La Scomparsa di Francesco Narducci. Un fantasma sul lago.

Gli uomini della Mobile, i carabinieri, gruppi speciali dei VV. FF. e la polizia delle acque hanno setacciato le tre isole e le acque antistanti sino alle 18 di ieri. Cinque sommozzatori giunti da Viterbo hanno effettuato inutilmente numerose immersioni. Tantissime barche di amici hanno solcato il lago. Girandola di ipotesi. (Preannuncia l’articolo all’interno).

Giallo sul lago. Proseguono le ricerche del medico scomparso da martedì al Trasimeno. Forse è stata davvero una disgrazia ?. Narducci non si trova, Tutta la notte con un medium all’isola Maggiore di Mauro Avellini.

“All’una di notte è scattato l’allarme. Il segnale, debole, ma utile a tenere ancora in vita le speranze di una famiglia che da martedì pomeriggio sta vivendo ore angosciose, è partito da un chiaroveggente: “ Francesco Narducci è gravemente ferito, non si può muovere e non è in grado di chiedere aiuto. Correte a prenderlo. Si trova a terra, sul Trasimeno, all’isola Maggiore”. La Questura di Perugia ha dato il via alla mobilitazione, proseguita per tutta la nottata di ieri. L’Isola Maggiore è stata setacciata minuziosamente da Polizia (Napoleoni), CC. e VV. FF. sino alle 8 di ieri (cioè del 12). I pescatori di San Feliciano dicono che oggi il lago restituirà il corpo. Le immersioni dei cinque sub di Viterbo iniziano alle 9 e raschiano i fondali tra la Polvese e la minore sino alle 16,30. Una nuova squadra di VV. FF. composta da 7 uomini coordinati da Pennella, prosegue le ricerche a bordo di uno speciale motoscafo, la “Manta” e del gommone e di uno speciale mezzo anfibio. Visibilità zero. Vika vai di scafi. Altri sopralluoghi sulle tre isole, l’ultimo alla “Minore”. Alle 10,30 l’unica segnalazione da Sant’Arcangelo: il corpo può essere stato trasportato sin laggiù dalle correnti. Si arriva alle 17,30. Sul pontile di San Feliciano tanti curiosi. All’imbrunire, regna la disperazione e ricomincia la ridda di ipotesi. Nessuno crede al suicidio. “Resta in piedi solo l’ipotesi di un ricatto che avrebbe costretto il professor Narducci a recarsi (per la prima volta durante l’intera estate) all’isola Polvese. Il pasto saltato, le “bugie” raccontate ai colleghi e ai familiari, il comportamento frettoloso e forse un po’ ansioso, al momento di salire sulla sua barca martedì pomeriggio potrebbe far pensare ad un appuntamento, improvviso ed insolito, con una persona sconosciuta (e pericolosa ?)”

13 Ottobre 1985 Stampa: Il Corriere dell’Umbria – La Scomparsa di Francesco Narducci. Un fantasma sul lago.

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