Il 13 Novembre 1991 una seconda lettera dell’Anonimo Fiorentino viene inviata al Ministro di Grazia e Giustizia Claudio Martelli, all’On. Giovanni Galloni e al Procuratore generale della Corte d’Appello. La lettera è composta da 6 fogli scritti a macchina.

In una prima parte descrive come il MdF ha subito un trauma, come questo trauma lo trasforma in guardone ed assista all’omicidio del 1968. Vengono fornite indicazioni sulla persona del MdF come uomo istruito e laureato in giurisprudenza. Uomo che diventa giudice e quindi al disopra di ogni sospetto, tanto che se fermato nei luoghi degli omicidi può passare indisturbato. Nell’occasione, 1968, raccoglie la pistola.

Vengono fornite indicazioni sul fatto che la casa del magistrato è vicino al luogo dell’omicidio di Vicchio, la Boschetta. Descrivendo l’omicidio del 1974 e partendo dal tralcio di vite scrive il nome dell’assassino in lettere maiuscole: VIGNA.

Poi citando la sua precedente lettera del 1 novembre 1991 spedita proprio al magistrato accusato invita a svegliarsi e rimarca alcuni concetti già espressi, fra cui l’innocenza di Pietro Pacciani e il fatto che il ragazzo francese possa essersi difeso ed avere ancora materiale genetico del suo assassino sotto le unghie.

Questo messaggio contiene accuse al Giudice Pier Luigi Vigna e può considerarsi il primo atto di accusa al Procuratore Vigna, oggetto, successivamente, di accuse sempre più esplicite sia in relazione sempre alla vicenda del MdF, sia ad altre vicende, quali quelle relative ai sequestri di persona a scopo di estorsione, e ad altri episodi delittuosi di rilevanza nazionale, dei quali il Dott. Vigna si sarebbe interessato.

Materiale fornito dall’Avv. Alessio Fioravanti.

13 Novembre 1991 Seconda lettera dell’Anonimo Fiorentino

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