31 Maggio 1994, 15° udienza, processo, Pietro Pacciani

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Luigi Caioli, Franco Lotti, Francesco Lotti, Antonella Salvadori, Luca Iandelli, Angelica Scardigli, Tiziano Pieraccini, Marco Paolini, Lucia Mecacci, Santina Lalletti, Alessandro Gaziero, Elena Betti

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Presidente: Bene, buongiorno. Possiamo andare avanti con l’esame testimoniale, chi abbiamo signor Pubblico Ministero?
P.M.: Caioli Luigi.
Presidente: Signor Caioli Luigi, si accomodi qui per cortesia. Sieda lì signor Caioli. Innanzitutto lei consente le riprese televisive?



L.C.: Mah, non ci ho niente…
Presidente: A lei non gliene importa nulla. Benissimo allora siete autorizzati alle riprese. Vuole leggere per cortesia quelle formule?
L.C.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: Vuol dare le sue generalità? Nome, cognome, dov’è nato…
L.C.: Caioli Luigi, nato a Firenze il xx febbraio del ’xx, residente a San Casciano val di Pesa.
Presidente: Signor Caioli per cortesia risponda alle domande del Pubblico Ministero.
L.C.: Si.
P.M.: Signor Caioli lei conosce per caso il signor Pacciani?
L.C.: No.
P.M.: Lei non lo conosce. Qualcuno le ha mai riferito episodi relativi a Pacciani?
L.C.: Si, una persona.
P.M.: Chi è questa persona che le ha riferito qualcosa?
L.C.: In particolare il signor Iandelli Luca.
P.M.: Cosa le ha riferito il signor Iandelli Luca e quando?
L.C.: Me lo ha riferito nel periodo… verso maggio/giugno… non dell’anno scorso, dell’anno prima.
P.M.: Precedente, ’92.
L.C.: Quando c’erano le perquisizioni in casa del Pacciani.
P.M.: Cosa le ha riferito e chi è o come conosce questo signor Iandelli Luca.
L.C.: Questo Iandelli l’ho conosciuto per rapporti di lavoro, perché fa il mediatore e ci siamo trovati per caso nella piazza del Galluzzo dove avevamo due appuntamenti che hanno tardato queste persone e abbiamo cominciato a parlare.
P.M.: Per motivi del vostro lavoro? Era l’epoca in cui c’erano le perquisizioni in casa Pacciani?
L.C.: Si, si.
P.M.: E cosa le ha riferito questo signore?
Avvocato Bevacqua: La prego, questo lo deve dire lui.
P.M.: L’ha detto ora.
Presidente: Va bene andiamo avanti.
P.M.: L’ha detto ora avvocato.
Presidente: Andiamo avanti.
P.M.: Lavoriamo a modo è inutile cominciare…
Presidente: Andiamo avanti non cominciamo fin dall’inizio… Forza!
P.M.: Sennò…
Presidente: Lasciamo parlare.
P.M.: Cosa le ha riferito il Signor Iandelli? Ci scusi.
L.C.: Il signor Iandelli parlando di… Il discorso cadde sulla vicenda Pacciani e lui tranquillamente mi disse, dice: tanto è question d’ore.
P.M.: “E’ question d’ore” per cosa?
L.C.: Per scoprire la verità.
P.M.: Cioè?
L.C.: Perché io appunto gli feci una domanda ben precisa: Come tu fai a dire una cosa simile? E lui mi disse: Te la posso dire perché prima di tutto lo conosco perché sono di Mercatale e so che persona è, il carattere che ha, come vive… Mi raccontò diversi episodi.
P.M.: Ci racconta innanzitutto questi episodi?
L.C.: Quello che mi dette più noia e che io lo rimproverai anche, mi raccontò che intorno al 1980 era nel piazzale del cimitero di San Casciano, una sera dopo cena, non mi disse l’ora, in intimità con una persona, sentì un rumore dalla parte del lato guida, dove gli apparì una mano con una rivoltella in mano…
P.M.: Una mano con una rivoltella in mano…
L.C.: Si, si una rivoltella dalla parte destra, dalla parte sinistra c’era un braccio o fasciato o ingessato, lì per lì mi sembrava m’avesse detto ingessato… Lui era con i seggiolini abbassati e prese una gran paura e il primo istinto fu quello di cercare di mettere in moto e ci riuscì però questa persona non so come rimase attaccata alla macchina, mi raccontò lui, non so come fece a rimanere attaccata così e lui fece delle giravolte per cercare di scaricarlo finchè ci riuscì, poi lo vide fuggire di spalle, lì per lì non lo aveva riconosciuto molto bene mi disse, l’aveva forse scambiato per un’altra persona di Mercatale. Il giorno dopo quando andò a cercare questa persona con l’idea di…
P.M.: Di verificare se era lui…
L.C.: …di verificare il fatto, la persona non la trovò e non aveva niente e trovò il Pacciani con il braccio fasciato o ingessato. Però a quanto pare non ebbe il coraggio di dirgli niente.
P.M.: Di dir niente a nessuno.
L.C.: A Pacciani.
P.M.: Allo stesso Pacciani di quello ch era avvenuto la sera prima?
L.C.: Si, si, si, non, non… Io mi ricordo perfettamente tutti i discorsi che mi fece e lo esortai anzi a farsi vivo, a raccontarla questa storia e gli ho lasciato anche un po’ di tempo prima di farmi vivo io, perché mi sembrava una cosa molto importante.
P.M.: Lo rimproverò, ha detto, che non l’avesse fatto ancora.
L.C.: Ma lui si giustificò dicendo che erano due persone tutte e due impegnate…
P.M.: Quindi lui non raccontava questa cosa perché aveva delle remore personali che si sarebbe scoperto una sua relazione che preferiva non rendere nota?
L.C.: Si.
A.B.: Scusi la faccia dire a lui questo, scusi, abbia pazienza. Mi scusi Presidente.
Presidente: E’ così?
L.C.: Si. La stessa cosa
A.B.: Ma già l’ha già detto!
P.M.: L’ha già detto lui!
A.B.: L’ha già detto lei!
P.M.: Io ho cambiato le parole.
A.B.: E dice nulla!
Presidente: Va be’ via…
L.C.: La stessa cosa era anche per la ragazza che anche lei aveva un’altra persona e lui…
P.M.: Le disse per caso chi era questa ragazza?
L.C.: No, no, assolutamente. Io non glielo domandai, non mi permisi.
P.M.: Le disse dove era avvenuto questo episodio?
L.C.: Si, si, nel piazzale del cimitero di San Casciano.
P.M.: Lei è pratico di San Casciano?
L.C.: Si.
P.M.: Questo cimitero di San Casciano è…
L.C.: E’ sulla strada che va in paese, un pochino prima del paese, sulla destra rimane andando verso san Casciano…
P.M.: E dalla parte opposta dove si va?
L.C.: Dalla parte opposta…
P.M.: Da una parte si va verso…
L.C.: Andiamo verso Spedaletto, Chiesanuova.
P.M.: Cioè si passa per Scopeti?
L.C.: No.
P.M.: No.
L.C.: Scopeti, c’è un bivio, insomma sempre questa zona qui.
P.M.: E’ sempre questa zona qui, ho capito.
L.C.: Io sto lì, la conosco bene la conformazione.
P.M.: Al momento non ho altre domande. Grazie.
Presidente: Signori avvocati di parte civile avete domande? La difesa.
A.B.: Senta signor Caioli lei è stato sentito dai… da chi?
L.C.: Dai carabinieri.
A.B.: Come mai sono arrivati a lei?
L.C.: No sono stato io che ne ho parlato.
A.B.: Ah ecco e perché ne ha parlato?
L.C.: Ne ho parlato perché mi sembrava doveroso parlarne.
A.B.: Ho capito.
L.C.: Perché essendo successo nell’80 questo fatto… penso fosse stato il caso di parlarne prima.
A.B.: Ecco lei lo sa che il signor Iandelli quando è stato interrogato addirittura non sapeva neanche di conoscerla?
L.C.: Eh invece si sbaglia perché mi conosce bene, gli potrei dire dieci motivi per conoscermi.
A.B.: Ecco. Lei sa anche che il signor Iandelli ha detto anche ai carabinieri che non aveva mai riferito queste cose a lei?
L.C.: Mah non credo… Io so
A.B.: Lo sentiremo.
L.C.: Avvocato so ancora altre cose di questa conversazione e non me le posso certo essere inventate se non me le avesse raccontate lui, sennò si prosegue e io dico altre cose.
A.B.: E sarebbe una minaccia questa?
L.C.: No, no, no.
A.B.: Perché sa qua siamo…
L.C.: No, no minacce no.
Presidente: ma sono cose attinenti al processo?
L.C.: Sulla personalità del Pacciani.
A.B.: Ohooo, finalmente, siccome fino ad ora non abbiamo fatto altro che trovare prove ora cominciamo con la personalità.
P.M.: Uno che vede Pacciani con una pistola non sarà una prova però sarà certo personalità.
A.B.: Certo! Certo!
P.M.: Vedere Pacciani con una pistola è personalità… Io Presidente…
Presidente: Signori silenzio.
P.M.: Che deo fare?
Presidente: Silenzio. Sapete tutto voi ma noi non sappiamo nulla aspettate che ce lo racconti.
P.M.: Ha raccontato e si dice che è personalità! Ma io non lo so… Io sto zitto…
Presidente: Non stiamo… Vi tolgo il microfono tanto è inutile che stiate a battibeccare tra di voi. Va bene? Chi comincia per primo sarebbe da vedere. Allora…
A.B.: Presidente, certo. Senta signor Caioli lei mi pare che abbia detto che a un certo punto il signor Iandelli aveva ritenuto, quella sera, che la persona che probabilmente aveva lui intravisto fosse un’altra, un altro tipo di guardone, giusto?
L.C.: Si.
A.B.: Quindi lui individuò, penso di individuare, in una persona certamente diversa dal Pacciani questo signore, giusto?
L.C.: Poteva essere un’altra persona.
A.B.: Però lui ritenne di individuare il signor Pacciani soltanto perché qualche giorno dopo…
L.C.: No, il giorno dopo.
A.B.: Iandelli dice qualche giorno dopo.
A.B.: Va bene.
A.B.: Va bene? Veda già che c’è una diversità eh?
L.C.: Io non mi sbaglio.
A.B.: Ora lo faremo dire se il Pubblico Ministero chiamerà lo Iandelli, come mi auguro, no? Teste principale…
P.M.: Doveroso, è qua già stamani.
A.B.: E allora lo sentiremo. Sentiremo anche perché qualche volta non ha voluto firmare i verbali. Ce lo spiegherà
P.M.: Perché lo abbiamo minacciato…
A.B.: Io no di certo
P.M.: …cose terribili!
A.B.: Io no di certo.
Presidente: Andiamo avanti!
P.M.: Smettiamo coi verbali eh! Presidente non lo consento.
Presidente: Andiamo avanti signori sennò già fa caldo…
P.M.: Va be’ però!
Presidente: Se perdete anche tempo…
A.B.: Presidente io non faccio altro che riportare dei dati oggettivi.
Presidente: Avvocato facciamo la domanda per favore.
A.B.: Ecco, quindi secondo lei, cioè secondo lei quello che gli riferì il signor Iandelli, lui a un certo punto, il giorno dopo, due giorni dopo, quello che sia, vedendo il Pacciani con un braccio fasciato ritenne che potesse esser lui. Questo fu il collegamento, no?
L.C.: Avvocato a me riferì che il giorno dopo andò alla ricerca di questa persona che aveva creduto di individuare vedendola…
A.B.: In un’altra persona..
L.C.: …però invece che incontrare questa persona che lui credeva incontrò il Pacciani con la stessa fasciatura che gli aveva visto, intravisto, la sera avanti…
A.B.: La stessa fasciatura… Io non so se l’aveva vista…
L.C.: Lui mi disse..
A.B.: Lui vide il Pacciani con un braccio fasciato, perché era di notte, dal finestrino non poteva vedere questa fasciatura com’era fatta eccetera, penso di no, un po’ di paura l’ha avuta oppure no? Perché cerchiamo di rientrare nella realtà dei fatti.
L.C.: Avvocato lui mi disse che era rimasto terrorizzato da questo fatto, ciò nonostante ebbe modo di vederla bene questa sagoma appoggiata alla macchina, non so come fece a rimanere appoggiato…
A.B.: Poi si vedrà come… Perché lui addirittura, secondo lo Iandelli, questo signore che era piuttosto pesante evidentemente perché se doveva assomigliare o poteva assomigliare a Pacciani, va bene? Comunque era persona diversa da quella che lui aveva…
P.M.: Facciamo la domanda grazie.
A.B.: No io sto facendo il controesame, abbia pazienza…
P.M.: Sta dicendo le cose lei.
A.B.: Questa persona… Voglio capire. Vorrei capire. Questa persona nonostante lui girasse, va bene? E non avesse un camion con delle cose, aveva soltanto una Passat, mi pare, vero?
L.C.: Non mi ricordo.
A.B.: Va be’ ora ce lo faremo dire da lui…
L.C.: Mi sembra che…
A.B.: Questa persona è rimasta aggrappata a lui, con le unghie… non so con che cosa, questa macchina che girava intorno a questa piazzola, così le disse lui?
L.C.: Si, però avendo i sedili abbassati non poteva manovrarla bene, poi…
A.B.: Però girava la macchina?
L.C.: Si, si non era vestito, era in una situazione…
A.B.: Va bene, non ho altre domande, grazie.
Presidente: Altro?
P.M.: Nessuna domanda il P.M.
Presidente: Può andare, grazie, buongiorno.
L.C.: Buongiorno.

Presidente: Bene, si accomodi. Questo signore è?
P.M.: Lotti Franco.
Presidente: Lotti Franco, buongiorno signor Lotti si accomodi. Vuole leggere quella formula per piacere?
F.L.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.



Presidente: Consente le riprese televisive e fotografiche?
F.L.: Mhmm possibilmente… possibilmente no signor Presidente.
Presidente: Va bene. Quindi no.
F.L.: Purché i giornalisti non è che siano stati granché teneri con me.
Presidente: Ho capito.
F.L.: Ragion per cui…
Presidente: Benissimo, va bene, nessuna ripresa di nessun genere, allora. Vuole dare le sue generalità signor Lotti?
F.L.: Nato a Pontedera il 4 aprile 1923, abitante a Mercatale val di Pesa, Via Sonnino, 114.
Presidente: Questo è Lotti Franco. C’è un Lotti Francesco…
P.M.: Sarà sentito oggi non è questo signore.
Presidente: Tante volte Franco… Francesco…
P.M.: No, no sono due persone diverse, ora ci spiegherà il signor Lotti.
Presidente: Risponda per cortesia, signor Lotti, alle domande del Pubblico Ministero.
F.L.: Si signore.
P.M.: Signor Lotti lei conosce innanzitutto il Pacciani?
F.L.: Io conosco il Pacciani in quanto ne sono stato per lungo tempo il medico curante.
P.M.: Senta a me interessa sapere da lei innanzitutto, lei ha deposto su altre circostanze, io mi riservo di richiamarlo in altra occasione quando si parlerà di altri argomenti…
F.L.: Si signore.
P.M.: Oggi è una domanda soltanto. Lei conosce anche un signore che si chiama Iandelli e che ha un negozio di elettrodomestici?
F.L.: Si signore.
P.M.: Le ha mai riferito cose, questo signore, che riguardano il Pacciani? Questo signor Iandelli?
F.L.: Ss.. Beh… direttamente il Pacciani non esattamente comunque ebbe a dirmi…
P.M.: Allora, siccome stiamo parlando di cose che le sono state riferite da questo signor Iandelli che ha un negozio di elettrodomestici, conosce il nome?
F.L.: Guido, Guido Iandelli.
P.M.: Guido Iandelli.
F.L.: Si signore.
P.M.: Che cosa le ha riferito questo Guido Iandelli?
F.L.: Mi riferì molto tempo fa che in non so quale coppia di ragazzi che si erano appartati, ad un certo momento della notte, furono… si accorsero di aver vicino qualcuno, una persona e notarono che aveva un braccio bianco, non so se gessato o comunque bendato. Pare che il ragazzo, essendo dalla parte della guida, preso dalla paura, non so se giustificata o meno, abbia be brrr e sia fuggito, così si dice. In altre occasioni, a pochi giorni, abbiano ritrovato il Pacciani con il braccio bendato…
Avvocato Bevacqua: Signor Presidente io chiedo scusa, io però mi oppongo a questa domanda perché non è capitolata, questa domanda e se mi pare… perché siccome ci sono tre Lotti, mi perdoni Presidente, siccome ci sono tre Lotti, non tre lotti, tre Lotti Franco, Franco e Francesco e questo signor Lotti dovrebbe essere quello al numero 75 della lista testi del Pubblico Ministero, il quale è medico, sulla circostanza che il Pacciani non si lamentò mai con lui per problemi alla vista prima della sua scarcerazione, no, no non mi oppongo più perché c’è anche un inciso dopo.
P.M.: C’è e molto chiaro.
A.B.: Ho sbagliato.
P.M.: Avvocato e mi lasci lavorare!
A.B.: Mi lasci lavorare anche me.
P.M.: C’è scritto! E’!
Presidente: Signori lasciate lavorare la Corte magari, avanti.
P.M.: Allora leggiamole le cose invece…
Presidente: Va bene, va bene, va bene…
A.B.: Se lei mi dicesse prima quali testi porta…
P.M.: Io non glielo dico perché è un mio diritto.
Presidente: Però vedete che questo eccesso di polemica non giova a nessuno, capito? Quindi andiamo avanti.
A.B.: Presidente le chiedo scusa.
Presidente: Se vogliamo stabilire la verità che la domanda sia capitolata o meno… Avvocato tanto gliela avrei fatta io dopo…
A.B.: Certamente Presidente.
P.M.: Comunque è capitolata.
A.B.: Il problema è questo…
P.M.: Perché il lavoro è stato fatto nei limiti di quello che riusciamo umanamente a fare nel modo che è scritto negli atti.
Presidente: Va bene, proseguiamo.
P.M.: Compresi i verbali non firmati c’è spiegato perché!
Presidente: Proseguiamo, proseguiamo.
P.M.: Non si devono fare illazioni gratuite.
Presidente: Non polemizziamo più, no, no, basta via, per favore, per favore.
P.M.: Nella stessa mattinata per due volte si mette in dubbio…
Presidente: Signori, io vi tengo qui fino a mezzanotte eh… Perché stasera i testimoni li dobbiamo finire quelli che ci sono. Dottor Lotti ci scusi ma…
F.L.: La prego, ci mancherebbe.
Presidente: Bene.
F.L.: Mi scusi… (ride)
Presidente: Allora proseguiamo.
P.M.: Dottor Lotti ci scusi veramente, noi tentiamo di fare il possibile.
Allora torniamo un attimo a quello che lei ci stava dicendo. Innanzitutto lei questo racconto l’ha ricevuto da Iandelli… Mi scusi, l’ho perso… Guido? Ha detto si chiamava?
F.L.: Guido si.
P.M.: Guido. Questo Iandelli Guido riferiva il suo racconto al suo nipote? Lo ricorda? Lei l’ha detto nel…
F.L.: Si, vicino. Si, si.
P.M.: Un suo nipote. Si ricorda se il discorso fatto da questo nipote e relativo alla persona che poi era stata così identificata parlava anche di una persona con una pistola in mano?
A.B.: Ma scusi ma questa non è una domanda! Questa è una domanda con risposta. Mi perdoni!
Presidente: E’ una domanda… è una domanda che comunque ammetto. Aveva una pistola in mano?
A.B.: Va be’ ma io… Presidente mi perdoni, scusi…
Presidente: L’ha già detto a verbale, immagino.
P.M.: E’ nel verbale, si gli volevo contestare…
A.B.: Ma lui faccia le domande regolari, mi scusi, secondo legge, punto e basta, poi se se lo ricorda lo sa lui se se lo ricorda.
Presidente: E va be’ poi…
A.B.: Contesterà…
Presidente: Gliele contesta a questo punto il teste…
P.M.: Allora la contestazione è quest’uomo impugnava una pistola o revolver? L’ha riferito lei. Se lo ricorda.
F.L.: Non me lo ricordo.
P.M.: Non lo ricorda è nel verbale del signor Lotti Franco di cui io chiedo l’utilizzazione, verbale 25 marzo ’93, non ho altre domande grazie.

Presidente: Signori avvocati di parte civile. Avvocato Colao prego.
A.C.: Senta scusi dottore, lei è stato medico curante di Pacciani per quanti anni?
F.L.: Ma senta dottore, senta io sono stato medico curante di Pacciani, grosso modo, grosso modo, la prego, poco più poco meno, attorno all’80 fino all’ultimo… Fino a che non fu…
A.C.: Quindi conosce bene questo paziente dal punto di vista clinico? Medico.
F.L.: Si e no perché, le ripeto, Pacciani, a parte che nei primi anni non ha mai avuto grandi eventi/accidenti clinici patologici per la verità, semmai da che è uscito ultimamente dall’ultima detenzione… allora veramente c’era una pletora… c’erano dei problemi cardiovascolari ma tutti… un so, così, un po’ sfumati data anche l’età e, ripeto, la situazione fisica.
A.C.: Ecco, allora in questo lungo periodo di tempo si recava spesso da lei in ambulatorio o lo chiamava spesso a casa?
F.L.: Mhmm, ora gli dico, nel primo periodo no, nel secondo periodo ci siamo visti qualche volta in ambulatorio, si signore qualche volta in ambulatorio, una volta mi pare anche a casa sua per piccole cose, per piccole cose… Piccole cose, sia chiaro.
A.C.: Un soggetto che gode di buona salute?
F.L.: Direi proprio di no.
A.C.: In che senso?
F.L.: Buona salute no. Prego?
A.C.: In che senso?
F.L.: Ma ultimamente…
A.C.: Se non veniva spesso all’ambulatorio, se non la chiamava spesso a casa come si curava scusi?
F.L.: Eh mi consenta, lei sa… le risulta che noi medici di base… siamo ormai ridotti grosso modo a poco più che scriba, cioè a ripetere le ricette altrui. Lui era stato in mano agli specialisti dov’era detenuto e veniva da me per ripetere le ricette, direi, la maggior parte delle volte, qualche volta… insomma può essere misurazione di pressione, una glicemia… quindi non è che lui… so che era una situazione cardiocircolatoria certamente non brillante, uno stato di pletora che ovviamente lo affaticava oltre ad una artrosi ed una spondilosi notevole… Non era certamente un uomo in buona salute, questo è poco ma certo.
A.C.: Ecco senta, scusi, ma allora lei non gli dava cure in pratica?
F.L.: Come non gli davo cure?
A.C.: Gli assegnava delle cure?
F.L.: Sto dicendo che io mi limitavo il più delle volte a ripetere la ricettazione di chi l’aveva avuto in cura a Sollicciano, per intendersi.
A.C.: Senta, che le risulta che aveva dei problemi alla vista?
F.L.: Ultimamente essendo un iperglicemico certamente qualche problema l’avrà avuto come tutti gli iperglicemici.
A.C.: La domanda è specifica: se le risulta o no.
F.L.: (sospira) No, però problemi alla vista l’aveva senz’altro essendo un iperglicemico.
A.C.: Grazie.
F.L.: Le pare, grazie a lei.
Presidente: lei ha detto negli ultimi tempi, dottore, che cosa intende negli ultimi tempi?
F.L.: Da quando fu dimesso dalla villeggiatura.
Presidente: Avvocato Bevacqua. A no scusi.
Avvocato Capanni: Nel periodo precedente, perché lei è stato curante dall’80…
F.L.: Grosso modo, all’incirca si.
A.Ca.: Diciamo la prima metà degli anni ’80, quindi prima di quella carcerazione che lei ha ricordato, veniva spesso in quel periodo lì?
F.L.: No, no assolutamente.
A.Ca.: Quindi per quanto ne sa lei in quel periodo non aveva bisogno di cure? Per quanto ne sa lei…
F.L.: Ecco diciamo pure per quanto ne so io, non aveva granchè bisogno di cure
(…)
F.L.: Aveva un altro medico, per le bambine e per la moglie, lui no, un po’ qualche tempo da un altro medico locale ma più che altro ci andava poco dai medici nel primo periodo
Avvocato Bevacqua: Nel primo periodo che significa?
F.L.: Fino alla detenzione per l’accidente figlie.
A.B.: Però aveva un altro medico di cui si serviva?
F.L.:
A.B.: Cioè si serviva per le figlie perlomeno…
F.L.: Prego…
A.B.: Si serviva per le figlie di quest’altro medico?
F.L.: Si un altro medico… una dottoressa… si un medico di cui… mi pare che andassero le figlie e la moglie
A.B.: Ecco ma perché era un medico specialista in qualche cosa?
F.L.: No, no, no generico come me.
A.B.: Generico?
F.L.: Si, si usa…
A.B.: Un medico che si interessava di malattie…
F.L.: No, no, no assolutamente, un generico
A.B.: Della mente… della cosa
F.L.: No, no un generico, un generico.
A.B.: Senta lei, così, ha detto al dottor Vigna, quando fu interrogato nel maggio del ’93 di avere saputo da questo signor Iandelli, lo zio di quest’altro Iandelli, di questa circostanza, di questa vicenda che era accaduta al nipote, giusto? Se lo ricorda?
F.L.: Si signore.
A.B.: Quando la colloca, sul piano temporale, quando la colloca?
F.L.: Cronologicamente non posso assolutamente sapere niente, assolutamente.
A.B.: Ecco, cioè un anno fa? Tre anni? Dieci anni fa? Cinque?
F.L.: Penso… Penso, avvocato, sia chiaro…
A.B.: Cogito ergo sum dicevano, noi ci siamo in questa terra perché pensiamo, sennò…
F.L.: Precedentemente all’ultimo periodo di detenzione.
A.B.: Precedentemente all’ultimo periodo di detenzione, ohooo, senta…
F.L.: Avvocato non la prenda per oro colato la prego…
A.B.: Io oro?
Presidente: L’ultimo periodo di detenzione quale intende dottore? Scusi se mi inserisco.
F.L.: No non l’attuale, quello delle bambine.
Presidente: Quello per…
F.L.: Si signore.
Presidente: Quando fu condannato per…
F.L.: Per le bambine, precedentemente.
A.B.: Precedentemente.
F.L.: Non vorrei aver detto una fesseria ma…
Presidente: No, no va bene era solo per precisare.
A.B.: Precedentemente. Senta in quella occasione lei ha detto questo: “Non ricordo se nel riferirmi questi fatti”, questi fatti di cui lei ha parlato ora, “lo Iandelli mi disse che suo nipote aveva parlato anche di una pistola” lei non se lo ricordava allora… non si ricorda di questa pistola, non se lo ricorda?
F.L.: No avvocato non me lo ricordo.
A.B.: Non se lo ricorda, quindi…
F.L.: Non me lo ricordo, potrei essere incriminato non me lo ricordo.
A.B.: per carità io…
F.L.: Ci mancherebbe, no, no…
A.B.: Non se lo ricorda, non le faccio nessun altra domanda, non la incrimino perché non ho poteri di nessun tipo…
F.L.: Perché altrimenti mi incriminerebbe?!
Presidente: Avvocato Fioravanti prego.
A.F.: Ecco, nel 1981/82 lei curava Pacciani già?
F.L.: Si se non altro mi pare fosse iscritto nella lista dei miei assistiti… dei miei mutuati diciamo.
A.F.: C’è stato in questo periodo un infarto? O angina pectoris?
F.L.: Di questo non posso assolutamente… sono assolutamente all’oscuro di fatti infartuari.
A.F.: Lei è al corrente che Pacciani ha avuto qualche problema cardiovascolare?
F.L.: Notevoli problemi però sono affiorati dopo la detenzione per causa delle bambine, cioè dal ’91 in poi. Se Pacciani ha avuto degli infarti infartuali precedentemente non mi risulta… ci saranno stati senz’altro…
A.F.: Lei ha letto mai le cartelle cliniche di Pacciani?
F.L.: Mah, avrò letto semmai…
A.F.: Ha mai avuto in mano una cartella clinica di Pacciani?
F.L.: Ecco, un’altra domanda a cui non so rispondere.
A.B.: Era medico lei…
F.L.: Prego?
A.B.: era medico, quando si fanno delle…
P.M.: Se il Pacciani non gliel’ha portate non l’ha lette.
F.L.: Signori io questo… mi consenta… io sono medico di tutto prestigio, mi consenta, e di tutta onestà, il fatto che lui non mi abbia mai manifestato quello che aveva evidentemente avrà creduto di non dirmelo.
A.F.: Gli ha mai prescritto a Pacciani lei Persantin?
F.L.: Siii, si.
A.F.: Ecco, questa medicina per che cosa si usa?
F.L.: Appunto, cardiocircolatorio.
A.F.: Ecco.
F.L.: Ma scusi, fin’ora ho detto che…
Presidente: Va bene, va bene, va bene.
A.F.: No, no io ho fatto una domanda dottore, sono soddisfatto della risposta, di questa ultima risposta.
F.L.: Si, si.
A.F.: Non sono soddisfatto delle altre ma…
P.M.: Ci dispiace.
Presidente: Avvocato… ma per fatti suoi, non per colpa del teste.
A.F.: Dispiace a me non al Pubblico Ministero, dice che dispiace al Pubblico Ministero…
Presidente: Va bene, va bene.
P.M.: No, no, no
A.B.: Scusi dottore…
Presidente: Altre domande signori?
A.B.: Si, senta il Persantin che sarebbe questo medicinale che deve essere adoperato, deve essere utilizzato, deve essere usato soltanto per certe persone che hanno delle patologie particolari perché se si da a persone…
F.L.: Patologie o a mo di prevenzione di eventuali.
A.B.: Prevenzione…
F.L.: ..di eventuali patologie minacciate.
A.B.: Minacciate.
F.L.: Si signore.
A.B.: Quindi insomma… perché potrebbe far male credo, no?
F.L.: Mhmm primo non nuocere quando si da le medicine.
A.B.: Difatti le medicine non so se questa sia un placebo oppure una medicina…
F.L.: No, no, no è una cosa seria, ci mancherebbe.
A.B.: Ohooo, la cosa seria può avere anche delle controindicazioni o no?
F.L.: Si, controindicazioni…
A.B.: No, scusi dottore, abbia pazienza non è che voglia domandare… io le volevo domandare… lei probabilmente non si ricorda, come non mi ricordo io quello che ho mangiato ieri, stasera, è possibile questo però se il signor Pacciani è venuto da lei e lei le ha prescritto, non lo so, nell’82, nell’83, nell’80, nell’81 delle medicine di questo tipo penso, penso che il Pacciani le abbia manifestato che egli stesso era stato all’ospedale, gli abbia detto: Guardi ho avuto un infarto! Perché il signor Pacciani, le voglio dire per tranquillità sua, ha avuto un infarto nel 1978 ed è stato ricoverato per un mese, nel 1978 eppoi ha avuto una ricaduta nel 1981, quindi se lei da al signor Pacciani queste medicine evidentemente qualcosa di queste due ricoveri li sapeva, o no?
F.L.: E allora mi consenta, qui m’è stato domandato se ho prescritto il Persantin, non mi è stato domandato quando ho prescritto il Persantin…
P.M.: Glielo stavo per domandare si…
F.L.: Grazie dottore! Quando ho prescritto il Persantin!
A.F.: L’ho detto questo dottore, gliel’ ho chiesto questo!
A.B.: Nell’82 le abbiamo chiesto.
A.F.: ‘82
F.L.: Lei mi ha detto Persantin quando? Ho detto il Persantin…
Presidente: Va be’..
F.L.: Signor Presidente…
Presidente: Perché lei si riscalda?
F.L.: E mi riscaldo perché mi si attribuiscono delle…
A.B.: Nessuno attribuisce niente a lei, si attribuisce soltanto una poca memoria, ieri c’era Pico della Mirandola, lei oggi non ha memoria, come me, capito? Quindi il problema è questo.
Presidente: Non si preoccupi. Allora?
A.B.: Volevo sapere questo, normalmente, ora senza scherzare, siccome è facile…
F.L.: Ci mancherebbe
A.B.: Abbastanza seri, tutti seri, ecco dottore, se si prescrive il Persantin normalmente si prescrive a persona che è affetta da una patologia cardiocircolatoria…
F.L.: Certo, o minacciata patologia.
A.B.: Lei non ricorda però se lui ha avuto questo infarto, punto e basta.
F.L.: Assolutamente. Io gliel’ho prescritto quando è tornato via nel ’91 quando è tonato a casa.
P.M.: Ohooo, ecco ora l’ha sentito, sennò…
F.L.: Non me l’hanno mica domandato!
P.M.: E infatti non gliel’hanno domandato apposta.
Presidente: Va bene, va bene!
A.B.: Noi non facciamo questo apposta!
Presidente: Signori, signori per cortesia, d’altra parte il difensore ha diritto anche di giostrare un po’ a suo modo…
F.L.: Ah si?
Presidente: …le domande.
A.B.: Ha domandato esattamente al dottore se nell’80/81 il signor Pacciani aveva una certa patologia, dopo gli ha domandato avevase dato il Persantin, punto e basta.
Presidente: A questo punto il teste ha risposto.
A.B.: Bene, grazie.
Presidente: Passiamo a un’altra…
A.F.: ma io devo continuare un pochino Presidente.
Presidente: Prego.
A.F.: Mi scusi eh… Dunque, lei sa se esiste una clinica a Tavarnelle val di Pesa diretta dal professor Bozza?
F.L.: No, c’era un’ospedalino generico…
A.F.: Si, ospedalino.
F.L.: Diretto dal professor Bozza, che ora è stato ovviamente trasformato in gerontocomio o qualcosa di simile, malati non ce ne vanno pressoché più.
A.F.: Lei sa se Pacciani è stato ricoverato in quella clinica?
F.L.: E’ lì che non mi ricordo.
A.B.: Ohoo, non si ricorda.
F.L.: E’ quello che non mi ricordo.
A.F.: Non è peccato non ricordare. Non è peccato…
F.L.: Io posso documentarmi se vuole perché io chiamo il Bozza e glielo domando.
A.F.: …tanto deve ritornare per altre cose e farò questa domanda quando ritornerà. Ecco, senta una cosa, lei prescriveva il Persantin, ha prescritto qualche volta il Calvasin Nitrodur e Suguan?
F.L.: Allora, mi consenta avvocato, sono grosso modo tutte terapie che vanno quasi di pari passo, anzitutto c’è il Suguan che è quello che deve tenere un po’ ferma la glicemia, valori sopportabili, perché Pacciani ne soffriva, gli altri penso proprio di averli prescritti però non nell’82 eh!
A.F.: La ringrazio professore.
F.L.: Dottore prego.
A.F.: Dottore.
Presidente: Altre domande signori?
P.M.: Nessuna il P.M.
Presidente: Possiamo per il momento licenziare il dottore. Dottore grazie. Lei può andare.
F.L.: La ringrazio, la ringrazio.
P.M.: L’utilizzazione del verbale che dicevo 25 marzo…
A.B.: Ecco, mi scusi, mi scusi abbia pazienza, no, no, senta…
Presidente: Un’altra domanda?
A.B.: Si una domanda su Pacciani, questa cosa che ha lui, cos’è questa? Nitrodur? Possibile che si metta sotto…
Presidente: Il cerottino, si.
A.B.: Cerottino?
F.L.: Ci sono diverse forme di somministrazione, c’è anche il cerotto, ora non ricordo se si chiami esattamente Nitrodur, comunque c’è anche il cerotto.
A.B.: Ecco, il cerotto si deve portare tutti i giorni per… Non lo so…
F.L.: Ehee, di solito… ripeto, non è una regola fissata da nessuna posologia però dovrebbe essere 24 ore su 24 perché è un rilasciamento direi… per tutte le 24 ore del medicamento.
A.B.: Ho capito, grazie, no, siccome ce l’ha addosso, io non lo sapevo, è questo? E’ possibile che sia questo?
F.L.: E gliel’avrò scritto anch’io qualche volta e certamente li avrà avuti anche a casa.
A.B.: Glieli ha dati anche lei questi?
F.L.: Certamente, certamente, presumibilmente.
A.B.: Bene grazie.
A.F.: Grazie.
Presidente: Può andare dottore.
F.L.: Grazie, gentili.
Presidente: Buongiorno, arrivederci.
P.M.: L’utilizzazione del verbale.
Presidente: Benissimo.
Presidente: Chi c’è adesso?
P.M.: Sentirei Lotti Francesco
Presidente: Lotti Francesco. Si accomodi prego.
P.M.: Presidente ecco, discorso telecamere è importante per i testi che sentiamo oggi per tutti se lei può ricordare
Presidente: Ricordatemelo se io me lo dimentico, lei autorizza la ripresa televisiva e fotografica?
F.L.: No.
Presidente: Quindi signori siete avvertiti non riprendete il teste, non devo ripetere ciò che ho già detto. Prego.
F.L.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.



Presidente: Vuol dare le generalità signor Lotti?
F.L.: Francesco Lotti nato a Firenze il xx aprile 19xx.
Presidente: Residente?
F.L.: A San Mercatale val di Pesa, comune di San Casciano.
Presidente: Risponda per cortesia alle domande del Pubblico Ministero.
P.M.: Signor Lotti una domanda brevissima, mi rendo conto che ricordare certi fatti non è piacevole ma ne sono costretto. Signor Lotti sua moglie le ha mai raccontato di episodi che… particolari che le erano successi quando ancora non era sposata con lei?
F.L.: Mi ha raccontato che nel 1986 che era fidanzata con un signore e appartatasi vicino al cimitero di San Casciano accadde un episodio per il quale ad un certo punto vista, da parte di questo signore, una figura al finestrino, lui in tutta fretta dice: scappiamo, scappiamo c’è una persona! Mia moglie poi mi ha riferito, in quegli attimi di panico, di aver visto solo un’immagine bianca al finestrino e nient’altro, questo è quello che so io dell’episodio.
P.M.: Particolari diversi se sua moglie o la persona che era con lui successivamente le aveva detto chi era questa persona se l’aveva riconosciuta?
F.L.: Questo assolutamente no.
P.M.: Non gliel’ha detto. Se questa persona aveva un braccio fasciato?
F.L.: Le ripeto signor Pubblico Ministero solo il discorso dell’immagine bianca al finestrino.
P.M.: Non ho altre domande, grazie.
Presidente: Signori avvocati di parte civile? Avvocato Pellegrini.
A.P.: Lei ha detto che sua moglie gliel’ha riferito questo nell’86?
F.L.: No perché non la conoscevo a quell’epoca.
A.P.: Allora ci vuol spiegare meglio quando glielo ha riferito?
F.L.: Me lo ha riferito successivamente quando c’è stato l’episodio della nostra convocazione in Procura.
A.P.: E cioè?
F.L.: Faccia conto il febbraio di quest’anno.
A.P.: Ecco e l’episodio riferito da sua moglie, sua moglie quando lo collocava nel tempo?
F.L.: 1986.
A.P.: Ho capito, grazie.
A.B.: Non sono stato molto attento perché mi hanno distratto.
Presidente: Avvocato Bevacqua.
A.B.: Per un attimo soltanto, senta questa circostanza di questa vicenda che le è stata riferita dalla moglie, le è stata riferita quanto tempo fa?
F.L.: Quattro, cinque mesi fa perché…
A.B.: Quattro, cinque mesi fa.
F.L.: Non c’era stato motivo di parlarne assolutamente.
A.B.: Ecco, certo e sua moglie le ha detto come era sorto questo problema? Cioè come mai era stato… lei era stato chiamato dai Carabinieri? Dalla polizia? Dalla Procura della Repubblica?
F.L.: Diciamo di straforo perché avevo accompagnato mia moglie quindi sono stato sentito anch’io sull’episodio ma…
A.B.: Ecco, lei quando ha accompagnato sua moglie sapeva di questa vicenda?
F.L.: Certo.
A.B.: Ecco, sua moglie le aveva detto che lo Iandelli le aveva telefonato quanto tempo prima?
F.L.: Non lo so, non mi ricordo, pochi giorni prima.
A.B.: Ecco, quindi questa telefonata dello Iandelli a sua moglie o questo colloquio fra sua moglie e lo Iandelli data qualche giorno prima della data in cui lei ha reso l’interrogatorio al dottor Vigna?
F.L.: Si.
A.B.: Giusto?
F.L.: Si.
A.B.: lei l’ha reso l’interrogatorio nel febbraio di quest’anno, 23 febbraio di quest’anno.
F.L.: Si esatto.
A.B.: Quindi sua moglie aveva ricevuto una comunicazione, era stata contattata, aveva avuto un colloquio, sia pure telefonico col signor Iandelli qualche giorno prima del febbraio?
F.L.: Certo.
A.B.: Vero?
F.L.: Certo.
A.B.: Conferma questa circostanza?
F.L.: Certo.
A.B.: Grazie.
F.L.: Ne ero a conoscenza.
A.B.: Grazie.
Presidente: Domande ulteriori al teste?
P.M.: Nessuna grazie.
Presidente: Può andare grazie buongiorno.
Presidente: Un altro.
P.M.: Salvadori Antonella, Presidente.
Presidente: Salvadori Antonella
P.M.: Faccio presente alla Corte che la signora Salvadori ha un certificato che… per dimostrare il suo stato di salute stamani, aveva qualche difficoltà a venire, è venuta lo stesso.
Presidente: Le siamo grati.
P.M.: Ho qui il certificato
Presidente: Lo vuole consegnare alla Corte?
P.M.: Si Presidente.
Presidente: Buongiorno signora, si accomodi per cortesia. Vuole leggere quella formula per piacere?
A.S.: Si.
Presidente: Consente innanzitutto la ripresa televisiva e fotografica?
A.S.: No.
Presidente: No, quindi anche in questo caso niente telecamere e fotografie
A.S.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto a mia conoscenza.



Presidente: Benissimo allora lei si chiama Salvadori Antonella nata signora?
A.S.: A Firenze il xx.xx.xx.
Presidente: Residente?
A.S.: A Mercatale val di Pesa
Presidente: Benissimo risponda per cortesia alle domande del Pubblico Ministero.
A.S.: Si.
P.M.: La prima domanda è questa signora, lei aveva fatto pervenire un certificato nel quale il suo medico attestava la sua impossibilità stamani, o le sue difficoltà, noi le abbiamo chiesto di venire lo stesso e lei è venuta?
A.S.: Si.
P.M.: Quali sono queste sue difficoltà?
A.S.: Ci ho un po’ di nausea, di mal di stomaco.
P.M.: Perché è in stato interessante?
A.S.: Si.
Presidente: Ah ho capito, mi spiace.
P.M.: Noi le abbiamo chiesto di venire e lei è venuta ugualmente. Signora io le devo chieder di un episodio del quale, risulta dalle carte, lei aveva preferito non parlare poi sembra l’abbia raccontato addirittura a suo marito. Ce l’ha detto ora. Lei quando non era sposata, ha avuto, era fidanzata con il signor Iandelli Luca?
A.S.: Da ragazzina si, ero fidanzata con questo signore.
P.M.: Signora ricorda qualche episodio particolare avvenuto mentre era in compagnia di questo signor Iandelli?
A.S.: Si che nell’86 ci eravamo appartati…
P.M.: Ricorda dove signora?
A.S.: Al cimitero di San Casciano.
P.M.: Ricorda grosso modo che ore erano?
A.S.: Sarà stato le… intorno le dieci e mezzo, le undici…
P.M.: Ricorda che periodo poteva essere di questo anno?
A.S.: Il periodo… il giorno non me lo ricordo, il periodo mi sembra estate.
P.M.: Era tempo buono?
A.S.: Mi sembra di si.
P.M.: Come mai le è rimasto impresso questo episodio signora?
A.S.: M’è rimasto impresso perchè eravamo lì, a un certo punto questo signore…
P.M.: Questo signore chi?
A.S.: Mhmm… Luca Iandelli
P.M.: Ah scusi non avevo capito.
A.S.: Mi fa: guarda c’è una persona al finestrino …io mi volto, vedo solo un’immagine bianca.
P.M.: Lo Iandelli le disse qualcos’altro di questa persona o no?
A.S.: No.
P.M.: Non le disse altro?
A.S.: No, poi andammo via impuariti.
P.M.: Si spaventò lo Iandelli?
A.S.: Si eravamo tutti e due impauriti.
P.M.: Come mai eravate impauriti? Le disse per caso, lo Iandelli, se c’era un motivo…
A.B.: La domanda per cortesia.
P.M.: Come mai eravate impauriti? E’ Una domanda avvocato. Stiamo tranquilli per piacere.
A.B.: No io sto tranquillo.
P.M.: E’ la domanda: perché eravate impauriti? C’è tanto di punto interrogativo in fondo!
A.B.: E poi continuava lei…
Presidente: Perché eravate impauriti?
A.S.: Perché c’era questa persona… c’era una persona al finestrino.
Presidente: Apparve improvvisamente.
A.S.: Come?
Presidente: Eravate giustamente impauriti perché c’era una persona.
A.S.: Una persona.
Presidente: Un estraneo.
A.S.: Lo ripeto io ho visto solo un’immagine bianca.
P.M.: Certo. Lo Iandelli per caso non le disse niente di questa persona? Come era?
A.S.: No.
P.M.: Signora io le contesto che lei ha dichiarato…
A.S.: Allora… mi scusi, non ricordo… allora.
P.M.: Ecco, non lo ricorda.
A.S.: Non lo ricordo.
P.M.: Io le contesto invece che lei disse: “Luca che era insieme a me sul sedile accanto alla guida mi disse: Guarda c’è un uomo con una pistola ed un braccio bianco”, ora lo ricorda?
A.S.: Non me lo ricordo però…
P.M.: Glielo disse Luca questo. E’ questo che le voglio dire, non che l’abbia visto lei. Luca le disse così?
A.S.: Si
P.M.: Ecco, ha visto è molto più semplice? Cosa successe quindi?
A.S.: Cioè… Siamo andati via… cioè eravamo impauriti, siamo andati via.
P.M.: L’operazione per andar via fu semplice o la posizione in cui eravate creò dei problemi? Se lo ricorda…
A.S.: Io… si me lo ricordo, penso… non mi ricordo se abbiamo fatto retromarcia o… con la faccia dell’auto in avanti… se… cioè siamo scappati e basta.
P.M.: Le disse successivamente lo Iandelli se aveva riconosciuto quella persona?
A.S.: Non mi ricordo.
P.M.: Lei però se l’è ricordato, l’ha riferito al P.M. Ora lo ricorda di averlo detto?
A.S.: Si lo ricordo
P.M.: Glielo leggo io perché in questo momento ha delle difficoltà?
A.S.: Si non ricordo.
P.M.: Cosa disse? Disse la signora, glielo contesto, “effettivamente ora che ci penso, qualche tempo dopo il fatto, non ricordo esattamente quanto tempo dopo, lo Iandelli mi disse che a Mercatale un giorno aveva visto una persona con il braccio fasciato bianco che era il Pacciani e quindi lo Iandelli diceva che forse” la signora dice forse, nessuno lo mette in dubbio, “poteva essere quella la persona del cimiter”…
A.S.: No, io… cioè…
P.M.: Lei aggiunge…
A.S.: Io no.
P.M.: No, no, lo disse lo Iandelli, la signora dice al P.M.: “Io però ripeto quella persona che venne lì al cimitero io non la vidi. Evidentemente a causa della posizione in cui mi trovavo.” E’ così?
A.S.: Si.
P.M.: Quindi il signor Iandelli le spiegò, così come dice, perché poteva essere il Pacciani?
A.S.: Mi può ripetere la domanda?
P.M.: Si signora. Io le ho letto quello che lei ha già riferito, ora lo ricorda questo episodio del racconto fatto dallo Iandelli a lei?
A.S.: Si.
P.M.: E’ nei termini in cui io gliel’ho letto?
A.S.: Si.
P.M.: Non ho altre domande, grazie
Presidente: Avvocato Colao.
A.C.: Signora scusi lei era andata altre volte in quel posto con il suo exA.S.: fidanzato?
A.S.: Si.
A.C.: E’ un posto isolato? Cioè c’erano altre macchine?
A.S.: No.
A.C.: Se lei avesse gridato pensa che sarebbe stato udito da altri? Se lei avesse gridato aiuto sarebbe stata udita da altri?
A.S.: Ma… non so.
A.C.: Però non c’erano altre macchine?
A.S.: No.
A.C.: C’erano alberi?
A.S.: Mhmm… no.
A.C.: E’ uno spiazzo con siepi? Ci sono delle siepi?
A.S.: Con una siepe, con due siepi mi sembra…
A.C.: Con delle siepi. Bene grazie signora.
A.S.: Prego.
Presidente: Avvocato Bevacqua.
A.B.: Signora senta lei questo rapporto l’ha avuto dall’80 all’86 con questo ragazzo…
A.S.: Si.
A.B.: … poi… va be’… Quella sera era verso le 22:30/23:00, quindi di sera tardi, no?
A.S.: Si.
A.B.: Ecco lei disse che non ebbe modo di vedere la persona, assolutamente.
A.S.: No.
A.B.: Non la vide assolutamente, vide… che cosa vide?
A.S.: Vidi un’immagine bianca.
A.B.: Bianca. Ecco, lei precisò al Pubblico Ministero questa circostanza: “Tornando a ciò che mi disse lo Iandelli”, io gliela leggo, mi confermi se lei la conferma questa circostanza “di quella persona non mi sembra che mi disse niente in merito alla pistola che aveva, mentre mi sembra che parlò di un braccio bianco, come fasciato. Non ricordo se al momento mi disse quali potessero essere le caratteristiche di quella persona”. La conferma questa circostanza?
A.S.: Eh non me lo ricordo
A.B.: Signora allora io gliela contesto e chiedo di produrre questo documento.
P.M.: Già prodotto.
A.B.: Lo produco anch’io.
Presidente: Va be’… Due…
P.M.: Due, così lo leggono meglio.
A.B.: Certo.
Presidente: Nessun commento.
A.B.: Senta signora lei praticamente vide soltanto questo e basta? Cioè vide questa… Ecco, la domanda che le faccio, la macchina che aveva il suo… questa persona, che macchina era?
A.S.: Mi sembra una Passat.
A.B.: Una Passat. Quella lunga…
A.S.: Si.
Presidente: Familiare.
A.B.: Grazie, nessun altra domanda.
A.S.: Prego.
Presidente: Bene.
Avvocato Pellegrini: Scusi Presidente una precisazione sull’epoca. Lei ha accennato che questo suo rapporto con Luca Iandelli l’ha avuto quando era ragazzina, se ho capito bene, è così?
A.S.: Si.
A.P.: Ecco, lei che anno è nata signora?
A.S.: Nel ’64.
A.P.: Ecco nell’86 a ventidue anni lei era ragazzina? Secondo lei?
A.S.: Mah… ancora mi sembra di si. Cioè proprio donna adulta…
A.P.: Non è che questo episodio…
P.M.: Va be’ via…
Presidente: Era il 1986 la signora lo ricorda con esattezza a quanto pare perché è un …
A.P.: Periodo di questo episodio lo colloca…
Presidente: … aveva questa amicizia con lo Iandelli.
A.S.: Si.
A.P.: Non prima non dopo? Proprio nell’86?
A.S.: Proprio nell’86.
A.P.: Perfetto, grazie.
A.S.: Prego.
Presidente: Più precisa di così…
A.B.: Senta signora mi scusi, scusi Presidente, mi ha rimesso in corsa la parte civile, senta volevo domandare signora, questo colloquio che lei ha avuto, recente, con il signor Iandelli, lei è stata interrogata il 23 febbraio ’94…
A.S.: Si.
A.B.: Quando è andata con suo marito dal giudice, dal dottor Vigna e dal dottor Canessa e questo colloquio lei l’aveva avuto con Iandelli qualche giorno prima? Un mese prima? Tre mesi prima? Anni prima? Questo colloquio relativo a questo ricordo…
A.S.: Si, non molto tempo fa.
A.B.: Cioè, suo marito ha detto…
A.S.: Ora non ricordo il giorno.
A.B.: Suo marito ha detto questo signora, prima, che lei era stata sentita quel giorno e poi è stato sentito anche lui.
A.S.: Si.
A.B.: Che qualche giorno prima, lei che aveva partorito, credo un bambino, una bambina… credo… qualcosa del genere…
A.S.: Si.
A.B.: Mi pare, no? Aveva ricevuto una telefonata lei dal signor Iandelli il quale non voleva, giustamente, coinvolgerla in questa vicenda…
A.S.: Si.
A.B.: Ed era corretto ed era giusto però purtroppo le esigenze di giustizia sono queste quindi lei è dovuta venire qui, ecco volevo sapere, lei questo discorso relativo al braccio fasciato, tutte queste cose, ricorda di averlo ricevuto, nel senso che gliel’ha fatto il signor Iandelli, va bene? Quando le ha telefonato qualche giorno prima?
A.S.: No, questo qui no.
A.B.: Quando gliel’ha fatto? (…) Comunque riceve, dopo partorito riceve questa telefonata dallo Iandelli, il quale è pressato, pare, dalla Polizia per sapere… per avere notizie più precise su questa circostanza e lui le telefona, giusto?
A.S.: Mhmm.
A.B.: Mi può, se me lo vuol dire, dire qual è stato il tenore, il contenuto di questo colloquio tra lo Iandelli e lei?
A.S.: Mah, che potevo essere chiamata per il fatto di questo… di questa storia che è successa nell’86.
A.B.: Si e non avete detto altro?
A.S.: No.
A.B.: Lei se la ricordava la storia? O gliel’ha ricordata lui un pò? Lo Iandelli…
A.S.: Mah… bene, bene non me la ricordavo sinceramente.
A.B.: Per cui lui gliel’ha ricordata un po’?
A.S.: Si.
A.B.: Quindi lei ha fatto mente locale però memorizzando il fatto dopo i ricordi, forse insistiti, del signor Iandelli, di questi ultimi tempi? No? O no? Se lei non se la ricordava…
A.S.: Me la ricordavo
A.B.: Gliel’ha ricordata lui.
P.M.: No ha detto me la ricordavo.
Presidente: Le ha rinfrescato la memoria insomma…
A.S.: Si.
A.B.: Ecco, va bene, grazie.
A.S.: Prego.
Presidente: Può andare signora. Avvocato Colao ancora? Domande pertinenti.
A.C.: Molto breve, molto breve, lei signora ha detto che era stata altre volte in quel piazzale dove ci sono delle siepi, le erano mai capitati episodi in cui è stata… Episodi del genere? Cioè si erano mai avvicinate altre persone o quello è l’unico?
A.S.: No.
A.C.: Quello era stato l’unico.
A.S.: Che mi ricordi io si.
A.C.: Grazie.
A.S.: Prego.
Presidente: Bene può andare signora grazie.
A.S.: Prego.
Presidente: Ah no un momento, il consigliere Polvani vuol farle una domanda anche lui.
C.P.: Solo una domanda, si ricorda lei se questa persona con un braccio fasciato si attaccò o in qualche modo si aggrappò all’autovettura?
A.S.: Non ricordo.
Presidente: Non lo esclude…
A.S.: Non ricordo.
Presidente: Lo esclude oppure non lo ricorda?
A.S.: Mah io lo escludo.
Presidente: Lo esclude.
C.P.: Si ricorda se l’auto dello Iandelli, come c’è stato riferito, alcune giravolte per allontanarsi? Opure se fu un’allontanamento piano, diciamo…
A.S.: Io non ricordo.
C.P.:… così, senza ostacoli frapposti da alcuno?
A.S.: Io non ricordo.
C.P.: Non ricorda. Va bene grazie.
A.S.: Prego
Presidente: Può andare grazie signora, buongiorno.
P.M.: Presidente il P.M. ha convocato i testi a ore diverse per evitare che si sentissero poco bene, i prossimi sono alle 11:00, abbiamo fatto prima del previsto. Ci sono undici testi…
Presidente: Va bene, va bene.
P.M.: Più di così non so come fare però questo è il problema.
Presidente: Prendiamo anzitempo un caffè, vuol dire che dopo non interrompiamo più, d’accordo?
P.M.: Senz’altro Presidente, questo è il verbale di cui chiedo l’utilizzazione, 23 febbraio 1994.
Presidente: Produciamone uno solo però eh?
P.M.: Certo.
P.M.: Diverse persone, tra cui Salvadori Antonella ci hanno raccontato di un episodio che sarebbe avvenuto di cui lei è stato protagonista al cimitero di San Casciano, sembra nell’86. Se è vero questo fatto lo vuole raccontare alla Corte?



L.I.: Si è vero.
P.M.: Ci hanno raccontato il giusto. Ci vuole raccontare cosa avvenne?
Presidente: Ce lo racconti.
P.M.: Nei dettagli eh signor Iandelli, lei è già stato così dettagliato col P.M., vediamo se riesce a rispiegarlo lei senza domande.
L.I.: Si mi trovavo in auto in una piazzola antistante il cimitero di San Casciano in auto e… Succede che nel buio, nel silenzio io sento un urto, mi trovavo con questa ragazza, sento un urto di canna, di ferro, urtare un finestrino, un deflettore dell’auto e…
Presidente: Sentì scusi un urto metallico?
L.I.: Si un urto proprio metallico di ferro al che mi attirò l’attenzione e vidi… ho riconosciuto una pistola impugnata, la canna… più che altro la canna di una pistola impugnata e ho visto… avevo questa persona appoggiata al vetro, ho visto che praticamente abbracciava l’auto al che io ho provato ad urtare con le mani per vedere se se ne andava e lui è rimasto ancora lì per un lasso di tempo intorno ai 30/40 secondi abbracciando la macchina, ecco, fino a che io non sono riuscito a mettere in moto l’auto e scappare.
P.M.: E’ riuscito a scappare?
L.I.: Si.
P.M.: Come ha fatto? Questa operazione…
L.I.: Ho fatto che…
P.M.: E’ stato facile o…
L.I.: Mah è stato facile, ho girato la chiave, ancora non ero seduto sul posto di guida e la macchina s’è mossa, ha fatto due otre metri girando la chiave, non è entrata in moto subito, poi dopo due o tre metri, nonostante lui fosse ancora sui vetri…
Presidente: vetri anteriori, scusi?
L.I.: Vetri anteriori. Lui aveva la faccia dalla parte del finestrino… del vetro, non del finestrino, guida. Si è avviato il motore al che io sono… nello spavento ho dato accelerazione, l’auto ha iniziato… è partita e non avendo appoggio dei sedili sono caduto indietro, la macchina è andata sotto sterzo, ho fatto due giri praticamente, o un giro e mezzo del piazzale, ecco. C’è una piazzola molto larga.
P.M.: E questa persona che era sul vetro è caduta? Ha lasciato la presa? La macchina s’è fermata?
L.I.: No lui è rimasto agguantato all’auto per diversi metri, minimo quattro o cinque metri fino a che l’auto è andata in questa direzione e lui probabilmente s’è staccato, poi ho perso di vista perché era buio.
P.M.: Quando s’è staccato prima l’ha visto anche in faccia o no?
L.I.: Ho avuto la faccia qui a pochissima distanza però non l’ho mia… non lo so. Non l’ho visto in…
P.M.: Ecco…
L.I.: Il volto era vicino.
P.M.: Sul vetro praticamente.
L.I.: Era applicato sul vetro
P.M.: Come schiacciato.
L.I.: Come schiacciato anzi era proprio schiacciato perché il vetro era un po’ appannato e quindi sola la… diciamo… la faccia ha sbrinato quella parte lì del vetro.
P.M.: Senta una cosa…
Presidente: Scusi, scusi un attimo, il vetro è quello… il finestrino lato guida?
P.M.: No, no davanti.
Presidente: O del parabrezza?
L.I.: Si del… il vetro proprio, no il finestrino, il vetro.
P.M.: Parabrezza davanti
L.I.: Parabrezza si.
P.M.: Questa persona ha lasciato la presa, lei ha avuto modo di vederne almeno la fisionomia?
L.I.: No la fisionomia corporea del fisico no, mi ricordo che ho visto che aveva, impugnava questa pistola sicuramente e l’altro braccio era fasciato di qualcosa di bianco, aveva qualcosa di bianco insomma intorno a questo braccio,
P.M.: Lei ha cercato nei giorni successivi di capire chi poteva essere perché l’ha cercato o se c’è stato qualcosa del genere è stato casuale?
L.I.: Né l’uno né l’altro.
P.M.: Allora ci spieghi com’è stato se lei, come sembra, ha raccontato ad altre persone di avere in qualche modo cercato di capire chi poteva essere.
L.I.: Non ho capito la domanda scusi.
P.M.: Allora proviamo in un altro modo, lei il giorno dopo, o nei giorni successivi ha visto una persona che assomigliava a quello di quella notte?
L.I.: No.
P.M.: Qualcuno con…
L.I.: No perché non l’ho riconosciuto proprio, poteva essere una persona qualsiasi.
P.M.: Certo, qualcuno con il braccio fasciato bianco?
L.I.: Se ho guardato se individuavo qualcuno con il braccio fasciato?
P.M.: Si.
L.I.: Si ho guardato, così casualmente ma…
P.M.: E chi ha trovato se l’ha trovato?
L.I.: No, non l’ho trovato.
P.M.: Non c’era nessuno con il braccio bianco?
L.I.: No.
P.M.: Forse lei ha detto qualcosa di diverso? Non lo ricorda?
Presidente: Lo ricorda?
P.M.: Vuole…
L.I.: No.
Presidente: Ricorda che disse qualcosa di diverso precedentemente?
L.I.: No.
Presidente: Proviamo a leggerglielo.
P.M.: Si. Le contesto che gli si dice: “Mi si chiede se abbia, successivamente all’episodio, rivisto una persona con un braccio ingessato o fasciato e se abbia quindi potuto ricollegare tale circostanza all’uomo di cui ho parlato, questo non è avvenuto, mi si fa presente che Luigi il pasticcere ha dichiarato che io, nel raccontargli l’episodio, gli riferii anche che il giorno dopo vidi il Pacciani con il braccio ingessato e che quindi maturai la convinzione che era stato proprio il Pacciani quello che avevo visto quando ero in macchina.” Ricorda che le è stato contestato questo?
Avvocato Bevacqua: Prosegua, scusi.
P.M.: Si, si, intanto questo le è stato contestato.
A.B.: Questo lo diceva quell’altro.
P.M.: Questo gli è stato… mi lasci finire per cortesia.
A.B.: Eh no.
Presidente: Lasciamo fare la domanda al Pubblico Ministero.
P.M.: Ricorda che le è stato contestato questo?
L.I.: Ricordo ma che io ho detto che non l’avevo visto.
P.M.: Lei ha detto di non… non ha detto questo a questo Luigi il pasticcere che si chiama Caioli.
L.I.: Si, non l’ho detto.
P.M.: lei non ha detto questo?
L.I.: Non l’ho detto questo, che ho trovato Caioli e abbiamo parlato in merito a questa circostanza si, non di questo particolare.
P.M.: Quindi Caioli se l’è inventato?
L.I.: Penso… Non lo so, probabilmente, domandatelo a lui.
P.M.: Certo, l’abbiamo già chiesto, lui ha detto il contrario, che lei gliel’ha detto, chiedo un confronto Presidente, sul punto.
Presidente: Va bene.
P.M.: Seconda domanda, lei ha detto alla sua ragazza dell’epoca, Salvadori Antonella, che successivamente aveva riconosciuto in quella persona col braccio bianco il Pacciani?
L.I.: Non mi sembra.
P.M.: La signora ci ha detto il contrario, chiedo il confronto anche su questo Presidente, non ho altre domande, prima il Caioli e poi…
Presidente: Signori avvocati di parte civile? Cerchiamo di far le domande in un’unica soluzione, senza ritornarci poi.
Avvocato Santoni Franchetti: La prima domanda è questa: vorrei una spiegazione sul luogo dove lei stava facendo l’amore con la sua compagna, cioè se ce lo può spiegare, è lontano o vicino alla strada principale? Ci possono essere anche altre macchine vicino alla vostra? Delucidazioni di questo genere. Io non l’ho visto, non so dov’è…
L.I.: Mah, era in prossimità della strada… non so se comunale o provinciale che porta da San Casciano a Spedaletto, S. Andrea in Percussina, in merito alle auto non è che non l’ho viste non ci ho fatto proprio caso.
A.S.: A venti/trenta metri dalla strada? E’ più lontano? Cinquecento? Un chilometro?
L.I.: No, no saranno… in linea d’aria vicinissimo, venti metri.
A.S.: Si può vedere la macchina dove lei stava dalla strada principale?
L.I.: Penso di si.
A.S.: Lei pensa di si, era possibile vederla dalla strada principale.
L.I.: Scorgerla senz’altro.
A.S.: La ringrazio. Nella piazzola dove lei stava c’era posto anche per altre macchine, eventualmente, di coppiette? O era soltanto posto per una?
L.I.: No è un parcheggio enorme.
A.S.: Quindi quante ne possono venire a far l’amore… Parecchie macchine in teoria…
L.I.: Anche senza fare all’amore.
A.S.: Chiaramente, trenta/cinquanta metri possibilissimo…
L.I.: Ma ce ne starà tranquillamente, è un parcheggio enorme insomma.
A.S.: La ringrazio, un’altra domanda, una delucidazione anche questa, lei ha detto di veder arrivare questa persona con una pistola in mano, esatto?
L.I.: No non l’ho vista arrivare.
A.S.: L’ha vista, a un certo punto ha visto la pistola però…
L.I.: Si.
A.S.: Ora se ho capito bene, lei ha detto: ho anche cercato di scacciarlo con le mani.
L.I.: Mhmm, si.
A.S.: Lei non ha avuto paura della pistola? Prima di scappare…
L.I.: Ho avuto tanta paura.
A.S.: Lei ha avuto tanta paura però ha cercato di scacciarlo con le mani?
L.I.: Si ma non la pistola, lui!
Presidente: Avvocato la pistola un ce l’aveva lui, quindi con cosa lo scacciava?
A.S.: E’ quello che non ho capito, cioè lui vede una persona arrivare con la pi… non arrivare, vede la pistola al finestrino e se ho ben capito dice: io cercai di mandarlo via con le mani, è vero?
L.I.: Ho tirato dei pugni del vetro ma è stato l’impulso della paura probabilmente…
A.S.: Ho capito.
L.I.: Non avendo un’altra pistola ecco…
A.S.: Certamente lei non aveva una pistola pensavo che prima uno, l’istinto fosse di scappare invece lei ha cercato con dei pugni sul finestrino di allontanare questa pistola, se ho capito bene.
L.I.: Si.
A.S.: La ringrazio nessun’altra domanda.
Presidente: Avvocato Pellegrini.
A.P.: La persona che impugnava la pistola e che le procurò tutta questa paura di che colore aveva i capelli?
L.I.: Poteva… Senz’altro chiari, senz’altro chiari, anche la carnagione.
A.P.: Che vuol dire?
L.I.: Vuol dire che non era sicuramente una persona con carnagione olivastra, con capelli scuri.
A.P.: lei durante l’interrogatorio ha detto che aveva i capelli bianchi.
L.I.: Si.
A.P.: Conferma? Non biondi, bianchi.
L.I.: Poteva averli come lei. Lei consideri che ero nel buio quindi potevano…
A.P.: Tanto nell’84 non li avevo bianchi quindi non c’è problema.
A.B.: Grigi.
Presidente: Siamo nell’86.
A.P.: Ecco, appunto a questo proposito…
Presidente: Brizzolati.
A.P.:…il signor Iandelli ci vorrà precisare meglio il periodo? Lei con che macchina era quella volta? Che tipo di macchina?
L.I.: Avevo un Passat bianco familiare.
A.P.: Quando l’ha venduto?
L.I.: Guardi questo io non me lo ricordo però alla stazione dei carabinieri gli ho notificato tutto, targa e periodo, perché non mi ricordo nemmeno il periodo sinceramente.
A.P.: Lei ha dichiarato di averlo venduto nell’85.
L.I.: Io non ho dichiarato, io ho detto ai carabinieri…
A.P.: Lei ha dichiarato, glielo garantisco.
L.I.: …ho fatto il passaggio… la voltura senz’altro… il periodo non lo ricordo, sicuramente, in linea di massima si ma… ’85,’84,’86…
A.P.: Le contesto che lei ha, in precedenti deposizioni, dichiarato, collocato quest’episodio nell’84, non nell’86, ricordando di aver venduto l’auto nell’85 e quindi di non averla potuto…
L.I.: Questo io anche in sede di… quando fui chiamato alla stazione dei carabinieri di San Casciano mi fu chiesta questa domanda e io notificai, il giorno dopo, l’atto di vendita, non ricordandomelo nel momento.
A.P.: In quella stessa occasione, cioè ai carabinieri di San Casciano, lei ha detto di aver riconosciuto, o creduto di riconoscere il guardone, perché certamente di un guardone si trattava, in una o l’altra persona di cui ha fatto i cognomi. Quali sono i cognomi che lei fece in quell’occasione?
L.I.: No guardi, io non li ho fatti i cognomi, sono stati fatti dal maresciallo Minoliti che mi disse: potrebbero essere questi due? Io ho insistito a dire, ho chiesto che mettessero a verbale che per me potevano essere benissimo loro però non li ho riconosciuti, né l’uno né l’altro.
A.P.: Allora le leggo quello che lei ha dichiarato…
A.B.: E quello che ha firmato.
A.P.: Quello che ha firmato e quello che ha dichiarato, qui risulta dichiarato da lei non introdotto da domanda del maresciallo: “Dopo essermi allontanato, quindi al sicuro, ricordo di aver fatto mente locale a quello che mi era capitato e posso affermare che la considerazione che feci era quella che il guardone con la pistola si poteva, a mio avviso ma non posso giurarlo, essere o il Pucci o il Pacciani.”
L.I.: Questi due nomi furono suggeriti dal maresciallo Minoliti ma come poteva essere Pucci, Pacciani poteva essere chiunque volesse, io non l’ho mai riconosciuto. Poteva essere il migliore amico, un familiare, qualsiasi persona.
A.P.: E successivamente all’episodio incontrando qualcuno per la strada lei gli è venuto, si è raffigurato che poteva essere la persona che la sera prima o qualche sera prima le aveva causato tanta paura? Incontrandolo nel suo paese o in zone limitrofe?
L.I.: No. Io penso che questo equivoco sia nato da le discussioni… posso andare avanti?
P.M.: Prego, prego.
L.I.: Sia nato, come nel caso del Caioli dalle discussioni che viene fatto in merito a questa storia del mostro, preso una posizione di parte ma non mai dire di aver visto… si conosciuto il Pacciani ma mai visto in tal posto.
A.P.: Grazie.
Presidente: Avvocato Colao.
A.C.: Prego, lei ebbe modo di apprezzare la corporatura del soggetto che si presentò sui finestrini col viso schiacciato al finestrino di guida?
L.I.: No, sicuramente era… No, la mano era molto robusta però ecco…
A.C.: La mano era robusta.
L.I.: Si, perché fasciava abbastanza.
A.C.: I capelli erano bianchi, lo ha già detto ma io le contesto che nel verbale lei disse: “Ricordo che la persona era di corporatura robusta” può ricordare meglio? Sa, ci rendiamo conto che ora possa essere in uno stato di apprensione e che lì naturalmente di paura ne doveva avere tanta…
L.I.: Molta.
A.C.: Quindi deve scusare se magari anche insistiamo però questo è per la verità, il processo ha questo scopo e se lei ci pensa un attimino, ha detto che la mano era già robusta…
L.I.: In virtù di questa mano che era molto… insomma abbastanza grossa, senz’altro… i diti erano piuttosto massicci.
A.C.: Ecco, quale mano? Quella che impugnava la pistola o quella fasciata?
L.I.: La destra.
A.C.: La destra?
L.I.: La destra, la mano che impugnava la pistola.
A.C.: La mano che impugnava la pistola. E lei ha detto si ricorda la canna?
L.I.: Ho visto, ho distinto che era una canna di pistola senz’altro.
A.C.: ma se ci pensa un attimino può essere di forma lunga? La canna?
A.B.: Non suggerisca le domande, lei domandi che canna era.
Presidente: Che forma era?
L.I.: Lunga, lunga non era.
A.C.: E’ una domanda.
L.I.: Usciva tanto dalla mano, guardi, così. Un’otto/dieci centimetri.
A.C.: La ritiene lunga così o corta?
L.I.: Una canna media, credo via, non lo so, tanto così guardi.
A.C.: Le due dita.
L.I.: Poco meno.
A.C.: Grazie. Senta un’ultima cosa, lei si era recato altre volte sulla piazzola?
L.I.: Si, altre volte si.
A.C.: Eh… diciamo, non gli erano accaduti mai episodi del genere?
L.I.: Nella piazzola no.
A.C.: Quindi, cioè lei riteneva che la piazzola fosse sicura o no? Come dice l’avvocato Bevacqua, giustamente.
L.I.: No, più che altro reputavo che non essendo…
A.C.: Per potere stare lì in atteggiamento amoroso.
L.I.: Mah, più che altro reputavo che essendo un grande piazzale, non essendo frequentato potesse essere un posto tranquillo.
A.C.: Ecco, scusi si era appartato accanto ad una siepe?
L.I.: No, proprio nel centro, quasi nel centro.
A.C.: E c’erano siepi intorno?
L.I.: No.
A.C.: E altre macchine?
L.I.: Perimetralmente… no, perimetralmente c’era una siepe però eravamo distanti da questa siepe, eravamo quasi nel centro.
A.C.: Se lei fosse stato ulteriormente aggredito sarebbe stato sentito… sarebbero state sentite le sue grida di aiuto?
L.I.: Da chi? Da altre persone?
A.C.: Non so, da altre persone.
L.I.: No perché non c’è abitazioni troppo vicine.
A.C.: Scusi, il soggetto che si presentò avanti… voi eravate in atteggiamento amoroso avanzato?
L.I.: No
A.C.: O vi ricomponevate perché l’azione amorosa era finita? Scusi sa, son domande… mi rendo conto sono un po’ scabrose però… Eravate diciamo in atteggiamento di chi si ricompone?
L.I.: Diciamo di si.
A.C.: Capisco. Quindi lei era già abbastanza vigile?
L.I.: No. Io sono stato attirato da questo tubo metallico che urtava questo vetro, non ero vigile, ero…
A.C.: Questa persona che comparve le dette l’impressione di essere in stato di eccitazione?
L.I.: No.
A.C.: Quanto meno questa persona era eccitato?
L.I.: Nhnn, lei pensi che era difficile distinguerlo, quello che faceva, quello che non faceva, mi dette l’impressione che lui era lì non da un secondo ecco, da qualche minuto perché il vetro era sbrinato probabilmente dal suo respiro.
A.C.: E il fatto che non si mosse subito…
L.I.: Chi?
A.C.: A cosa lo ricollega? Il fatto che questa persona dopo che lei, col pugno, naturalmente, non avendo altro, si oppose e che questo rimase ancora lì, a che cosa lo ricollega?
L.I.: Posso presumere che lui poteva pensare che io partendo con l’auto potessi rincorrerlo, ecco… Penso che sia stato questo il motivo, presumo.
A.C.: Grazie, non ho altre domande.
L.I.: Prego
Presidente: Avvocato Capanni.
A.Ca.: Signor Iandelli lei è in grado di distinguere una pistola automatica da una a tamburo?
L.I.: Si.
A.Ca.: Era una pistola automatica o a tamburo?
L.I.: Ripeto, si scorgeva solo la canna. Una pistola a tamburo da una automatica la distinguo ma quella no perché era coperta, vedevo solo la canna.
A.Ca.: Bene, grazie, basta così.
Presidente: Avvocato Santoni.
A.S.: Proprio su questa canna è la mia domanda, lei prima ha fatto, con le mani, ha indicato la lunghezza della stessa, ci può sempre dire, nello stesso modo, quanto era grande questa canna? Più o meno, se se lo ricorda.
L.I.: Mi sembra come una pistola dell’arma.
Presidente: Quelle son pistole grosse… Gliene volete mostrare una per favore? Sono grosse pistole.
-Ora parte un colpo e siamo a posto.
L.I.: Si questa è abbastanza grande rispetto a quella.
Presidente: Questo è un pistolone.
L.I.: Questa è abbastanza grande rispetto a quella che ho visto.
A.S.: Era un po’ più piccola.
Presidente: Quindi era più piccola…
L.I.: Si.
Presidente: Di una di quelle Beretta in dotazione ai carabinieri, più piccola, questa è una pistola che certamente…
L.I.: Senz’altro più piccola di quella.
Presidente: Molto più piccola di quella, questa è una pistola molto grossa indubbiamente, però ecco mi dica, posso intervenire?
A.S.: Ceerto Presidente, ci macherebbe.
Presidente: Ma, diciamo, la sagoma della canna che sporgeva era come quella? Come la pistola in dotazione ai carabinieri? Più piccola, d’accordo.
L.I.: Si, più o meno.
Presidente: Non era una canna cilindrica?
L.I.: No.
A.S.: Era questo che volevamo sapere. Un’altra domanda che però è una precisazione, lei parla, quindi è una contestazione, nel verbale del 28 ottobre del ’92, di una mano molto grande, per le grande è sinonimo di robusto oppure s’è confuso oggi? Ha detto il giusto allora?
L.I.: L’uno e l’altro.
A.S.: L’uno e l’altro quindi era grande e robusta questa mano.
L.I.: Si.
A.S.: Un’altra cosa che non ho capito, in questo interrogatorio parla dell’84 come data in cui viene ubicato il fatto, va bene? Oggi m’è sembrato di capire si parla dell’86, ho capito male io oppure…
L.I.: Domanda a me?
A.S.: Certo.
L.I.: Io le date, guardi, non me le ricordo, sinceramente, non vorrei dirle una cosa per un’altra. Nel periodo in cui io avevo quest’auto. Quest’auto l’ho avuta intorno all’84/’85, però il periodo…. Questo è il periodo.
A.S.: ‘84/’86.
L.I.: La data di acquisto e di vendita ci si accerta tramite documenti…
A.S.: Ecco, quindi lei va con la sua ragazza proprio nel momento in cui il cosiddetto mostro sta colpendo, avevate pensato quando siete andati in quel posto una preoccupazione, una paura, cioè che fosse un posto particolarmente sicuro e tranquillo o no? Oppure non ci pensavate nemmeno?
L.I.: Si ci si pensava però…
A.S.: Non avevate preso precauzioni…
L.I.: Prego?
A.S.: Non avevate preso precauzioni particolari?
L.I.: No. Precauzione era quella di pensare di essere in un posto dove non c’era ambienti che potevano occultare persone, ecco essendo in un piazzale si presumeva di essere tranquilli.
A.S.: La ringrazio, nessun’altra domanda Presidente.
Avvocato Bevacqua: Posso?
Presidente: Avvocato Bevacqua prego.
A.B.: Grazie. Senta signor Iandelli lei ha detto che i nom gli furono fatti, suggeriti, detti dal maresciallo Minoliti, vero?
L.I.: Si.
A.B.: Cioè gli disse se potevano essere queste due persone: il Pucci…
L.I.: Se potevo?
A.B.: Se potevano essere… una di quelle persone poteva essere o il Pucci o il Pacciani e lei disse… cosa disse?
L.I.: Io dissi che non li ho riconosciuti, poteva essere chiunque, non li ho riconosciuti…
L.I.: Ecco, si ricorda se proprio in occasione di questo interrogatorio dal maresciallo Minoliti lei che insisteva in certe cose ad un certo punto il maresciallo Minoliti, c’è scritto nel verbale, siccome la Corte non ce l’ha ma io lo devo leggere: “A questo punto l’ufficio da atto che il presente verbale sarà tempestivamente trasmesso al Pubblico Ministero per tutti i reati che esso potrà ravvisare”, se lo ricorda questo? Tant’è che lei non lo firmò…
L.I.: Mi può spiegare che cosa era? Non capisco bene.
A.B.: Lei viene sentito su ordine del Pubblico Ministero dal maresciallo Minoliti il 31 gennaio 1993, se lo ricorda?
L.I.: Si.
A.B.: Era gennaio.
L.I.: Si senz’altro.
A.B.: E lei viene sentito dal maresciallo Minoliti, dall’ispettore della P.S. Lamperi e assistente capo della P.S. Venturini Alessandro, c’era tre persone accanto a lei, vicino a lei che le facevano delle domande…
L.I.: Si.
A.B.: Ecco, in particolare a un certo punto volevano sapere anche di questa ragazza eccetera, dopo averle suggerito a suo tempo del Pucci e del Pacciani lei disse, non voleva dire, non voleva assolutamente dire quello che volevano probabilmente loro tant’è che loro le contestano: “A questo punto l’ufficio da atto che il presente verbale sarà tempestivamente trasmesso al Pubblico Ministero per tutti i reati che esso potrà ravvisarvi” si ricorda che le fecero delle minacce, lo sbattevano dentro?
L.I.: Si.
A.B.: Ohoo e probabilmente questi signori hanno dimenticato che c’è un articolo 13 della Costituzione, hanno dimenticato ma comunque qualche volta bisognerebbe ricordarglielo, allora si ricorda anche che lei questo verbale non lo volle firmare?
L.I.: Si mi ricordo.
A.B.: Si ricorda, ohoo e allora questo se lo ricorda e lo alleghiamo alla Corte però devo domandarle un’altra cosa, lei ha detto prima che questo discorso, va bene? Era uno dei tanti discorsi che si facevano nel momento in cui Pacciani viene fermato, viene perquisito più volte, tant’è che questo signore dice, il Caioli, che o lei o lui avrebbe detto: stavolta il Pacciani va dentro, stavolta lo trovano, sarebbe il mostro. Se la ricorda questo discorso? Manca poco, nel senso che fra poco tempo sarà arrestato, o no?
L.I.:
A.B.: Si ricorda il discorso? Perché lei…
L.I.: Mi ricordo d’aver incontrato il signor Caioli un giorno al Galluzzo che abbiamo parlato di questa cosa però di questo particolare no.
A.B.: Ecco, avete parlato di questa cosa, ora lei ha precisato al Pubblico Ministero le modalità del fatto, come si è svolto, che cosa lei ha visto, va bene? Lei ha detto particolarmente che si trovava in una Passat familiare, l’ha detto pac’anzi ma c’è scritto anche qui, giusto?
L.I.: Certo.
A.B.: E avrebbe visto come un uomo che abbracciava questa Passat, addirittura lei ha detto che la pistola batteva contro il deflettore della Passat, vero?
L.I.: Si.
A.B.: Benissimo e l’altro braccio dall’altra parte della Passat.. eh?
L.I.: Mhmm
A.B.: Vero?
L.I.: Si.
A.B.: L’ha detto. Ecco, lo conferma questo?
L.I.: Si.
A.B.: lo conferma, benissimo. Poi lei ancora sentito su questo episodio dal Pubblico Ministero: “Mi si chiede se abbia successivamente all’episodio rivisto una persona con un braccio ingessato o fasciato e se abbia potuto ricollegare tale circostanza all’uomo di cui ho parlato e lei dice, puntini: “questo non è avvenuto. Mi si fa presente che Luigi, il pasticcere, ha dichiarato che io nel raccontargli l’episodio gli riferii anche che il giorno dopo vidi il Pacciani con il braccio ingessato e che quindi maturai la convinzione che era stato proprio il Pacciani quello che avevo visto quando ero in macchina” e lei risponde: “Io non ho detto questo al Caioli”, conferma questa circostanza?
L.I.: Si.
A.B.: “Non ricordo quale fu l’occasione per entrare con il Caioli nel discorso relativo a quello che mi era successo nel piazzale antistante al cimitero di San Casciano. Conosco il Pucci di Mercatale lui è uno che porta gli occhiali da vista con i capelli bianchi ed una corporatura simile a quella del Pacciani. I due mi sembrano molto simili.” Si ricorda d’aver detto anche questo?
L.I.: Si.
A.B.: Benissimo. Ecco, io le devo dare atto pubblicamente che lei ha cercato in tutti i modi di evitare che il suo rapporto antecedente potesse essere pubblicizzato ed è stato un uomo veramente d’onore, come si dice dalle mie parti, però purtroppo le esigenze di giustizia hanno portato a questa amarissima questione e purtroppo a questa amara manifestazione processuale. Senta, lei quando fu sentito ancora dai carabinieri, dal maresciallo Minoliti, quello che le aveva suggerito i due nomi, no? Maresciallo Minoliti e gli altri due, Lamperi e Venturini, lei dopo che fece? Parlò con questa sua ragazza?
L.I.:
A.B.: lei era in difficoltà chiaramente, no?
L.I.: No io dopo l’ennesima riunione, diciamo, lì alla caserma dei carabinieri, dopo varie pressioni da parte degli inquirenti ai quali ho dovuto dire chi era questa persona mi son sentito in dovere di avvertirla che avevo dovuto fare il suo nome…
A.B.: E fu intercettata anche la sua telefonata, lei non lo sa ma io lo so. E allora? Ebbe varie pressioni dai carabinieri?
L.I.:
A.B.: Tanto lo dica, tanto ormai… prima era pallido ora è diventato più rasserenato, davanti alla Corte, alla giustizia, in nome del popolo italiano si deve fare giustizia, si deve sapere tutto. Capito? Anche dei custodi che dovrebbero essere custoditi non si sa da chi…
Presidente: Ma insomma che razza di pressioni possono averle fatto?
L.I.: Mah, essere richiamato costantemente e un po’ a tutte le ore, a distanza di così poco tempo…
P.M.: Facciamo spiegare a quali ore e quante volte perché ci son dei verbali…
L.I.: Ma questo non me lo ricordo ma senz’altro il sabato…
P.M.: Come mai il sabato? Perché lei gli altri giorni forse era occupato?
L.I.: Non penso che avete preso questo riguardo…
P.M.: Io…
L.I.: O chi per lei.
P.M.: Si, si, no, ci mancherebbe.
Presidente: Va be’, quindi le sciupavano il fine settimana.
L.I.: No
A.B.: No, nel senso, non è il sabato…
L.I.: Uno che veniva avvertito a così breve distanza di presentarsi repentinamente. Che sia il sabato…
Presidente: Questi sono i fatti.
A.B.: Questi sono i fatti…
L.I.: Questi sono i fatti e insomma e insistentemente venivo pressato dovendo un po’… Sembrava che io dovessi occultare il nome di qualcuno…
P.M.: Di questa donna.
L.I.: No oltre che della donna…
A.B.: Sto facendo io l’interrogatorio, il controesame lo sto facendo io
P.M.: Credevo avesse finito.
Presidente: Facciamo parlare il teste via, lo stava dicendo, non della donna ma ovviamente di quello che lui aveva visto. Va bene.
A.B.: Senta, lei, mi perdoni, ma siccome non mi torna un certo dato, sia sul deflettore della Passat, sia su questo uomo che abbracciava la Passat che ci ha un muso che non finisce mai, l’ho guardato, l’ho visto, eccetera, ecco le volevo domandare, questo poi lo vedrà la Corte guardando le Passat che passano di qua e di là, se è possibile, se non è possibile, se hanno il deflettore, se non ce l’hanno, se si può abbracciare con questo muso… va be’ io le volevo domandare: ma è possibile che lei abbia visto veramente la mano, le dita che impugnavano questa pistola oppure no? Perché se lei ha visto la canna, la canna sta un po’ distante dalle dita, o no? Va bene? Capisce? Spiego? Questa è la pistola, questa è la canna, batto sul finestrino e qua a distanza di… perlomeno dieci centimetri dovrebbe stare le dita e quindi la mano. Siccome era buio quasi pesto o del tutto pesto, come faceva lei a vedere queste mani? Oppure è stata una sua sensazione? Proprio a individuare praticamente la grossezza delle dita, in quel buio? Eh? Così…
L.I.:
A.B.: Non se lo ricorda…
L.I.: No mi ricordo che ho visto senz’altro la pistola e la mano appoggiata al finestrino…
A.B.: La mano destra.
L.I.: La mano destra.
A.B.: L’altra mano dov’era?
L.I.: L’altra mano era sul parabrezza appoggiata sui tergicristalli.
A.B.: Sui tergicristalli. Va bene, nessun altra domanda.
P.M.: Presidente io ne avrei qualcuna ovviamente alla luce…
A.B.: E io voglio produrre la documentaz.. i due verbali Presidente.
Presidente: Avvocato Fioravanti ora.
P.M.: Senz’altro.
Presidente: Prego avvocato
Avvocato Fioravanti: Senta signor Iandelli.
A.B.: Un’ultima domanda gli volevo fare…
A.F.: Si, si.
A.B.: Mi scusi eh… Siccome è anche stato sentito suo zio il quale ha detto che lei non ha mai riferito a lui questa circostanza, la conferma?
L.I.: Non ho capito, scusi.
A.B.: E’ stato sentito anche un suo zio, va bene? Un suo zio. Il quale ha riferito il quale ha riferito all’autorità inquirente che lei a lui, zio, non ha mai riferito di questo episodio, è vero o non è vero?
L.I.: Dell’episodio…
A.B.: Di questo episodio che era accaduto nella…
L.I.: Mah, non lo so se gliene ho parlato, io a volte capito in negozio si parla di queste cose…
A.B.: Lui esclude categoricamente che lei gliel’abbia riferito.
L.I.: Non lo so
A.B.: Non se lo ricorda?
L.I.: No.
A.B.: Grazie.
Presidente: Avvocato Fioravanti.
A.F.: Signor Caiol… due domande soltanto, dunque lei nell’interrogatorio del 21 gennaio ’93, sempre nella stazione dei carabinieri di San Casciano riferisce: “Data l’emozione e la paura di quei momenti e data la situazione in cui ero non ebbi modo di imprimermi nella memoria la precisa fisionomia del volto della persona, voglio dire cioè che anche se fosse stata una persona a me nota non l’avrei potuta riconoscere con sicurezza” conferma questo?
L.I.: Si.
A.F.: Lei ha avuto qualche altro episodio, non nella zona di san Casciano ma in altri luoghi della provincia di Firenze?
L.I.:
A.F.: Qualche altro episodio simile.
L.I.: Beh si… No in merito ad un guardone con la pistola o chicchessia no.
A.F.: Ecco ma nello stesso verbale, non è comunque una contestazione, io dicevo se ricorda, parla di un episodio simile avvenuto in Firenze, Campo di Marte…
L.I.: Si, si ma non con un’arma.
A.F.: No, lei si è difeso diversamente ma comunque non era coll’arma. Ecco, un’altra cosa a proposito di Caioli, quando a lei fu suggerito il nome Luigi ricorda di averlo visto qualche volta, di averlo incontrato qualche volta nella piazza del Galluzzo una volta?
L.I.: Si.
A.F.: Ecco, lei dice questo in quella circostanza: “Mi si chiede se io abbia successivamente all’episodio rivisto una persona con un braccio ingessato o fasciato o se abbia quindi potuto ricollegare tale circostanza all’uomo di cui ho parlato, questo non è avvenuto. Mi si fa presente che Luigi, il pasticcere, ha dichiarato che io nel raccontargli l’episodio gli riferii anche che il giorno dopo vidi il Pacciani con io braccio ingessato e che quindi maturai la convinzione che era stato proprio il Pacciani quello che avevo visto quando ero in macchina, io non ho detto questo al Caioli.” Conferma questo?
L.I.: Si.
A.F.: La ringrazio. Vuole dire qualcos’altro?
L.I.: No, no cioè io confermo che non ho detto che ho visto che ho riconosciuto Pacciani, intendevo dire…
A.F.: Si, si, questo, questo, “Io non ho detto questo al Caioli” che ho riconosciuto avendo incontrato un uomo col braccio ingessato, il Pacciani. Grazie.
P.M.: Presidente se mi consente dobbiamo a questo punto cercare di capire la verità e capire come mai…
Presidente: Guardi che lei oggi sembrava molto sicuro eh…
P.M.: …come mai due persone, compresa la sua donna, dicono il contrario, io vorrei prima di fare il confronto leggere cosa dicono queste due persone perché ovviamente il brigadiere Minoliti, checchè ne dica l’avvocato difensore (…)
Come mai dicono così, potrebbero essere persone che ce l’hanno con lui e poi fare il confronto. Andrei per ordine se lei mi consente. La Salvadori Antonella è venuta qua e ce l’ha ripetuto poco fa riferisce, glielo leggo prima del confronto: “Effettivamente, ora che ci penso, qualche tempo dopo il fatto”, ci ha raccontato il fatto così come l’ha raccontato lei, visto dalla parte della donna “non ricordo esattamente quanto tempo dopo, lo Iandelli mi disse che a Mercatale un giorno aveva visto una persona con il braccio fasciato bianco che era il Pacciani e quindi lo Iandelli diceva a me Salvadori che forse poteva essere quella la persona del cimitero.” Le chiedo, come mai questa signora, signorina all’epoca, riferisce questo? Questo riferisce, ci può essere un motivo per cui questa donna dice il falso o il falso lo dice lei?
L.I.: Mah il motivo non lo so…
P.M.: Questo dice la signora, ora le leggo dettagliatamente cosa dice il Caioli prima della contestazione poi portiamo qua il Caioli che glielo dica lui personalmente. “Il mio colloquio con lo Iandelli si svolse verso il maggio ’92, ricordo che stavo telefonando da una cabina telefonica del Galluzzo, posta nella piazza del paese, uscendo della cabina”, queste è il teste Caioli, non è uno che non si ricorda i dettagli, ricorda tutto, “trovai lo Iandelli, che già conoscevo come mediatore e col quale in passato, un mesetto prima, avevo trattato un affare che poi non si era concluso, lo Iandelli era lì, mi disse che aspettava uno che gli doveva dare dei soldi, ricordo anche che in quel mentre passò una persona che rivolgendosi allo Iandelli, che quel tale aspettava era nei pressi, alle due strade, io mi trattenni dunque lì a parlare con lo Iandelli gli dissi che passando da Mercatale, nei giorni precedenti, avevo visto i carabinieri che stavano intorno alla casa del Pacciani, ricordo che c’era un compressore e dovevano essere i giorni in cui fu fatta la lunga perquisizione. Lo Iandelli a questo discorso disse: E’ questione di ore, questa volta lo arrestano, il mostro è lui.” Aggiunge: “Mi disse lo Iandelli che aveva visto…” gli fa tutto il racconto che già sappiamo su cui non c’è divergenza e poi dice: “Mi disse lo Iandelli che aveva visto quest’uomo dal didietro mentre correva e che aveva pensato che fosse un tale che lui conosceva come guardone di Mercatale. Il giorno dopo lo Iandelli si era messo in giro di giorno per Mercatale con l’intento di trovare questa persona e invece”…
A.B.: Mi oppongo.
P.M.: Io leggo cosa dice il Caioli…
A.B.: Facciamo il confronto, questa non è una contestazione
P.M.: Poi facciamo.. Questa è la contestazione!
A.B.: No!
Presidente: Avvocato, avvocato…
A.B.: Mi scusi Presidente la contestazione deve vertere sulle dichiarazioni del testimone non sulle dichiarazioni di altre persone
Presidente: Lasciamo… Finiamo qui… Perché lei ha già capito..
A.B.: Mi perdoni.
Presidente: Com’è la situazione? Questi riferiscono delle cose dette da lei, le riferiscono tutti e due…
P.M.: E sono concordanti.
Presidente: Coma fa lei a dire…
P.M.: Come fanno ad essersele inventate Presidente? Io chiedo al teste: ci ha motivo di pensare che questi due, per motivi di rancore suo…
Presidente: Chiediamogli un’altra cosa. Mica lei tante volte, come si fa a volte per discorrere, si è vantato…
A.B.: Ohooo
L.I.: Senta, dunque, per quanto riguarda l’Antonella Salvadori non… Io proprio questa cosa… Non me la sogno di averglielo detto, per quanto riguarda il signor Caioli che fino all’ultimo paragrafo del signore che ha letto andava tutto bene…
Presidente: Il signore è il Pubblico Ministero.
L.I.: Si Pubblico Ministero, fino al punto che…
A.B.: Ha detto signore, Presidente.
Presidente: Signore, al giorno d’oggi essere signori non è mica poco, prego.
P.M.: Credo d’averlo dimostrato…
L.I.: … fino al punto che è question di ore da lì alla fine è una cosa abbastanza aleatoria, diciamo, mi ricordo comunque che il signor Caioli in virtù di questa discussione mi incalzava con le domande dicendo: ma poteva essere questo? Poteva essere questo? Io opinione di parte, personale dissi: potrebbe anche esserlo ma non ho detto…
Presidente: Mi faccia capire, lo incalzava perché dicesse che era Pacciani?
L.I.: Si mi faceva: poteva essere lui, poteva essere lui – Ma…
A.B.: Tant’è che è lui che va dai carabinieri…
Presidente: Altre domande?
P.M.: Nessuna, chiederei di sentire il Caioli in confronto.
Presidente: Avvocato Colao che cosa vuole domandare? Però per favore domande concentrate. Produciamo, si certamente, questi verbali…
A.C.: Senta, scusi, lei fu naturalmente impaurito molto, no?
L.I.: Fui?
A.C.: Molto impaurito da questo fatto.
L.I.: Si impaurito ma lì per lì ecco…
A.C.: Nella macchina era sdraiato lei?
L.I.: No
A.C.: Era a sedere?
L.I.: Si
A.C.: Al posto di guida?
L.I.: No
A.C.: E le è rimasto questo sentimento di sconcerto? Di apprensione? Se l’è portato dietro? Ne risente ancora?
L.I.: No. Per apprensione cosa intende?
A.C.: Apprensione di questo episodio che è avvenuto e delle conseguenze che ci sono state…
L.I.: No.
A.C.: Va bene, grazie.
Presidente: Senta per cortesia, non so se è già stato detto ma non mi pare, dov’eravate all’interno della macchina, sui sedili anteriori o su quelli posteriori?
L.I.: La posizione?
Presidente: Si, dov’eravate?
A.B.: L’ha detto Presidente
P.M.: Non l’ha detto lui
A.B.: non lo volevo dire alla signora perché mi dispiaceva…
Presidente: Avvocato voglio sentire da lui. Allora, dov’eravate? Davanti? Dietro?
L.I.: Si davanti dalla parte del sedile, non della guida, dall’altra.
Presidente: Dall’altra che era stato ovviamente abbassato.
L.I.: Era stato abbassato, si inclinato molto, quasi giù.
Presidente: Lei era supina o bocconi?
L.I.: Io ero seduto sopra di lei
Presidente: Altre domande signori?
P.M.: Nessuna Presidente.
Presidente: Benssimo.
A.P.: Un’ultima domanda, mi scusi.
Presidente: Avvocato Pellegrini.
A.P.: Durante l’incontro, quando avvenne l’incontro con il signor Caioli stava succedendo qualche cosa, riportato dai giornali, che aveva in qualche modo richiamato la sua attenzione… riferito a qualcosa che ci riguarda ovviamente.
L.I.: Non mi ricordo, può darsi di si ma non mi ricordo.
A.P.: Lei si ricorda se era il periodo in cui era in corso una perquisizione a casa del Paccaini? In quel momento? In quei giorni?
L.I.: Può darsi di si…
A.P.: Fu questo che le richiamò alla memoria quell’episodio dell’84? Com’è che ne sentì il bisogno di parlarne con lo Iandelli proprio in quell’occasione? Era un incontro del tutto diverso, di tipologia diversa quello che lei…
L.I.: No non è che ne sentivo il bisogno di parlare, fu una discussione come accade fra conoscenti, in questo caso, che ne parlammo, ora non so in virtù di che cosa, ecco, iniziò la discussione.
A.P.: L’argomento fu introdotto da lei o dal Caioli?
L.I.: Non me lo ricordo, mi sembra dal Caioli, mi sembrava che dicesse che il signor Caioli era passato da San Casc… da Mercatale e aveva visto la pattuglia dei… la Polizia, i Carabinieri
A.P.: E a questo punto lei gli riferì l’episodio del guardone con la pistola?
L.I.: Mah, dopo varie discussioni, parlammo di lavoro, parlammo anche di questo, si.
A.P.: Bene, grazie.
Presidente: Va bene, sulla richiesta di confronto la Corte si riserva per il momento e quindi possiamo licenziare per il momento il teste.
P.M.: Senz’altro grazie Presidente
Presidente: Può andare, buonasera.
L.I.: Buongiorno.
Presidente: Si, si può andare è libero, può tornare a casa. Arrivederci. Piuttosto come mai vedo tutte quelle persone accatastate in piedi vicino all’ingresso, lì? Sono persone del pubblico? Quelli in piedi vadano laggiù dove non c’è nessuno, laggiù, guardate, ci sono posti in piedi liberi ma lì accatastate all’ingresso non mi va. Fateli scorrere per bene, perfetto.
Presidente: Chi abbiamo ora signor Pubblico Ministero?
P.M.: Abbiamo Scardigli Angelica Presidente.
Presidente: Si accomodi prego signorina. Sieda pure lì, silenzio per favore. Si accomodi prego, non vuol essere ripresa quindi signori nessuna ripresa di nessun genere, si accomodi. Vuole leggere per cortesia quella formula?
A.S.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.



Presidente: Bene, vuol dare le sue generalità per cortesia?
A.S.: Mi chiamo Angelica Scardigli, devo dire anche dove abito e tutto?
Presidente: Si
A.S.: Abito in Via Xxxxxxxxxx, xxx, G. F.
Presidente: Risponda per cortesia alle domande del Pubblico Ministero.
A.S.: Si.
P.M.: Signorina lei conosce Pietro Pacciani?
A.S.: Si.
P.M.: Vuole spiegare come e dove l’ha conosciuto?
A.S.: L’ho conosciuto nel 1986 perché io ed altri miei amici in quel periodo stavamo cercando una stanza, una casa per fare delle prove musicali perché all’epoca avevamo un gruppo, nessuno ci aveva dato uno spazio e avevamo conosciuto Pacciani e Pacciani ci ha affittato una casa dove andavamo appunto a fare le prove.
P.M.: Questo rapporto di locazione durò molto tempo? Poco tempo?
A.S.: No non durò molto tempo però sinceramente non ricordo quanto, come mai cessò?
A.S.: Cesso in corrispondenza dell’arresto di Pacciani nel gennaio ’87 o ’88, non ricordo.
P.M.: Senta una cosa, lei è mai stata nella casa abitata da Pacciani?
A.S.: Quella in piazza del popolo? Si. Ci andavamo regolarmente tutti i mesi per portare l’affitto.
P.M.: Ha mai visto se aveva armi?
A.S.: Si.
P.M.: Che armi aveva le ricorda?
A.S.: In casa di Pacciani abbiamo visto una cartucciera e poi ricordo di aver visto anche un fucile.
P.M.: Dov’era questo fucile?
A.S.: E’, dov’era… Credo di averlo visto o appeso a una parete oppure appoggiato a una console con lo specchio.
P.M.: Che tipo di fucile era lo ricorda? Se era a doppia canna…
A.S.: Si era a doppia canna.
P.M.: Era a due canne. Senta una cosa, vide se c’erano animali impagliati, imbalsamati in questa casa?
A.S.: Si.
P.M.: In proposito il Pacciani disse qualcosa? Lei glielo chiese?
A.S.: No.
P.M.: Li vide soltanto.
A.S.: Si.
P.M.: Senta una cosa, ricorda se aveva dei quadri?
A.S.: Si.
P.M.: Lei fece domande su questi quadri?
A.S.: Si.
P.M.: Ricorda qualcosa in proposito?
A.S.: Si, nella casa che aveva affittato a noi, quando siamo andati a fare, diciamo così, la prima visita per vedere com’era lo spazio e tutto, abbiamo visto un quadro che poi è diventato abbastanza famoso…
P.M.: Indipendentemente dalla fama successiva, rimaniamo a quello che lei vide e che le disse lui di questo quadro.
A.S.: Vidi questo quadro e gli dissi, chiesi a Pacciani chi l’aveva fatto e lui mi disse che amava dipingere, disegnare e che l’aveva fatto lui.
P.M.: Questo quadro lo ricorda? Che quadro era? Qual’era, se lo ricorda, il contenuto, o almeno le figure.
A.S.: Si mi ricordo che Pacciani mi disse che questo era un sogno che lui aveva fatto e che aveva chiamato “Sogno di fantascienza” e era un sogno che faceva spesso, era un sogno ricorrente e lui aveva messo insieme vari elementi, così ci disse, tutte le volte che aveva fatto questo sogno: c’era una figura centrale che era um teschio, cioè la faccia di un teschio e lui disse che quello era il generale della morte e che in mano aveva una spada luminosa che serviva per fare giustizia. Rimasi colpita da… il resto del corpo era un corpo di un animale, rimasi colpita da delle scarpe enormi e dissi: come mai queste scarpe così grosse? E lui mi disse: perché il generale della morte dev’essere molto veloce, deve correre.
P.M.: le disse altro su questo quadro o lei le fece altre domande?
A.S.: Si, ricordo ben poco però mi ricordo che all’epoca dette proprio tutta una spiegazione perché sul quadro, mi ricordo c’erano delle frecce e lui mi raccontò che era un percorso da seguire, perché questo generale faceva dentro una stanza senza tetto, con dei morti sopra, però non mi ricordo perché all’epoca…
P.M.: Non gli dette importanza, d’altronde… l’importanza è quella che è. Senta una cosa, ricorda altro in proposito? Se lui disse che pitturava normalmente? Se faceva altri quadri?
A.S.: Si, si perché io gli dissi: Ah, dipingo anch’io; e lui fa: Bene, io scrivo, scrivo anche poesie, scrivo racconti; sicchè mi disse che dipingeva regolarmente.
P.M.: Lei ha visto altri quadri fatti da lui o l’ha mai visto dipingere?
A.S.: No non l’ho mai visto dipingere e altri quadri magari li ho visti appesi ma non li ricordo.
P.M.: Senta una cosa, ha mai visto le figlie di Pacciani o la moglie di Pacciani?
A.S.: Si
P.M.: Conosce per avervi assistito, perché qualcuno le ha detto qualcosa, i rapporti che lui aveva con questi familiari?
A.S.: Conosco perché qualcuno mi ha detto qualcosa.
P.M.: Ce lo vuole riferire chi è questo qualcuno e quali sono questi tipi di rapporti?
A.S.: Avevo sentito dire, cioè correva voce in paese che Pacciani era una persona molto violenta, infatti tutti avevano paura di lui, così si diceva e che picchiava la moglie e le figlie.
P.M.: Lei ha mai visto se qualcuno di questi familiari avevano qualche volta segni di… che potevano…
A.S.: Si.
P.M.: Chi ha visto?
A.S.: La figlia più piccola, una volta, con un segno sul naso evidente e insomma, grosso e…
Avvocato Fioravanti: Presidente io mi oppongo a questa domanda perché non è dedotta nella verbalizzazione, nel capitolato.
Presidente: Avvocato se io dovessi stare attento a quello che avete dedotto… non vi farei fare quasi nessuna domanda.
A.F.: Io è la prima volta che mi oppongo a una domanda del Pubblico Ministero.
Presidente: Va bene, andiamo avanti.
P.M.: Ha visto se nella casa del Pacciani c’erano foto pornografiche?
A.S.: Si.
P.M.: Sa se fra queste foto c’era anche qualcuna delle figlie?
A.S.: Si.
P.M.: Come lo sa?
A.S.: Quando siamo andati a pagare l’affitto il mio amico era rimasto un po’… non ricordo bene chi degli amici perché eravamo in diversi, era rimasto un po’ impressionato da una parete che c’era dietro, tutta tempestata da immagini pornografiche ritagliate e attaccate, tra l’altro attaccate su immagini sacre e fra queste immagini aveva riconosciuto una foto della figlia più piccola di Pacciani che era svestita dalla vita in giù.
P.M.: Chi era questo suo amico? Così lo chiediamo a lui?
A.S.: Sinceramente non mi ricordo quale degli amici abbia detto questo.
P.M.: Comunque sono citati.
A.S.: Si penso di si.
P.M.: Grazie, non ho altre domande
Presidente: Avvocato Colao
A.C.: Prego, scusi, lei ha detto di avere parlato con Pacciani del quadro che lui ha fatto…
A.S.: Si.
A.C.: E le ha descritto anche il generale era coperto da un ombrello, no? Non so se lei si ricorda…
A.S.: Si.
A.C.: per caso, non le ha raccontato il significato della copertura dell’ombrello con le stelline?
A.S.: M’ha raccontato tutto però non me lo ricordo. Cioè io mi ricordo della spada luminosa che lanciava la luce… la spada della giustizia… però il ricordo che ho di quel momento lì è nebuloso, non è molto chiaro, non saprei ridire, affermare con certezza quello che mi è stato detto.
A.C.: E si ricorda che c’era una mummia in alto…
A.S.: Si.
A.C.:…sotto la luna? E di questo particolare della mummia da cui partiva un raggio che si ricollegava alla spada, sotto la luna, si ricorda qualche cosa se ci pensa?
A.S.: Questo si, mi disse che c’era la luna perché ovviamente era collegato al fatto che lui questo sogno lo faceva spesso quindi lo faceva di notte, cioè spesso, l’aveva fatto altre volte, lo face di notte.
A.C.: E la mummia? Che significato avevano? Non si ricorda?
A.S.: No.
Presidente: Che lui gli avesse detto però eh…
A.S.: Lui parlava di… non di mummia… disse: I cadaveri stanno sopra il tetto, la casa è senza tetto, i cadaveri stanno sopra; però non mi ricordo che significato aveva dato a questo.
A.C.: Questa mummia poteva avere il significato di un cadavere?
A.S.: Si, si, così disse.
A.C.: Aveva questo significato di un cadavere. Bene, grazie.
A.S.: Prego.
Presidente: Altre domande signori avvocati di parte civile? Nessuno. Avvocato Bevacqua.
A.B.: Senta signorina il suo rapporto col Pacciani è stato un po’ tempestoso oppure no?
A.S.: Mah noi non è che…
A.B.: Vi siete litigati alla fine oppure no?
A.S.: Si.
A.B.: Eheee, lo immaginavo perché capito, anche senza saperlo… Ecco, perché lei, cara signorina, ha detto una cosa diversa oggi da quella che ha detto a suo tempo, pur essendo già in contrasto con il Pacciani, a proposito del generale della morte, si ricorda il generale della morte?
A.S.: Certo, l’ho appena detto.
A.B.: Non è Zalamort, il generale della morte, quello che dice lei…
A.S.: Si.
A.B.: E dice: “Anche che suscitava la mia ilarità è il fatto che quel generale della morte avesse le gambe come le zampe di un animale che calzavano delle scarpe da tennis molto grandi…” giusto?
A.S.: Si.
A.B.: “Lui mi disse, avendogli io chiesto il perché delle scarpe da tennis, che queste erano più comode” non perché doveva fare più presto per andare ad ammazzare, che è come ha detto lei oggi, così ha detto lei signorina.
A.S.: Si ma…
A.B.: Eh allora signorina perché dice cose diverse?
A.S.: No, non è che ho detto una cosa diversa.
A.S.: No, va bene, allora poi lo vedremo, tanto lo depositiamo.
P.M.: Lasciamolo dire a lei.
A.B.: Senta cara signorina lei ha detto di essere una cultrice dell’arte pittorica tant’è che lei è stata, mi pare si è diplomata a Porta Romana?
A.S.: Si.
A.B.: Ohooo, si è diplomata a Porta Romana in che cosa?
A.S.: Costumista teatrale e stilista di moda.
A.B.: Teatrale, ha visto qualche quadro lei nel passato, di grandi pittori?
A.S.: Si.
A.B.: O ha visto soltanto le immagini sacre? Ha visto altri quadri moderni?
A.S.: Certo.
A.B.: Li ha visti no?
A.S.: Li vedo tutt’ora.
A.B.: Li vede tutt’ora, ecco quindi quadri di quel genere ne aveva visti? Ha visto qualcosa di Picasso? Conosce Picasso?
A.S.: Certo, si. Scusi, di quel genere lì, che tipo di genere sta dicendo lei?
A.B.: Moderno.
A.S.: Ah.
A.B.: Non post-moderno, moderno, eh?
A.S.: Si li ho visti.
A.B.: Li ha visti e ha visto anche quadri che potevano essere di quel… così, potevano essere anche di quel tipo, le figure potevano avere questo tipo di magnificazione dell’orrido?
A.S.: Si.
A.B.: Conosce lei l’espressionismo tedesco?
A.S.: Si.
A.B.: Ohooo, quanti ne ha visti?
A.S.: Non riesco a…
A.B.: No, no io voglio che lei riesca invece, voglio che lei riesca, li conosce questi espressionisti tedeschi?
A.S.: Si li conosco ma non li avevo mai messi in relazione…
A.B.: Si ricorda le figure che facevano? Se le ricorda mentalmente? Le figure… Le figurazioni orride se le ricorda? Più orride di quelle del quadro del Pacciani, o no?
A.S.: Senz’altro ma io non ho visto dell’orrido nel quadro di Pacciani, infatti ha suscitato la mia ilarità.
A.B.: Ilarità, invece oggi ha detto l’angelo della morte, la fantascienza…
A.S.: E così mi ha detto Pacciani
A.B.: Però lei ha detto una cosa diversa, forse perché l’ha detto…
A.S.: Scusi posso fare una precisazione?
A.B.: Si.
A.S.: Riguardo alle scarpe comode non è finita la frase, lui mi disse: sono comode per andare più veloci – e così io ho detto.
A.B.: Da tennis che queste erano più comode, punto e basta.
A.S.: Così è scritto.
A.B.: Così è scritto.
A.S.: Ma quello che ha detto a me
A.B.: Guardi che se lo avesse detto lo avrebbero scritto, eccome se lo avrebbero scritto.
P.M.: Ma ce lo dice oggi.
A.B.: Va bene ce lo dice oggi.
Presidente: Oggi lo precisa.
A.B.: Senta, certamente, quindi il Pacciani…
Presidente: Il verbale, capito, non si può tirare come un elastico quando fa comodo.
P.M.: Eccoci.
A.B.: Non è che fa comodo Presidente! A me non fa comodo, io ho fatto una contestazione ben precisa, oggi doveva correre per ammazzare invece qua era comodo.
A.S.: Io non ho detto così comunque…
A.B.: E allora glielo portiamo al… Senta…
Presidente: Oggi ci dice questo e lo precisa.
A.B.: Senta, lei è stata molto, interrogata a lungo su questo quadro, è vero?
A.S.: Si nel ’91.
A.B.: Perché ritenevano gli inquirenti che questo quadro fosse chi sa che…
A.S.: Questo non lo so
A.B.: E’ stata interrogata a lungo, una pagina e mezza, intera, o no?
A.S.: Si, si.
P.M.: Quasi e tre quarti.
A.B.: No, no ma io devo dare atto… una pagina e tre quarti, vero!
Presidente: Va bene, va bene.
A.B.: Una pagina e tre quarti sul quadro di fantascienza. Senta lei poi comunque ha litigato con il signor Pacciani?
A.S.: Si ma per altri motivi.
A.B.: Per altri motivi
A.S.: Si.
A.B.: Ecco la casa del Pacciani era piuttosto, diciamo la verità, un po’ misera, squallida…
A.S.: La casa dove abitava Pacciani?
A.B.: Si.
A.S.: Si.
A.B.: Si, è vero? Quindi c’era tutto un mare di roba?
A.S.: Un gran bazar.
A.B.: Bazar, sporco, eccetera.
A.S.: Si.
A.B.: C’era tutte queste cose. Questa immagine di questa bambina, perché doveva essere una bambina questa figlia, no?
A.S.: Io non l’ho vista.
A.B.: Ah, lei non l’ha vista.
A.S.: No l’ho appena detto che un amico che era con me mi ha riferito di averla vista.
A.B.: Ecco, quando glil’ha riferito? Quando è stata interrogata o prima?
A.S.: No me l’ha riferito quando siamo scesi dalla casa mi ha detto: maremma ma l’hai visto lì nella parete dove c’erano tutte quelle cose? Dico: no non ho guardato. A.S.: C’era anche la figlia di Pacciani, quella piccolina. E noi gli abbiamo detto: Sicuro? – Si, sicuro, sicuro. Non l’abbiamo vista.
A.B.: Va be’ questa è una sua impressione che fosse la figlia del Pacciani, perché scusi, voi con chi avete avuto a che fare? A che vedere? Con il Pacciani padre, era lui che vi faceva il contratto?
A.S.: Si.
A.B.: Avete parlato solo con lui?
A.S.: Si abbiamo parlato con lui.
A.B.: E con la moglie. O no?
A.S.: No, la moglie, diciamo, che non ci ha mai voluto aprire la porta se non c’era in casa suo marito.
A.B.: Quindi voi i rapporti li avete avuti soltanto col Pacciani?
A.S.: Si.
A.B.: Grazie. Nessun’altra domanda.
Presidente: Signorina…
A.S.: Dica.
Presidente: Avvocato Fioravanti vuol fare altre domande?
A.F.: Nessuna domanda.
Presidente: A quando risale il rapporto, l’inizio del rapporto di affitto di questa casa? In quale anno?
A.S.: Nel 1986.
Presidente: La casa qual’era? Ci dica l’indirizzo.
A.S.: La casa era quella di via Sonnino.
Presidente: Via Sonnino 30, se non ricordo male
A.S.: Il numero non me lo ricordo.
Presidente: Era quella di via Sonnino perché mi pare fino.. Non ho altre domande.
P.M.: Il P.M. nessuna.
Presidente: Possiamo licenziare il teste?
P.M.: Senz’altro.
Presidente: Può andare, buongiorno
Presidente: Un altro teste Pubblico Ministero.
P.M.: Si Presidente, sentiamo Pieraccini Tiziano.
Presidente: Si accomodi Pieraccini Tiziano, sieda lì per cortesia. Autorizza le riprese televisive e fotografiche?
T.P.: Si.
Presidente: Sii? Benissimo, allora il signore le autorizza potete riprenderlo. Vuole leggere per piacere?
T.P.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.



Presidente: Le sue generalità esatte. Pieraccini Tiziano nato a?
T.P.: A Cerbaia il xx.xx.xx
Presidente: Residente?
T.P.: A Cerbaia.
Presidente: A Cerbaia. Risponda per cortesia alle domande del Pubblico Ministero.
T.P.: Si.
P.M.: Signor Pieraccini lei conosce o ha conosciuto il signor Pacciani?
T.P.: Si.
P.M.: Per quale motivo?
T.P.: Perché eravamo in affitto a casa sua, in una delle sue case.
P.M.: Ricorda il periodo?
T.P.: Dal novembre ’86, mi sembra, fino alla fine dell’87.
P.M.: Lei è mai stato in casa dove abitava invece il Pacciani?
T.P.: Si.
P.M.: Ha mai visto niente che a lei può essere rimasto impresso?
T.P.: Si.
P.M.: Che cosa ha visto che le è rimasto impresso?
T.P.: Fotografie pornografiche miste a santini… tante cose.
P.M.: E dov’erano queste? Su… attaccate da qualche parte?
T.P.: Su una parete della cucina, in particolare si.
P.M.: C’erano anche foto di bambine?
T.P.: Bambine non ricordo.
P.M.: Ricorda di aver visto qualche foto che l’ha impressionata più di altre? Di averne parlato con i suoi amici? Che poteva essere una foto particolare?
T.P.: No. Cioè non è una cosa normale nemmen quello…
P.M.: Si, si va bene, se qualche foto a lei è sembrata di una delle figlie?
T.P.: No.
P.M.: A lei no.
T.P.: No.
P.M.: Cioè non ricorda…
T.P.: Non ricordo.
P.M.: Non ricorda. Potrebbe aver fatto dei commenti con dei suoi amici circa queste foto?
T.P.: Se ne parlava si, però ora non è che…
P.M.: Senta, ricorda se aveva armi? Ha visto se aveva fucili in casa?
T.P.: No io non ho fatto caso a armi. Mi ricordo di una cartucciera.
P.M.: Era attaccata da qualche parte o era appoggiata?
T.P.: Appoggiata mi pare.
P.M.: Lei non ha fatto caso se c’erano fucili da caccia vicino a questa cartucciera?
T.P.: No.
P.M.: Non ci ha fatto caso o non lo sa?
T.P.: Non ho fatto caso.
P.M.: Non ha fatto caso. C’erano degli animali imbalsamati?
T.P.: Si.
P.M.: Uno, due, molti?
T.P.: Diversi si, mi sembra una volpe, una faina…
P.M.: Lei ha detto “una diecina” addirittura, ha detto…
Avvocato Fioravanti (fuori microfono): E basta!
P.M.: Ricorda di aver detto questo?
A.F.: Ma perché suggerisce le risposte il Pubblico Ministero?
P.M.: Allora io ho detto…
A.F.: No, non lo so io eh…
P.M.: Ho detto…
Presidente: Via su!
A.F.: Una, due, una diecina… E sono due.
P.M.: Allora chiediamolo
Presidente: Quante erano? Su…
A.F.: “Quante erano?” è la domanda!
T.P.: Erano diversi, circa una diecina fra grandi e piccoli.
A.F.: Ecco, ora l’ha detto perché gliel’ha ricordato.
P.M.: Erano nove. Risolviamo il problema erano nove.
Presidente: Chiediamo anche che animali erano.
P.M.: Lo stava dicendo.
A.F.: Ohooo
Presidente: Una faina, una volpe l’ha già detto.
T.P.: Una volpe, mi sembra, una faina e poi uccelli piccoli, una civetta mi sembra…
Presidente: Civetta, uccelli piccoli…
T.P.: Poi va be…
P.M.: Ha mai avuto modo di vedere se Pacciani era un bevitore o meno?
T.P.: Si.
P.M.: Ha avuto modo di vederlo o l’ha sentito dire?
T.P.: L’ho visto e me ne sono anche accorto.
A.F.: Non sono capitolate queste prove.
Presidente: Ammetto.
P.M.: Come mai… l’ha visto lei eh? Bere?
T.P.: Si.
P.M.: Ha mai avuto modo di vedere i rapporti fra il Pacciani e gli altri familiari? O li conosce?
T.P.: Rapporti… Mi ricordo che la figlia mi sembrava piuttosto impaurita.
P.M.: La figlia quale?
T.P.: Quella più piccola.
P.M.: Impaurita? Come mai? Come ebbe questa sensazione? Da che cosa?
T.P.: Tutte le volte che si capitava in casa si metteva sempre in un angolo zitta, insomma dava quell’impressione lì poi.
P.M.: Ha mai parlato il Pacciani che aveva già avuto una moglie?
T.P.: Si.
P.M.: E che fine aveva fatto questa moglie?
T.P.: Mi ricordo che n’ha parlato, mi sembra una volta.
P.M.: Disse per caso che era morta?
T.P.: Di questo non me ne ricordo.
P.M.: Così ha riferito…
T.P.: Mi sembra d’aver visto una fotografia però, la tirò fuori, una foto in bianco e nero…
P.M.: Di una signora?
T.P.: Si.
P.M.: E disse che era una sua precedente moglie?
T.P.: Una exmoglie, mi pare che abbia detto così.
P.M.: Così lo ricorda lei.
A.F.: Non è capitolato Presidente perché altrimenti facciamo l’interrogatorio a raggio.
Presidente: Attenzione eh… che chi di spada ferisce di spada perisce. Se io prendo le capitolazioni e stiamo solo a quello non parlate più. Andiamo avanti. Potete fare il controesame.
A.F.: Controesame, certo.
P.M.: Non ho altre domande Presidente.
Presidente: Signori avvocati di parte civile. Avvocato Colao prego.
A.C.: Scusi lei fra le foto che vide in casa Pacciani, queste foto erano pornografiche?
T.P.: Si.
A.C.: Ecco, si ricorda se c’erano foto pornografiche di omosessuali? O erano tutte donne?
T.P.: Mi sembravan tutte donne, si.
A.C.: Bene, grazie.
Presidente: Altre domande? Prego avvocato Bevacqua.
A.B.: La pornografia, per lei, eh? Che cos’è?
T.P.: La fotografia?
A.B.: No, la pornografia.
T.P.: La pornografia…
A.B.: Cioè un bel nudo secondo lei è pornografico?
T.P.: Si, bisogna vedere dove si tiene…
A.B.: Si va beh questo è un altro discorso. Cioè per esempio il calendario Pirelli secondo lei è pornografico?
T.P.: No
A.B.: No, quindi sono dei nudi? Bei nudi, belle donne… No?
T.P.: Si.
A.B.: Ecco, queste fotografie che c’erano, lei dice, frammiste a santi, a santini, eccetera, erano fotografie di donne, probabilmente nude?
T.P.: Si.
A.B.: Non in atteggiamenti particolari?
T.P.:
A.B.: Cioè lei rimase un po’ stupito che fossero lì?
T.P.: No, di preciso ora non mi ricordo, comunque erano ritagliate da dei giornali… insomma…
A.B.: Da dei giornali pornografici. Quindi erano delle donne nude?
T.P.: Si.
A.B.: E quando son belle, son belle, c’è poco da dire, no?
T.P.: Si.
A.B.: Va beh, aldilà del gusto buono o cattivo di metterli insieme ai santi o comunque in cucina con… Comunque eran queste le fotografie, ohooo… Senta, a proposito di questa foto, cui annette grande importanza il signor Pubblico Ministero…
P.M.: No, la signorina che abbiamo sentito prima.
A.B.: E il signor Pubblico Ministero.
Presidente: Va bene, forza!
A.B.: E’ l’ispiratore della… di questa indagine quindi… Dunque lei ha detto che innanzitutto il signor Pacciani era un grosso bevitore, vero?
T.P.: Si notava.
A.B.: Ed era uno che anche si incavolava perché non ammetteva, dice lei, di essere contraddetto…
T.P.: Si.
A.B.: Tant’è che quando l’avete contraddetto in qualche cosa avete litigato e siete andati via?
T.P.: Si.
A.B.: O no?
T.P.: Si è vero.
A.B.: Quindi voi siete andati via, avete rotto l’amicizia col Pacciani, se era amicizia, quello che era questo rapporto, perché avete litigato?
T.P.: Si va beh, non rotta… poi…. Va beh…
A.B.: Insomma avete litigato?
T.P.: Si.
A.B.: Quindi non è che siete in amicizia col Pacciani, no? Assolutamente, ecco, lei ha detto, vorrei che lei me lo confermasse questa circostanza, che queste pareti erano piene di… insieme ad altre figure sacre, vi erano delle figure profane, come si suol dire, va bene? “Ricordo anche che qualcuno” lei non ha mai specificato chi “dei miei amici aveva ravvisato la figlia minore del Pacciani”, lei non sa chi sia questo qualcuno?
T.P.: No se ne parlava di queste cose però…
A.B.: Non fu lei che ravvisò?
T.P.: No, no.
A.B.: Quindi qualcuno disse questa cosa. Ecco, quando lei fu sentito, fu sentito da chi? Dai Carabinieri? Dalla Polizia? Dal Pubblico Ministero? Da chi fu sentito?
T.P.: Dalla Squadra Anti Mostro, dalla SAM.
A.B.: Dalla Squadra Anti Mostro e come la trovarono lei? Come la cercarono? Come la individuarono? Come riuscirono a trovarla?
T.P.: Come m’hanno trovato?
A.B.: Si.
T.P.: Penso che siano arrivati a me tramite il contratto di affitto.
A.B.: Contratto di affitto, perché il contratto di affitto era intestato a lei?
T.P.: Intestato a tutti, mi sembra, però la residenza l’ha presa una persona sola.
A.B.: Ho capito. Quindi arrivarono a lei tramite il contratto di affitto e le domandarono queste cose?
T.P.: Si.
A.B.: Ecco il contratto di affitto quando era cessato?
T.P.: Dopo un anno circa, sempre nel solito periodo, mi pare.
A.B.: Quale era il periodo?
T.P.: Verso novembre
A.B.: Del?
T.P.: ’87.
A.B.: ’87.
T.P.: Novembre… Dicembre…
A.B.: ’87?
T.P.: Si.
A.B.: E c’era sempre il Pacciani?
T.P.: No era già stato arrestato.
A.B.: Era stato arrestato Pacciani?
T.P.: Si.
A.B.: E come si ruppe il contratto?
T.P.: Come si interruppe? Perché si interruppe? Se Pacciani era stato arrestato… Perché avete…
T.P.: Comunque non per quello, perché c’erano dei problemi fra di noi… Per l’uso che se ne faceva della casa sera arrivati a un punto che…
A.B.: Che uso facevate della casa?
T.P.: Per suonare.
A.B.: Eh?
T.P.: Per suonare.
A.B.: E quanti eravate che suonavate?
T.P.: S’era in cinque mi sembra.
A.B.: Scusi, a questo punto vediamo… siccome a me piace la melodia eh? Soltanto le mele ma anche le altre mele mi piacciono… Senta che strumenti suonavate?
T.P.: Io personalmente tastiere poi c’era altri due ragazzi sempre con le tastiere, un basso, una chitarra, la voce…
A.B.: Quindi frastornavate un po’ mezzo mondo?
T.P.: Sii
A.B.: Grazie.
Presidente: Domande?
P.M.: Avevate chiesto in affitto la casa per suonare o no?
T.P.: Si, si.
P.M.: Bene, grazie non ho domande.
Presidente: Può andare.
A.B.: Si può suonare il violino… Mandolino…
P.M.: Sentiamo Presidente Paolini Marco.
Presidente: Signor Paolini Marco consente le riprese televisive?
M.P.: Si certo, ha’ voglia!
Presidente: Allora potete riprenderlo tranquillamente e allora per cortesia legga quella formula.
M.P.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.



Presidente: Vuole dare le sue generalità alla signorina?
M.P.: Paolini Marco… Come? Il xx.xx.xx…
Presidente: Residente?
M.P.: San Casciano Val di Pesa
Presidente: Bene, prego signor Pubblico Ministero le domande.
P.M.: Signor Paolini lei conosce il signor Pacciani?
M.P.: Si.
P.M.: Come l’ha conosciuto? In quale occasione?
M.P.: Praticamente conoscevamo il signor Pacciani in affitto… noi avevamo preso una stanza in affitto per suonare.
P.M.: Una stanza o una casa?
M.P.: Una stanza si. Era una casa praticamente.
P.M.: Di proprietà del Pacciani?
M.P.: Si.
P.M.: Si ricorda il periodo?
M.P.: Mah, ’86.
P.M.: Ricorda di essere mai stato in casa di Pacciani?
M.P.: Si andavamo a pagare l’affitto, sicchè… in casa sua…
P.M.: Ha mai visto se in casa sua c’erano degli animali imbalsamati?
M.P.: Ssi.
P.M.: Ricorda che animali erano?
M.P.: Una volpe, poi… precisamente non mi ricordo altro
P.M.: Erano più di uno?
M.P.: Si mi sembra di si.
P.M.: Ricorda di aver visto se aveva attrezzi per la caccia? Tipo cartucciere, fucili, cose di questo genere?
M.P.: Mah, vagamente… no non ricordo.
P.M.: Ricorda, insisto se, di aver visto, di aver avuto l’impressione, a questo punto, che a un muro ci fosse attaccata una doppietta? Lei così ha riferito alla polizia, di aver avuto questa impressione. Lo ricorda di aver detto questo innanzitutto?
M.P.: Mah, precisamente non me lo ricordo.
P.M.: Non se lo ricorda. Ricorda di aver visto i familiari? I figli?
M.P.: Si, si.
P.M.: Ha mai avuto modo di vedere quali rapporti c’erano fra il Pacciani e i familiari?
M.P.: Mah, molto tranquilli.
P.M.: Molto tranquilli.
M.P.: Si, si.
P.M.: Perfetto. Lei ha mai visto se una delle figlie aveva segni sul volto di percosse o di graffi?
M.P.: No.
P.M.: Io le contesto, lei è Paolini Marco?
M.P.: Si.
P.M.: Che lei ha dichiarato: “La figlia minore stava sempre in silenzio, indicava chiaramente che era terrorizzata” lo ricorda di aver detto questo?
M.P.: Si ma…
P.M.: “…terrorizzata dal carattere autoritario del padre. Questa è una mia deduzione” lei dice “ma certamente essa faceva pena a tutti noi anche” lei dice “per come era vestita. Aggiungo di aver visto questa ragazzina più volte con segni evidenti di percosse e graffi sul volto e sul collo”, lei non dice da parte di chi ovviamente…
M.P.: No, no…
P.M.: Non ricorda di aver detto questo…
M.P.: No, no proprio non ho detto questo.
P.M.: Non l’ha detto, benissimo, questo è un verbale in cui c’è scritto che l’ha detto lei… Avranno evidentemente inteso male, comunque lei l’ha firmato. Sul carattere del padre nei confronti delle figlie, se era autoritario o meno, lei ha avuto modo di vederlo?
M.P.: Mah, in particolar modo ripeto non è che abbia mai visto un atteggiamento…
P.M.: Autoritario. Senta una cosa, lei ha mai visto se in questa casa c’erano delle foto di donne senza vestiti? Facciamo così…
M.P.: Si.
P.M.: Qualche foto particolare che poteva sembrare pornografica? Qualche atteggiamento? Erano attaccate da qualche parte…
M.P.: Si erano affisse…
P.M.: Ha mai visto se fra queste foto c’era qualcuna che poteva assomigliare o essere di una delle figlie?
M.P.:
P.M.: Ha mai sentito qualcuno dei suoi colleghi che avevano, o amici che aveva, in questa casa, che faceva un commento simile?
M.P.: No mai.
P.M.: Non ho altre domande, grazie Presidente.
Presidente: Quindi non ricorda di aver visto la foto delle figlie, di una delle figlie, attaccata?
M.P.: Mah, sicuramente io non l’ho vista, proprio…
Presidente: Signori avvocati di parte civile? Avvocato Bevacqua prego.
A.B.: Senta, lei è stato interrogato come? Da chi e da quando?
M.P.: Io sono stato, prima di tutto, chiamato dalla Squadra Anti Mostro, praticamente, portato in Questura…
A.B.: Portato?
M.P.: Si, perché io ero…
P.M.: Di peso? Accompagnato?
M.P.: No, no accompagnato.
P.M.: Accompagnato, ecco!
A.B.: Dal latino fero, feris, portare, eh?
P.M.: Era un atto di gentilezza
A.B.: Portato.
M.P.: Accompagnato, praticamente, ecco.
A.B.: Accompagnato? Accompagnato. Ecco, le dissero che cosa volevano sapere da lei?
M.P.: Si, certo per fare, praticamente, delle accertamenti sulla questione del signor Pietro Pacciani perché noi avevamo questo, questo recapito lì a casa sua, ecco. Poi non è che…
A.B.: Quanti erano che la interrogavano?
M.P.: Uno, uno solo.
A.B.: Perché qua sono in tre. Sono Lamperi Riccardo, Di Genova Callisto, due anzi. Eran due.
P.M.: Le domande le faceva uno solo.
M.P.: Si ma le domande, appunto, le faceva uno solo.
A.B.: E uno batteva a macchina.
M.P.: Certo.
A.B.: Gliel’hanno letto il suo… tutto quello che lei ha… tutto quello che è stato scritto gliel’hanno letto?
M.P.: Si.
A.B.: E lei l’ha confermato?
M.P.: Si.
A.B.: Va bene, grazie, nessun’altra domanda.
P.M.: Usiamo questo verbale per quel poco o tanto che possa valere.
Presidente: Nessun’altra domanda? Il teste può andare buongiorno.
M.P.: Buongiorno.
P.M.: Presidente dirle che le difficoltà non sono poche è la pura verità. Avevamo convocato undici testi per stamani ne abbiamo sentiti nove, ce ne sono due per il pomeriggio e non per la mattina, dei quali due uno sicuramente non viene, l’altro è il marito e non lo so, c’è un certificato medico. Io credevo che con undici persone, con dei confronti che intendevo effettuare la giornata fosse piena, per domani ne convocherò quindici, tutto qua.
Presidente: Dicevo, Pubblico Ministero, ma vediamo un momentino se tramite la Polizia…
P.M.: Certo Presidente.
Presidente: …o i Carabinieri
P.M.: era quello che sta… Sono citati per il pomeriggio, cioè gli undici… i nove della mattina sono terminati, io avevo messo in programma un confronto che lei per… che la Corte per ora…
Presidente: Due per il pomeriggio di cui uno non viene…
P.M.: Sicuramente e uno dei due che non viene sono marito e moglie, la signora sta male. È in stato interessante o comunque ha fatto avere un certificato di questo tipo, quindi ce ne sarebbe uno solo.
Presidente: Vediamo invece di recuperare qualche altro teste tramite la Polizia.
P.M.: Ci proviamo Presidente, sono dieci alle una…
Presidente: Lei ne ha tanti, mobilitiamo Polizia e carabinieri…
P.M.: Noi proviamo.
Presidente: Noi le raccomandiamo di cercare di recuperarne qualcuno nel pomeriggio…
P.M.: Senz’altro Presidente
Presidente: E’ chiaro che il processo è una scatola cinese per cui non si sa che cosa ci aspetta però certamente cerchiamo di portare più testimoni perché come vedete poi… soprattutto questi testimoni che sono su circostanze abbastanza specifiche…
P.M.: E’ molto più veloce di altri Presidente
Presidente: …si fa più presto di quanto si pensi. Pomeriggio soprattutto bisogna citarne di più, certamente.
P.M.: No Presidente, chiedo scusa, il discorso era diverso, oggi erano undici testi, due erano stati sicuramente spostati al pomeriggio perché si pensava che nove più il confronto… ovviamente il Pubblico Ministero ha una sua visione, ma nove e un confronto in quattro ore di lavoro mi sembravano più che sufficienti. Proviamo per le tre e mezzo. Magari qui…
Presidente: No, diciamo che ci rivediamo alle tre e un quarto
P.M.: Era per consentire se troviamo qualche altro teste.
Presidente: Tre e un quarto ci ritroviamo qui, quindi sospendiamo l’udienza fino a quell’ora, lei mobiliti Polizia e Carabinieri.
P.M.: Si Presidente non c’è problemi, vorrei sapere in quest’ottica qua, domani che noi abbiamo già molti testi già citati se facciamo mattina e pomeriggio.
Presidente: Certo.
P.M.: Benissimo, grazie. Sempre ai fini delle citazioni che consentano di essere un po’ più rapidi, giovedì e venerdì potrei sapere il calendario?
Presidente: Giovedì e venerdì non si fa udienza.
P.M.: Bene proviamo domani grazie.
Presidente: Venerdì c’è un impedimento, giovedì ce n’è un altro.
P.M.: Bene grazie Presidente, allora concentriamo il più possibile domani.
Presidente: Va bene?
P.M.: Oggi pomeriggio vediamo cosa riusciamo a fare.
Presidente: Buona sera ci siamo tutti
Avvocato Bevacqua: Buonasera.
P.M.: Presidente io… il mio tavolo aumenta, sul mio tavolo, la mole dei certificati medici, io non ho alcun motivo di capire
Presidente: Qualcuno magari facciamolo anche controllare
P.M.: Si, certo, ripet… senz’altro. Volevo dire che la persona di stamani che aveva portato un certificato è venuta, quindi… E’ stato facile e una delle persone che ha mandato un certificato medico, nei giorni scorsi per oggi, stamattina, alle una, alle due, è stata invitata nuovamente a venire e nonostante il certificato medico è venuta, quindi…
Presidente: Però magari ogni tanto…
P.M.: Prima di fare qualche controllo proviamo prima a vedere se convinciamo…
Presidente: Benissimo, allora…
P.M.: Mecacci Lucia si grazie.
Presidente: Buonasera signora si accomodi prego, ecco sieda pure, consente le riprese televisive e fotografiche?
L.M.: No
Presidente: No e allora signori non riprendete la signora, diamogli quella formula, legga per cortesia.
L.M.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: Vuole per cortesia dare le generalità alla signorina?
L.M.: Si, Mecacci Lucia, Via X. Xxxxxxx, xx, Scandicci.
Presidente: Residente?
L.M.: A Scandicci.
Presidente: Scandicci, risponda per cortesia alle domande del Pubblico Ministero
P.M.: Il quale ringrazia la signorina di essere venuta oggi alle 3:00 anche se era convocata per domani, quindi dobbiamo darle atto della disponibilità a deporre.
Presidente: Bene.
P.M.: Signorina la domanda che volevo farle innanzitutto è questa: lei conosce il signor Pacciani?
L.M.: Si.
P.M.: Vuole spiegare alla corte come mai?
L.M.: Io abitavo sopra all’appartamento del Pacciani.
P.M.: Dove?
L.M.: Piazza del popolo, 5
P.M.: A Mercatale
L.M.: Si a Mercatale
P.M.: In che periodo lei ha abitato in quell’appartamento? Così, per capire…
L.M.: Mah, dall’83 a due mesi fa
P.M.: Senta una cosa, in questo appartamento abitava da sola o con qualche altro suo familiare?
L.M.: Con mia madre.
P.M.: E sua madre abita tutt’ora in quell’appartamento o no?
L.M.: No anche lei a Scandicci ora.
P.M.: Siete venute via tutte due da quell’appartamento però avete abitato entrambe, per questo periodo che lei ci ha detto
L.M.: Si.
P.M.: lei quindi conosceva la famiglia Pacciani?
L.M.: Si.
P.M.: Sulla… Ricorda qualche episodio particolare avvenuto nell’imminenza della scarcerazione del Pacciani?
L.M.: Mah, l’unica volta, appunto, che c’è stato una cosa… una mattina hanno portato via della nettezza.
P.M.: Ecco, l’episodio in se non desta nessun motivo per nessun, vogliamo vedere se lo ricostruiamo meglio? Eh? Si ricorda, innanzitutto, se era una mattina un orario particolare o meglio ancora prima in che giorni eravamo? Pacciani era rientrato dal carcere?
L.M.: Si, circa una settimana dopo appunto che lui è tornato a casa.
P.M.: La scarcerazione relativa a quella detenzione che aveva sofferto per l’episodio noto delle figlie
L.M.: Si delle figlie.
P.M.: Quindi siamo intorno…
L.M.: Nel ’91.
P.M.: ’91, dovrebbe essere dicembre.
L.M.: Dicembre
P.M.: Quindi da come lo descrive lei è prima del Natale del…
L.M.: Si.
P.M.: Bene?
L.M.: Si.
P.M.: E’ così?
L.M.: Si, prima del Natale.
P.M.: Lei dice: dopo la scarcerazione, una settimana…
L.M.: Si circa una settimana dopo.
P.M.: Lei, non so, dormiva? Come mai si è accorta di questo…
L.M.: Si era… ora io l’ora precisa non mi ricordo, comunque la mattina…
P.M.: Che ore sa..
L.M.: L’ora non mi ricordo, forse le sei e mezzo, non mi ricordo, e niente, mia madre sentì un po’ di casino, un po’ di confusione…
P.M.: L’appartamento, voi siete sopra?
L.M.: Sopra…
P.M.: Quindi sentì un rumore insolito per l’orario? E’ questo che ci vuol dire?
L.M.: Si e niente, mia madre si alzò, andò alla finestra della camera e vide, praticamente, Pacciani che metteva sulle spalle di sua moglie un involucro.
P.M.: Le destò qualche perplessità? A parte l’orario di mattina, che era un po’ presto, lei però ci ha detto che andava a buttare l’immondizia se non ho capito male…
L.M.: Si, metteva quest’involucro sulle spalle della moglie dicendo: Pena poco, moviti, fai silenzio, stai zitta. Dopo di che sono andati verso la nettezza.
P.M.: Lei questo involucro l’ha visto?
L.M.: Si
P.M.: Come? Cioè mentre era sulle spalle di queste…
L.M.: Si.
P.M.: Di lui o di lei?
L.M.: Di lei.
P.M.: Non era, per intendersi, il sacchetto dell’immondizia?
L.M.: No, no era una coperta, una coperta, ora il colore non mi ricordo, praticamente era a forma di caramella.
P.M.: Una grande caramella!
L.M.: Eh si, un pacco così nel mezzo.
P.M.: E gli diceva?
L.M.: Pena poco, moviti, stai zitta, fai piano, molto concitato
P.M.: Concitato dice?
L.M.: Si.
P.M.: Non c’era nessuno per strada?
L.M.: No, non c’era nessuno.
P.M.: Ma era buio?
L.M.: E’, la mattina si.
P.M.: Però si vedeva?
L.M.: Si si vedeva anche perché ci sono i lampioni.
P.M.: I lampioni. E questo involucro non si vedeva cosa c’era dentro?
L.M.: No, era completamente chiuso, proprio… non si vedeva niente.
P.M.: Era chiuso da entrambe le parti?
L.M.: Si
P.M.: La forma non l’ho capita ce la può ridire? Se l’ha vista ovviamente… Una coperta ha detto, a caramella..
L.M.: Si, si.
P.M.: Allora le dimensioni, forse la forma l’ho capita, non ho capito le dimensioni.
L.M.: All’incirca era un pacco così, tondo nel mezzo, tondo insomma…
P.M.: Di lunghezza?
L.M.: Così e lateralmente
Presidente: Siccome “così” poi sul verbale…
P.M.: Lo facciamo specificare alla signora, alla signorina… Vediamo se lei ci può essere più precisa nelle dimensioni, ha detto circolare e lungo, quella lunghezza che lei ha indicato con le mani, quel così quanto potrebbe essere? Per lei?
L.M.: Non lo so
P.M.: Mezzo metro? Di più?
Avvocato Bevacqua: Lo misuriamo, guardi, lo misuriamo come ha detto lei
Presidente: 50, 60 centimetri
P.M.: Avvocato lasciamo fare o che ci importa se son dieci centimetri di più o di meno?
A.B.: E c’erano le prove dentro!
Presidente: Era circolare
P.M.: Ma sarà stato… per carità, chi vuole dimostrare nulla… Lei signora non sa cosa c’era dentro no?
Presidente: Era circolare nel senso…
L.M.: No
P.M.: Ohoo, così, mettiamo… tanto lo sa l’avvocato…
Presidente: lei ha detto era circolare, non proprio tondo chiaro, una forma che ricordava alla lontana una forma rotonda naturalmente…
L.M.: Non è che sia stato proprio tondo ovviamente però dall’alto si vedeva questa forma così, abbastanza grossa…
P.M.: Non c’era alcuna possibilità quindi di vedere cosa c’era dentro comunque voi non l’avete visto?
L.M.: Assolutamente.
P.M.: Per caso la vostra curiosità vi ha spinto poi a vedere che fine aveva fatto questo… E’ una normale curiosità dal mom… lei ce l’ha descritta come una cosa di mattina quindi…
L.M.: Si.
P.M.: In orario un po’, per voi, insolito
L.M.: Si, lì per lì no poi all’11:00 siamo uscite di casa, perché si doveva andare in altri posti e ci siamo fermati a questo della nettezza, insomma questo cassonetto della nettezza…
P.M.: Per vedere se quel pacchetto…
L.M.: Per vedere se quel pacchetto era lì e in effetti c’era, con un dito e basta abbiamo toccato…
P.M.: Era una coperta, cos’è che ha detto?
L.M.: Era una coperta
P.M.: Quindi voi non avete guardato cos’era…
L.M.: No
P.M.: Né vi siete incuriosite più di tanto. Dico bene?
L.M.: Ma anche se c’era la curiosità però non abbiamo…
P.M.: Ecco, era questo il punto, eh? Come mai? Come mai se c’era la curiosità non avete guardato? Avete avuto qualche paura? Non lo so…
L.M.: Mah, probabilmente si ma non lo so.
P.M.: Cioè? Cioè per capire per chiarirsi noi che paura potevate avere
L.M.: Ma non lo so nemmeno cioè paura di trovarci qualcosa, non lo so…
P.M.: Qualcosa di spiacevole?
L.M.: Si
P.M.: Comunque non siete andati oltre, bene?
A.B.: Spiacevole l’ha detto lei, scusi eh! L’ha detto lei, l’ha suggerito lei scusi Pubblico Ministero.
Presidente: Allora sentiamo la signora…
A.B.: Vorrei sapere cos’è questa cosa di spiacevole
Presidente: Che cosa…
A.B.: Una cosa che non piace, perché non piace?
Presidente: perché? Cosa pensava di poterci trovare?
L.M.: Non lo so, forse…
P.M.: Non l’ha guardato…
L.M.: No, non…
P.M.: E’ finito lì.
L.M.: Cioè dopo riflettendo abbiamo pensato: Chi sa se poteva esserci tutta una cosa collegata così; però tutte supposizioni così.
P.M.: Supposizioni, voi non avete né controllato né…
L.M.: No
P.M.: Avete lasciato stare, v’è rimasto impresso questo episodio di una mattina e l’avete raccontato, tutto qui, non ho altre domande, grazie Presidente, niente di più.
Presidente: Signori avvocati di parte civile?
A.B.: Ecco una sola domanda…
Presidente: Avvocato Bevacqua.
A.B.: Lei stava sopra il signor Pacciani, vero?
L.M.: Si.
A.B.: Ecco, si ricorda se prima del rientro del signor Pacciani, a casa, cioè dopo che è stato scarcerato, prima del rientro, dal 1990 o ’89, fino al ’91 e anche qualche giorno prima del ’91 la casa di Pacciani è stata setacciata, conosce il setaccio?
L.M.: Si.
A.B.: Dai Carabinieri, dalla Polizia con le perquisizioni? Se lo ricorda lei?
L.M.: Io lo so perché ho letto i giornali ma io lavoro, tornavo sempre molto tardi la sera…
A.B.: Ma lei sa che è stata praticamente perquisita di sopra, di sotto, da tutte le parti…
L.M.: Tramite i giornali.
A.B.: …prima che lui arrivasse!
L.M.: Prima che lui tornasse
A.B.: Se lo ricorda questo?
L.M.: No
A.B.: ma lo sa che è stata perquisita, comunque ci sono gli atti…
P.M.: E allora?
L.M.: Non mi posso ricordare ora assolutamente
A.B.: No perché non riesco a capire queste cose spiacevoli, cosa…
L.M.: Ma non lo so
A.B.: Non lo sa. Grazie
L.M.: Questa è una cosa che è venuta a noi dopo.
A.B.: Grazie. Comunque lei ha visto che i Carabinieri, prima che lui uscisse dal carcere, frequentavano la casa del signor… Carabinieri, Polizia, il maresciallo… Lo conosce il maresciallo di san Casciano? Lo conoscono tutti.
L.M.: No, così di vista, sui giornali.
A.B.: L’ha visto altre volte?
Presidente: Sapeva che era inquisito per queste faccende?
L.M.: Si mi pare di si, mi pare però non mi ricordo io…
A.B.: L’aveva visto qualche volta dentro? I Carabinieri, la Polizia, agenti in borghese che entravano, che uscivano?
P.M.: Elicotteri, avvocato?
A.B.: Anche elicotteri, perlomeno c’è stato ruspe, c’è stato di tutto.
P.M.: Abbiamo sedici cassette, che nei limiti la Corte li vorrà vedere, sono tutte lì quindi facciamo vedere anche gli elicotteri e i mezzi da sbarco che l’avvocato vuole portare in questo processo
A.B.: I mezzi da sbarco sarebbero stati piacevoli se ci fosse stato il mare ma a San Casciano il mare non c’è!
P.M.: Allora non facciamo dire alla teste quello
A.B.: Va bene grazie!
P.M.: …quello che la teste non sa.
A.B.: Grazie signora, grazie.
Avvocato Fioravanti: Io volevo sapere un’altra cosa.
Presidente: Avvocato Fioravanti.
A.F.: Signorina o signora Mecacci io volevo chiedere a lei: in quale data, presumibile, e quale giorno lei ha potuto constatare questo fatto? Alle sei e mezza di mattina?
L.M.: La data non mi ricordo, credo una settimana dopo la scarcerazione e mi sembra che sia il sabato.
A.F.: Che anno?
L.M.: Nel ’91.
A.F.: Nel ’91.
L.M.: Dicembre ’91.
A.B.: Non era stato ucciso nessuno.
A.F.: E senta una cosa, lei va mai a buttare l’immondizia di casa?
L.M.: Si.
A.F.: Ecco, quando va a buttare l’immondizia di casa c’è qualcuno che la guarda dalla finestra a lei? Può presumere?
L.M.: Non lo so non mi giro mai.
A.F.: Ah, non si gira mai?
L.M.: No.
A.F.: Menomale che qualcuno…
L.M.: Se anche ci si…
Presidente: Avvocato queste domande ovviamente… Soprassediamo, non hanno alcuna attinenza…
A.F.: Si parla di immondizia Presidente!
Presidente: E cosa c’entra se la guardano o non la guardano? Avanti!
A.F.: Mah io volevo sapere questo. Senta una cosa, lei ha detto che Pacciani diceva alla moglie: Pena poco, moviti, stai zitta…
L.M.: Si
A.F.: L’ha sentite lei queste parole o qualche altra persona?
L.M.: Anche mia madre.
A.F.: Quindi lei l’ha sentite?
L.M.: Ora non mi ricordo proprio se l’ho sentite io mi ricordo che mia madre, appunto, prima sentì un po’ di confusione, mi chiamò e andai alla finestra anch’io.
A.F.: Ecco quanto tempo ha visto Pacciani dormire in Piazza del popolo dopo che è uscito dal carcere?
L.M.: No non mi ricordo questo.
A.F.: Ha dormito sempre in Piazza del popolo?
L.M.: No qualche volta in Via Sonnino.
A.F.: In via Sonnino?
L.M.: Si.
A.F.: Non sapeva che era andato a stare in Via Sonnino realmente?
L.M.: No, quando lui era stato scarcerato stava lì in Piazza del popolo.
A.F.: Per quanti giorni?
L.M.: Eh non lo so.
A.F.: Aveva visto se nel garage erano stati fatti dei lavori?
L.M.: No.
A.F.: Non s’era accorta di questo?
L.M.: No.
A.F.: S’era accorta solo di confusione e di questo pacco come una caramella che andava via?
L.M.: Si perché quella mattina ero a casa, gli altri giorni io non lo so.
A.F.: Ecco, quando ha toccato quel pacco lei, quell’involucro, lì dentro che ha sentito?
L.M.: Solo con un dito, duro.
A.F.: Ma perché lei è andata là a vedere?
L.M.: Per togliermi la curiosità, per vedere se era stato buttato lì questo…
A.F.: E perché era curiosa? Cosa voleva sapere?
L.M.: Non lo so, curiosità.
A.F.: Solo curiosità?
L.M.: Si.
A.F.: Grazie.
L.M.: Prego.
A.B.: Amichevole curiosità, senta, mi scusi tanto, lei ha detto che
P.M.: Allora se le cerca lei, le amichevoli curiosità…
A.B.: Amichevole curiosità…
P.M.: Non è colpa certo…
Presidente: Andiamo!
A.B.: Senta signora, condominiale curiosità…
P.M.: Condominiale curiosità
A.B.: Ecco, senta signora, lei da quanto tempo sta in quella casa con sua madre?
L.M.: Dall’83.
A.B.: Dall’83. Prima sua madre dove stava?
L.M.: Si stava a Santa Lucia, dopo il campo sportivo di Mercatale.
A.B.: Di Mercatale.
L.M.: Si.
A.B.: Nient’altro, grazie.
Presidente: Altro signori?
P.M.: Una domanda sola, non è che cambi niente, è per la precisione, sua madre, sembra da quello che è negli atti, abbia detto che quest’episodio in fondo è verso le 5:00, lei ha detto…
L.M.: L’ho detto all’inizio infatti, non mi posso ricordare.
P.M.: Bene, potrebbero essere… cioè lei dormiva?
L.M.: Dormivo, certo.
P.M.: Fu svegliata quindi da sua madre?
L.M.: Da mia madre.
P.M.: E le disse: Guarda cosa sta succedendo?
L.M.: Mi chiamò, dice: vieni qua; Io andai.
P.M.: Quindi la curiosa è sua mamma?
L.M.: No, perché lei soffre d’insonnia allora per qualsiasi cosa lei è sempre sveglia.
P.M.: Bene, bene non ho altre domande, grazie.
Presidente: Era buio?
L.M.: Si.
Presidente: Era buio, benissimo, può andare, buonasera.
Presidente: Si accomodi signora, prego, ecco, buonasera, si accomodi lì signora, prego.
S.L.: Non voglio telecamere eh!
Presidente: Benissimo, allora nessuna ripresa nemmeno per la signora. Vuol leggere quella formula signora?
S.L.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.



Presidente: Signora come si chiama?
S.L.: Lalletti Santina vedova Mecacci.
Presidente: Senta signora quand’è nata e dove?
S.L.: xx.xx.xx in provincia di Arezzo.
Presidente: Benissimo, vuole rispondere per cortesia alole domande del Pubblico Ministero?
S.L.: Certo.
P.M.: Signora, sua figlia ci ha parlato ora di un episodio che sarebbe avvenuto una mattina presto o una notte e che lei ha visto dalla finestra della sua abitazione, lo ricorda lei? Un episodio simile?
S.L.: Si.
P.M.: Ce lo puole raccontare per piacere? Cosa successe…
S.L.: Quello che ha detto lei..
P.M.: Ora veda di dirci cosa ricorda lei signora
S.L.: Mah, io sentii delle parole un po’ strane, mormorio, così…
P.M.: In casa?
S.L.: Giù nel garage
P.M.: Quindi era… per sentirle… era notte? Era un’ora in cui c’era silenzio?
S.L.: Si c’era silenzio, siccome io dormo poco e quindi sentivo anche le mosche volare e mi affacciai.
P.M.: Sentì dei mormorii in garage, ha detto…
S.L.: Si.
P.M.: Il garage è sotto la sua abitazione?
S.L.: Si, esatto. Mi affacciai e sentii quello che dicevano: “Pena poco!”, “Pena poco, lega qui!”
P.M.: Lo diceva lui? Era un voce di uomo?
S.L.: Lui si, alla moglie. E insomma in quattro e due sei, non so cosa fecero, vidi caricare in groppa alla moglie questo malloppo di roba però io non so quello che c’era.
P.M.: Che fine fece questo…
S.L.: Andò verso i cassonetti della nettezza
P.M.: Lei magari poi andò a vedere se c’era questo…
S.L.: Più tardi si, s’andò giu perché si doveva anda’ via e si alzò il coperchio del cassonetto e si vide questo fagotto di roba, leggermente si toccò con un dito e si andò via, si sentì roba dura…
P.M.: Senta quando vide questo comportamento, insomma, di questi signori, niente di più, si ricorda che ore potevano essere?
S.L.: Sei, sei e mezzo così… Ora con precisione non me lo ricordo.
P.M.: Era buio signora? Era inverno, era buio?
S.L.: Eh si.
P.M.: C’era la luce però?
S.L.: Si, si c’è i lampioni.
P.M.: Come mai non… Oramai, curiosità per curiosità, non guardaste cosa c’era dentro?
S.L.: Mah io… Mi bastò di tastare e basta.
P.M.: Ho capito. Senta signora lei il Pacciani lo conosce? Lo conosceva come suo vicino…
S.L.: Bene, bene.
P.M.: Ha mai avuto a che ridire con lui?
S.L.: Si.
P.M.: Per quale motivo?
S.L.: Eh…
P.M.: Ce lo dica via signora è un episodi…
S.L.: E motivi l’avete scritti anche voi…
P.M.: E’, si ho capito signora, li hanno scritti quelli della Polizia perché lei glil’ha detto, ora dev’essere…
S.L.: Mi dica quello che è io gli posso rispondere…
P.M.: Le ha mai dato noia a lei come persona?
S.L.: Si, una volta.
P.M.: E cioè?
S.L.: Mi toccò la mammella sinistra.
Avvocato Bevacqua: Ehhhh
Pietro Pacciani: Ci mancava questa!
Presidente: Nessun commento, nessun commento.
A.B.: La sinistra però Presidente!
S.L.: S’era sul tetto…
P.M.: Come mai eravate sul tetto?
S.L.: Perchè pioveva nelle stanze allora lui disse: ci penso io a sistemare il tetto. Io non so che cosa arreggevo, una certa vicinanza, così… e mi acchiappa, io mi allentai per dargli una labbrata…
P.M.: Normalissimo non c’è proprio… mhm…
S.L.: Perché se lui seguitava io lo buttavo di sotto.
P.M.: Mhm, mhm, va bene.
S.L.: Almeno non se ne parlava più.
P.M.: Disse qualcosa?
S.L.: No, nessuna.
P.M.: Niente di che. Senta una cosa signora, dei rapporti del Pacciani con le figlie o con la moglie ha mai visto signora, non per sentito dire, se…
S.L.: No io ho sentito perché stavo sopra.
P.M.: Cos’ha sentito?
S.L.: Botte, bocio, t’ammazzo…
P.M.: A chi lo diceva?
S.L.: Mah, l’avrà detto alle figliole, alla moglie perché io in casa non c’ero.
P.M.: Sa mai se in questi discorsi parlava, o sentiva lei, o ha visto se aveva armi, diceva qualcosa del genere?
S.L.: No io questo non…
P.M.: Ha mai detto: Ci ho una pistola t’ammazzo!
S.L.: No io solamente una volta: Ti metto le budella al sole! L’unica volta.
P.M.: Non è che c’era anche un discorso relativo a una pistola? Vi ammazzo, chiappo una pistola…
S.L.: No io quello no.
P.M.: Benissimo, non ho altre domande grazie.
S.L.: Io dico quello che ho sentito.
P.M.: Bene signora, fa bene. Infatti noi quello le chiediamo.
Presidente: Signori avvocati avete…
Avvocato Bevacqua: Aldilà di questa mammella sinistra che non le toccò, mi apre, no? La toccò o no?
S.L.: Come scusi?
A.B.: Gliela toccò o non gliela toccò?
S.L.: Me la toccò.
A.B.: Gliela toccò.
S.L.: Eh, eccome!
A.B.: Toccata e fuga perchè poi…
P.M.: C’era la labbrata in arrivo!
S.L.: Non gli detti il tempo perché sennò lo buttavo giù di sotto.
A.B.: Toccata e fuga. Sa che significa toccata e fuga?
S.L.: E scappò perché avevo già allentato questa…
A.B.: A me della toccata e fuga del Pacciani mi interessa poco, mi interessa più quelle di Bach ma non queste qua. Senta signora, lei da quanti anni sta laggiù dove stava?
S.L.: Piazza del popolo?
S.L.: A.B.: Si.
S.L.: Dall’83 al ’93.
A.B.: ma anche nell’80 stava lì?
S.L.: No io ci sono andata nell’83, il 5 di febbraio.
A.B.: Senta, vorrei dirle che lei ha detto queste cose, che lei stette lì: “In merito a quanto voi mi chiedete a proposito degli sportelli del gas” se lo ricorda gli sportelli del gas? La chiamarono, gli sportelli del gas che erano stati messi? Eccetera…
S.L.: Si
A.B.: lei parlò dell’anno ’80 e ’81.
S.L.: Si che fecero gli sportelli si.
A.B.: Nell’anno ’80 e nell’anno ’81.
S.L.: Io non ci stavo però.
A.B.: Però lei pagò?
S.L.: Certo che pagai!
A.B.: Ohooo! E questo volevo sapere io!
S.L.: Venne lui a portarmi la cifra che dovevo pagare.
A.B.: Ohooo vede! Allora dunque lei nell’anno ’80 dice di avere… era dopo l’estate… agli inizi di ottobre di avere parlato con un certo Ugo Nencioni, se lo ricorda questo?
S.L.: No… e… quello si difatti poi è morto.
A.B.: Va be’, pace all’anima sua ma dico se lo ricorda che Nencioni c’era? Era quello che vi fece il lavoro?
S.L.: Lui fece la buca
A.B.: Lui fece la buca…
S.L.: Lui fece la buca e Nencioni murò.
A.B.: E Nencioni murò. Ecco, questo succedeva nel millenovecentottanta?
S.L.: Eh si all’incirca.
A.B.: ’80. Ecco e lui murò, Nencioni murò, lui fece la buca e poi le mandò il conto, di sessantamila lire?
S.L.: Si venne a portarmelo lui.
A.B.: Se lo ricorda?
S.L.: Siii.
A.B.: Che era l’anno millenovecentottanta?
S.L.: Si.
A.B.: Ecco, soltanto questo volevo lei mi dicesse.
S.L.: Si.
A.B.: La ringrazio.
S.L.: Prego.
P.M.: Signora vuole chiarire allora come mai se lei non abitava lì pagava un conto nell’80 di quella casa?
S.L.: E si stava giù a Santa Lucia.
P.M.: Si, come mai lei paga un conto di una casa, nel 1980, di uno sportello del gas se lei abita da un’altra parte?
S.L.: Perché lui mi venne a portare il conto, dice: questa è la spesa della buca del metano.
P.M.: Dell’appartamento sopra Pacciani che era di sua proprietà?
S.L.: Si.
P.M.: E che era affittato ad altre persone?
S.L.: No era vuoto.
P.M.: Era vuoto, era per completezza, però era già di sua proprietà?
S.L.: Si, si.
P.M.: poi c’è andata ad abitare dopo?
S.L.: Nell’83.
P.M.: Ecco, quindi è stato per alcuni anni vuoto?
S.L.: Eh… ’78… Io la comprai nel ’78, si, verso l’80 fu libera… ‘79/’80…
P.M.: Quindi vi faceste questi lavori in quell’epoca lì…
S.L.: Si.
P.M.: Alcuni, questi degli sportelli, li fece il signor Pacciani e lei lo rimborsò, questo è il concetto?
S.L.: Certo.
P.M.: Bene, grazie, per capire soltanto signora. Non ho altre domande, grazie.
Presidente: Avvocato Fioravanti:
A.F.: Signora Lalletti in che anno lei ha visto per la prima volta Pacciani?
S.L.: Io.. quando lui c’è tornato lì… io penso nel ‘79/’80…
A.F.: Ecco quindi contemporaneamente a quei lavori che facevate insieme per il gas?
S.L.: Si.
A.F.: Ecco e quando è successo il fatto della mammella sinistra?
S.L.: Eh questo, ora non me lo ricordo bene il punto ben preciso… sarà stato…
Presidente: Ma lei stava già in casa o no?
S.L.: Si, ci stavo già, sicchè sarà stato ‘85/’86… Ottanta… No di più, quand’è tornato di carcere.
A.F.: Quando è tornato di carcere per le figlie?
S.L.: Mi sembra. Ora non posso…
A.F.: E quando è tornato di carcere per le figlie?
S.L.: Nel ’92 è tornato di carcere.
A.F.: Senta una cosa signora, Pacciani dopo che è tornato di carcere dove abitava in Piazza del popolo o in via Sonnino?
S.L.: Ma lui veniva anche di là.
A.F.: E in uno di quei giorni, dal 6 dicembre ’91 perché in quella data lui tornò dal carcere, dal 6 dicembre è successo questo fatto del tetto?
S.L.: Del tetto si.
A.B.: Quindi nel ’91 è successo questo fatto.
A.F.: Nel ’91.
S.L.: No la mammella sinistra prima.
A.F.: M’ha detto nel ’91…
Presidente: Signora, tenga presente, tanto per darle un riferimento, sennò lei fa confusione, l’episodio del sacchetto che lei vide gettare nella spazzatura, rispetto a quell’episodio lì era prima? Era dopo? Era contemporaneo quest’affare del Pacciani che le mette le mani, o cerca di metterle le mani addosso?
S.L.: No prima.
Presidente: Molto prima?
S.L.: Prima, prima.
Presidente: prima quanto?
S.L.: E chi se lo ricorda? Ora anche l’anno… Come si fa? Dopo dieci anni…
Presidente: Si ha ragione signora. Quindi non era in quell’epoca lì?
S.L.: No quella della mammella fu prima.
Presidente: Molto prima?
S.L.: Si, si. Io dico che forse non era andato nemmeno in carcere, forse.
Presidente: Forse non era andato nemmeno in carcere. Va bene.
A.F.: Senta signora, chi l’ha chiamata a lei per deporre su questi fatti?
S.L.: Pe cosa? Pe’ i contatore?
A.F.: Per raccontare queste cose che ci ha raccontato a noi…
S.L.: A me mi hanno chiamato i Carabinieri di San Casciano.
A.F.: Quante volte?
S.L.: Una volta
A.F.: Una volta sola?
S.L.: Si.
A.F.: Dove su in caserma?
S.L.: In caserma.
A.F.: E lei ha firmato un verbale?
S.L.: Si ho firmato il verbale dei contatori.
A.F.: Gliel’hanno letto prima di firmare?
S.L.: Si.
A.F.: E quindi per lei andava tutto bene quello che aveva detto?
S.L.: Per me si.
A.F.: Ecco signora ma lei mettendo il dito su quel pacco come una caramella, diceva sua figlia, su quel pacco, cos’ha pensato quando toccava? Che ci poteva essere lì dentro?
S.L.: Eh chi lo sa? Non lo so mica!
A.F.: E perché gli è venuta questa curiosità d’andare ad alzare il coperchio?
S.L.: A tutti verrebbe la curiosità d’andare a tastare con le cose che c’era in giro…
A.F.: E che c’era in giro signora?
S.L.: Ma come che c’era?!? Quello che dicevan di lui!
Presidente: Cosa dicevano, via, di lui?
S.L.: Dicevano che era il mostro, che ci aveva questa pistola e via discorrendo.
A.F.: Ah e quindi ci poteva essere anche una pistola lì dentro?
S.L.: Io non dico nulla perché non lo so, non l’ho mica aperto. La curiosità e basta.
A.F.: Grazie.
A.B.: Senta signora mi scusi, lei stava sopra no di questo signor Pacciani?
S.L.: Si, si.
A.B.: E stava dal 1983, quindi lei tutto quello che succedeva sotto in genere o percepiva rumori o vedeva gente? Vero?
S.L.: Si io sentivo rumori.
A.F.: Perché la vostra è una zona un po’ isolata? O no?
S.L.: No è abbastanza tranquilla, una zona abbastanza…
A.B.: Tranquilla quindi non è che ci passa molta gente… No?
S.L.: Ci passano ma insomma…
A.F.: Ecco ma lei si ricorda se prima che il signor Pacciani fosse uscito dal carcere, in quella casa, in quel giardino, in quel magazzino, in quel garage c’eran venuti varie volte i Carabinieri, la Polizia… Si ricorda?
S.L.: Si io l’ho visti però per me…
A.B.: Siamo d’accordo, ma lei li ha visti più volte che erano entrati a perquisire? Se lo ricorda?
S.L.: Si.
A.B.: Prima che il signor Pacciani uscisse?
S.L.: Si.
A.B.: Quindi l’aveva visto parecchie volte?
S.L.: Si
A.B.: Ecco, basta non voglio altro.
Presidente: Signora questo fagotto era grande? Piccolo? Com’era? Che dimensioni poteva avere?
S.L.: No una cosa media, un coso, un malloppo così…
A.B.: Un cannone!
A.F.: Una bomba a mano.
Presidente: Lei fa il gesto praticamente di unire le braccia in circolo, praticamente…
S.L.: si.
Presidente: Quindi per darci un’idea. Come un televisore di medie dimensioni, tanto per dire un oggetto di uso comune.
S.L.: Si pressappoco.
Presidente: La forma era piuttosto rotondeggiante o di altro tipo?
S.L.: Era da una parte un po’ tonda e da una parte un po’ anche rettangolare, così.
Presidente: Schiacciata.
S.L.: Si.
Presidente: Va be’, altre domande signori?
P.M.: Nessuna Presidente grazie.
Presidente: Signora può andare, grazie buonasera.
P.M.: Una scatola di roba andata a male…
P.M.: Sentiamo Gaziero Alessandro
Presidente: Prego si accomodi. Consente le riprese televisive e fotografiche?
A.G.: Preferirei di no
Presidente: Preferirei di no e quindi…
A.G.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.



Presidente: le generalità complete per cortesia.
A.G.: Gaziero Alessandro nato a Bologna il xx xx 19xx, residente a San Casciano Val di Pesa, Via xxxxxx, xx.
Presidente: Risponda per cortesia alle domande del Pubblico Ministero.
P.M.: Signor Gaziero innanzitutto lei ricorda di aver mai conosciuto o conosce il signor Pacciani?
A.G.: Si.
P.M.: Quanti anni ha lei ora?
A.G.: Io 23.
P.M.: Ricorda quando l’ha conosciuto e perché? Quanti anni aveva?
A.G.: Avevo 11 anni circa, 12.
P.M.: E come mai l’ha conosciuto?
A.G.: Eh veniva a fare qualche lavoretto a casa nostra, lavorava la terra, ecco!
P.M.: Lavorava la terra. Dove abitavate voi?
A.G.: A San Casciano.
P.M.: A San Casciano. Lei aveva 10/11 anni quindi 12 anni fa, ’82…
A.G.: Si fine ‘82/83
P.M.: I suoi genitori avevano anche un’attività a Calenzano per caso?
A.G.: Si a quei tempi si.
P.M.: Ricorda se il Pacciani lavorava anche laggiù?
A.G.: Mah, qualche volta so che c’è andato.
P.M.: Sentito dire in casa?
A.G.: Si, si esatto.
P.M.: Senta una cosa signor Gaziero, lei ricorda se a quell’età lì aveva per caso una pistola giocattolo? Quelle che hanno i ragazzi?
A.G.: Si mio padre ci aveva una scacciacani, quello lo ricordo.
P.M.: E lei una pistola sua di ragazzo?
A.G.: No.
P.M.: Con questa scacciacani ricorda qualcosa di più? Lei ci ha mai giocato?
A.G.: Si qualche volta ma…
P.M.: Come era?
A.G.: Era nera
P.M.: Grande? Piccola?
A.G.: No piccola, non tanto grande, ecco.
P.M.: Ci ha giocato perché era una cosa con cui potevano giocare i ragazzi o l’ha presa di nascosto perché suo padre diceva: no è un oggetto da non toccare?
A.G.: No.
P.M.: Era un giocattolo?
A.G.: Si praticamente si.
P.M.: Senta, il signor Pacciani ha detto che lei quella pistola l’ha regalata a lui, è vero?
A.G.: No, cioè non ricordo, no assolutamente, penso di no.
P.M.: No assolutamente. Per caso questa pistola lei la teneva da qualche parte e lui può avergliela presa? L’ha mai più vista?
A.G.: Può darsi, stava in giro.
P.M.: In giro dove?
A.G.: In giro per casa, fuori… Era un balocco, come tutti i balocchi si lasciano in giro.
P.M.: Lei è mai stato sulla Cinquecento del Pacciani?
A.G.: Si.
P.M.: Ci ha mai portato quella pistola lì sulla Cinquecento?
A.G.: No.
P.M.: Mai?
A.G.: No a parte che sulla Cinquecento ci sono salito una o due volte al massimo.
P.M.: Ricorda per quale motivo?
A.G.: Perché mi portava a scuola la mattina, quando i miei genitori non potevano.
P.M.: Non è che la mattina lei per caso così… una ragazzata, si portava dietro la pistola è l’ha lasciata lì?
A.G.: No.
P.M.: Lo esclude?
A.G.: Si.
P.M.: Di questa pistola lei per caso ricorda la marca?
A.G.: No, no assolutamente
P.M.: Che tipo era? Non sa niente. Il Pacciani le ha mai parlato di questo regalo che lei le ha fatto da ragazzo?
A.G.: No.
P.M.: Non ho altre domande, grazie.
Presidente: Signori avvocati di parte civile? Nessuna domanda, prego avvocato Bevacqua.
A.B.: Senta signor Gaziero lei nel 1991, esattamente il 13 novembre 1991 è stato sentito dalla Polizia…
A.G.: Si.
A.B.: Vero?
A.G.: Si.
A.B.: In quell’occasione, nel 1991, lei che è nato nel ’70, esattamente il 10 agosto ’70 a Bologna…
A.G.: Si.
A.B.: Ha detto che lei aveva una pistola con la quale giocava e ricorda che questa pistola la teneva all’età di 10/11 anni…
A.G.: Si.
A.B.: Quindi si dovrebbe pensare, così come dice lei, che questo fatto risalirebbe all’80/’81…
A.G.: Si.
A.B.: Benissimo. Lei la prima volta che viene sentito esclude che lei avesse una pistola e che comunque la pistola che sarebbe stata trovata al signor Pacciani potesse essere la sua, se lo ricorda questo? La prima volta dice: non è possibile, non è mia, non gliel’ho data io…
A.G.: Infatti non gliel’ho data io.
A.B.: Non gliel’ha data io comunque non era secondo lei quella pistola
A.G.: Si.
A.B.: Se lo ricorda, bene. Poi però lei viene ancora risentito ed esattamente viene risentito dopo qualche giorno il 25 novembre 1991, va bene? Ora le dico quando esattamente, lei viene sentito il 25 novembre ‘91
P.M.: 23, cambia poco…
A.B.: 25 è il verbale, ha ragione il Pubblico Ministero, la ringrazio…
P.M.: Prego.
A.B.: “In data 23.11/91 alle ore 10:40 Gaziero Alessandro nuovamente sentito a verbale ha individuato con certezza nella pistola a salve di marca Ma.Ri” Ma puntino Ri “ modello 320, tipo semi-automatico, di color nero con sportellino sul retro della culatta per l’introduzione del carrello caricatore porta capsule, l’arma giocattolo analoga in tutto e per tutto a quella con cui si divertiva da ragazzo” se lo ricorda?
A.G.: Si, si.
A.B.: Quindi lei la riconosce quest’arma
A.G.: Si, bene o male si.
A.B.: La riconosce e ricorda anche che i signori verbalizzanti le dissero in quell’occasione, così almeno risulta agli atti, in questo foglio, foglio 100, risulta che la pistola Ma.Ri fu trovata all’interno del cassetto porta carte dell’auto Ford Fiesta dell’uomo, cioè il Pacciani e che era avvolta, questa pistola, da uno straccio o un panno, se la ricorda questa circostanza?
A.G.: No.
A.B.: Glielo dissero loro?
A.G.: No.
A.B.: Non glielo dissero però questo risulta agli atti comunque…
P.M.: Quando fa comodo risulta, quando non fa comodo…
A.B.: Io lo do…
Presidente: Su via, su via! Nessun commento Pubblico Ministero.
A.B.: Fa comodo perché… Presidente mi pare che sia importante questa circostanza, Presidente…
Presidente: Certamente.
A.B.: Quindi lei esattamente il 23 novembre di quello stesso anno, ’91, ha fatto lei stesso richiesta di rettificare il precedente verbale riconoscendo pienamente, quale suo, quell’oggetto.
A.G.: Si.
A.B.: Allora io voglio fare una domanda di altro tipo: dunque lei ha detto che il signor Pacciani qualche volta la portava a scuola, la mattina…
A.G.: Si.
A.B.: Ecco, lei dove andava a scuola?
A.G.: A San Casciano.
A.B.: A San Casciano, quindi il signor Pacciani, lei abitava a San Casciano e andava a scuola a San Casciano?
A.G.: Si
A.B.: La prendeva a casa e la portava a quanti metri…
A.G.: 3 chilometri circa.
A.B.: Lei ricorda, se lo ricorda se invece il signor Pacciani veniva portato da suo padre o da sua madre a Calenzano? Se lo ricorda questo?
A.G.: Mi sembra di no perché lui ci aveva la sua macchina
A.B.: No, quello lo dirà suo padre, questo, spero che lo dica, io…
A.G.: Spero anch’io.
A.B.: Veniva portato espressamente da suo padre, da sua madre a Calenzano, se lo ricorda questo?
A.G.: No, no non lo so.
A.B.: Perché era piccolo forse?
A.G.: Si è!
A.B.: Senta ricorda quando fu bruciata la fabbrica di suo padre?
A.G.: Si.
A.B.: In che anno?
A.G.: Eh l’anno non me lo ricordo, so che ha preso fuoco…
A.B.: Eh?
A.G.: So che è bruciata però l’anno esatto non me lo ricordo.
A.B.: Va bene grazie nessun’altra domanda.
Presidente: Avvocato Fioravanti? Nessuna altra domanda?
P.M.: Si allora io grazie, per amor di verità signor Gaziero, mi scusi eh, non vorrei che…
A.G.: Prego, prego…
P.M.: …e fosse stato letto il verbale che lei magari non ha capito granchè, provo io, quando le fu mostrata una pistola dalla Polizia, questi che erano in centomila arrivano sempre, son sempre lì presenti, le fecero vedere una pistola e lei se non sbaglio disse che è del tutto analoga a quella che avevo io, non riconobbe quella lì? O lei disse: E’ proprio quella lì?
A.G.: No, me ne fecero vedere diverse e questa era quella che più gli assomigliava…
P.M.: Fra quelle che le fecero vedere ce n’era una che assomigliava di più a… Non era quella…
A.G.: Assomigliava, non era quella.
P.M.: Ohooo, ha visto che a volte…
A.G.: Con certezza non lo posso dire.
P.M.: Ohooo meno male. Basta, non ho altre domande.
A.B.: Mi scusi allora io devo contestare che lei ha detto qualcosa di diverso, mi scusi…
P.M.: Analogo
Presidente: Sentiamo, sentiamo.
P.M.: Gli ha contestato uguale avvocato!
Presidente: Sentiamo.
A.B.: Allora: “Dichiaro che la pistola con cui ero solito giocare da ragazzo era in tutto e per tutto analoga a quella che mi mostrate in particolare desidero rettificare il precedente verbale precisando che il caricatore non si inseriva dall’impugnatura bensì dal retro della canna in cambio di uno sportellino come in quella che mi avete consegnato e che tengo fra le mani, quindi riconosco pienamente questo oggetto.”
Presidente: Si ma allora in che senso lo riconosce?
A.G.: Riconosco pienamente… vagamente…
Presidente: Si ma… capito qual è il discorso? Lo riconosce come? La pistola molto simile, analoga, uguale a quella che aveva o riconosce proprio quella pistola lì?
A.G.: No quella pistola lì no.
Presidente: Ah, quella pistola lì no. E’ una pistola però che le sembrava del tutto analoga a quella che aveva lei.
A.G.: Precisamente.
A.B.: No, volevo produrre la copia fotostatica…
Presidente: E’ possibile che fosse la stessa?
A.G.: No non posso giurarlo assolutamente.
Presidente: E’ possibile…
A.G.: Boh, ci sta.
Presidente: Ci sta però lei dice… E’ possibile che fosse anche la stessa ma lei non può giurarlo.
A.B.: Ecco comunque Presidente possiamo fare la domanda di rinterzo: questa pistola l’ha più vista lei?
A.G.: Mah, francamente non ci pensavo nemmeno più fin quando non sono stato chiamato…
A.B.: Certo ma lei l’ha più vista questa pistola a casa sua? Ce n’era due? Una che aveva lei e una che aveva quest’altro oppure la pistola era solo una? Per quello che…
A.G.: No che mi ricordo io era solo quella.
A.B.: Solo quella. Grazie.
Presidente: Va bene, altre domande?
P.M.: Nessuna Presidente.
Presidente: E allora può andare.
P.M.: Presidente oggi ci doveva essere un teste solo siamo riusciti a farne venire quattro e abbiamo un certificato medico, il P.M. non ha altri testi.
P.M. (fuori microfono): Ma non è nella lista testi, come si chiama?
Presidente: Certamente il ritmo è più accelerato di quello che si poteva prevedere.
P.M.: Quindi penso che il pomeriggio abbiamo fatto quel che si poteva fare, di più non ci sono riuscito, domani ne ho citati venti Presidente.
Presidente: Venti, va bene, magari domani sarà il momento in cui ne capita uno che ci prende…
P.M.: Era quello che volevo far capire loro stamattina
Presidente: Eh lo so però è un rischio che a questo punto dobbiamo correre, capito? E quindi ha fatto bene a citarne venti, mi raccomando…
P.M.: Presidente mi fanno presente che c’è un teste che non è…
Presidente: Ah…
P.M.: Chiedo scusa, io lo dico perché… che non è nella lista testi del P.M…. ecco, per questo io ho detto che per me non c’è però è uno dei ragazzi che avevano in locazione l’appartamento del Pacciani per motivi… abbiamo sentito stamattina che il P.M. non aveva ritenuto opportuno citare però che è stato sentito dalla Polizia, io non ho convocato, lui è venuto, tutto qui, può dire qualcosa nell’ambito dei discorsi che abbiamo sentito stamani, c’è, il P.M. non ha nessuna istanza in proposito.
A.B.: Si va bene ma è mica un teste citato oppure no?
P.M.: Ho detto proprio no, non è indicato, si è presentato perché è stato sentito dalla Polizia, con gli altri, non è nella lista del P.M.
A.B.: Ahaa… Nooo… No, no, mi dispiace mi oppongo.
P.M.: No, non si deve opporre a nulla io non ho fatto nessuna richiesta!
A.B.: Va bene.
P.M.: Ho detto solo che c’è.
A.B.: Io mi oppongo così.
P.M.: Non so a cosa.
A.B.: Così, mi oppongo.
A.G.:
Presidente: Quindi se è venuto… d’altra parte anche come teste di riferimento non è che è stato citato dagli altri
A.B.: No, no ma poi non c’è nessun teste di riferimento.
Presidente: Poi credo che comunque abbiamo già sentito gli altri abbastanza.
P.M.: Presidente, l’ho detto io per primo, l’ho detto per notizia perché mi facevano presente…
Presidente: Allora speriamo che domani si possa avere venti testi e farli tutti. Domani alle ore nove.
P.M.: Grazie Presidente.
Presidente: L’udienza è tolta.
P.M.: Sentiamo Betti Elena.
Presidente: Buonasera signora.
E.B.: Buonasera.
Presidente: Si accomodi prego. Consente o no, signora, la ripresa…
E.B.: Mi sembra di sentire
Presidente: La consente.
E.B.: Si.
Presidente: Bene, vuol leggere quella formula?
E.B.: La verità, tutta la verità…
Presidente: Allora scusate…
E.B.: Ah tutto devo leggere?
Presidente: Legga quella formula non riprendete al signora perché lei…
E.B.: Devo leggere tutto?
Presidente: No, forse non abbiamo capito bene, consente la ripresa televisiva o no?
E.B.: Ah no mi scusi, no.
Presidente: No, allora niente
E.B.: Non avevo capito.
Presidente: Contrordine
E.B.: Non avevo capito.
Presidente: Benissimo signora, legga pure.
E.B.: A voce alta?
Presidente: Certo signora.
E.B.: Consapevole della responsabilità morale, giuridiche che assumo con la mia responsabilità mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è nella mia conoscenza, coscienza.
Presidente: Le generalità signora per cortesia…



E.B.: Cioè…
Presidente: Come si chiama e dove sta.
E.B.: Elena Betti
Presidente: Nata a?
E.B.: Nata il xx.xx.19xx a Firenze.
Presidente: Residente?
E.B.: A B. a R. in via xx Xxxxxx, xx.
Presidente: Risponda alle domande del Pubblico Ministero per cortesia.
E.B.: Si.
P.M.: Signora lei conosce il signor Pacciani Pietro?
E.B.: Eh.. si.
P.M.: Come mai? Vuole spiegarlo alla Corte?
E.B.: Si, subito. Ho abitato per un periodo in casa Pacciani.
P.M.: In uno degli appartamenti che le aveva dato in affitto il Pacciani?
E.B.: Si.
P.M.: Un appartamento vicino a dove abitava lui o la famiglia…
E.B.: L’altro.
P.M.: Erano vicino comunque a lei?
E.B.: Si, in pratica si.
P.M.: Senta una cosa, è mai stata nella casa dove abitavano i Pacciani?
E.B.: No, non più di tanto, ecco.
P.M.: Qualche volta c’è entrata? Non so, a pagare l’affitto?
E.B.: A porgere l’affitto.
P.M.: Senta, in queste occasioni in cui è entrata ha mai avuto la possibilità di vedere se c’erano dei fucili in casa?
E.B.: Si io l’ho già detto, ne ho visti due.
P.M.: Ne ha visti due. Erano… non so, attaccati alle pareti, appoggiati da qualche…
E.B.: Attaccati praticamente ad una sala, non dove si entrava, l’altra sala accanto.
P.M.: Questi fucili ricorda come erano? Se uno era a doppia canna ad esempio?
E.B.: Sii uno a doppia canna e uno di modello più vecchio.
P.M.: Senta una cosa
Presidente: Ma sempre a doppia canna?
E.B.: Questo non me lo ricordo, mi sembra di no.
P.M.: C’era degli oggetti da caccia? Una cartucciera?
E.B.: Sii, c’erano un sacco di confusione, insomma…
P.M.: No, aldilà della confusione signora io le chiedo se c’era una cartucciera.
E.B.: No, non la ricordo.
P.M.: Animali imbalsamati? Ne ha visti?
E.B.: No.
P.M.: Non li ha visti?
E.B.: No.
P.M.: Ha mai sentito il Pacciani che minacciava le figlie o la moglie?
E.B.: No.
P.M.: Lei è sicura di ricordare bene?
E.B.: Sii su questo si. Su tante cose purtroppo…
P.M.: Signora lei… le faccio presente e glielo contesto che ha dichiarato: ho visto fucili da caccia vecchi alle pareti, animali imbalsamati fra cui una civetta, poi dice una cartucciera…
E.B.: Forse si.
P.M.: Ecco.
E.B.: Se l’ho detto.
P.M.: Ecco. Io le ho chiesto poi se ha mai sentito o visto Pacciani minacciare qualcuno o dire: se qualcuno mi fa qualcosa…
E.B.: Ah be’ quello lo diceva spesso.
P.M.: E cosa diceva signora?
E.B.: Eh quello lo ammazzo! Era il suo modo di fare…
P.M.: Magari sempre in questo modo di fare accennava anche con quale mezzo ammazzava la gente?
E.B.: Noo
P.M.: Ma lei signora dice: “In effetti” glielo contesto “a volte il Pacciani faceva delle minacce e diceva che se qualcuno gli rompeva i coglioni lui aveva la pistola e la tirava fuori” l’ha detto lei questo?
E.B.: Si, si.
P.M.: O se l’è inventato chi verbalizzava?
E.B.: No, no, no.
P.M.: Ecco!
E.B.: Lo diceva.
P.M.: per capire…
E.B.: Lo diceva.
P.M.: Lo diceva, va bene. L’importante è dire questo. Senta, di un quadro a una parete… ricorda, anzi, se c’erano quadri?
E.B.: Si, due.
P.M.: Mhm, su questi quadri ne ricorda qualcuno?
E.B.: Si.
P.M.: Diceva qualcosa dei quadri? Lei gliel’ha mai chiesto? Se li faceva lui? Se li comprava?
E.B.: Si, anzi è stato lui a dirmi che li aveva fatti lui e avevano un significato…
P.M.: Diceva lui?
E.B.: Diceva lui.
P.M.: E cioè? Che significato avevano?
E.B.: La nascita, la morte e la vita che io, per me, non capivo, me lo spiegava lui.
P.M.: Come mai venne sull’argomento di spiegare che aveva fatto lui questo quadro? Da solo? O lei glielo chiese?
E.B.: No, no, lui così eravamo in casa un attimo e lui mi spiegò perché forse mi vide a me che non riuscivo a capire questo quadro.
P.M.: Lui gli disse: L’ho fatto io! Comunque, disse?
E.B.: Si.
P.M.: Così si capisce come mai è venuto il dubbio del quadro. Lui diceva così?
E.B.: Si.
P.M.: Le spiegò questa nascita, vita, morte e lei lasciò perdere o stette lì a sentire?
E.B.: Stetti lì a sentire perché non è che ci capissi… Non ci capivo niente
P.M.: Era quel quadro che poi si è visto sui giornali?
E.B.: Si.
P.M.: Senta signora, è mai per caso, Pacciani, venuto in casa sua, magari ha cercato di entrare?
E.B.: I primi tempi lui doveva finire dei lavori di conseguenza ci doveva venire, io lo lasciavo entrare…
P.M.: Certo. Questo le prime volte, poi ha continuato…
E.B.: No, no, no poi basta.
P.M.: Si ma a volte è mai capitato che venisse… che l’abbia visto lei un po’ briaco?
E.B.: Sii.
P.M.: L’ha visto per strada o l’ha visto che è venuto da lei?
E.B.: Veniva anche da me.
P.M.: Ubriaco?
E.B.: Sii, poi io chiudevo e non lo facevo entrare.
P.M.: Perché era ubrico?
E.B.: Si.
P.M.: Ma lui magari gli sarebbe piaciuto entrare? Lei chiudeva perché lui insisteva di entrare?
E.B.: Si, si.
Avvocato Fioravanti: Questa non è una domanda.
P.M.: No è scritto.
A.F.: Ma perché?
A.B.: Glielo domandiamo a lei!
P.M.: Allora domandiamoglielo.
A.B.: Domandiamoglielo.
P.M.: Signora ora lo ricorda meglio questo episodio? Vuole che glielo contesto o lo ricorda lei? Così facciamo… allunghiamo…
E.B.: No deve…
P.M.: Prego lo racconti lei signora.
E.B.: Lui veniva quando era ubriaco e voleva entrare, questo succedeva spesso la sera, io chiudevo le mie persiane, le mie di Pacciani, lui cominciava a dare calci perchè voleva che gli aprissi, che gli aprissi.
P.M.: Ma doveva portarle qualcosa? Come mai voleva entrare?
E.B.: Niente perché lui voleva parlare con me e a voce alta diceva il mio nome.
P.M.: Questo è capitato più volte?
E.B.: Si.
P.M.: Lei non ha mai capito perché voleva entrare?
E.B.: Eh bhe.. Penso di si.
P.M.: E allora ci spieghi che cosa ha capito lei ovviamente.
E.B.: Mha voleva venire a darmi noia a me o in un modo o in un altro.
P.M.: Come persona?
E.B.: Come persona.
P.M.: Non ho altre domande, grazie.
E.B.: Bene.
Presidente: Signori avvocati di parte civile? Prego avvocato Fioravanti allora.
A.F.: Senta signora, lei riceveva uomini in casa?
E.B.: No, amici va be’ come poteva capitare.
A.F.: Lei faceva l’infermiera?
E.B.: No io sono terapista
A.F.: Terapista, quindi fa massaggi?
E.B.: Bravo!
A.F.: Ma venivano uomini in casa a farsi massaggi?
E.B.: I miei clienti si, si, si,
A.F.: Parecchi uomini venivano a farsi i massaggi?
E.B.: Più di tanti non ne potevo mica fare…
A.F.: Più di tanti no.
E.B.: Anche le donne.
A.F.: Anche le donne.
E.B.: Anche le donne.
A.F.: Senta signora lei dice che quando Pacciani era ubriaco, girava intorno a casa sua e voleva entrare…
E.B.: Si.
A.F.: Lei si era accorta che Pacciani aveva un po’ di tenero per lei?
E.B.: Bah quando mi faceva confermare un attimino si.
A.F.: Ecco ma gliel’ha detto mai apertamente?
E.B.: No, no, supposizioni.
A.F.: Supposizioni.
E.B.: Supposizioni.
A.F.: Senta signora, lei ha detto che in casa Pacciani non c’è mai stata, in casa di Pacciani…
E.B.: Non ci sono stata ma si ci sono stata in pratica ma per pura combinazione per dargli appunto il…
A.F.: Quante volte pressappoco c’è stata?
E.B.: Facciamo due.
A.F.: Due volte.
E.B.: Due volte non…
A.F.: Lei appena entrata ha visto due fucili?
E.B.: Si, cioè mi ha fatto vedere…
A.F.: Uno con doppia canna, una doppietta, e un altro invece?
E.B.: Un altro mi sembrava di no.
A.F.: Aveva la canna? Sembrava di no.
E.B.: Si aveva la canna ma una.
A.F.: Ma più antico?
E.B.: Più antico, più vecchio.
A.F.: Riguardo alla pistola lei ha parlato che se mi fanno questo io gli sparo, li ammazzo, ma riguardo alla pistola, lei ha mai visto una pistola?
E.B.: No.
A.F.: Nessun’altra domanda
Presidente: Altre domande signori?
Avvocato Bevacqua: Senta signora, mi scusi, lei è stata molto intrattenuta, molto, molto da i verbalizzanti, da quei signori che son venuti prima da lei sul quadro del Pacciani…
E.B.: Mhmm.
A.B.: Gliel’hanno descritto, del serpente… cercava la vagina… faceva il generale… aveva le scarpe lunghe… eccetera, se la ricorda questa circostanza?
E.B.: Siii
A.B.: Come sono arrivati a lei i signori poliziotti?
E.B.: Cioè i vostri…
A.B.: Miei no.
E.B.: Pardon, l’espressione…
A.B.: Per carità!
E.B.: Insomma i Carabinieri
A.B.: Quelli si.
E.B.: Non so come sono arrivati da me, lo domandai anche io a loro come erano arrivati a me.
A.B.: Ecco.
E.B.: Non sono mica arrivata io da loro…
A.B.: Ecco, ecco. Cosa le dissero?
E.B.: Mi dissero di questo quadro, se io l’avevo avuto in casa mia, cioè in casa del Pacciani io ho risposto di si.
A.B.: Ecco ha risposto che l’aveva avuto in casa sua.
E.B.: Si è, certo!
A.B.: E lo teneva là, stava tranquilla… no?
E.B.: No, anzi per dire la verità…
A.B.: Le dava fastidio?
E.B.: Si.
A.B.: Le dava fastidio, va be’… son cose che…
E.B.: Lo rinvoltai per benino e l’ho messo dietro l’armadio, tutto qui.
A.B.: Benissimo. Senta signora, ecco, lei ha detto poc’anzi che il signor Pacciani era uso, la sera quando tornava dal lavoro, penso quando tornava dal lavoro, bere, abbastanza, era piuttosto…
(…) E poi che cosa faceva lui se ne andava a casa?
E.B.: Ah beh a quel punto lì le mie vicine sentivano il tutto, avevano imparato, lo chiamavano e lui andava via.
A.B.: E se ne andava a casa?
E.B.: Si.
A.B.: Grazie signora.
E.B.: Prego
Presidente: Altre domande alla teste? Può andare signora buonasera.
E.B.: Grazie.

31 Maggio 1994 15° udienza processo Pietro Pacciani

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