Questo il rapporto giudiziario: 18 Settembre 1974 Rapporto Giudiziario a firma del Colonnello Olinto Dell’Amico.

LEGIONE CARABINIERI DI FIRENZE
GRUPPO DI FIRENZE=NUCLEO OPERATIVO

N°60/2610 di Prot.                                       50I00 Firenze, li 18/9/1974.

OGGETTO: rapporto giudiziario — circa lo stato delle indagini relative al resto di omicidio continuato e aggravato da sevizie, in danno di:

1°)- GENTICORE Pasquale, di Vincenzo e di Caruso Senità, nato ad Arezzo il 24 luglio I955, residente a Pontassieve frazione Molin del Piano via Ciongola, nr. 17, celibe, barista;

2°)- PETTINI Stefania, di Andrea e di Bruna Bonini, nata a Vicchio ( FI.) il 3/6/1936 ivi residente, frazione Pesciola, nr. 30, nubile, segretaria di azienda.-

…. Commesso in Borgo S.Lorenzo, Località ” Le Fontanine di Rabatta “, la notte tra il 14 ed il 15 settenbre 1974,-

ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI FIRENZE
(Dr.V.La Cava, Sost.)
E, Per conoscenza:
AL COMANDO TENENZA CC. DI BORGO SAN LORENZO (FI.)
AL COMANDO STAZIONE CC. DI BORGO SAN LORENZO (FI.)
ALLA PROCURA DI BORGO SAN LORENZO (FI.)

Si fa seguito alla segnalazione nr.187/I in data 15 settembre 1974, del Comando Stazione CC. Ci Borgo S,Lorenzo, diretta alla Pretura e Tenenza in indirizzo.

Alle ore 07,45 del giorno I5 settembre 1974, tale Fusi Francesco, abitante nella frazione “Rabatta” di Borgo S.Lorenzo, si presentava presso la Stazione: in indirizzo; riferendo verbalmente, a quel comandante M/M. Falcone Michele, che poco prima, tale Landi Pietro, in atti generalizzato, lo aveva informato che aveva rinvenuto, pochi minuti prima, in località “Le Fontanine di Rabatta”, un cadavere di sesso femminile , completamente nudo, per terra, dietro, dietro un’autovettura, all’interno della quale giaceva il corpo insanguinato di un’altra persona ( Vedi allegato verbale di somm/rie inf. test/li rese da Landi Pietro ).-

Contemporaneamente, al sopraccitato sottufficiale si presentavano tali Pettini Andrea e Gentilcore Vincenzo, i quali, allarmati, gli riferivano che i rispettivi figlioli, Pettini Stefania e Gentilcore Pascuale, fidanzati, usciti assieme la sera precedente non avevano fatto ritorno alle rispettive abitazioni, e temevano, quindi, qualche disgrazia,-

Alla notizia, si portavano immediatamente sui luoghi il M/M. Falcone e militari dipendenti, costatando la veridicità del rinvenimento dei cadaveri, veniva, quindi, segnalato alla Caserma di Borgo San Lorenzo e, via radio, al Comando Gruppo CC del gruppo investigativo, che disponeva l’immediato intervento del Comandante della Compagnia Carabinieri di Firenze.

Il Pretore di Borgo San Lorenzo, allo scopo di identificare i cadaveri, faceva chiamare Chini Maria Grazia e Silvano Marinai che riconoscevano nel cadavere di sesso femminile PETTINI Stefania, generalizzata e Gerardo Luordio, che riconosceva, nel cadavere di sesso maschile Gentilcuore Pasquale.

Il Pretore A.G., avvalendosi del perito Dr. Michele Mercatalli, medico condotto della frazione di Ronta, procedeva, quindi, alla descrizione e ricognizione dei cadaveri, nonchè alla delimitazione dei luoghi e all’identificazione della vettura FIAT 127, targata FI. 598299, che risultava intestata a Gentilcore Vincenzo, padre del defunto Pasquale, compilando appositi verbali, portati a compimento dalla S.V., nel frattempo intervenuta.

Dopodiché i cadaveri, su disposizione della S.V., venivano trasportati, a mezzo di autoambulanze della Misericordia, presso lo Istituto di Medicina Legale di Firenze, dove venivano fatti recapitare pure, contraddistinti da appositi cartellini, il trancio di vite, le scarpe del Gentilcore Pasquale, rinvenute all’interno dell’autovettura e contenenti dei tovagliolini di carta rattrappiti, nonché le mutandine rinvenute accanto all’autovettura predetta, per essere sottoposti agli esami del caso.

L’autovettura ed i cadaveri, prima di essere rimossi, venivano fotografati a cura del personale della squadra P.G. di Borgo San Lorenzo e dal nucleo P.G. dei CC di Firenze (riserva di trasmettere fascicolo fotografico).

Sul mezzo, e sulle cose in esso contenute, non esistevano impronte rilevabili, né le prime ricerche consentivano di rinvenire i mezzi usati per commettere il delitto, nonostante l’impiego, anche, di unità cinofile fatte intervenire sul posto dal comando Gruppo CC di Firenze.

Dalle prime sommarie informazioni assunte, risultava che nulla mancava di quanto i nominati Gentilcore Pasquale e Pettini Stefania avevano portato seco al momento in cui erano usciti dalle rispettive abitazioni, ad eccezione di una borsa di stoffa contenente documenti personali, fotografie e cianfrusaglie varie, di pertinenza della Pettini Stefania, nonché un poulover bianco della stessa pettini.

L’autovettura Fiat 127 suddetta, e le cose in essa contenute, venivano trasportate presso la Caserma dei Carabinieri di Borgo San Lorenzo, dove trovasi tuttora, per la prosecuzione  delle indagini e a disposizione della S.V.- si fa riserva di trasmettere relativo verbale di sequestro, significando che fra le altre cose, all’interno del mezzo, sono stati ritrovati: il portafoglio di Gentilcore Pasquale, contenente la somma di L. 33.800, alcune fotografie dello stesso e della fidanzata Pettini Stefania, un’agendina di colore rosso, sulla quale sono annotati dei nomi di persone accanto ai quali figurano dei numeri telefonici.

Su segnalazione telefonica fatta alla Stazione di Borgo S. Lorenzo, alle ore 18,30 del 15/9/1974, militari dello stesso reparto rinvenivano, a circa 300 metri dal luogo del reato, in un campo di grano-turco, sulla destra della strada che da Rabatta conduce a Sagginale, la borsa della Pettini Stefania, dentro la quale si trovavano le cose sopra menzionate nonché il poullover.

La borsa si trovava per terra, accanto ad una pianticina di grano-turco, la quale si presentava piegata, a causa, presumibilmente, della caduta, su di essa, nella parte superiore, della borsa stessa che si ritiene vi sia stata lanciata dalla strada.-

La borsa era a circa 5 metri del ciglio stradale, ed il punto in cui è stata ritrovata ricade a circa 300 metri, come detto, dal luogo del delitto, andando verso Sagginale. -La stessa non presenta alcuna traccia di sangue, o tracce comunque rilevabili: lo stesso dicesi per il pullover o per gli altri oggetti che conteneva, tra cui una piccola agenda dell’anno 1974, contenente annotazioni varie fatte dalla Stefania, e nominativi con numeri telefonici.-

Le annotazioni sono di scarso rilievo, riferite in genere alle condizioni del tempo e ad appunti culla attività lavorativa di Stefania nonché su compleanni o ricorrenze particolari, con sporadiche indicazioni del nome. di “Pasquale” ( il suo fidanzato ), che manifestavano lievi crisi a causa di futili litigi con lo stesso.

Tra tali annotazioni, quelle che sembrano più significative sono le seguenti:

  • Lunedì 1° aprile 1974: una scritta in stenografia che tradotta corrisponde a “Con Pasquale non andiamo più d’accordo, ma lo amo”
  • Venerdì 28 giugno 1974: “Facciamo le corna, ma per ora con Pasquale vado d’accordo anche se ha sempre in mente quello che gli ho fatto cioè … Stefano che io non ricordo assolutamente anzi più ci penso e tutto mi sembra un brutto sogno e non so come abbia fatto a—-a un … che non se lo merita e lunedì abbiamo parlato e gli ho raccontato di mio padre  … ed anche lui mi ha raccontato di se e dei suoi parenti.”
  • Sabato 17 Agosto 1974: “Che schifo al mare. Quante cose sono successe.”

Per quanto riguarda i nomi di persone, e relativi numeri telefonici, sono in corso accertamenti tendenti a stabilire quelli siano stati i rapporti della Stefania con tali persone.-

La borsa, e le cose in essa contenute, ad eccezione dell’agenda relativa all’anno I974, che viene sequestrata per accertamenti, verranno restituite ai genitori di Pettini Stefania, salvo diverso avviso della S.V. (riserva di trasmettere: verbale di rinvenimento ed ispezione della borsa, verbale di riconsegna della stessa, verbale di sequestro dell’agenda-1974 ).-

Verso le ore 19,30 del giorno 15 settembre 1974, il M/llo Trigliozzi Domenico, e l’app. Miralli Romolo, entrambi appartenenti a questo Nucleo, recatisi presso l’abitazione della Pettini, ove si trovavano i di lei genitori ed altri parenti, hanno ricevuto in consegna, da Bertoletti Carla, cugina di Stefania, un libro-diario di alcuni mesi del I973, scritto da Stefania,-

La Bartoletti lo aveva rinvenuto in casa di Stefania, e ritenendo potesse essere utile ai fini delle indagini, lo consegnava spontaneamente, col consenso della madre di Stefania.-

Dalla lettura di quanto vi è scritto, è possibile rilevare che la Stefania, di temperamento alquanto debole, affetta da incoerenza con sé stessa, vuole bene al fidanzato, e soffre Della vita grama che è costretta a condurre per il carattere del padre che definisce come uomo “fissato, ebete e grullo, causa vino ( verità assoluta )”.

Nella mattinata del 17 settembre 1974, la predetta Bartoletti Carla, in altri atti generalizzata, si presentava presso la Stazione di Borgo S.Lorenzo, consegnando spontaneamente, M/llo Falcone Michele, i seguenti documenti, da lei rinvenuti presso l’abitazione di Stefania Pettini:

  • un quaderno-diario di Stefenia Pettini, dell’anno 1973 (gennaio-febbraio e marzo),in parte scritto a mezzo di segni stenografici. La Stefania perla in particolare del suo amore per Pasquale, sarà provveduto a far tradurre la parte scritta in stenografia.
  • una piccola agenda del 1973, di Stefania Pettini, contenente
    annotazioni di poco conto e segni di stenografia da fare tradurre ( in poche pagine);
  • una busta indirizzata a Stefania Pettini, via Pesciola 34 Vicchio di Mugello-Firenze, imbucata a Cividate al Pieno (Bg) il 26/8/1974, e relativa lettera a firma “Andrea“. E’ una missiva di incoraggiamento e di ripromessa di una sentita amicizia
  • una fotografia, raffigurante un gruppo di giovani, tra i quali “Andrea”. Sulla foto, Andrea è stato indicato dalla Bartoletti, che lo ha conosciuto recentemente a Rimini, ove é stata in villeggiatura per pochi giorni assieme a Stefenia ed altra cugina, Tiziana Bonini, per come si specificherà in seguito.-

Tutti i documenti di cui sopra sono a disposizione della S.V., e vengono momentaneamente trattenuti presso la Stazione di Borgo S.Lorenzo, per la continuazione degli accertamenti,-

Delle prime indagini operate sui movimenti di Gentilcore Pasquale e Pettini Stefania, nelle ore antecedenti alla loro scomparsa fino al rinvenimento dei loro cadaveri, è risultato:

i due, fidanzati da circa due anni e mezzo, si sono incontrati verso le ore 21.15 del giorno 14 settembre 1974, nelle immediate adiacenze dell’abitazione della Stefania, dove Pasquale andò a rilevarla con la autovettura Fiat 127 suddetta, come oralmente dichiarato de Chini Gino, nato a Vicchio l’8/1/1926, residente a Campi Bisenzio, via Limite 77, metalmeccanico, zio di Stefania, il quale, al momento dei fatti, era in casa di parenti, in località Pesciola, e come confermato, verbalmente, dalla moglie del detto Ghini nocché da altri parenti. In particolare, Stefania, la quale in mattinata aveva risposto a sua cugina, Bartoletti Carla, che forse l’avrebbe raggiunta al “Teen Club” di Borgo S.Lorenzo, dopo che sarebbe stata con Pasquale, uscì dalla propria abitazione verso le 21, lasciando detto alla madre che andava a ballare con Pasquale. Raggiunse la vicina casa di suo zio Bartolesi Fosco, dove si trovava il nominato Ghini, il Bartoletti Fosco, ed altri parenti, come dichiarato dalla moglie del Ghini che si trovava in casa di Stefania, dove si fermò per pochi minuti, affacciandosi di tanto in tento ella finestra, o meglio guardando la strada attraverso la finestra, nella evidente attesa del suo fidanzato che giunse di lì a poco. In effetti nessuno vide Pasquale, ma tutti sapevano che la Stefania aspettasse lui. Infatti questa, di lì a Poco, usciva in strada, dopo aver salutato i presenti in casa.

Gentilcore Pasquale, invece, accompagnò la sorella Maria Cristina, verso le ore 20,45 (orario riferito all’uscita della sua abitazione), presso il “Teen Club” di Borgo S.Lorenzo, dove la lasciava dicendole, verso le 21.15, che sarebbe ripassato a riprenderla verso mezzanotte. Maria Cristina, anche se il fratello non gli chiese nulla dove sarebbe andato, no gli chiese nulla circa quello che lui avrebbe fatto, in quanto certa che sarebbe andato ad incontrarsi con la sua fidanzata, come era solito fare allorché la lasciava nel locale da ballo, ripassando a rilevarla prima della mezzanotte, o raggiungendola nel locale assieme alla fidanzata per intrattenervisi (in genere la raggiungeva verso le 22.30).

Gentilcore Pasquale portava l’autovettura Fiat 127.

Ma né Stefania né Pasquale si presentarono al “Teen Club”, ove la sorella di quest’ultimo rimase ad attendere l’arrivo del fratello fino alle ore 2 circa, preoccupata per il ritardo, notevolissimo e mai fatto registrare dallo stesso.

Maria Cristina, verso le ore 2 del 15 c.m accompagnata da un amico del fratello, fece rientro nella propria abitazione, dopo averlo ricercato inutilmente per le vie cittadine.

Verso le ore 3, la madre della Stefania, non essendo ancora rincasata la figlia, andò a svegliare il nominato Ghini Gino, che informato, andò con la propria  macchina alla ricerca di Pasquale, in compagnia di Bruna Bonini e Bartoletti Carla, chiedendo notizie alla Casa di Cura di Borgo S.Lorenzo, alla “Misericordia della stessa città. Alle ore 6 i predetti tornarono presso le casa di Stefania, che non era rientrata, quindi si recarono a Molin del Piano, pensando che la ragazza potesse trovarsi con Pasquale nella casa di questi, o quanto meno averne notizie. Ma qui seppero che neanche Pasquale era tornato a casa. -A questo punto, i perenti dei due giovani partirono per Borgo S.Lorenzo, dove, verso le ore 07.45, chiesero notizie ai Carabinieri, che nel frattempo venivano a conoscenza del rinvenimento di due cadaveri, avvenuto in località “Le fontanine di Rabatta”, da parte del nominato Landi Pietro.

Fin qui non è risultato che qualcuno abbina visto i due giovani, i quali si sarebbero fidanzati ufficialmente entro i prossimi mesi, dal momento in cui li stessi si erano incontrati verso le ore 21.15.-

Gentilcuore Pasquale  svolgeva l’attività vi barista, non ha precedenti di sorta, né risulta avesse delle controinlicazioni con taluno, Il padre, G Vincenzo, nato a Molinara il 15/12/1928, da notizie assunte risulta avere il seguente Precedente penale: con rapp.nr.43/7-1948 dell’Arma di San Marco de’ Cav Ti (Benevento), denunciato in stato di arresto per omicidio preterintenzionale. Con sentenza del 15/5/195I condannato ad 8 anni anni di reclusione, interdizione perpetua dei pubblici uffici e da quelli legali, per la durata della pena.

Lo stesso, verbalmente, ha riferito che l’omicidio avvenne per mera disgrazia, poiché egli, avendo ricevuto un sasso scagliatogli da una ragazza a seguito di litigio insorto per ragioni di sconfinamento di animali in occasione di Pascolo, tirò a sua volta un sasso alla stessa ragazza che, colpita in parte vitale, decedette, Ha consapevolmente dichiarato che il padre della ragazza da lui colpita conta ora circa 75 anni, che lo Stesso non ha altri figli o parenti.

Pettini Stefania, che è impiegata da circa tre anni presso la Ditta “Magif”, posta in Firenze, via Stradivari, come fatturista, e che in precedenza ha lavorato in Barberino di Mugello, presso la Ditta autotrasporti Cammelli, dal settembre 1973 al gennaio 1974, dopo essersi diplomata come segretaria d’azienda. E’ descritta come ragazza corretta e riservata da parte di compagni di lavoro, cosi pure la descrivono le sue amiche, le quali, nel confermare la bontà dei di lei sentimenti nei confronti di Pasquale Gentilcore, hanno accennato ad un giovane, tale “Stefano”, che ebbe a riaccompagnarla qualche volta a Borgo S.Lorenzo quando essa lavorava a Barberino di Mugello, nonché ad altra simpatia manifestata a certo Andrea, in Rimini, in occasione delle ultime vacanze trascorse dall’8 al 17 settembre 1974, in compagnia delle sue cugine, menzionate Bartoletti Carla e Bonini Tiziana. A causa di alcune attenzioni rivolte dalla Stefania si due giovani, identificati per Stefano Galanti, nato a Barberino di Mugello il 13/1/1951, ivi res. via Bartoloneo Corsini 55, studente universitario, in servizio militare di leva ed in atto, in licenza di convalescenza al suo paese di origine già da diversi giorni, e per tele Andrea, studente da Cividate al Piano (BG.), il Gentilcore Pasquale avrebbe fatto delle rimostranze alla stessa Stefania, finendo, dopo un pò, per riappacificarvisi, I due giovani, Ultimamente, avevano deciso Ci incontrarsi una sola volta alla settimana; in modo da potere sincerarsi meglio dei loro reciproci sentimenti, per fidanzarsi entro i Prossimi mesi,-

Per quanto riguarda la Stefania, viene riferito un episodio che essa avrebbe raccontato alle sue amiche, e cioé che mesi fa, in Firenze, sarebbe stata seguita da un uomo, dalla Stazione ferroviaria fino nei pressi del suo posto di lavoro. Non è stato possibile accertare l’identità di tale sconosciuto, né la veridicità della notizia.

La Stefania, prima di essere assunta presso l’azienda “Magif” lavorava, l’esperienza di lavoro già praticato a Barberino presso la Ditta Cammelli Autotrasporti, presso la ditta New Flex di Firenze Località Isolotto.

E’ risultato che nel periodo in cui la Stefania lavorava a Barberino, veniva riaccompagnata a casa a volte dal nominato Galanti Stefano, generalizzato in atti, a volte da un dipendente della Ditta “Explo-giochi” di Barberino, Lo stesso identificato in persona di Cartucci Ovidio, ab. a Vicchio, via Molinucci, 21, operaio, a volte da tale Boni Francesco da Pesciola. Esperiti accertamenti sul conto del Galanti, interrogato a sommarie informazioni testimoniali, é risultato che la sera di sabato, 14 corrente, stette fuori con degli amici, in un locale da ballo di Scarperia (La Lucciola), uscendo dal quale andò a mangiare “la pizza” presso un ristorante di Barberino, rincasando tra le ore 1.30 – 02,00 del 15 c.m. Sono in corso accertamenti nei confronti degli altri due sopra indicati, Cartucci e Boni.-

Paolo Darici, e Lippi Francesco, generalizzati in atti, riferiscono spontaneamente che verso le ore 7 del 15 c.m. (giorno del rinvenimento dei cadaveri), transitando per località Sagginale, notarono due autovetture, di cui una giulia targata NA., nonché alcune persone, ferme nei pressi del luogo del reato.

Walter Calzolai, generalizzato, ed altri suoi amici, transitando per la località “Sagginale”, verso le ore 00,30 del 15 c.m. (ora antecedente o conseguente al reato, o concomitante), hanno notato un’autovettura ferme sulla strada, a luci spente, con la luce interna accesa, con la parte anteriore rivolta verso l’imbocco di una strada campestre distante circa 50 metri dal tratturo che conduce al posto del delitto. Poteva trattarsi di una Simca, o di una BMW, o di una Giulia; forse di colore grigio.-

Giuseppe Francini, generalizzato, il 15 c.m., si presentava spontaneamente presso la Caserma dei CC. di Borgo S.Lorenzo, chiedendo di parlare con gli inquirenti sul duplice omicidio, sostenendo di avere cose importanti da rivelare. Lo stesso, sentito dalla S.V., riceveva comunicazione giudiziaria, poiché le sue dichiarazioni inducevano a farlo ritenere possibile autore del reato. La S.V., disponeva,  tra l’altro, il ritiro del suo passaporto, a scopo precauzionale, nonché perquisizione da effettuarsi presso il suo domicilio e pertinenze, nonché sulla sua autovettura, perquisizione che dava esito negativo.-

Nel corso delle indagini, si veniva a conoscenza di ripetute azioni di atti osceni compiute da uno sconosciuto, in località Montazzi, in danno di alcune donne, che venivano identificate per le sorelle Marisa Villani e Maria Villani, generalizzate, La prima, circa 2-3 mesi fa, verso le 13,30, notò, transitando per le strada P/Le Sagginalese, in località “Montazzi”, un’autovettura Autobianchi 112, dalle “quale scese un uomo che, al di lei passaggio, espose i propri genitali, tenendo i pantaloni abbassati. La seconda, circa un mese fa, nei pressi dello stesso posto, notò un’autovettura Fiat 128 verde, dalla quale scese un uomo che, mettendosi in mezzo ella strada, mentre essa le percorreva col suo motorino, tirò fuori il pene, mostrandolo a fine di libidine. L’uomo viene descritto più o meno allo stesso modo (anni 20-30, robusto, alto 1,65-1,75, moro ), ma non ci esclude che possa trattarsi di persone diverse l’una dall’altra.

Avuta notizia che nel corso dell’esame autoptico del cadavere del Gentilcore che era stato (incerto: colpito da arma da sparo è stato deciso una) ulteriore ispezione del luogo del resto, nel corso della quale venivano rinvenuti nr. 5 bossoli per pistola cal.22, come da relativo verbale.

Sull’autovettura, era possibile rilevare, sulla parte superiore del sedile anteriore sinistro, oltre ad un taglio da arma impropria bianca, anche due piccolissimi fori di entrata di due piccoli proiettili, peraltro non rinvenuti ne all’interno del sedile ne dell’auto.

Alle ore 00.30 del 17 settembre 1974, l’app. Di Pirro Mario, in servizio di turno presso il nucleo Investigativo, riceveva una telefonata da parte del “113” presso la Questura di Firenze che riferiva che all’apparecchio si trovava una persone che intendeva riferire notizie in merito al duplice omicidio avvenuto a Borgo S.Lorenzo. Questa persona dichiarava, sempre telefonicamente, nella serata di giovedì, 5 corrente, verso le 18,30-19, nel transitare da “Polcanto” diretto a “Ferraiolo”, si era appartato in un bosco esistente in zona, con la propria fidanzata. Dopo qualche minuto avevo avvertito dei rumori, e visto avvicinarsi un uomo armato di bastone e punteruolo. Alla sua reazione l’uomo scappava.

L’interlocutore, al telefono, dopo alcune titubanze, ha dichiarato di chiamarsi Gino Clusini, in atti generalizzato, ed ha aggiunto, proseguendo il suo racconto, che dopo che lo sconosciuto si era allontanato, egli era stato avvicinato da un uomo che gli aveva riferito che lo sconosciuto, che si era da poco allontanato, aveva tentato in precedenza tentato di aggredire anche suo cognato.

Nella relazione del militare, si legge che l’aggressore è in possesso dell’autovettura Fiat 127 targata FI. 575386, intestata, per come accertato, a Guido Giovannini, nato a Francavilla M/ma il 17/7/1934, e residente a Borgo S.Lorenzo, via della Repubblica 44 (VED. allegata relazione dell’app. Di Piero Mario).

Il mattino del 17 settembre corrente, è pervenuta all’ufficio Stazione di Borgo S.Lorenzo, uno lettera imbucata a Firenze il 16/9/1974, contenente un foglio di carta riso dattiloscritto, terminante “B.B. FIRENZE”, con la quale si denunciano gravi e violenti minacce che vengono commesse a volte da una, a volte da due persone, in danno di coppiette, nelle località Salaiole, Monte Pulico, Polcanto, e sulla strada che dell’Olmo porta a Molin del Piano ( vedasi ellegata lettera anonima).-

Il Pretore di Borgo san Lorenzo, su segnalazione, emetteva ordine di perquisizione nei confronti di Giovannini Guido, eseguita in sua assenza presso la di lui abitazione e autovettura 127 suddetta, nel corso della quale nulla veniva sequestrato, poiché sui numerosi arnesi da meccanico esistenti in casa (punteruoli, cacciavite, coltello a scatto ed a molla), non risultavano tracce evidenti o comunque tali da fare ritenere che potessero essere stati usati per commettere il reato, (in particolare, per quanto riguarda i punteruoli, questi erano di dimensioni piccole). Sul’autovettura, invece, il Brig. Graziano Claudio e l’app. Cuccia Franco, appartenenti, rispettivamente alla Tendenza di Borgo S.Lorenzo ed a questo nucleo investigativo rilevavano la presenza di una roncola e di un coltello, non sequestrati ritenuti, dai militari oggetti usati per motivi lavorativi, non pertinenti le ricerche.

Non sono state rinvenute armi da fuoco corte.

In casa, anzi nella cantina, si trova un fucile da caccia, regolarmente denunciato, nonché una carabina ad aria compressa.-

La moglie del Giovannini, Bani Anna, ha assistito all’operazione, e non ha nominato un legale di fiducia.- Ved. relativo allegato.

Glusini Gino, autore della telefonata ricevuta dall’app. Di Pirro, tramite il “113”, ha confermato che verso le ore 19 del 5 andante, in località sita tra “Polcanto” e “Salsiole”, all’interno della sua autovettura Autobianchi 112, in compagnia della sua fidanzata con le quale si era appartato, venne attratto da rumori da calpestio. Sceso dalla macchina, scorgeva uno sconosciuto che cercava di allontanarsi dalla stessa, che egli rimproverò chiedendogli se era contento di quanto aveva visto. Repentinamente lo sconosciuto si rigirava, si dirigeva verso di lui  minacciandolo con un bastone che impugnava con una mano, mentre nell’altra teneva un arnese, che poteva essere un cacciavite o punteruolo. Il Clausini lo bloccava e gli faceva cadere il bastone di mano. Lo sconosciuto si allontanava. Il Clusini che quando era giunto sui luoghi aveva notato, nei pressi, una 127 di colore bianco, montò sulla sua macchina, per andare a rilevarne il numero, essendo questa coperta dalla sua vista dalla vegetazione, senza riuscire nel suo intento, poiché lo sconosciuto, raggiunta la 127, si era già allontanato. Poco dopo si imbatteva con un tale – in seguito identificato per Giannini Giampiero il quale lo fermò per dirgli che aveva visto ciò che era accaduto, precisando che un episodio un po analogo a quello a lui capitato, era successo anche col di lui cognato, poi identificato per Barbugli Giuseppe, negli stessi luoghi , e che questi aveva rilevato il numero di targa del mezzo col quale lo sconosciuto disturbatore, in quella occasione, si era allontanato, fornendo il numero di targa della Fiat 127, FI:575386.-

Il Clusini descrive lo sconosciuto per uno dall’apparente età di anni 35-40, alto 1,65 circa ,corporatura piuttosto robusta, carnagione bruna, capelli neri di taglio normale, pettinati all’indietro, accento meridionale (ved. allegato verbale).

Giannini Giampiero riferisce, in merito a quanto precede, di aver sentito delle grida e di avere quindi notato un’autovettura di colore bianco allontanarsi dai luoghi, quindi di essere stato avvicinato da un’autovettura Autobianchi con a bordo un uomo e una donna (il Glusini e la fidanzata), e di essere stato informato, dall’uomo, che mentre lo stesso era appartato con la fidanzata, era stato molestato da un tale.

Egli lo informò, saputo che l’auto vista dal medesimo era una 127, di un episodio di minacce subita dal proprio cognato che aveva rilevato il numero di targa del disturbatore, e di cui aveva preso annotazione, riferendo poi a lui che, poi, glielo fece annotare (Ved. Verbale).

Barbugli Giuseppe, cognato del Giannini, riferisce di un episodio occorsogli in località Salsolie, verso le 17,30-18, di un giorno del mese di maggio 1974: Egli era appartato in campagna con la propria fidanzata, per terra, quando si vide (incomprensibile) un uomo in ginocchio.-

Ciò visto, invitò la fidanzata a ricomporsi gli abiti. Entrambi si alzarono da terra per andarsene. Lo sconosciuto si allontanò a bordo di Fiat 127 bianca, esattamente targata FI.575386. Egli risalì sulla autovettura, e dopo circa 5 minuti, mentre davanti ad una locanda mangiava un panino, vide ripassare la stessa macchina condotta dallo sconosciuto di cui sopra. Di nuovo ne rilevò la targa quando,dopo un pò, ripercorrendo la stessa strada, vide la stessa auto al lato della strada, mentre lo sconosciuto era per terra, accanto allo sportello, chinato all’interno del mezzo. Si fermò rivolgendogli le parole: ” scusi, per lo meno a guardare vada un pò più lontano,” ripetendoli la frase. A Questo punto lo sconosciuto andò verso ci lui, brandendo un arnese indicato come “pennato senza cresta”, da taluni chiamato anche roncola, minacciandolo ” ti tolgo del mondo”, e inseguendolo, perchè egli scappò subito, a piedi. Lo sconosciuto, inseguitolo per pochi metri, tornò sui suoi passi. Lui raggiunse la propria auto e ripartì. Sulla strada erano in sosta persone e vetture, mentre oltre, al momento del fatto, ne transitavano.-

Il Barbugli aggiunse di aver rivisto l’uomo lo stessa sera, a Borgo S.,Lorenzo al cinema-teatro, mentre era con la sua fidanzata nonché, fuori, le di lui Fiat 127. Suecessivanente ha rivisto a Borgo tale uomo, che ha descritto per uno dell’apparente età di anni 35-40, alto I,70-1,73, corporatura normale, colorito scuro, capelli scuri, indossante pullover e pantaloni scuri (ved. allegato verbale di interrogatorio).-

Nel corso della perquisizione eseguita nei confronti del Giovannini, intestatario dell’autovettura 127 in questione, alla quale ha assistito, come già detto, la moglie dello stesso, nonché i di lei due figli minori (anni 9 e 11), la donna, spontaneamente, ha dichiarato che le sera di sabato, 14 c.m., verso le ore 21, il marito era uscito di casa verso le ore 21, in compagnia di Daniele Ulivi, generalizzato, per andare, con la propria auto Fiat 127, targata FI.575386, in Grezzano, frazione di Borgo San Lorenzo, presso i famigliari del nominato Ulivi, colà abitanti, mentre il Daniele abita in appartamento sottostante al suo. Ha aggiunto di avere saputo che il marito e il suo amico, tornando verso Borgo S.Lorenzo, aveva incontrato un fratello di Ulivi Daniele, di ritorno, con la moglie, dal viaggio di nozze, per cui era di nuovo andato verso Grezzano, rientrando in cassa, a Borgo S.Lorenzo, verso le ore 23,20 del 14 detto. Il marito era andato a letto, lo Ulivi era rientrato e case sua.

Sempre a tele proposito, si fa presente che mentre la donna riferiva sui detti particolari, il figlio minore interveniva per precisare – e la madre ne dava conferma-, che quella sera col padre con Ulivi Deniele era uscito anche lui, ritornando a Borgo assieme agli stessi.-

Ulivi Daniele, sentito, confermava quanto precede (vedasi all. verb. di inf. testimoniali).-

Poiché successivamente alla perquisizione eseguita nel abitazione di Giovannini Guido e nella sua autovettura, sono emerse circostanze tali da fare ritenere opportuno procedere al sequestro (illeggibile) coltelli, cacciavite, pennato); dato che alla dichiarazione rese dal Barbugli emerse che de lo sconosciuto che ebbe a minacciarlo brandiva un pennato senza cresta, ed essendo stato questi stato identificato nella persona del Giovannini; avendo accertato che per la carabina già notata nella cantina del Giovannini non è stata denunciata la relativa detenzione; essendoci altresì saputo che l’arma impropria usata per commettere il duplice omicidio potrebbe identificarsi in un coltello da punta e taglio a lama lunga; riferite tali circostanze al Pretore di Borgo S.Lorenzo da parte di quel comandante di Stazione, si procedeva, su conforme disposizione di detto magistrato, ed in forza dell’ordine di perquisizione e sequestro da lui emesso nei confronti del Giovannini, in data odierna (18/9/1974), i militari dell’Arma di Borgo S.Lorenzo, attenendosi anche alle direttive del sottoscritto, si recavano presso l’abitazione del Giovannini, ove chiedevano ed ottenevano, al fine di sequestro effettuato, dalla moglie del Giovannini, la consegna di un pennato, di un coltello da cucina, di un coltello da punta e taglio, a molla, di altro coltello e punta e taglio, a lama lunga, di un cacciavite ricurvo, di una carabina ad aria compressa mod.35, “Diana”, con anima rigata meglio descritti nel relativo verbale, le armi improprie per tenerle a disposizione dell’A.G., per eventuali accertamenti che ritenesse opportuno fare praticare su di esse, la carabina perché non è stata presentata la prescritta denuncia di detenzione e per accertare, inoltre, la provenienza.

Il Giovannini Guido è dipendente della ditta Lisi, di Borgo S.Lorenzo, come montatore meccanico; in atto, e da lunedì 16 corrente, trovasi fuori sede, negli Abruzzi, per motivi di lavoro.

I militari dipendenti, stanno provvedendo al suo rintracciamento per accertamenti in ordine alla sua posizione,-

Gli accertamenti di cui sopra sono stati eseguiti, su direttive della S.V., da militari di questo Nucleo, della Tendenza e Stazione di Boro S.Lorenzo, con diretto intervento del sottoscritto, del Comandante Int. della predetta Tenenza, e coordinati dal Comandante del Gruppo di Firenze.-

Atti a cura dei militari in essi indiccati.

Rapporto compilato dal M/llo Trigliozzi Domenico di questo Nucleo, e dal Brig. Mario Sciarra, della Squadra di P.G, di Borgo S.Lorenzo.-

ALLEGANO:
(illeggibile) informazioni di Landi Pietro;
(illeggibile) fotografico dei luoghi del delitto (riserva:ved. (illeggibile))
(illeggibile) ispezione e sequestro della Fiat 127 Gentilcore (illeggibile) in essa rinvenute (riserva: ved. pag2 del rapp.)
(illeggibile) di ispezione e rinvenimento della borsa della Stefania (illeggibile) ved. pag.3 del pres. rapporto);
(illeggibile) informazioni di Bartoletti Carla (Pag.4 rapp.) (illeggibile) Informazioni di Gentilcore M.Cristina (pag.5 rapp.(illeggibile)
(illeggibile) informazioni testimoniali Bonini Tiziana (pag.6 (illeggibile)
(illeggibile) inf. di Lisi Deniela;
(illeggibile) inf. di Galanti Stefano;
(illeggibile) inf. Darici Paolo e Lippi Francesco;
(illeggibile) inf. Calzolai Walter;
(illeggibile)una perquisizione nei confronti di Francini Giuseppe (illeggibile) proposta dalla procura;
(illeggibile)di informazioni di Villani Marisa e Villani Maria;
(illeggibile) di 5 bossoli;
(illeggibile) dell’app. di Di Pirro Mario, su una telefonata (illeggibile)
(illeggibile) inf. di Clusini G.;
(illeggibile) Lettera anonima pervenuta alla Stazione di Borgo S.Lorenzo;
(illeggibile) richiesta ord. di perquisizione nei confronti del predetto giovannini;
(illeggibile) Verbale di perquisizione di cui sopra (pag.10 rapp. riserva di annettere il relativo verbale);
Verbale di inf. di Barbugli Giuseppe;
Verbale di inf. di Ulivi Daniele;
Verbale di sequestro di carabina e di armi improprie, eseguita nei confronti del Giovannini G., in riferimento all’ordine di perquisizione avanti citato;
Verbale di Inf. Giannini Giampiero;
Verbale di Inf. di Cammelli Luigi
(illeggibile) di certo Andrea, comunicato dalla Bartoletti Carla-

Riserva di trasmettere altri atti che verranno compilati.-

IL CAPITANO
COMANDANTE DEL NUCLEO
Olinto Dell’Amico

18 Settembre 1974 Rapporto Giudiziario Olinto Dell’Amico

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Traduttore