Il 13 aprile 1951 al mattino presto i CC si recano a Paterno ed arrestano Pietro Pacciani che si dichiara estraneo al fatto.

Solo dopo aver appreso che la Miranda Bugli aveva parlato ammette il suo coinvolgimento.

Dichiara che verso le 15.00 stava cercando la Miranda e l’ha vista in compagnia di Severino Bonini, li ha quindi seguiti e quando ha visto che stavano parlando si è nascosto per osservare. il Bonini proponeva alla Bugli di giacere con lui in cambio di 2000 lire per farsi un bel vestito e lei ha acconsentito. A quel punto lui si è avventato sul Bonini colpendolo.

Dopo, durante un secondo interrogatorio, il Pacciani dichiara di aver preso il portafoglio del Bonini non già con l’intenzione di trarne profitto della somma contenutavi, ma col proposito di farlo riavere ai suoi congiunti. Egli riferiva altresì che la sera stessa dell’11 Aprile trova la balla degli stracci appartenente a Bonini e le nasconde sotto un Ginepro a poca distanza dalla strada di Poggio Secco.

Nel luogo descritto da Pacciani viene rinvenuta la balla di stracci dal fratello di Severino Bonini,  Olinto Bonini. Nel frattempo viene cercato il corpo dell’uomo che era stato nascosto dal Pacciani. In un primo momento l’aveva nascosto dietro un cespuglio, ma nottetempo era tornato sul posto e aveva cercato di occultare il cadavere. Aveva legato un fil di ferro al collo dell’uomo e se lo era caricato sulle spalle, con una lampadina in bocca per farsi luce, ne tentativo di raggiungere il laghetto di Maioli dove lo avrebbe gettato. Non era riuscito però nell’intento in quanto sbagliando sentiero aveva esaurito le forze ed era stato costretto a deporlo.

Allora aveva tentato di nasconderlo coprendolo con foglie e punte di querciolo. Evidentemente fece un buon lavoro di occultamento perchè chi ritrovò il corpo, Pietro Evangelisti, disse che non era stato facile individuarlo e a cercarlo si erano offerte moltissime persone della vallata.

A quel punto il corpo fu trasportato a valle e affidato ai medici legali per eseguire l’autopsia disposta dal Procuratore Generale, Dott. Sica.  

13 Aprile 1951 Confessione e ritrovamento del corpo
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