Il 6 Ottobre 1993 il personale della SAM redige una nota, poi nei loro archivi depositata, con cui riferisce alla Procura della Repubblica l’esito di un colloquio, avvenuto nel carcere di Pisa, con il detenuto Mauro Mannini. Il Mannini riferisce alcune confidenze ricevute dal Giuseppe Barrui circa un possibile coinvolgimento nei delitti del Mostro di Firenze di Francesco Vinci, nonché di una perquisizione che il Barrui aveva subito in una fattoria della zona dell’Osmannoro ad opera dei carabinieri in un periodo di tempo collocato poco prima dell’anno 1982. In tale circostanza, sempre secondo le confidenze ricevute dal Barrui, i carabinieri non si sarebbero accorti di alcune armi appartenenti sia al Vinci, forse anche una pistola, sia al Barrui stesso e ad altri sardi. Il Barrui aveva attribuito la perquisizione a qualche delazione fatta ai carabinieri da parte di qualche “infame”. Mannini parlò anche del fatto che Barrui era uno di quel gruppo di sardi che avevano ricevuto agevolazioni dal magistrato Pier Luigi Vigna. Dichiarò d’aver saputo che fu Barrui a cedere a Pietro Pacciani e a Mario Vanni la Beretta Calibro 22 usata fin dal primo delitto e lo stesso Barrui fu incaricato di nascondere il proiettile calibro 22 nell’orto di Pacciani in via Sonnino a Mercatale.

6 Ottobre 1993 Colloquio informale con Mauro Mannini
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