Firenze, una macabra foto riapre il giallo del “mostro”

FIRENZE Le indagini sul mostro di Firenze potrebbero essere vicine ad una svolta. Il giudice istruttore Mario Rotella ha infatti deciso di interrogare Salvatore Vinci, fratello di Francesco, che due anni fa fu arrestato e successivamente scarcerato durante le indagini sull’ inafferrabile assassino che in diciotto anni ha ucciso sedici persone. Stando alle poche indiscrezioni che circolano Salvatore Vinci, attualmente detenuto in Sardegna con l’ accusa di aver ucciso la moglie, avrebbe anche ricevuto una comunicazione giudiziaria ma non si conoscono i reati che avrebbe ipotizzato il magistrato fiorentino. Tuttavia torna alla ribalta quella pista che porta al primo delitto, all’ assassinio di Barbara Locci e Antonio Lo Bianco, ammazzati nell’ agosto del 1968 con quella Beretta calibro 22 che con il passare degli anni è diventata il simbolo del maniaco. Salvatore Vinci, così come il fratello Francesco, era uno degli amanti della donna, moglie di Stefano Mele, testimone chiave di questa vicenda ed autore di numerose e contraddittorie dichiarazioni. Nel frattempo si è aggiunto un altro giallo in questa tremenda vicenda. E’ una macabra storia che lascia intravedere oscuri commerci ed è legata ad una foto di Nadine Mauriot, l’ ultima vittima, trucidata insieme al suo fidanzato Jean Michel Craveichvili, nella notte tra l’ 8 e il 9 settembre del 1985. Il corpo della donna fu orrendamente straziato e mutilato. Una fotografia del cadavere è stata ritrovata vicino ad una edicola di piazza Giorgini, alla periferia del capoluogo toscano. L’ ha consegnata agli inquirenti Renzo Rontini, padre di Pia, ammazzata dal maniaco il 29 luglio del 1984 mentre era in compagnia di Claudio Stefanacci. L’ uomo ha raccontato di averla ricevuta da un amico ed ha aperto un inquietante spaccato sulle vicende del mostro di Firenze. I rilievi della Scientifica infatti sono tutti a colori, quella foto è in bianco e nero. All’ epoca del primo film sul mostro afferma Renzo Rontini sentii parlare di un commercio di foto delle vittime. Camillo Teti, il regista del film L’ assassino è fra noi, il primo che si ispirava alla vicende del mostro aggiunge la moglie Winnie in un’ intervista disse di avere avuto delle foto dagli investigatori. Se n’ è scappata una ne possono essere scappate tante, conclude amaramente. Il sostituto procuratore Paolo Canessa, il magistrato incaricato delle indagini, ha aperto un’ inchiesta ma cerca di ridimensionare il caso. Ho ricevuto un rapporto dei carabinieri dichiara l’ episodio è già abbastanza chiaro, per il momento però non posso aggiungere altro. Non resta quindi, anche in questo caso, che affidarsi alle indiscrezioni. La foto sarebbe stata effettivamente consegnata a un cinematografaro e, secondo alcune voci, sarebbe uscita dal gabinetto della scientifica dei carabinieri. Dimostrare questo a quanto pare non sarebbe troppo difficile. Resta da vedere come e perchè la fotografia è finita per strada, vicino a una rivendita di giornali e se esiste, come sostiene qualcuno, un commercio di immagini dell’ orrore. Ma quest’ ultima è una tesi che il magistrato respinge senza alcun indugio. E in questo brutto capitolo sicuramente non sarebbe coinvolto il mostro anche se dopo l’ ultimo duplice omicidio ha seminato numerosi indizi. Ha cominciato nel settembre del 1985 inviando al sostituto procuratore Silvia Della Monica un lembo del seno asportato a Nadine Mauriot. Poi fu scoperto un proiettile calibro 22 marca Winchester nel piazzale antistante l’ ospedale della Santissima Annunziata che si trova in località Ponte a Niccheri. Da ultimo tre pallottole dello stesso tipo che il maniaco solitamente usa per caricare la Beretta sono state recapitate ai sostituti procuratori Fleury, Vigna e Canessa dentro altrettante lettere. Erano delle vere e proprie missive-sfida.

di PAOLO VAGHEGGI

https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1986/11/26/firenze-una-macabra-foto-riapre-il-giallo.html

26 Novembre 1986 Stampa: La Repubblica – Firenze, una macabra foto riapre il giallo del “mostro”
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