V.T.: La voce della gente lo dicevano: Pacciano, Pacciano.
P.M.: Ohooo, ora ho capito, quindi lei sapeva Pacciani, Pacciani come guardone, quando ha sentito dire il nome dalla Polizia dice: Sarà lo stesso! E’ così?
V.T.: E’!
P.M.: Ohoo, ho capito. Senta una cosa, lei quindi il Pacciani, aldilà di questo discorso chiarissimo della Cinquecento che lei non l’ha mai visto di persona, aldilà della Cinquecento…
V.T.: E questa è la verità signor giudice.
P.M.: Ma a noi ci interessa la verità e lei è molto chiaro e ci fa piacere, per caso, o dai discorsi della gente, o perché l’ha visto lei, sa se aveva altri mezzi di trasporto questo signore?
V.T.: Ahaa..
P.M.: Non lo sa.
V.T.: No.
P.M.: Non ho altre domande grazie.
Presidente: Signori avvocati di parte civile avete qualche domanda? Nessuna. Signori difensori?
Avvocato Bevacqua: Si.
Presidente: Prego.
A.B.: Senta signor Trancucci, mi sente?
V.T.: Si.
A.B.: Grazie. Lei sa leggere?
V.T.: La prima solo ho fatto.
A.B.: la prima solo.
V.T.: Ho messo solo la firma per sta in galera.
A.B.: Quindi non sa leggere?
V.T.: Un po’ di firma si, posso metterla.
A.B.: Un po’ di firma si e quindi non sa leggere, benissimo. Dice: come il vento, c’è un film a proposito del vento. Senta, signor Trancucci…
V.T.: Dimme
A.B.: Volevo dirle un’altra cosa…
V.T.: Mhmm.
A.B.: A lei le hanno mostrato diverse fotografie i carabinieri o una sola fotografia?
V.T.: M’hanno… e… ecco signori giudici…
A.B.: No non sono un giudice, io sono…
V.T.: Avvocato!
A.B.: Grazie.
V.T. :Ecco! Senta signore avvocato, due fotografie: una dove resoltava questo Pacciane e un altro che non l’ho conosciute, era vestito di bianco, io questo non l’ho canosciuto proprio.
A.B.: Ma era Pacciani pure questo?
V.T.: Ahaaaa…
A.B.: Non lo so…
V.T.: Quell’altri due… quello messo assiemo, m’è so menato io avanti alla Pulizia di dire fussi quello lì che va a fa lu guardone dal bosc, poi m’hanno mostrato un altro, questo nu lu cunosco.
A.B.: Quindi lei lo conosceva o non lo conosceva Pacciani?
V.T.: Noo
A.B.: Non l’ha mai conosciuto lei Pacciani.
V.T.: No.
A.B.: Allora lei, scusi, lei non l’ha mai conosciuto e le mostrano questa fotografia e le dicono… che cosa le dicono la Polizia?
V.T.: Chi?
A.B.: Lei è andato dalla Polizia o no?
V.T.:
A.B.: È andato lei dalla Polizia?
V.T.: Si, m’hanno mandato a chiama’ a San Cascian, i Carabinieri di San Cascian e ci ho trovato la Polizia, una donna e un uomo. Una poliziotta e un poliziotto co la barba.
A.B.: E che le hanno detto questi signori?
V.T.: M’hanno domandato queste cose. Io che l’ho detto?
A.B.: Che cosa le hanno domandato?
V.T.: Non l’ho domandate, non lo conosceva a questo Pacciano.
A.B.: Quindi lei ha detto e lo dice qui alla Corte che questo Pacciani non lo conosceva?
V.T.: Non lo conoscevo.
A.B.: Non lo ha mai conosciuto?
V.T.: Non ci ho mai parlato con lui.
A.B.: Non lo ha mai conosciuto.
V.T.: No.
A.B.: Lo conferma qui davanti alla Corte che non l’ha mai conosciuto?
V.T.: Certamente. Come faccio a dire che lo conoscevo? Se lo conoscevo…
A.B.: Perché lei avrebbe firmato un documento, cioè un verbale, dove dice non solo che lo conosceva ma che sapeva tante cose di questo Pacciani.
V.T.: Chi io?
V.T.: A.B.: Si.
V.T.: Io non sapeva nulla proprio.
A.B.: Quindi non lo conosceva proprio?
V.T.: Nooo
A.B.: Quindi quello che non ha firmato lei non è vero?
V.T.: Ma lu… i… ma io te lo ripeto…
Presidente: E’ chiaro
V.T.:…e te lo dico un’altra volta che non lo conoscevo…
A.B.: Io sto chiedendo, Presidente.
P.M.: Lo conosceva di vista.
Presidente: Lo conosceva di vista, l’ha detto prima.
P.M.: È, sennò, veramente…
Presidente: Non perdiamo tempo.
P.M.: Il verbale dice questo.
Presidente: Lei non lo conosceva nel senso che…
P.M.: Non ci ha mai mangiato insieme
Presidente: parlo io.
A.B.: Mi scusi Presidente…
Presidente: No, no, avvocato parlo io.
A.B.: Certo.
Presidente: Per il momento lei, cortesemente…
A.B.: Certo, certamente Presidente, mai io sto facendo il mio dovere
Presidente: Questo signor Pacciani lei non lo conosceva, cioè non aveva relazioni di amicizia…
V.T.: No, no, no, no, assolutamente.
Presidente: Però di vista lo conosceva? Sapeva chi era? Fisicamente lo conosceva insomma?
V.T.: Ma sulla voce della gente. Quando la gente dicevano: Quelle Pacciane andava, va, lo guardone ne le bosche, ma io non l’ho visto, lo decevano così. Come quando venne su i giornale… su i giornale ce scrivono una frase allora, su i giornale anche… l’hanno fatto sentire su i giornale, hanno letto il giornale e io dico: ma sarà ‘sto Pacciane? Ecco.
A.B.: Ma chi sarà questo pacciani?
Presidente: Fisicamente lei lo conosceva? Se lo vedeva per strada lo riconosceva? Dice: Quello è il Pacciani! Che poi avesse…
V.T.: No, no, no, no se lo trovavo per strada non lo canosceva proprio.
A.B.: Ohooo, allora, non lo conosceva proprio. Io sono leggermente in imbarazzo, Presidente.
Presidente: Affatto avvocato.
P.M.: Perbacco!
Presidente: C’è il verbale quindi…
P.M.: Noi glielo mostriamo poi chiederemo a chi l’ha fatto se è lecito, come mai ha
Presidente: Io prima avevo registrato: Il Pacciani io lo conoscevo di vista.
P.M.: Anch’io.
A.B.: Comunque questo signore sicuramente non sa leggere…
P.M.: Sa parlare.
A.B.: Sa parlare… Ecco, un’ultima domanda e poi mi cheto, perché qua bisogna chetarsi a questo punto…
Presidente: Avvocato, può parlare ma vede…
A.B.: Presidente, mi scusi, siccome si fa, si discute intorno a certi elementi marginali, io credo, del processo, non è la tattica che io ho voluto adottare e io allora devo difendermi in ordine a queste dicierie, e mi devo difendere…
Presidente: ma qui non si trattava di dicerie ma di sapere se lui fisicamente, il Pacciani, lo riconosceva, lo ravvisava…
A.B.: Ha detto di no.
Presidente: Ha detto di no.
A.B.: Ecco Presidente però, però, però nell’atto…
Presidente: Nel verbale pare che ci sia scritto diverso…
A.B.: C’è tutto, c’è scritto che aveva un motorino, che…
Presidente: Poco fa lui ha detto che lo conosceva di vista.
P.M.: Esatto.
Presidente: Io l’ho registrato.
P.M.: Anch’io l’ho registrato, Presidente, siamo in due, lo può aver registrato anche la Polizia che ha fatto il verbale.
Presidente: Lo può aver registrato erroneamente
A.B.: Va bene.
P.M.: Come la Polizia
A.B.: Adattiamo il discorso…
P.M.: No, non adattiamo proprio nulla.
Presidente: Vada avanti avvocato Bevacqua.
A.B.: Allora, dunque, senta, lei le conosce le Cinquecento?
V.T.: Eh?
Presidente: La Fiat Cinquecento…
A.B.: La conosce la Cinquecento?
Presidente: La macchina, la Cinquecento, la conosce?
V.T.: Ma come fa a conoscer..? Ce ne so tante di Cinquecento, va a conoscere la Cinquecento?
A.B.: Ce ne son tante Cinquecento, ne vedeva passare tante Cinquecento lei?
V.T.: Mah…
Presidente: Fiat Cinquecento ne vedeva passare?
V.T.:È!
A.B.: Va bene, grazie Presidente, non ho altre domande.
Presidente: Se fa il postino…
V.T.: Vedeva passare Cinquecento ma da qui a vedere ‘ndo andavano, dove non andavano e chi c’era dentra e chi non c’era…
A.B.: Bene, grazie Presidente.
Presidente: Bene, bene. Avvocato Fioravanti ha domande lei?
Avvocato Fioravanti: Nessuna domanda a questo punto.
P.M.: Sentiremo poi chi ha fatto il verbale. Nessuna domanda.
A.B.: Che ci dirà?
Presidente: Può andare, può andare signor Trancucci.
P.M.: Ci dirà un sacco di bugie
A.B.: Qualcuna l’ha anche scritta.
V.T.: Arrivederci.
Presidente: L’accompagni per favore.
Presidente: Chi sentiamo Pubblico Ministero?
P.M.: Sentiamo il signor Celli Orlando
Presidente: Celli Orlando. Si accomodi. Consente le riprese televisive?
O.C.: E’ uguale.
Presidente: E’ uguale. Senta signor Celli, vuole leggere quella formula per piacere?
O.C.: Si, consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.



Presidente: Benissimo, senta, vuol dare le sue generalità per cortesia al segretario?
O.C.: Celli Orlando, xx.xx.xx, Pelago.
Presidente: E risiede? Dove risiede signor Celli?
O.C.: A Firenze.
Presidente: Risiede a Firenze, benissimo, allora risponda per cortesia alle domande che le fa il Pubblico Ministero e poi dopo gli avvocati.
P.M.: Signor Celli lei dove abita attualmente?
O.C.: In Via Giogoli
P.M.: In Via?
O.C.: Via Giogoli.
P.M.: Giogoli. Quindi in quella via dove nell’83 fu trovato un furgone con i due ragazzi tedeschi uccisi?
O.C.: Si, un pochino più avanti…
P.M.: Un pochino più avanti grosso modo di quanto?
O.C.: Mah, un chilometro.
P.M.: Un chilometro. Lei all’epoca dell’omicidio abitava lì?
O.C.: Si.
P.M.: Ricorda di aver visto o meno qualcosa che l’ha colpito o prima o dopo l’omicidio e che lei ha riferito a suo tempo ai Carabinieri del Galluzzo?
O.C.: Mah niente, io passavo di lì la mattina…
P.M.: La mattina quale? Sempre tutte le mattine?
O.C.: Sabato mattina.
P.M.: Un sabato mattina.
O.C.: Si qui sabato mattina dell’omicidio. Io passavo di lì perché dovevo andare a portare la mamma a riscuotere la pensione alla posta del Galluzzo…
P.M.: lei passò… passò più di una volta?
O.C.: No io ci passavo sempre perché dovevo andare a lavorare al Galluzzo…
P.M.: Quella mattina a che ore ci passò?
O.C.: Mah ora di preciso non me lo ricordo
P.M.: Passò quando andò e al ritorno… all’andata e al ritorno?
O.C.: Si
P.M.: Ecco e cosa…
O.C.: Niente, notai questo furgone lì fermo con lo sportello aperto e con una persona ferma davanti allo sportello
P.M.: Una persona?
O.C.: Una persona si. Però un attimo perché passai con la macchina… sono dieci secondi ma nemmeno…
P.M.: Ebbe in quella frazione di secondo di capire se era un ragazzo, un giovane?
O.C.: No era una persona anziana.
P.M.: Lei ai Carabinieri cercò di descrivere il suo ricordo, ora ce l’ha un ricordo? Come l’ha avuto allora…
O.C.: Mah, ora di preciso non me lo potrei ricordare.
P.M.: Può darsi che lei abbia dichiarato che era un uomo anziano con i capelli bianchi?
O.C.: Si.
P.M.: Questo l’ha dichiarato?
O.C.: Questo si.
P.M.: E che era di corporatura abbastanza robusta?
O.C.: Si.
P.M.: E che era in piedi vicino alla portiera destra della cabina del pulmino?
O.C.: Si.
P.M.: E che la portiera era aperta e lui guardava dentro?
O.C.: Si.
P.M.: Questo…
O.C.: Si.
P.M.: Rispetto a questo ricordo lei ha presente quando furono rinvenuti i cadaveri? Cioè quando si seppe che quel furgone… c’era stato un omicidio? Dopo che l’aveva visto o prima?
O.C.: No io lo seppi la sera quando rientravo a casa, che era successo i che era…
P.M.: Quindi quella mattina non si sapeva ancora nulla?
O.C.: No.
P.M.: E il pulmino era lì?
O.C.: Si.
Presidente: Lui pensa che non se ne sapesse nulla.
O.C.: Il sabato e la mattina, furono trovati la sera e quindi…
O.C.: Si infatti.
Presidente: Non è che lo sa lui.
P.M.: No, no, senta una cosa, però lei poi fece ai Carabinieri una considerazione, la ricorda? Come mai quello non avvertì?
O.C.: Si, quello si.
P.M.: Eh?
O.C.: Si.
P.M.: Bene? Lei fece così, dice: “Mi son sempre chiesto come mai l’individuo da me notato non aveva chiamato la Polizia”.
O.C.: Si, quello si. Questo è sempre rimasto…
P.M.: Il suo dubbio.
O.C.: Si.
P.M.: Come mai questa persona… Questa persona aldilà della descrizione che ci ha fatto lei non è in grado di dire che età poteva avere? Che altezza?
O.C.: No. L’altezza si era abbastanza alto.
P.M.: Cioè?
O.C.: Mah ora non…
P.M.: Non lo sa. Senta una cosa, lei vide se nei pressi c’era o meno un ciclomotore?
O.C.: No quello lo notai dopo un paio di giorni, tornando, sempre, a casa.
P.M.: E com’era questo ciclomotore?
O.C.: Era un Beta
P.M.: Un Beta, cioè?
O.C.: Mah ora la marca…
P.M.: Si, no, la forma?
O.C.: No s..
P.M.: Di quelli, per intendersi, con il serbatoio davanti?
O.C.: Si bravo, davanti, si.
P.M.: Tondo.
O.C.: Si.
Presidente: Com’era? No, un momento
P.M.: Ora, poi gli mostriamo una foto, Presidente.
Presidente: Un Beta, un Beta sa…
O.C.: Si ma io mi ricordo di questo qui perché ce l’aveva un ragazzo che lavorava con me
P.M.: Un ciclomotore 48, non un Ciao per intendersi?
O.C.: No, no, no.
P.M.: Vecchio tipo?
O.C.: Si.
P.M.: Era un ciclomotore in ottime condizioni o le sembrò…
O.C.: Ora…
P.M.: Non se lo ricorda. Il colore per caso se lo…
O.C.: No
P.M.: No?
O.C.: …
P.M.: Non ricorda di aver visto… di aver detto alla Polizia forse anche il colore? No?
O.C.: Ma può darsi ma ora son già…
P.M.: Ho capito però se lei a suo tempo ha detto che era di colore rosso e…
O.C.: Io mi ricordo del serbatoio di colore rosso, poi il resto non…
P.M.: Il serbatoio era rosso, se c’era un portapacchi o qualcosa ricorda?
O.C.: No mi ricordo c’era una corda dietro…
P.M.: Una corda dietro
O.C.: O un nastro, non so che… non posso descriverlo.
P.M.: Senta una cosa, un ciclomotore le è stato poi mostrato dal vivo o in foto?
O.C.: Si.
P.M.: Questo ciclomotore le è sembrato, quello nella foto, quello che poteva essere…
O.C.: Ma la marca era quella lì, però se era quello…
P.M.: Ah beh certo! Certo, certo.
O.C.: La marca era quella.
P.M.: Quello che le fu mostrato era di un altro colore?
O.C.: Si.
P.M.: Ecco. Invece quello che ricorda lei era sul rosso? Almeno il…
O.C.: Il serbatoio, si.
P.M.: Il serbatoio.
Avvocato Fioravanti: Però non lo dice, Presidente scusi un attimo.
P.M.: No ora mi lascia finire.
A.F.: Ma non dice la parola rosso, non l’ha mai detto, lo sta suggerendo, io non lo so…
P.M.: Che cosa mi scusi?
A.F.: La parola “rosso”…
Presidente: Avvocato non posso dire nulla perché io il verbale non ce l’ho.
P.M.: L’ha detto lei, mi scusi allora…
A.F.: Sul colore…
Presidente: Lui ha detto…
P.M.: Col serbatoio rosso.
Presidente: Lui ha detto: non me lo ricordo. Il serbatoio era rosso il resto non me lo ricordo.
O.C.: No adesso non posso dire di che colore era.
P.M.: Benissimo.
O.C.: Il serbatoio era, si , rosso.
P.M.: Lei ricorda se c’era un portapacchi o una corda?
O.C.: Si una corda, non so di preciso…
P.M.: Posso mostrare delle foto al teste, Presidente?
Presidente: Certo. Scusi mi vuol ridire quando lo vide questo motorino?
O.C.: Mah, dopo un paio di giorni, mi rimase impresso perché siccome tornavo casa, lo vidi appoggiato all’incrocio di via Volterrana e Via Giogoli, lì, mi rimase impresso perché, l’ho detto, ce l’aveva un ragazzo che lavorava insieme a me e allora: guarda il motorino uguale… E basta.
P.M.: A chi distanza, mi scusi, dal luo… quando lo vide, dove lo vide lei, era dal luogo del fatto?
O.C.: Mah, un duecento metri.
P.M.: In qualche posizione della strada che lei ricorda?
O.C.: Si appoggia… Siccome lì sulla via Volterrana, dove c’è l’incrocio di via Giogoli, c’è un ingresso della villa, appoggiato a il muro della villa.
P.M.: Può darsi che fosse un motorino di una forma simile a quello della foto? Così?
O.C.: Quella marca lì.
P.M.: Vogliamo mostrare la foto dove si vede la corda per cortesia?
Presidente: Quello è un elastico, non è una corda.
O.C.: Si, insomma ho detto un elastico, corda, un affare di… qualcosa del genere c’era legato però se devo dire era una corda o un elastico no.
P.M.: Se era una corda o un elastico lei non lo ricorda. Senta una cosa, questa è la foto che le è stata mostrata dalla Polizia?
O.C.: Si.
P.M.: Ecco, vorrei far presente alla Corte di controllare nel processo verbale di sequestro, è così com’è stato sequestrato con quell’elastico.
Presidente: Però lei prima non l’aveva visto, prima… Lei dice: l’ho visto dopo un paio di giorni.
O.C.: Si un paio di giorni.
Presidente: Prima no?
O.C.: No.
Presidente: Non c’era prima?
O.C.: No non c’era, non lo posso dire se c’era, non c’era, non l’ho notato.
Presidente: Non l’ha notato.
P.M.: Non ho altre domande, grazie.
Presidente: Dopo un paio di giorni da quando?
O.C.: Da quella mattina lì.
Presidente: Da quella mattina in cui lei era passato?
O.C.: Si, ci poteva esse’ stato messo anche la mattina dopo però io non lo so perché a me mi rimase impresso solo dopo un paio di giorni ecco, notai questo motorino e basta.
Presidente: Signori avvocati? Avvocato Santoni.
Avvocato Santoni Franchetti: L’ha fatta lei Presidente la domanda.
Presidente: Prego?
A.S.: L’ha già fatta lei Presidente la domanda dei due giorni.
Presidente: Ah, va bene, benissimo, signori avvocati di parte civile null’altro? Avvocato Bevacqua.
A.B.: Grazie Presidente. Senta signor Celli lei quante volte è stato interrogato per questa vicenda? Se se lo ricorda.
O.C.: Mi sembra che questa sia la quarta volta.
A.B.: Quarta volta.
O.C.: Si.
A.B.: Oggi è la quarta volta.
O.C.: Si oggi la quarta.
A.B.: La quarta volta però risultano solo due interrogatori…
O.C.: Come due? Al Galluzzo dai Carabinieri, poi a Firenze e questa è la quarta volta.
P.M.: Questa è la terza. Al Galluzzo dai Carabinieri, a Firenze e oggi sono tre.
O.C.: Mah ora…
Presidente: Varie volte.
A.B.: Varie volte,
O.C.: Tre, quattro volte, non lo so.
A.B.: Ecco, lei fu sentito nella immediatezza dell’omicidio?
O.C.: Si.
A.B.:Se lo ricorda, e rese una certa dichiarazione.
O.C.: Si.
A.B.: Che io le leggo, che è un po’ diversa da quella che ha resa invece dopo tanto tempo, dopo diversi anni, perché questa seconda dichiarazione l’ha resa alla squadra mobile SAM esattamente il 29 giugno 1992, bene? Perché le dico, nella prima dichiarazione, quella che lei rende nell’immediatezza del fatto lei assolutamente non ricorda di questo motorino…
O.C.: No.
A.B.: Ohooo, invece questa volta se lo ricorda
O.C.: No io mi ricordo solo… quando mi richiamarono l’ultima volta se c’era qualcosa che avevo notato lì e mi tornò in mente questo motorino perché era un…
A.B.: Si, va bene, però lei nell’immediatezza del fatto ricorda questo e fotografa una certa situazione, bene? Io gliela leggo e lei deve dire, non a me ma a la Corte, se conferma questa circostanza…
Presidente: Allora aveva i ricordi più freschi…
O.C.: Poi fra l’altro è passato diverso tempo e diverse conseguenze sicchè…
Presidente: Ora poi i ricordi sarebbero caldi.
A.B.: “Mi è parso che tutte le portiere del mezzo fossero chiuse ma comunque non vi ho fatto molto caso. Accanto vi era una seconda auto di color bianca, forse una A112 o una Mini in quanto era tagliata dietro e molto larga. A lato vi era un uomo che si stava nuovamente avvicinando a detto furgone” mi è stato copiato male, non so per quale motivo ma veramente lo leggo pochissimo, lo leggo molto male…
P.M.: Prendiamo l’originale.
A.B.: Se me lo da… “…dal furgone parcheggiato a tre metri di distanza. L’uomo dall’apparente età di anni 40/45, molto robusto, capelli radi e forse anche stempiato”, l’ha detto lei.
O.C.: Bianchi.
A.B.: Bianchi non c’è scritto. “indossante un paio di pantaloni chiari” qua non si capisce più nulla…
P.M.: Prendiamo il verbale via!
A.B.: Ecco, ce lo dia, ce lo dia, grazie. “Era alto cm 1 e 75”. Lei ricorda una A112 o comunque una Mini, un uomo 40/45 anni molto robusto, capelli radi, vede i miei?
O.C.: Si. Come lei no, però… Un pochini di più.
A.B.: Un po’ di più radi?
O.C.: No un po’ di più capelli
A.B.: E forse anche stempiato, altezza 1 e 75. Eh? Conferma questa circostanza?
O.C.: Certo.
A.B.: Benissimo. Io se il Pubblico Ministero mi fornisce questo potrei sapere qualche altra cosa.
P.M.: Se mi da due minuti…
A.F.: Non si leggono le copie.
A.B.: Perché molte carte importanti non riesco a leggerle.
A.F.: Non si leggono.
P.M.: Siamo maliziosi a tal punto…
A.F.: Eh si.
A.B.: Non lei certamente, io ho chiesto le copie…
Presidente: Proseguiamo
A.B.: Va bene Presidente. Ecco allora, circostanza che lei Autobianchi… Non sudi perché sudo anch’io…
O.C.: No, no io sudo per altri problemi.
Presidente: Sudiamo tutti, guardi.
A.B.: Sudiamo tutti. E lei ha riferito
O.C.: Io ho altri problemi, per quello non son venuto stamattina.
Presidente: Certo, lo so, lo so.
O.C.: Sudo per quello.
A.B.: Ecco, mi dispiace.
Presidente: Stia assolutamente tranquillo.
A.B.: Senta, questa circostanza dell’Autobianchi lei l’ha riferita per la verità anche alla SAM, vero?
O.C.: Si.
A.B.: Che era un Autobianchi… E’ vero?
O.C.: Si.
P.M.: Menomale.
A.B.: Solo che lei non gliel’ha domandato. Non gli è interessato, a me interessa. Dunque, “Dopo attenta osservazione delle foto dichiara…” perché le hanno fatto vedere questo motorino, parecchio, attenta osservazione, lei si è messo lì parecchio, “…effettivamente il ciclomotore che vedo raffigurato è di tipo uguale a quello che io vidi nella circostanza sopra narrata”
O.C.: Si.
A.B.: Questo ciclomotore, la domanda credo gliel’ha già fatta il signor Presidente, questo ciclomotore lei ha detto che stava a 200 metri circa, 200 metri circa dal furgone.
O.C.: 200/250, si.
A.B.: Ecco, mentre la A112 era molto prossima a questo furgone?
O.C.: Si era sulla strada.
A.B.: Era sulla strada, accanto al furgone.
O.C.: Perché il furgone era nell’interno del campo.
A.B.: E lei espresse l’idea al maresciallo di Galuzzo, che io vedo e non vedo in questo verbale, che quella persona, che aveva questi capelli radi, che aveva questa testa stempiata, il cranio stempiato, che era quaranta/quarantacinquenne e che quindi aveva anche un’altezza di un metro e settantacinque potesse essere il proprietari o il conduttore di quella A112…
O.C.: Quello me lo dissero quando andai lì, dice, si ma questo, a si ho capito era il proprietario della A112 che era un uomo che stava lì vicino.
A.B.: Ah, va bene.
O.C.: Questo me lo dissero loro io…
A.B.: Lo dissero loro. Quindi questa era una persona che stava lì e che glielo dissero.
O.C.: Così dissero loro io non lo conoscevo.
A.B.: Benissimo, grazie, nient’altro.
Presidente: Avvocato Fioravanti ha domande?
A.F.: Nessuna domanda.
Presidente: Bene, possiamo licenziare il teste?
P.M.: Si chiedevo solo se si ricorda chi era questa persona, lei sa il nome di questa persona?
O.C.: No.
P.M.: No, benissimo, lo chiederemo a chi di dovere e vediamo se era lui.
Presidente: Il consigliere Polvani le vuol fare una domanda signor Celli.
Consigliere Polvani: Si ricorda a che ora del mattino vide questa scena con questo signore?
O.C.: Mi ricordo solo che era presto perché stavo portando, insomma, la mamma a riscuotere la pensione per non fare la fila.
C.P.: Ecco, quindi la mattina abbastanza presto.
O.C.: Si, sette e mezzo/otto un affare così, non più tardi.
C.P.: Non più tardi, grazie.
Presidente: Bene, grazie signor Celli può andare, buongiorno, può tornare a casa, arrivederci.
P.M.: Presidente prima di licenziare il teste vorrei sapere se la difesa ha bisogno di quel verbale, in cinque minuti lo procuriamo e così sappiamo se è necessario fare ulteriori domande o se…
Presidente: Ma non credo Pubblico Ministero
A.B.: Se me lo da io lo piglio…
P.M.: Io no ce l’ho.
A.B.: Per toglierci la giacca, Presidente.
Presidente: No, no, no.
A.B.: Io non ho quel verbale. Bene, allora io non ho domande da fare la teste.
P.M.: Sentirei Benvenuti Liliana
Presidente: Si accomodi signora, venga, si accomodi prego, ecco sieda pure lì signora, buonasera, ecco si metta comoda, signora una domanda prima: consente le riprese televisive?
L.B.: Non mi interessa.
Presidente: Ecco non le interessa, benissimo.
L.B.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia dispos… deposizione mi impegno a dire tutta la verità e non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza, grazie.



Presidente: Vuol dare, signora, le sue generalità alla segretaria?
L.B.: Benvenuti Liliana, nata a Vicchio il xx.x febbraio… x febbraio
P.M.: Millenovecentoxxxxxxxx
L.B.: ‘xx, si.
Presidente: x xxxxxxx 19xx, risiede a?
L.B.: A Barberino di Mugello
Presidente: Vuol rispondere, per cortesia, alle domande del Pubblico ministero, signora?
L.B.: Si.
P.M.: Io ho una sola domanda Presidente, i testi di stasera sono su fatti sicuramente marginali e sono numerosi ma le domande sono molto brevi, a meno che i testi non abbiano da dire qualche altra cosa.
Presidente: Prego.
P.M.: Signora Benvenuti, lei è stata interpellata dalla Polizia in merito ad una circostanza…
L.B.: Si
P.M.: E è questa: se per caso lei ha partecipato a una festa dell’uva a Mercatale dove c’era la banda delle majorette di Vicchio…
L.B.: Si.
P.M.: E’ vero?
L.B.: Si io sono uscita fuori a vedere questa manifestazione, poi… si.
P.M.: Ricorda, signora, grosso modo l’anno?
L.B.: Mi sembra nell’83, mi sembra eh… io però non mi ricordo di preciso.
P.M.: Ricorda se a questa festa c’era qualcuno che lei conosceva?
L.B.: Conoscevo…
P.M.: Persone di Mercatale ovviamente…
L.B.: Si.
P.M.: Tra queste persone c’era per caso, se lei lo ricorda, crede o ha visto il signor Pacciani?
L.B.: Si.
P.M.: Anche lui di Mercatale…
L.B.: L’ho visto, così come tanti altri.
P.M.: Certo. Ricorda per caso se lui… non so… offriva da bere a qualcuno?
L.B.: Si, lui andò a prendere del vino a casa sua e offrì da bere alla banda, poi…
P.M.: In questa banda di Vicchio lei conosceva qualcuno?
L.B.: La figliola di una mia cugina e basta perché io manco da Vicchio dal ’47.
P.M.: Ah, ecco, lei è di Vicchio.
L.B.: Si ma io manco da Vicchio dal ‘47
P.M.: C’era la figlia di una sua cugina…
L.B.: Si
P.M.: …che era nella banda?
L.B.: Si.
P.M.: Quindi c’erano diverse ragazze?
L.B.: Si. Si ma io quelle giovani non le conoscevo.
P.M.: Conosceva solo questa figlia di una sua cugina.
L.B.: Si perché…
P.M.: Non ho altre domande, grazie.
Presidente: Signori avvocati di parte civile? Avvocato Colao.
Avvocato Colao: Senta signora, può precisare come si chiamava questa signorina della banda?
L.B.: Si ma è qui è testimone anche lei… ora il cognome… perché s’è sposata… da ragazza era Arcusi Marzia e da sposata ora non mi viene… Fantoni! No…
P.M.: Sottili, signora.
L.B.: Sottili, Sottili si.
Avvocato Colao: Bene grazie signora.
Presidente: Altre domande signori avvocati? Nessuna? Difensori nessuna. Signora grazie può andare, prego buonasera.
L.B.: Buonasera.
P.M.: Sentiamo Sottili Marzia
Presidente: Si accomodi signora, buonasera, si accomodi prego, legga per cortesia quella formula.
M.S.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.



Presidente: Bene, vuol dare le sue generalità signora?
M.S.: Marzia Sottili, nata a Vicchio di Muge… a Firenze il xx.xx.xx
M.S.: Presidente: Residente?
M.S.: A Vicchio di Mugello.
Presidente: Vuol rispondere per cortesia alle domande del Pubblico Ministero?
P.M.: Sempre molto semplici, signorina lei è originaria di Vicchio quindi?
M.S.: Si.
P.M.: Lei ha fatto parte o fa parte della banda di Vicchio?
M.S.: Ho fatto parte dall’80 all’84.
P.M.: Era una banda che girava anche i paesi per le feste?
M.S.: Si.
P.M.: Ricorda di essere mai stata, con la banda, a Mercatale?
M.S.: Si una volta.
P.M.: Ricorda l’anno?
M.S.: No, non mi ricordo se era l’82 o l’83.
P.M.: Che stagione era lo ricorda?
M.S.: Mi sembra di ricordare che fosse la fine dell’estate.
P.M.: Era una festa dell’uva? Può darsi?
M.S.: Si.
P.M.: Senz’altro si. Ricorda se nella banda con lei quante ragazze eravate?
M.S.: Ma, mi sembra, circa una trentina, anche se non sempre tutte eravamo presenti.
P.M.: Quel giorno di cui stiamo parlando con lei c’era Pia Rontini?
M.S.: Mah, io non sono in grado di dire si.
P.M.: Non…
M.S.: No.
P.M.: Qualcuno gliel’ha ricordato che c’era?
M.S.: Si.
P.M.: Chi gliel’ha ricordato?
M.S.: Il personale della Sam poi me l’ha detto.
P.M.: No, mi scusi, il personale della SAM gliel’ha detto dopo, io dico di sue colleghe o qualche ragazza… Ci son le foto per fortuna quindi non ci sono SAM che tengano.
M.S.: Io…
P.M.: Lei non ricorda. Le hanno mostrato delle foto in cui c’era lei e la Pia?
M.S.: Si che io non sono stata in grado di riconoscere però da queste foto.
P.M.: Da queste foto no. Senta una cosa, lei invece conosceva il signor Pacciani?
M.S.: No.
P.M.: Qualcuno le ha detto che c’era il signor Pacciani perché lo conosceva?
M.S.: Ehmm, molto tempo dopo, non nell’occasione.
P.M.: Chi gliel’ha detto?
M.S.: Me l’ha detto la mamma
P.M.: Gliel’ha detto sua mamma…
M.S.: Mia madre che era presente quando noi siamo stati a Mercatale.
P.M.: Era con lei la sua mamma?
M.S.: Non era con me perché io facevo parte del gruppo…
P.M.: Quel giorno lì. E come mai sua mamma conosceva il signor Pacciani?
M.S.: Perché mia madre è originaria di Vicchio, sua cugina, la signora Liliana Benvenuti, è originaria di Vicchio e abitava a Mercatale e quindi erano insieme, mia madre è venuta per far visita alla cugina e gli ha detto che c’era…
P.M.: Che c’era questo signore che era un suo vecchio compaesano di Vicchio.
M.S.: Si.
P.M.: Non ho altre domande, grazie.
Presidente: Signori avvocati di parte civile? Signori difensori?
Avvocato Bevacqua: Senta signorina quante volte è stata sentita dalla SAM?
M.S.: Una.
A.B.: Credo due, no?
M.S.: Ah si, due, due è vero si.
A.B.: Un giorno dopo l’altro?
M.S.: Il giorno dopo si.
A.B.: Uno dopo l’altro.
M.S.: Si uno dopo l’altro, si.
A.B.: Sempre sulle stesse cose, sulle stesse dichiarazioni?
M.S.: Si
A.B.: Sugli stessi tentativi di riconoscimento?
M.S.: Si.
P.M.: Ci sono le foto
A.B.: Siii certo.
Presidente: Va bene.
A.B.: Grazie.
Presidente: Quindi lei c’è stata una volta sola?
M.S.: A Mercatale, che io ricordi, si.
Presidente: Bene, può andare grazie signora, buonasera.
M.S.: Grazie.
P.M.: Giovannetti Monica.
Presidente: Si accomodi signorina, buonasera, prego, vuole leggere per cortesia quella formula?
M.G.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e non a nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: Benissimo, vuol dare per cortesia le generalità al segretario?



M.G.: Giovannetti Monica nata a Firenze il xx/xx/xx.
Presidente: Residente?
M.G.:A Vicchio Mugello, Viale xxxxx xxxxxx.
Presidente: Vuole rispondere alle domande del Pubblico Ministero?
M.G.: Si
Presidente: Prego.
P.M.: Signorina lei è di Vicchio vero?
M.G.: Si.
P.M.: Conosceva la signorina Pia Rontini?
M.G.: Si.
P.M.: E anche una certa signorina Poggiali Elisabetta?
M.G.: Si.
P.M.: Entrambe queste ragazze facevano parte della banda di Vicchio?
M.G.: Si.
P.M.: Anche lei per caso?
M.G.: Si.
P.M.: Le è stata mostrata, anzi no facciamo in un altro modo, lei ricorda di essere stata, se c’è stata, a una festa dell’uva a Mercatale?
M.G.: Io probabilmente ci sono stata.
P.M.: Le è stata mostrata una foto di quella festa?
M.G.: Si.
P.M.: In quella foto c’era la signorina Poggiali Elisabetta? L’ha riconosciuta?
M.G.: Mi sembra di si.
P.M.: E la signorina Pia Rontini?
M.G.: C’è una ragazza bionda, vista da dietro, che sembra sia Pia.
P.M.: Grazie. Lei probabilmente alla Polizia è stata un po’ più sicura, oggi è in dubbio o le sembra la Pia Rontini? Vuole che le rimostro la foto? O non cambierebbe nulla nel suo ricordo?
M.G.: No, è una ragazza bionda con i capelli lunghi quindi quasi sicuramente è lei però ce n’era un’altra di ragazza…
P.M.: Non ricorda come si chiama l’altra così…
M.G.: Laura
P.M.: E di cognome?
M.G.: Materassi
P.M.: Che se non sbaglio è stata citata, perfetto, si, si così lo chiediamo a lei. Non ho altre domande, grazie.
Presidente: Benissimo, avvocati di parte vicile? Signori difensori?
Avvocato Bevacqua: Si solo così, senta, questa… Lei quanti anni aveva in quella occasione?
M.G.: Io non ricordo se era l’82 o l’83 che siamo andati a Mercatale sinceramente.
A.B.: Aveva sedici o diciassette anni?
M.G.: Eh, son del ’65, si.
A.B.: Senta, lei ha visto… quante eravate di ragazze?
M.G.: Oh.. trenta/trentacinque ragazze.
A.B.: Quante brune e quante bionde?
M.G.: Sinceramente non gli so rispondere.
A.B.: Quindi ce n’era bionde e ce n’era brune?
M.G.: Si ma non bionde… cioè bionde con capelli lisci, come si vedono nella foto, erano due.
A.B.: Due sole eh?
M.G.: La Pia e Laura.
P.M.: Materassi Laura e la Pia Rontini, abbiamo Materassi Laura qui così risolviamo il problema.
A.B.: Mi fa finire di parlare?
P.M.: Si, si, no era per… il caldo è tanto…
A.B.: Si.
P.M.: …se si può evitare l’inutile io le davo una mano.
Presidente: Va bene, va bene…
A.B.: Che sia utile o che sia inutile questo lo devo dire io.
Presidente: Allora le circostanze comunque sono quelle che ha riferito la teste. C’erano queste due ragazze…
A.B.: Ecco, senta…
Presidente: …una la Rontini e l’altra questa Materassi.
A.B.: Senta lei è sicura in quella foto di riconoscersi?
M.G.: Io?
A.B.: Eh..
M.G.: Si.
A.B.: E c’era lei? E il babbo? E c’eravate tutte e due?
M.G.: Si.
A.B.: Va bene nient’altr… nessun altra domanda.
Avvocato Fioravanti: Quante volte è stata sentita… Avvocato Fioravanti… Quante volte è stata sentita dalla Polizia?
M.G.: Una volta
A.F.: Ecco, gli hanno de… gli hanno indicato le foto da riconoscere? Quante foto erano?
M.G.: Mah, ora non me lo ricordo se una o due.
A.F.: In che epoca è stata sentita dalla Polizia?
M.G.: Un anno, un anno e mezzo fa, forse due. Più o meno in questi anni. Grazie
A.F.: Grazie.
Presidente: Altre domande signori? Grazie, può andare signorina, buonasera.
P.M.: Sentirei Giovannetti Renato.
Presidente: Giovannetti Renato. Si accomodi signor Giovannetti, si accomodi pure, legga… gli vogliamo dare quel foglio… Grazie, legga quella formula…
R.G.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza, grazie.



Presidente: Bene, vuol dare le sue generalità per cortesia?
R.G.: Giovannetti Renato nato il xx di xxxxxxx di ’xx, Vicchio.
Presidente: Residente?
R.G.: Vicchio.
Presidente: Vuole rispondere alle domande del Pubblico Ministero?
R.G.: Si.
P.M.: Signor Giovannetti lei ricorda di essere stato alla festa de l’uva di Mercatale una volta con la banda e le majorette di Vicchio?
R.G.: Si.
P.M.: Come mai c’è stato?
R.G.: Perché siamo stati invitati dalla parrocchia
P.M.: Perché lei con questa banda musicale ha qualche rapporto?
R.G.: Si, sono il presidente.
P.M.: Quindi ricorda di essere andato in quell’anno a Mercatale?
R.G.:Nell’83.
P.M.: Ricorda se quel giorno, fra le componenti della banda, c’era sua figlia?
R.G.: Si.
P.M.: Come si chiama sua figlia?
R.G.: Monica.
P.M.: Ricorda se nella banda, quel giorno, fra le componenti, c’era Pia Rontini?
R.G.: Si.
P.M.: Ne è sicuro?
R.G.: Si.
P.M.: Non ho altre domande, grazie.
Presidente: Signori avvocati di parte civile? Avvocato Colao prego.
Avvocato Colao: Signor Giovannetti, scusi, si ricorda lei se vi fu offerto del vino? Da qualcheduno?
R.G.: Mah eh… me lo ricordo perché me l’hanno detto i componenti della banda, i musicanti, però io se gli dovessi dire “si l’hanno offerto” non glielo posso dire, perché a me personalmente non me l’hanno offerto so che alcuni musicanti mi hanno riferito che gliel’avevano offerto.
A.C.: Ma e fra i musicanti c’erano anche maschi o soltanto femmine?
R.G.: No, tutti maschi.
A.C.: No ma io forse mi riferivo alle componenti femminili della banda cioè alle majorette
R.G.: Mah, le majorette penso di no.
A.C.: Ho capito, grazie.
Presidente: Avvocato Fioravanti.
Avvocato Fioravanti: Mi può dire chi era il capobanda?
R.G.: Il capobanda era Bassi Bruno.
A.F.: Non è che fosse Materassi Enzo?
R.G.: No il capobanda era Bassi Bruno, Materassi Enzo era un musicante come tanti altri.
A.F.: Grazie.
Presidente: Bene, può andare signor Giovannetti, buonasera.
R.G.: Buonasera.
Presidente: Proseguiamo
P.M.: Sentirei Materassi Laura allora se c’è.
Presidente: Si accomodi prego signora, buonasera, prego signora si accomodi, vuole leggere per cortesia la formula… grazie.
L.M.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto a mia conoscenza.



Presidente: Bene, può dare le generalità al segretario per cortesia?
L.M.: Materassi Laura nata a Vicchio il xx.xx.xx
Presidente: Residente?
L.M.: A Vicchio.
Presidente: A Vicchio, benissimo. Vuole rispondere alle domande del Pubblico Ministero? Prego.
P.M.: Signorina lei ha fatto parte della banda musicale, majorette di Vicchio?
L.M.: Si.
P.M.: Ricorda di essere stata col suo gruppo ad una festa dell’uva a Mercatale?
L.M.: Non ho il ricordo chiaro, mi ricordo che abbiamo fatto molte feste… io sono venuta via nell’84 dal gruppo musicale e penso di esserci stata però sicuramente non lo posso dire.
P.M.: Senta, ricorda… lei conosceva Pia Rontini?
L.M.: Si.
P.M.: Aveva i capelli come lei?
L.M.: Si.
P.M.: Ricorda se in una foto che le è stata mostrata di quella festa lei ha riconosciuto la Pia?
L.M.: Si ricordo di aver riconosciuto la Pia per un piccolo particolare.
P.M.: Quale è?
L.M.: La molletta che portava dietro i capelli che io non l’ho mai portata
P.M.: E invece ce l’aveva la Pia
L.M.: E nella foto c’era.
P.M.: Possiamo vedere la foto della festa dell’uva?
Presidente: La vogliamo vedere?
P.M.: E’ della festa dell’uva ci è stata fornita dagli organizzatori alla Polizia giudiziaria.
Presidente: E’ nel fascicolo…
P.M.: E’ nel fascicolo. Per fortuna abbiamo qualche foto sennò avrebbero fatto anche i fotomontaggi quelli della SAM…
Avvocato Bevacqua: Tutto è possibile nel mondo del…
P.M.: Speriamo che questa sia una foto vera
A.B.: Ci sono le spie che spiano gli avvocati…
P.M.: Speriamo che non sia un fotomontaggio avremmo preso un granchio
Presidente: Nella foto… Si volti bene signorina…
L.M.: Si.
Presidente: Signora, così…
A.B.: Non vedo nulla con quella RAI, chiedo scusa…
Avvocato Fioravanti: La RAI un po’ più indietro… se ce le fa vedere…
Presidente: Un attimo solo.
A.B.: Grazie, grazie.
P.M.: Sa chi è quella ragazza di fronte?
L.M.: E’ Monica Giovannetti.
P.M.: L’abbiamo citata? Sennò lo chiediamo a lei. Si, si l’abbiamo sentita, chiedo scusa è quella… abbiamo la conferma
Presidente: Io sono poco fisionomista ma lei peggio…
P.M.: Io ancora meno, si, così mi aiuto con le foto e poi le vedo anche male.
Presidente: Ecco, quindi la ragazza che vediamo di spalle con, diciamo, quella coda…
L.M.: La pinza.
Presidente: Quella pinza rossa, mi pare, vero?
L.M.: Si.
Presidente: Per capelli è la Pia Rontini.
P.M.: Non ho altre domande grazie.
A.B.: Ecco, mi può lasciare la fotografia?
Presidente: Si, lasciamola.
A.B.: Questo è un momento in cui voi non fate… non state… così… sfilando? No? Siete fra tante persone della zona, del luogo… eh? Quindi potrebbe essere quella ragazza… potrebbe essere… una ragazza del luogo, di Montespertoli?
L.M.: No.
A.B.: Perché?
L.M.: Perché praticamente lì, non so, molto probabilmente si stava discutendo di qualcosa del balletto, della festa, non lo so…
A.B.: Però non sono tutte persone della…
L.M.: Ma se lei nota bene, nella foto, la ragazza ha il cordone della mottura
A.B.: Dov’è il cordone?
L.M.: Sulla spalla destra.
A.B.: No, veramente non la vedo.
P.M.: Noi lo vediamo.
L.M.: Io lo noto, sarà che conosco la mottura
A.B.: E scusi, io non lo vedo, lo faccia vedere anche a noi.
P.M.: Lo stiamo vedendo.
L.M.: Si, quello è il cordone della mottura che avevamo sulla spalla.
A.B.: Quella cosa che esce dalla
L.M.: Dalla mano.
Presidente: Da sotto… dal sotto… dalla spallina.
A.B.: Però, ha detto, se lo conferma questo: “Di quella partecipazione del gruppo alla festa dell’uva a Mercatale non sono in grado di fornire ulteriori particolari e cioè sia se ho partecipato io, sia se ha partecipato la Pia Rontini.”
L.M.: Certo perché non è detto che andavo a tutte le manifestazioni. Mi ricordo che in quell’anno abbiamo fatto molte feste però se quel giorno preciso c’ero io non lo posso dire e non posso nemmeno dire se c’era la Pia, comunque quella foto è la Pia.
A.B.: Benissimo, grazie, questo volevo sapere, cioè lei non sa, non può essere sicura se era quel giorno…
L.M.: Se io personalmente… se c’ero io non lo so, la foto, se la foto è di quella festa lì quella è la Pia.
P.M.: E’ di quella festa possiamo stare tranquilli.
A.B.: Va bene, vediamo.
P.M.: E’ in atti le abbiamo viste tutte.
A.B.: Staremo tranquilli.
A.F.: Non c’è scritto.
Presidente: Possiamo mandar via la teste?
P.M.: Si grazie.
Presidente: Può andare grazie buonasera.
P.M.: Sentiamo Materassi Enzo, Presidente.
Presidente: Materassi Enzo. Prego, no, no qua, buonasera signor Materazzi, prego si accomodi guardi su quella sedia lì, stia attento a non inciampare nei fili, si metta pure comodo, senta, consente di essere ripreso dalle telecamere?
E.M.: Son anche bellino.
Presidente: Va bene.
P.M.: Ci vuole Presidente, il caldo è insopportabile.
Presidente: Benissimo allora legga per cortesia quella formula magica.
P.M.: Ci alleggeriamo…
E.M.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e non a nascondere nulla di quanto è in mia conoscenza.



Presidente: Benissimo, le sue generalità? Come si chiama, dove è nato…
E.M.: Materassi Enzo, nato a Vicchio xx.xx19xx
Presidente: Residente?
E.M.: Vicchio.
Presidente: Residente a Vicchio.
E.M.: Via xxxxxx xx xxxxxx n.xx.
Presidente: Benissimo, senta signor Materassi…
E.M.: Dica.
Presidente: Vuole rispondere alle domande del Pubblico Ministero per cortesia?
E.M.: Volentieri.
Presidente: Prego.
P.M.: Signor Materassi lei ci ha detto è di Vicchio, vero? Lei conosce o ha conosciuto il signor Pacciani?
E.M.: L’ho conosciuto Pacciani quando è uscito dalla carcere verso il ’68 perché prima io non abitavo… abitavo a Vicchio, cioè la mia famiglia, ma io lavoravo a Firenze in Via Gian Paolo Orsini e abitavo in via Chiantigiana 33 dove poi mi sono sposato e poi…
P.M.: E dove l’ha conosciuto il Pacciani?
E.M.: L’ho conosciuto perché mi sembra che abbia fatto qualche quindicina al Comune lì o qualcosa poi dopo quando è andato a casa non l’ho visto più.
P.M.: Qui siamo in anni lontani.
E.M.: Si eh, in quell’epoca lì.
P.M.: Quando lei lavorava al Comune, ha detto?
E.M.: No io penso che lui abbia…
P.M.: …per il Comune.
E.M.: Abbia fatto una quindicina al Comune.
P.M.: Una quindicina cioè quindici giorni di lavoro?
E.M.: Un so, come davano a tutti, vero?
P.M.: E che lavori erano?
E.M.: Quegli che danno i sindaci ora… O spazzare o andare…
P.M.: Senta una cosa, poi l’ha mai più rivisto Pacciani?
E.M.: Si
P.M.: Dove l’ha rivisto?
E.M.: L’ho rivisto a Mercatale.
P.M.: A Mercatale, in che occasione?
E.M.: Nell’83 quando siamo andati a suonare perché io fo parte della Vicchio Folk Band.
P.M.: Ecco e lei lo rivide a Mercatale?
E.M.: Si.
P.M.: E vi parlaste? Vi salutaste?
E.M.: Si, si, si.
P.M.: Ecco.
E.M.: Gli spiego perché.
P.M.: Ecco, ci spieghi perché.
E.M.: Io arrivai a Mercatale e si fece la sfilata poi ci si fermò in una piazza vicino alla chiesa e c’erano dei ragazzi che sentii una persona che disse: Siete di Vicchio? Dice: Si.  Conoscete un certo Cesari Costante? Questo ragazzo dice: No, io non lo conosco. Allora cercarono la persona che in quel momento lì… chi era il più anziano, io ero fra i più anziani, allora s’avvicinò a me e io gli dissi… a quel momento lì lo riconobbi perché domandava anche di Cesare, Gli dico  – Che c’è Pietro? – gli dissi, dice: Ma Costanti Cesare… Anzi disse: Costante i cche fa? – E’ morto. Gli dissi io, purtroppo. Oh, mi dispiace. Disse lui. O quando gli è stato? Io dissi: Non te lo so dire. Perché non me lo ricordavo, come non me lo ricordo neanche ora, la data precisa. E in quel momento lì i ragazzi chiesero: Ma bere un si beve mai? E allora lui rispose: Te lo porto io, stai tranquillo ti porto di’ vino genuino io che non avete mai bevuto. Andò via e dopo dieci minuti boni gli arrivò e ci portò da bere e gli era anche un buon vino.
P.M.: E l’offrì ai presenti.
E.M.: E diede da bere a tutti i musicanti, cioè ai maschi, a noi.
P.M.: Perfetto.
E.M.: Perché le femmine bevan l’acqua, vero?
P.M.: C’erano le femmine o eran già andate via?
E.M.: No lì quando s’arriva e ci si ferma siamo un gruppo però le femmine son molto più avanti di noi, mi capisce?
P.M.: Ho capito. Lei capì o vide se lui aveva o disse qualcosa se aveva assistito alla vostra rappresentazione?
E.M.: …
P.M.: Non disse nulla?
E.M.: No, lui ci diede da bere….
P.M.: Non ol’aveva visto prima, lei lo vide solo dopo?
E.M.: No io lo vidi quando, quando…
P.M.: Si, si dico era dopo la vostra sfilata?
E.M.: La sfilata noi l’avevamo fatta dal pullman a questa piazza, al momento che ci siamo fermati s’aspetta sempre che qualcuno ci dia da bere qualcosa e a quel punto lì fu chiesto da bere da questi ragazzi e lui mentre rispondeva a me disse  ve lo porto io – e onestamente ce lo portò…
P.M.: Non ho capito, scusi, perché non l’ho capito io, la sfilata delle ragazze c’era già stata o no?
E.M.: Si, è! Quando s’arriva si parte dal pullman e si va al posto dove deve venire i valletti eccetera.
P.M.: I balletti però non c’erano ancora stati?
E.M.: Ancora no.
P.M.: Ci furono dopo la bevuta?
E.M.: Si.
P.M.: Lei ha modo di ricordare o ha elementi per ricordare se quel giorno, alla sfilata delle majorette, c’era anche Pia Rontini?
E.M.: Mah, io penso la ci sia stata perchè…
P.M.: Però lei non ha…
E.M.: Perché le c’erano tutte… S’era un bel gruppo a quell’epoca lì, c’era un trentacinque donne e una quaranta cinquina di musicanti, quando s’era al completo e quindi…
P.M.: Lei ci sarà stata ma non ha elementi per dirlo con certezza.
E.M.: Noi si faceva due pullman e cioè: c’è il pullman dei giovani e il pullman di quegli…
P.M.: Meno giovani.
E.M.: Meno giovani da stare un pochino più tranquilli, poi magari si faceva chiasso anche noi… Quindi le majorette….
P.M.: Erano nell’altro pullman
E.M.: …conoscere le conosco tutte purtroppo… ma…
P.M.: Mica purtroppo!
E.M.: Se eran tutte presenti non lo potrei giurare, ecco.
P.M.: Bene, ce lo hanno detto gli altri. Non ho altre domande grazie.
Presidente: Bene, signori avvocati di parte civile? Nessuna domanda, signori difensori dell’imputato?
Avvocato Bevacqua: Si, soltanto così è una…
Presidente: Avvocato Bevacqua prego.
A.B.: Senta, il pullman dei meno giovani come noi stava dietro? Davanti? Dove stava?
E.M.: Avvocato…
A.B.: No, no, no
P.M.: Undici anni fa…
A.B.: Allora gli faccio un’altra domanda.
E.M.: Molte volte è davanti… molte volte…
A.B.: Le volevo dire, quando voi scendete, i meno giovani, quando scendevate andavate a chiedere da bere o no?
E.M.: No. Prima si fa il nostro servizio…
A.B.: Si, si, certo.
E.M.: …si va a prendere i nostri strumenti, ci mettiamo in fila e poi si parte e si va al punto dove si deve fare questa esibizione, facendo la sfilata, e lì il nostro presidente va a portare tutto quello che deve portare, noi s’aspetta quei dieci minuti…
A.B.: La domanda che le volevo fare
E.M.: …un momento di risposto, ecco.
A.B.: Si certo, il ristoro normalmente voi…
E.M.: Ci danno da bere.
A.B.: Ecco ma il vino, la bevanda che normalmente viene usata dai meno giovani penso che sia il vino… Oltre l’acqua, no?
E.M.: Si.
A.B.: Più il vino?
E.M.: Certo, c’è vino e acqua.
A.B.: I giovani preferiscono Coca Cola, altre cose…
E.M.: Eh ma a di molti gli davano acqua.
A.B.: La zona dei meno giovani era quella nella quale sostavano queste persone che bevevano il vino?
E.M.: Si.
A.B.: Ecco, mentre i giovani se ne andavano da un’altra parte a bere l’acqua, qualcosa di più…
E.M.: Si, veniva distribuito in quel modo lì perché ora, in quel caso lì ci ha offerto da bere lui, va bene, sennò arrivava qualcuno lì del consiglio…
A.B.: Del comitato.
E.M.: …del comitato e ce lo davano loro, ha capito?
A.B.: Va bene, grazie. Tanto questo ha un valore così, per ricordare le feste paesane, grazie.
Presidente: Altre domande?
P.M.: Nessun’altra domanda Presidente.
Presidente: Può andare grazie signor Materassi.



P.M.: Presidente faccio Presente che oggi abbiamo sentito 18 testi, il diciannovesimo ho un certificato medico, è qua, che non è potuta venire, il ventesimo non è venuto. Mi sembra, aldilà dell’ora, l’impegno che avevo preso li abbiamo sentiti tutti.
Presidente: Quindi non abbiamo più testi.
P.M.: Non abbiamo nessun’altro teste.
Presidente: Che vuol dire che potevamo sentirne di più.
P.M.: Presidente 20, io…
Presidente: Allora facciamo un programma per la prossima settimana…
A.B.: Oh anche io perché siccome altrove il programma è cosiddetto programmato anche fra difesa e accusa, mi scusi Presidente, se il Pubblico Ministero mi vuole dire che cosa farà la prossima settimana io non mi porterò tutta ‘sta barca di roba dietro…
P.M.: Mi sembra che i testi che rimangono… testi come testi… per fortuna non sono moltissimi quindi è facile capire quali saranno…
A.B.: Ho capito.
P.M.: …tranne quelli nuovi, poi sentirò la Polizia giudiziaria, come testi già indicati, nell’ordine
A.B.: Grazie. Quindi no, volevo domandare, mi scusi Presidente faccio a lei la domanda perché lei, se crede, la rivolga al signor Pubblico Ministero
P.M.: No, no perbacco!
A.B.: I signori tedeschi li sentiremo quando?
P.M.: I signori tedeschi, il P.M., ne ha due soltanto e debbo concordare con la Corte una data se poi ci mettiamo lì col calendario lo possiamo fare con il difensore e con il Presidente, sono da citare.
A.B.: Grazie, anche perché bisogna citarli per tempo, questi sono in ferie…
P.M.: Noi a disposizione per concordare una data che vada bene a tutti.
Presidente: Dunque per il momento ovviamente andiamo alla prossima settimana…
A.B.: Ecco signor Presidente la prossima settimana…
Presidente: …sperando, sperando, appunto, ora non so questi lavori che cosa comporteranno anche perché sicuramente dovranno mettere le mani anche dentro il bunker, questa ditta, quindi sono un po’ così, sul chi va là, nel frattempo certamente andiamo a lunedì, sperando di fare tre udienze consecutive almeno…
A.B.: Va bene.
Presidente: Però, ripeto, c’è questo punto interrogativo e d’altra parte è nell’interesse di tutti a questo punto…
P.M.: Posso convocare lunedì, martedì e mercoledì?
Presidente: In linea di massima direi proprio di si però Pubblico Ministero per cortesia prenda contatto con me domani.
P.M.: Bene, senz’altro.
Presidente: Perché domandi avendo parlato…
P.M.: Aspetto per le citazioni.
Presidente: … con i tecnici del comune e questi di questa ditta avrò idee più chiare sull’agenda dei lavori che d’altra parte come vedete a questo punto sono indifferibili perché qui non ci si sta più.
P.M.: Bene, grazie.
Presidente: Quindi detto questo ci aggiorniamo a lunedì 6 giugno alle ore 9:00, disponendo per quella data la traduzione del detenuto, l’udienza è tolta signori, buonasera.

1 Giugno 1994 16° udienza processo Pietro Pacciani

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