Il 13 novembre 1991, dopo aver interrogato Mario Vanni gli inquirenti lo misero a confronto con Walter Ricci che aveva testimoniato nello stesso giorno (13 novembre 1991).

 

PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI FIRENZE
VERBALE DI ASSUNZIONE DI INFORMAZIONI -art.362 c.p.p.-

L’anno 1991 il giorno 13 del mese di novembre, alle ore 17.25, negli Uffici della Squadra Mobile della questura di Firenze, in relazione al procedimento nr. 2894/91 R.N.R. Mod. 21.
Innanzi al PM dott. P. Vigna e P. Canessa assistiti per la redazione del presente verbale dal sottoscritto uff. PG V. Sov. Berti Franco, alla presenza del Dott. R. Perugini e del Cap. Cc P. Scriccia è comparso VANNI Mario che richiesto delle generalità risponde:
VANNI Mario, nato a S. Casciano V.P. il 23.12.27 e ivi resídente in Borgo Sarchiani nr. 128.

Avvertito dell’obbligo di riferire ciò che sa intorno ai fatti sui quali viene sentito, dichiara:
Sono pensionato delle Poste dal 1987 dopo aver lavorato per circa 22 anni a Montefiridolfi come portalettere.
A proposito della lettera che mi scrisse il Pacciani dal carcere dopo essere stato arrestato nell’87 preciso che questa lettera mi fu recapitata dal portalettere alla mia abitazione di S. Casciano in Borgo Sarchiani. Questa lettera il Pacciani me la scrisse parecchio tempo dopo che era stato arrestato e fu l’unica lettera che ricevetti dal Pacciani mentre era detenuto. Penso che questa lettera mi sia giunta un paio di anni fa. Questa lettera io la lessi e la strappai.
Chiestogli se la fece leggero da qualcuno dapprima dice di no e dopo dice: sì la feci leggere al mio amico BERNARDONI Sandro che è un pensionato di banca e sta a S. Casciano in via Machiavelli; gliela feci leggere subito dopo averla ricevuta. Io ricordo che in questa lettera il Pacciani scriveva che si andava a fare 1e merende, che le figlie lo avevano accusato mi diceva di cercare una donna, penso per portarla come testimone a suo favore. Io questa donna non la conoscevo, io questa donna
non l’ho cercata: il Pacciani nella lettera ci metteva il nome di questa donna ma io non ricordo che nome era. Io non chiesi nulla a nessuno per rintracciare questa donna.
Chiestogli se portò questa lettera a casa del Pacciani a Mercatale, dapprima dice insistentemente di no dopo di che gli è stata letta una dichiarazione raccolta dal PM l’8.11.91 senza fare il nome del dichiarante, dice: in effetti mi ricordo che chiesi a Renzo, il NESI, che mi accompagnasse a Mercatale e gli parlai di questa lettera e il NESI mi accompagnò a Mercatale e io mostrai la lettera alla moglie del Pacciani.

ADR – Il NESI non entrò nella casa del Pacciani, mi lasciò davanti a casa e io poi ritornai da Mercatale a S. Casciano in autobus e gli autobus ci sono fino a tardi.
ADR – La lettera la riportai via con me e poi la strappai.
Viene chiesto al VANNI come mai sentì il bisogno di far vedere questa lettera alla moglie del Pacciani e il Vanni risponde: oh che lo so io, mi venne l’idea di andare là.
Il PM fa presente al VANNI che il suo comportamento non è sincero.
ADR – La moglie del Pacciani non sa leggere.
ADR – Al BERNARDONI io feci proprio leggera la lettera. Il BERNARDONI conosceva superficialmente il Pacciani.
ADR – È vero che una volta con il Pacciani e il Simonetti su idea del Pacciani, si andò a Cerbaia e nella Piazza indicò un bar dicendo che lì ci lavorava la donna con cui faceva all’amore quando stava nel Mugello, però io questa donna non la vidi e non si entrò nel bar e si tornò indietro. Il Simonetti volle tornare indietro dicendo che non voleva veder nulla. Questo bar al quale mi ero fermato da solo altre volte, è nella piazza di Cerbaia e mi sembra si chiami Pompilio o un nome simile; è il bar dove vendono anche i giornali.
Fatto presente al VANNI che una persona, ha dichiarato che esso Vanní diceva di aver paura del Pacciani perché il Pacciani portava un pistolone in macchina il Vanni ripetutamente interpellato dice: io non l’ho detto, non ricordo di averlo detto, non so nulla di quest’affare, non ho mai visto una pistola al Pacciani. Può darsi che il Paccíani abbia detto che non aveva paura di nessuno quando si andava a fare merenda. Lui non diceva di avere una pistola, lui diceva di non avere paura di nessuno. Io non rammento di aver detto a qualcuno che il Pacciani portava un pistolone in macchina.
ADR – A quanto ne so io il Pacciani non ha mai abitato a Montefiridolfi perché dopo essere stato in via di S. Anna è andato a stare a Mercatale.
ADR – Sono stato qualche volta a casa del Pacciani.
ADR – Io sono stato solo nella casa di piazza del Popolo.
Io so che il Pacciani ha lavorato presso il Rosselli ma lui non mi ha detto poi che altri lavori ha fatto. Io frequentavo il Pacciani fino a quando fu arrestato nel 1987.
ADR – Non sono mai stato nel Mugello con il Pacciani.

A questo punto viene introdotto il signor RICCI Walter, in altri atti generalizzato, al fine di procedere al confronto con il VANNI.
Viene chiesto al RICCI se mai abbia parlato con il VANNI di armi in possesso del Pacciani ed il Ricci risponde: effettivamente ho chiesto al VANNI se aveva mai visto il fucile che aveva in casa il Pacciani ed il Vanni mi ha detto di sì. Di questo abbiamo parlato sabato scorso ed è stata l’ultima volta che ci siamo visti prima di ora.
A questo punto il RICCI dice: Mario cerca di ricordare, tu mi hai detto che avevi paura del Pacciani perché aveva un pistolone.
VANNI: Io non me lo ricordo di avertelo detto.
RICCI: Mario, io non voglio andare nei guai per te, questa cosa l’hai detta a me, l’hai detta alla Cantinetta, l’hai detto alla Laura, mia moglie.
VANNI: Io non mi ricordo, se dici che l’ho detto l’avrò anche detto.
RICCI: Guarda Mario, io te l’ho detto anche l’altro giorno le cose come stanno, mi hai detto anche che il Pacciani teneva una pistola nel cruscotto della macchina.
VANNI: Sì, è vero però la pistola non l’ho mai vista. Per la verità ho visto che nella macchina, qualche volta, il Pacciani aveva qualcosa rinvoltato in un panno bianco e lui diceva che c’era una pistola. Lo diceva spontaneamente, io non gliel’ho mai chiesto. Non sempre, quando andavamo fuori in macchina insieme, magari a fare merenda, aveva il panno bianco, a volte sì , a volte no. Io l’ho visto che ce lo aveva fino agli ultimi tempi, fino a quando è stato arrestato.
VANNI: ADR Io, questa pistola in macchina, l’ho cominciata a vedere dopo un po’ di tempo dalla nostra conoscenza. Io l’avrò conosciuto nel 1975 e non so’ indicare esattamente da quando ho visto la pistola. Se ben ricordo l’ho cominciata a vedere dopo la morte del maresciallo Simonetti.
A questo punto viene congedato il teste RICCI.
L. C. S.

13 Novembre 1991 Interrogatorio Mario Vanni e confronto con Walter Ricci

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