‘HO SENTITO SPARARE IL MOSTRO DI FIRENZE’

FIRENZE (v.m.) – Almeno tre automobilisti sono transitati la sera del 29 luglio sulla Sagginalese, la strada di campagna lungo la quale vennero massacrati Pia Rontini e Claudio Stefanacci. Da queste testimonianze si sono potuti stabilire alcuni interessanti particolari fra i quali l’ ora del duplice assassinio avvenuto alle 21.40. La seconda circostanza riguarda la Beretta calibro 22 Long Rifle: viene usata senza il silenziatore. Lo ha confermato agli uomini della squadra speciale un cacciatore che la sera del 29 luglio, insieme alla moglie si è trovato a passare in auto sulla Sagginalese. Egli, alle 21.40 appunto, ha sentito cinque colpi ed ha anche specificato che non erano esplosi da un fucile ma da una pistola. L’ automobilista ha raccontato di essersi anche voltato, ma data l’ oscurità non ha visto niente ed ha proseguito la marcia. Cinque in effetti sono i bossoli che gli inquirenti hanno trovato accanto alla “Panda” di Claudio Stefanacci e Pia Rontini. Le altre testimonianze parlano di una Alfetta rossa con una sola persona a bordo. L’ uomo che la guidava, verso le 22.20, non aveva occhiali. Uno dei due testimoni ricorderebbe la sigla della targa, la prima lettera dell’ alfabeto e addirittura il primo numero. L’ auto dell’ assassino era parcheggiata in un luogo non certamente vicino. Mentre è quasi sicuro che il maniaco abbia scelto il luogo e non la coppia c’ è da chiedersi come mai, sempre attento ai minimi particolari, se ne vada in giro con un’ auto così vistosa? Ma l’ Alfetta rossa è veramente sua? Intanto da lunedì ai tre magistrati che si occupano del caso (i sostituti Izzo, Fleury e Canessa) ne verrà affiancato un quarto, il dottor Piero Luigi Vigna che ha seguito tutte le inchieste sugli anni di piombo in Toscana.

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18 Agosto 1984 Stampa: La Repubblica – “Ho sentito sparare il mostro di Firenze”
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