E’ cominciata la caccia alla taglia intasate a Firenze le linee speciali

FIRENZE – La caccia al mostro di Firenze e alla taglia da mezzo miliardo è cominciata. In questura e al comando dei carabinieri sono già arrivate le prime telefonate anche se gli inquirenti si affrettano a dire che “per ora non c’ è nulla di interessante”. I telefoni, il 476262 della polizia e il 211025 dei carabinieri, hanno iniziato a squillare all’ alba di ieri, appena sono arrivati in edicola i quotidiani. La prospettiva di incassare cinquecento milioni evidentemente ha subito mosso le acque ma c’ è la sensazione che la forte ricompensa sia stata richiesta dalla Procura fiorentina nel tentativo di lanciare un messaggio. “La ricompensa vale per tutti ma può darsi che qualcuno fra noi abbia delle convinzioni – ha ammesso ieri mattina il procuratore della Repubblica Raffaele Cantagalli – è lecito pensare o sospettare che qualcuno è in grado di aiutare la polizia giudiziaria. Forse sollecitato dal premio dirà qualcosa”. Insomma i magistrati inseguono un preciso obiettivo e la speranza è che il mezzo miliardo convinca l’ amico, il parente o il guardone che ha visto qualcosa, a parlare. Le modalità per incassare la taglia non sono state fissate. Dal ministero non è ancora arrivata la comunicazione ufficiale ma è certo che l’ ingente somma sarà messa a disposizione dalla Procura e non della polizia. “Una decisione che penso sia dovuta al fatto che sono indagini di polizia giudiziaria – ha affermato Cantagalli – che è alle dipendenze della magistratura. Prima di decidere il ministro ha sentito il governo. E’ quindi anche una decisione politica. Credo che per questa ragione voglia affidare la questione della ricompensa alla Procura”. Intanto comunque continuano accertamenti e verifiche mentre il sindaco di Firenze e quelli del circondario che si sono incontrati ieri lamentano “uno scarso coordinamento delle loro iniziative con quelle più generali delle forze dell’ ordine”, chiedono “un immediato incontro con le autorità inquirenti” e invitano nuovamente il ministro Scalfaro a presiedere un vertice. Nel frattempo l’ arresto di Stefano Mele, avvenuto due mesi fa, ha di nuovo messo in luce come in Procura esistano due linee di pensiero su come risolvere il caso. Da una parte ci sono tre sostituti (Fleury, Vigna e Canessa) e una squadra speciale che indagano in tutte le direzioni partendo dall’ assassinio di Pia Rontini e Claudio Stefanacci e dei due turisti francesi ammazzati in via degli Scopeti dodici giorni fa. Dall’ altra un sostituto, Adolfo Izzo e il giudice istruttore Mario Rotella che si occupano del primo delitto, quello di Barbara Locci e Antonio Lo Bianco, uccisi nel 1968 a colpi di Beretta calibro 22, e di altri cinque duplici omicidi. Sono i due magistrati che hanno deciso l’ arresto di Stefano Mele per calunnia (l’ accusa non è solo nei confronti di Francesco Vinci ma, stando alle indiscrezioni che circolavano ieri mattina, anche di altre persone) convinti che alla soluzione di tutto si può arrivare partendo dall’ agosto del 1968. Una tesi che fa uscire un secco “no comment” dalla bocca del procuratore della Repubblica Cantagalli seguito da un tagliente “so soltanto che Stefano Mele è in carcere per calunnia”. Spiega il giudice Rotella: “Non ci interessa sapere un nome ma capire cosa è realmente accaduto”. Ma Stefano Mele non sembra intenzionato a parlare. Ai giudici dice in continuazione: “Ma cosa volete da me, io sono stato in carcere fino al 1982”. Ma proprio per le dichiarazioni rilasciate dopo il 1982 Stefano Mele è tornato in carcere. Ascoltato come semplice testimone ha più volte lanciato pesanti accuse sia contro Francesco Vinci sia contro il fratello Giovanni e il cognato Piero Mucciarini. Tutti e tre in varie epoche sono stati arrestati e successivamente rilasciati. Per il giudice Stefano Mele ha sempre mentito sapendo di incolpare degli innocenti. Ora l’ uomo, arrivato a 67 anni, rischia una nuova pesante condanna: fra i sei e i venti anni di reclusione. Ma continua a tacere. Cosa nasconde?

di PAOLO VAGHEGGI

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20 Settembre 1985 Stampa: La Repubblica – E’ cominciata la caccia alla taglia intasate a Firenze le linee speciali
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