Firenze, l’ora della verità per il nuovo sospettato

FIRENZE – Le carte verranno scoperte oggi pomeriggio. Alle 16,30, nella sala dei colloqui del carcere di Sollicciano, Pietro Pacciani saprà perchè è entrato nell’ inchiesta sui sedici delitti compiuti dal mostro di Firenze fra il 1968 e il 1985. Saprà quali sospetti, quali indizi, quali testimonianze sono state raccolte in oltre un anno di indagini discrete ma minuziose. L’ altro ieri Pacciani, un contadino di 66 anni, originario di Vicchio del Mugello, in carcere dall’ 87 per violenza carnale sulle due figlie, ha ricevuto un’ informazione di garanzia firmata dal procuratore della Repubblica di Firenze Pier Luigi Vigna. Oggi si troverà faccia a faccia con Vigna e con l’ altro magistrato che tenta da anni di risolvere l’ enigma del mostro, il sostituto procuratore Paolo Canessa. Sarà assistito dagli avvocati Renzo Ventura e Pietro Fioravanti e avrà il diritto di chiedere, prima di aprire bocca, quali elementi depongono contro di lui. Alla fine del 1989 l’ ufficio istruzione del tribunale di Firenze archiviò tutte le inchieste sul mostro, dichiarando ufficialmente l’ impossibilità di risolvere l’ enigma per la via più logica: la ricostruzione del primo delitto, il meno oscuro, era ormai irrimediabilmente inquinata da anni di errori, di depistaggi e di omertà. Da allora la procura della Repubblica non ha mai cessato di indagare, controllando centinaia di persone sospette. Pacciani è la prima raggiunta da un avviso di garanzia. Ex tiratore scelto nell’ esercito, nel suo lontano passato c’ è un feroce delitto: nel 1951, quando aveva 26 anni, uccise con 19 coltellate un rivale, dopo averlo sorpreso ad amoreggiare con la sua fidanzata in un bosco del Mugello. Arrestato e condannato, uscì dal carcere nel 1968, alla vigilia del primo dei delitti del mostro. Vi è ritornato nell’ 87, poco più di un anno dopo l’ ultimo dei delitti compiuti con la Beretta calibro 22. Perchè il procuratore della Repubblica abbia deciso di inviare ora un’ informazione di garanzia non è chiaro. Vigna non vuol dir nulla: “E’ inutile fare domande, non parlo di questa vicenda”. E’ possibile che abbia ritenuto doveroso informare l’ indagato, visto che delle indagini avevano cominciato a parlare i giornali. O più probabilmente lo ha fatto perchè si appresta a ordinare un confronto, un sequestro, una perizia o un altro atto che prevede obbligatoriamente l’ informazione dell’ interessato. A Firenze, fra gli stessi investigatori, il sentimento che prevale è la cautela. L’ inchiesta sui delitti del mostro è costellata di drammi. Non ci sono state soltanto le sedici vittime dell’ assassino, ma anche molte vittime di errori giudiziari e soprattutto delle fantasie e delle maldicenze popolari. Alcuni chirurghi e ginecologi sono stati distrutti umanamente e professionalmente dai sospetti. Il cameriere di un bar di Valenzatico, un centro vicino a Pistoia, segnato a dito perchè il suo volto assomigliava a un identikit dell’ assassino, non sopportò la vergogna e si uccise. Di “falsi mostri” ce ne sono stati sin troppi e la gente accoglie gli sviluppi delle indagini con prudenza. E’ uno stato d’ animo che si coglie appieno a Mercatale Val di Pesa, il paese nel quale Pietro Pacciani viveva con la famiglia dal 1980. E’ un piccolo centro, di appena 2500 abitanti. Tutti si conoscono, tutti conoscono Pacciani. Molti lo giudicano un tipo “strano”, “fatto a modo suo”. Qualcuno lo definisce un “violento”. Nessuno crede che possa essere il misterioso assassino. Non lo credono neppure le figlie, che per anni hanno subìto le sue violenze. “Mio padre ci trattava come schiave – racconta Rosanna, la primogenita, che ha 25 anni – molte volte ci ha minacciate con coltelli, pennati, falci. E’ fissato col sesso. Ma non può essere il mostro. Io lo conosco bene, non può essere lui”. A Mercatale gli investigatori della Sam (la Squadra antimostro della questura) e dei Carabinieri hanno passato al setaccio i terreni che Pacciani coltivava prima di essere arrestato, le due case che aveva rimesso a posto con le sue mani, le sue automobili. Hanno raccolto indizi e testimonianze. Ci sono libri, ritagli di giornali, pare anche piccoli animali imbalsamati. Di che si tratti esattamente, Pacciani lo saprà soltanto oggi.

di FRANCA SELVATICI

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31 Ottobre 1991 Stampa: La Repubblica – Firenze, l’ora della verità per il nuovo sospettato
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