Il Giudice Istruttore Dr. Giovangualberto Alessandri incontra di nuovo Natalino. Il bambino non ha nessuna voglia di rispondere tanto che il Giudice Istruttore decide di appartarsi con lui e lo induce a fargli delle confidenze. Natalino allora gli dice che quella sera c’era Pietro (Mucciarini) con il babbo ed è stato questo Pietro a sparare. Natalino aggiunse che Pietro abitava a Scandicci e faceva il piastrellista, che lavorava la notte presso una fabbrica e che giocava a carte con la sua mamma quando il babbo non c’era.

Lo indica come il marito della zia Antonietta distinguendolo dallo zio Pietro (Locci) che è il fratello della mamma e che vive a San Casciano Val di Pesa.

Aggiunge che una volta lo zio Pietro è venuto a casa e ha detto al babbo di aver comprato una pistola, dice di averla anche vista in parte estrarla dalla tasca mentre era nascosto sotto il letto. Aggiunse che la sera del delitto ha visto lo zio Pietro frugare nel cruscotto immaginando che cercasse i soldi che erano nel borsellino della mamma e che aveva nascosto sotto il sedile. Dopo che lo zio Pietro se ne era andato il suo babbo aveva aperto lo sportello e si era seduto accanto a lui chiedendogli chi aveva sparato e Natalino dice di avergli risposto Pietro e lui di rimando disse che sarebbe andato a cercarlo.

Questo il verbale: Testimonianza Natale Mele

“L’anno 1969 il giorno 23 del mese di aprile alle ore 17 in Firenze via B. Fortini nr. 37 – Istituto Vittorio Veneto.

Avanti a noi dr. G. Gualberto Alessandri, Consigliere Istruttore con l’intervento del P.M. dr. Spremolla, con la presenza del Ten. CC. Dell’Amico e m.m. c.s. Ferrero, ci siamo portati nella anzidetta località per interrogare nuovamente il bambino Mele Natalino sui fatti relativi alle sue dichiarazioni fatte il giorno 21 aprile u.s.. Si dà atto che il bambino si presenta disinvolto e riconosce gli intervenuti. Parla dei suoi studi, e dopo varie domande su questioni non attinenti al fatto, compagni, giochi, ricordi di quando stava a Lastra a Signa chiestogli se la sera del fatto il padre fosse stato solo o in compagnia di altri al momento in cui fu sparato egli mostra di non voler rispondere, di essere impacciato e ostinatamente tace alle domande postegli dall’inquirente e dal P.M.

Invitato a ricordare gli zii da lui conosciuti ne ricorda diversi ma non lo zio Pietro né Piero, dicendo che quelli detti erano gli zii buoni e senza voler spiegare quali fossero i cattivi. Postagli la domanda se ricorda di avere visto in casa dei soldi, alla specificazione se abbia visto molte banconote, il bambino mostrando vivo interesse alla domanda stessa, risponde di averli visti tenere alla madre ammettendo che la madre spendeva per “comprare il caffè”.

La sera del fatto la madre pagò il cinema. Chiestogli se il padre si fosse arrabbiato per i soldi mostra di non avere notato fatti del genere. Poiché il bambino insiste nel non voler parlare sulle circostanze di fatto dell’uccisione viene trattenuto dal Consigliere Istruttore e per evitare una maggior soggezione derivante dalla presenza di più persone.

A nuova domanda postagli dal Consigliere il bambino si induce a rispondere in un orecchio il nome di Pietro come la persona che la sera del fatto accompagnò il padre e sparò. Mostrandosi più disinvolto il bambino ricorda sempre a domande degli inquirenti che la rivoltella fu buttata dallo zio Pietro in un fosso vicino alla macchina. Riconosce nella foto nr. tre allegata al rapporto dei C.C. il punto ove era la macchina e indica il fosso sulla destra della macchina poco più avanti di essa.

Ricorda altresì che il padre e lo zio erano con le biciclette. Chiestogli dove stia lo zio Pietro dice che abita a Scandicci e chiestogli il mestiere dice che mette le piastrelle indicando un rivestimento di piastrelle che è collocato vicino al camino della stanza della direzione dell’Istituto. Chiestogli come sappia del mestiere dello zio Pietro risponde che lo ha visto fare quel lavoro un giorno che il padre lo accompagnò in un posto che non sa indicare, ma che denomina come una fabbrica.

Chiestogli se lo zio Pietro sia cattivo e perché, dice che una volta mentre era solo gli dette uno schiaffo. Chiestogli i connotati dello zio Pietro dice che è più alto del suo babbo che ha i capelli scuri e con la riga sulla destra. A ulteriore domanda dice che lo zio Pietro lavora anche di notte e torna di giorno, come fa il padre della sua amica Daniela che abita alle cinque Vie dove abita anche lo zio Napolino.

Il bambino aggiunge di ricordare che la mamma aveva messo i denari, anzi il borsellino, sotto il sedile della macchina e che lo zio Pietro frugò nel cassetto del cruscotto e andò via.

Chiestogli ancora notizie sullo zio Pietro il bambino ricorda che lo zio Pietro frequentava la casa quando non c’era il padre e giocava a carte con la mamma e una volta lo rincorse intorno al tavolo per scherzare. Il bambino risponde a domanda che ricorda che un giorno lo zio Pietro venne a casa e sentì che diceva al babbo di avere comprato una pistola.

Era presente anche la mamma ma non sa spiegare il motivo per cui venne fatto questo discorso. Il bambino dice di essere stato nascosto sotto il letto e di averlo così udito, aggiunge anche di avere visto un pezzetto di pistola che spuntava dalla tasca, indicando i pantaloni. 

Nuovamente domandato su chi abbia sparato il bambino insiste nell’indicare lo zio Pietro. Era sveglio e lo vide sparare. Il babbo allora aprì lo sportello della macchina e dopo che fu sparato si sedette vicino a lui e gli chiese chi avesse sparato. Egli rispose “Pietro”, ed il padre gli disse allora lo vado a cercare.

Tornò da solo e allora gli disse di stare zitto. Quando il babbo lo portò fuori dalla macchina vide che c’era anche “Il fratello dello zio Vincenzo che sta alla Romola” e il babbo con questo zio lo avrebbero portato alla casa del lumicino. Postegli altre domande per indicare meglio questo zio e come lo abbia visto, conferma le dichiarazioni già fatte e cioè di averlo visto solo quando fu accompagnato dal padre nella casa col lumicino e non sa indicare il nome di questo zio che spiega essere il fratello dello zio Vincenzo che sta alla Romola.

Chiestogli di spiegare se colui che avrebbe sparato sia lo zio Pietro o lo zio Piero, il bambino mostra di distinguere nettamente di avere uno zio Pietro e uno zio Piero. Che lo zio Pietro è quello di Scandicci e che è quello che ha sparato, marito della zia Antonietta, presso cui ha anche abitato dopo i fatti e dove era stato visitato dal maresciallo Ferrero Gaetano, mentre lo zio Piero sarebbe il fratello della mamma e che abita a S. Casciano V.P.

Essendo le ore 20 per non stancare il bambino che mostra tuttavia di avere risolto lo stato di iniziale scontrosia nel rispondere si sospende l’interrogatorio.”

Trascrizione di Antonio Segnini.

23 Aprile 1969 Testimonianza Natale (Natalino) Mele (4°)

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