Ancora senza esito le ricerche del medico scomparso sul Trasimeno martedì scorso. Conto alla rovescia nel “giallo Narducci. Anche oggi sarà scandagliato il fondale davanti alla Polvese. E’ un giallo. Secondo i pescatori, se il medico è annegato, entro domani riaffiorerà. I CC. indagano in tutte le direzioni.

Disgrazia, suicidio o sequestro” Il corpo di Francesco Narducci non si trova. Speranze ed angosce”.

Il capitano Di Carlo: “Non scartiamo nessuna ipotesi. Anche se tutto fa pensare ad un tragico incidente, seguiamo tutte le piste”. Le ricerche sono in corso. Un sommozzatore mette piede a terra, sbuffando, esclamando che là sotto in mezzo alle alghe, sembra un inferno, con la visibilità a mezzo metro e l’acqua sporca e melmosa. Un pescatore dice che l’acqua e calda e che tra domani e dopodomani si saprà se è morto annegato. I colleghi, le infermiere e gli amici dicono che se avesse avuto un malore, sarebbe caduto in barca, che è alta, con le pareti profonde, sicura. Un medico amico dei Narducci osserva: “ Possono averlo rapito. Magari lo hanno attirato sulla Polvese con un tranello e sono ripartiti dall’altra parte dell’isola, puntando verso Tuoro. Se così fosse la barca abbandonata alla corrente, queste ricerche, tutta questa confusione sarebbero serviti alla banda per guadagnare ore preziose”. Un’ipotesi fantasiosa a cui sembra dar credito la famiglia nelle ultime ore. Ieri mattina 11, Pierluca ha seguito attentamente le ricerche. Alle 9 della mattina, accompagnati dal custode, i vigili del fuoco hanno battuto l’isola. Un pescatore di Panicarola ricorda di avere visto, alle 17,30 dell’8 ottobre, un motoscafo sfrecciare davanti alla Polvese ma non è stato in grado di riconoscere la barca del Narducci. Dice Trovati: “ Sì, ho visto il dottore. E’ un mio cliente da tanto tempo. Gli ho detto se gli serviva la benzina, mi ha risposto che gli bastava. Tutto qui. Non è stato particolarmente espansivo. Ma lo capisco: chi prende la barca alle 16, un’ora prima del tramonto, non ha molto tempo per fermarsi a chiacchierare. Piuttosto mi ha stupito una cosa: quest’anno non è mai venuto a prendere la barca. So che a Perugia ha tanto da fare e lavora dalla mattina alla sera. Così, vederlo a quell’ora, da solo, dopo tanto tempo e alla fine della stagione è stata una sorpresa. La sera, quando ho visto che non rientrava, lo sono andato a cercare. Era notte ma ho un bel faro che illumina bene. Sono passato davanti al castello, proprio dove hanno ritrovato la barca. Alle 23 in quel punto non c’era niente. L’ho detto anche ai vigili. Per me Francesco è caduto in acqua qui davanti, sulla punta dell’isola al Mugghiarone. Poi si è alzato il “funghetto” che ha trasportato la barca vicino a quei canneti cinquecento metri più in là. Ma dovrebbero cercare qui il corpo anche se è difficile localizzare con precisione il punto esatto”. Uno di quelli che hanno visto il natante del Narducci, commenta. Si dice anche che il Narducci, prima di andare al lago, abbia detto alla moglie che andava in ospedale e il Capitano Di Carlo osserva: “Quella frase non prova niente. Le bugie a mia moglie qualche volta le dico anch’io. Forse il Dr. Narducci era stressato dal lavoro, forse voleva rilassarsi in solitudine. Aspettiamo il responso dal Trasimeno”.

12 Ottobre 1985 Stampa: Il Corriere dell’Umbria – Ancora senza esito le ricerche del medico scomparso sul Trasimeno martedì scorso
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