Il 10 ottobre 1985 in concomitanza con l’audizione dei testi Anna Maria Tibet, Anna Maria Steri e Giuseppina Steri i telefoni delle stesse interrogate vengono messi sotto controllo.

− TIBET Anna Maria, telefono n. 070/832371, dal 10.10.1985 al 30.11.1985;
− STERI Anna Maria, telefono n. 031/850467, dal 5 al 30.11.1985;
− STERI Giuseppina, telefono n. 0341/371754, dal 5 al 30.11.1985.

Intercettazione registrata alle ore 07.27 del 6 novembre 1985 fra la Anna Maria Tibet e la figlia Anna Maria Steri.
Si trascrivono alcuni passi salienti:
− “Comunque era incinta, ricordo che la mattina, quando venne trovata era tutta piena di sangue, non è vero?
− Ah…
− Perciò in tale occasione l’hanno pestata…
− Io neppure quello so figlia mia… neppure quello so… Io sapevo che aveva della bava in bocca, che aveva la pompa in bocca, a me hanno detto così…
− Non è vero, non è vero.
− Finite di mettere in galera anche vostro fratello.
− Comunque quelli sono contenti perché il fratello viene a Firenze a testimoniare, a dire… per quello… perché quello dice…
− Perché quello dice che era con il fratello, con il fratello di questa.
− Con chi? Con il fratello di chi?
− Con Salvatore era! Anche Salvatore ha detto che erano assieme la notte, hai capito…
− Va bene… ma ascolti.
− …dice: “non è mancato per niente dal mio fianco, erano assieme e l’hanno trovata morta e si era subito visto che era morta da parecchio…” Salvatore dice: “da me è mancato appena dieci minuti… perché è tornato subito qui”…
− Ecco… ma sì mamma… allora è giusto, le cose tornano, perché il tempo era abbastanza, dieci minuti. Quello la sera aveva prestato il motorino a qualcuno, così mi aveva detto.
− Mah… io non lo so. Io ricordo che quando sono andata sul posto mi è stato detto: “Non è stata la sua volontà, però l’ha fatto lei, ma è stata obbligata da altra gente”.
− Ah, vede… ah sì… ascolti, va bene si può dire alla fine che lo abbia fatto lei, però, prima l’hanno picchiata, l’hanno pestata, l’hanno percossa per bene…
− Quella si è pestata perché è caduta dal letto, perché si è alzata, si è appesa alla porta in quanto voleva aprirla, ma non ci è riuscita, è caduta a terra… io…
− No… no… eh… non è una pestatura cadendo dal letto
− Ascolta, io quello che ti dico è che sono preoccupata che non tornino qui, che non… anche a me.
− No, no, non tornano lì. Comunque loro hanno detto che una cosa li ha lasciati un po’ perplessi. Loro hanno detto che lei prima sospettava…
− Lo sospettava la gente ed io ho detto ciò, io non c’ero sul posto. La gente mi diceva che era stato lui…
− Ed invece dopo un paio di anni lei si sarebbe rassegnata dicendo “Io ho perdonato”.
− Ho perdonato perché io sono andata ad informarmi, ma nessuno mi ha fatto sapere nulla, nessuno mi ha risposto… Io quello che ho paura è che… coinvolgano tuo fratello.
− Lui non c’entra… l’altro va bene.
− Queste cose avete detto voi?
− Certo.
− Mamma mia!
− Quello il motorino diceva di averlo prestato a qualcuno.
− Ah… per tuo fratello.
− Cosa c’entra mio fratello, ma mio fratello di questo non sa nulla?
− Eh figlia mia che sono partiti assieme!
− Ma erano a piedi… quello lo so io, ma quello era senza motorino dal mattino.
− Uh che disastro, figlia mia stai zitta. Non dire più nulla.
− Lo vede che è scema lei, è noiosa.
− Noiosa figlia mia, la verità io non so nulla di tutto quello.
− Appunto, lei non saprà nulla, ma io lo so…
− Io sono preoccupata per tuo fratello.
− Mio fratello non c’entra nulla se lo vuole mettere in testa!
− Si vedrà… si vedrà… loro sono usciti insieme.

Vedi Rapporto Torrisi del 22 aprile 1986.

10 Ottobre 1985 Intercettazioni telefoniche di Anna Maria Tibet, Anna Maria Steri e Giuseppina Steri

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